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Shadow Moses. Chiudete gli occhi, e pensate semplicemente a Shadow Moses. Ci sono ampie possibilità che vi rivediate bambini, con tra le dita un controller che sembra perfino troppo grande per le vostre mani, emozionati e rapiti dall’eroicità di un certo Solid Snake.Shadow Moses. In fin dei conti, sappiamo tutti che è quello il luogo in cui la serie Metal Gear ha fatto per la prima volta la storia, nel quale Hideo Kojima e compagni sono riusciti a dare luce a un’opera che non solo è rimasta nostalgicamente nell’immaginario dei fan, ma recentemente è stata anche insignita del premio di miglior videogioco uscito su PlayStation. Con questo secondo episodio della nostra retrospettiva, vogliamo quindi riportarvi proprio dentro il primo Metal Gear Solid, abbandonando le lande di Outer Heaven a Zanzibar Land, per rivivere con voi quegli eventi che hanno reso leggenda Solid Snake e gli altri protagonisti della saga.
Creare un capolavoro
La serie Metal Gear aveva bisogno di fare nuovi passi in avanti. Dopo i primi due capitoli, e con l’avvento delle tre dimensioni nel mondo dei videogiochi, Konami e Hideo Kojima si misero al lavoro per realizzare un nuovo episodio della serie. Inizialmente, doveva chiamarsi semplicemente Metal Gear 3, ma in seguito si decise di rinnovare il titolo, passando a quel Metal Gear Solid che non fa tanto riferimento al protagonista, Solid Snake, quanto invece alla nuova grafica “solida” dell’opera.
Gli intenti erano parecchio ambiziosi fin dall’inizio, ed anche la stessa Konami investì parecchio non solo per lo sviluppo, ma anche per la promozione del gioco. Quando quest’ultimo venne presentato per la prima volta all’E3 1996 con un concept trailer, in uno stato ancora lontanissimo da quello finale, anche la stampa dell’epoca non poté non dedicarsi al progetto, e ricordiamo ancora con nostalgia alcune testate che titolavano, in copertina, “sarà questo il gioco del 1998?”. Metal Gear Solid si presentò alla grande all’E3 dell’anno successivo, con un trailer che lanciava il tema musicale divenuto indimenticabile, e che venne poi incluso anche nella celebre Demo One di PlayStation.
Per costruire l’opera, il team di sviluppo si rifece al sistema di gioco già visto in precedenza, chiedendo al giocatore di evitare l’approccio frontale con il nemico, optando invece per un’infiltrazione furtiva. Torna quindi anche il radar, che consente di vedere la posizione dei nemici sulla mappa e il loro campo visivo, e con lui anche il codec, divenuto oramai una caratteristica abituale, e tramite il quale è possibile mettersi in contatto con il team di supporto per conoscere maggiori informazioni sulla missione e sugli eventi in corso. In buona sostanza, insomma, Metal Gear Solid si presentava a tutti gli effetti come la naturale evoluzione dei due precedenti. Grazie alle tre dimensioni, però, questa volta Kojima poté anche sfogare pienamente le sue aspirazioni di regista, esibendosi in un’esperienza ludico-cinematografica di grandissimo impatto.
Quando Metal Gear Solid arrivò sugli scaffali nostrani era il 22 febbraio 1999, e all’epoca forse nessuno riuscì a prevedere quale importanza avrebbe poi rivestito nella Storia del nostro medium preferito.
L’incidente di Shadow Moses
Narrativamente, ci troviamo nel febbraio 2005. Sull’isola di Shadow Moses, nell’arcipelago Fox al largo dell’Alaska, il gruppo speciale FOX-HOUND e la truppa nota come Next-Generation hanno subìto una rivoluzione. Impadronitisi dell’impianto di smaltimento nucleare presente sull’isola, minacciano ora la Casa Bianca, chiedendole un miliardo di dollari e il DNA di Big Boss, il miglior soldato della storia. Quando viene lanciato l’ultimatum, i terroristi danno al Presidente ventiquattro ore di tempo. Dopo di che, affermano che procederanno con degli attacchi nucleari.
Per fare fronte alla grave crisi, viene richiamato in servizio il colonnello Roy Campbell, che era andato in pensione, e viene prelevato da Twin Lakes l’agente Solid Snake, che si era ritirato a vita privata proprio in Alaska, a fare il musher e partecipare alle corse dei cani da slitta. Snake è estremamente restio ad accettare la missione e, mentre la dottoressa Naomi Hunter lo prepara con un’iniezione di nanomacchine, comincia a piegarsi solo quando il colonnello Campbell, che considera un amico, gli fa sapere di avere motivi personali per intervenire nella crisi terroristica: sua nipote diciottenne Meryl Silverburgh, figlia di suo fratello morto durante la Guerra del Golfo, era un soldato di Next-Generation nel momento della crisi, ed è stata presa prigioniera dai terroristi. Campbell chiede quindi a Snake di trarla in salvo. Gli obiettivi della missione sono chiari: Snake deve infiltrarsi a Shadow Moses e salvare Donald Anderson, direttore della DARPA che si trovava sull’isola, e Kenneth Baker, presidente dell’azienda produttrice di armi ArmsTech. I due, inoltre, potranno fornirgli informazioni fondate sulle reali possibilità di lancio dei terroristi.
A far raccapricciare Snake, però, ci sono i dettagli sui membri di FOX-HOUND coinvolti: il loro comandante, infatti, è conosciuto con il nome in codice di Liquid Snake, e gli somiglia quanto basta a convincerlo a tagliarsi i capelli per evitare lo scambio di persona.
Snake penetra rapidamente negli anfratti di Shadow Moses, spalleggiato da un team di supporto radio che conta anche sulla giovane Mei Ling, creatrice del Codec e del sistema radar Soliton, sull’analista militare Nastasha Romanenko e perfino su Master Miller, grande esperto di flora e fauna locali, che lo aiutò anche durante l’infiltrazione a Zanzibar Land. Raggiunge quindi Donald Anderson nella cella in cui è tenuto prigioniero, e comincia a scontrarsi con delle amare verità: i terroristi, infatti, sono in grado di lanciare perché sull’isola si trova il Metal Gear REX, un potente carro armato bipede con possibilità di attacco nucleare da qualsiasi tipo di terreno. Tuttavia, per poterlo attivare è necessario inserire due codici di sicurezza, uno conosciuto da Anderson e uno da Baker. A causa dei poteri telepatici di Psycho Mantis – uno dei membri di FOX-HOUND – la password di Anderson è già stata scoperta. Esiste, tuttavia, un ulteriore sistema di sicurezza, costituito da tre schede PAL, che se inserite negli appositi terminali impedirebbero la sequenza di lancio attualmente attiva.
Fornite a Snake le utili informazioni sulla scheda, Anderson prova ad interrogarlo su quanto la Casa Bianca e il Pentagono fossero a conoscenza in merito al REX, quando in preda agli spasmi e ai dolori si accascia a terra morto. Snake e la dottoressa Naomi ritengono possa essersi trattato di un infarto. Lasciando la cella, Snake viene sorpreso da una soldatessa dal volto coperto, ed i due affrontano insieme una sparatoria contro i terroristi, quando lei si dilegua senza dargli la possibilità di seguirla.
Solid si mette quindi in contatto con Baker, ma l’anziano presidente di ArmsTech è tenuto sotto scacco da Revolver Ocelot, vice comandante di FOX-HOUND. Nasce quindi un duello contro il letale pistolero, che viene vinto dal Serpente. Quando però Ocelot tenta un ulteriore attacco, quello che sembra un Cyborg Ninja dotato di un esoscheletro potenziato compare sulla scena, mozzandogli la mano destra e fuggendo via in preda ad inquietanti spasmi. Rimasto da solo con Baker, Snake può ora andare a caccia delle informazioni di cui ha bisogno: scopre, anche in questo caso, che il codice di detonazione è stato scoperto dai terroristi, anche se non mediante Mantis, ma tramite le torture che Ocelot ha perpetrato sull’anziano presidente, al quale ha anche spezzato un braccio. Baker spiega infatti a Snake che mediante degli innesti nel cervello è possibile resistere alla lettura della mente, ed è quindi perplesso quando il soldato gli riporta che Mantis è riuscito a scoprire il codice di Anderson, poiché consapevole che anche quest’ultimo li utilizzava. L’unica speranza di fermare il REX, insomma, è trovare la chiave PAL, che non è però più nelle mani di Baker: quest’ultimo condivideva infatti la cella con Meryl, la soldatessa nipote di Campbell, ed ha dato a lei la scheda. Snake comprende che si tratta della stessa donna che ha affrontato la sparatoria insieme a lui, qualche minuto prima. A quel punto, Baker gli consegna un disco ottico contenente tutti i dati che il REX ha fatto registrare durante i lanci di test, ritenendo che Snake sia in realtà lì solo per quest’ultimo, e lo invita a mettersi in contatto con il dottor Hal Emmerich, ingegnere capo del Metal Gear, in caso si faccia avanti l’eventualità di dover distruggere l’arma nucleare. Quando, infine, il presidente accenna al fatto che il Ninja che ha mozzato la mano ad Ocelot fosse frutto di esperimenti genetici, viene colto dagli stessi dolori che avevano trafitto Anderson, e muore nel giro di pochi secondi.
Snake è ovviamente sconvolto dall’inquietante coincidenza e, non riuscendo ad ottenere delucidazioni di alcun tipo né da Campbell né da Naomi, che parla solo di un possibile altro infarto, non può fare altro che proseguire la missione.
“Uccidere è una di quelle cose che diventano più semplici con la pratica. In guerra emergono tutte le emozioni peggiori dell’uomo. Tutti i suoi lati peggiori. È facile dimenticare cosa sia il peccato, in mezzo ad una battaglia. “– Solid Snake
Il soldato leggendario si mette quindi in contatto con Meryl, che conoscendo Shadow Moses può aiutarlo. La ragazza gli rivela che quella ai loro piedi è in realtà una base civile, utilizzata da ArmsTech per lo sviluppo del Metal Gear – sbugiardando informazioni che suo zio aveva fornito a Snake – e che FOX-HOUND e Next-Generation erano presenti in loco perché era in previsione l’ultimo lancio di prova prima dell’acquisto del REX da parte della DARPA. A quel punto, Liquid ed i suoi hanno sferrato l’attacco, prendendo il controllo della situazione e catturando Anderson, Baker e la stessa Meryl, che è però riuscita ad evadere malmenando il suo carceriere, il soldato Johnny Sasaki. La ragazza si mostra però molto disturbata dall’aver ucciso per la prima volta – oltretutto, i suoi ex commilitoni – e Snake è costretto a cercare di rassicurarla con parole esperte e dolorosamente veritiere. Meryl comincia quindi a fornirgli supporto via Codec ma, mentre è in cerca del dottor Emmerich, il soldato viene contattato da un misterioso informatore, che si fa chiamare Gola Profonda, e che gli anticipa dettagli su come evitare alcune trappole che lo attendono al varco. Dopo essersi confrontato con il gigantesco Vulcan Raven, altro membro di FOX-HOUND, Snake arriva alle porte del laboratorio del dottor Emmerich. Qui, però, trova una vera e propria carneficina di nemici, passati a fil di spada dal Ninja che ha mutilato Ocelot, e questa volta il Cyborg si lancia nello scontro a mani nude. Il Serpente ha ancora una volta la meglio ma, via via che lo scontro procedeva, si è reso conto che colui che ha davanti è nientemeno che Gray Fox, suo amico e fedelissimo luogotenente di Big Boss, che dovrebbe però essere morto a Zanzibar Land. Davanti a questa consapevolezza, la dottoressa Naomi ammette che effettivamente il corpo di Fox è stato recuperato ed utilizzato dalla dottoressa Clark per compiere esperimenti genetici, ed è stato poi equipaggiato del suo esoscheletro. Quando Snake le chiede perché non gli abbia riferito prima delle informazione simili, piccata Naomi risponde che erano riservate, chiudendo la questione.
Snake riesce quindi a salvare Emmerich, che gli chiede di chiamarlo semplicemente Otacon, e che rivela innocentemente di non avere idea del fatto che il REX sia stato equipaggiato per un lancio nucleare, dal momento che ad occuparsi degli armamenti era un altro team. L’ingegnere fornisce quindi il suo supporto via Codec, e può vagare liberamente per Shadow Moses, per quanto azzoppato da una storta alla caviglia, grazie alla sua mimetica ottica, che lo rende invisibile.
A quel punto, il Serpente si dedica ad incontrare Meryl, ma scopre con amarezza che la ragazza ha con sé una sola chiave PAL, e non tre. Sarà quindi necessario trovare le altre due, per evitare di dover distruggere il REX. Quando la giovane gli chiede di portarla con sé per proseguire la missione, Snake si oppone, facendole notare la sua inesperienza. Colpita, lei gli confida di aver intrapreso la carriera militare per cercare di capire suo padre morto, e di aver dedicato tutta la sua vita a questo scopo. Snake le ricorda senza mezzi termini che, se dovesse andare storto qualcosa, sarebbe morta per sempre (“se perdi, sei cibo per vermi” fu la sua frase), ed acconsente poi a portarla con sé nel tragitto che va verso la base sotterranea dove si trova il REX.
Passano solo pochi minuti, però, quando i due trovano la strada sbarrata da Psycho Mantis. Il membro di FOX-HOUND con poteri psichici prende il controllo mentale di Meryl e, in uno scontro che è rimasto nella Storia dei videogiochi, Snake riesce ad avere poi la meglio, mettendolo al tappeto. Agonizzante, il russo dichiara al Serpente che, dopo aver letto la sua mente, loro due non sono poi così diversi. Confida anche all’uomo che Meryl sta cominciando a provare qualcosa per lui, ma che non sa ancora se i loro futuri andranno per la stessa strada. Quando esala l’ultimo respiro, Meryl è scossa, e chiede scusa a Snake per averlo rallentato. Quando poi tenta di domandargli di più sul suo passato, lui la liquida senza mezzi termini, proseguendo con la missione.
Shadow Moses è però un pericolo costante, e ben presto i due si trovano la strada sbarrata dal letale cecchino donna Sniper Wolf: quest’ultima, in una scena che cita evidentemente Full Metal Jacket, spara ripetutamente a Meryl, utilizzandola come esca per attirare Snake allo scoperto. La nipote di Campbell è esangue ed esposta alla mercé di Wolf, e Snake è costretto ad abbandonarla per cercare un fucile da tiro che gli consenta di affrontare il cecchino. Quando riesce a tornare sul posto, la diciottenne è stata però portata via. Il Serpente vince lo scontro con la donna cecchino, solo per venire sorpreso alle spalle e a sua volta catturato.Quando riprende i sensi, si ritrova legato ad un’inquietante macchina da tortura, con davanti l’uomo con il suo stesso volto, Liquid Snake. Quest’ultimo rimarca il fatto che lui e Solid siano gli ultimi figli rimasti di Big Boss, svelandoci un’informazione che nei precedenti Metal Gear non era stata rivelata: Snake, infatti, ha ucciso suo padre, e sembra, oltretutto, che Liquid sia suo fratello. Incerto, il soldato viene interrogato da Revolver Ocelot, che vuole scoprire dove si trovano le schede chiave e quale sarebbe il fantomatico trucco per utilizzarle. Snake non conosce queste informazioni, ma resiste alla tortura perché il russo gli ha promesso che, se dovesse arrendersi, si prenderebbe la vita di Meryl in cambio.
Sbattuto in prigione, Snake convince Campbell ad ammettere che aveva sempre saputo che il REX aveva potenzialità di lancio nucleare. Il colonnello rivela anche che il presidente degli Stati Uniti, George Sears, non era a conoscenza del progetto fino al giorno prima, e si sta preparando all’imminente firma di START III – il nuovo trattato internazionale per la riduzione degli armamenti atomici. Se, insomma, l’esistenza del REX dovesse divenire di dominio pubblico, il grattacapo diplomatico per gli Stati Uniti sarebbe mastodontico. Nella cella con Snake è anche presente il cadavere del direttore Anderson, che sembra però in uno stato di decomposizione estremamente avanzato rispetto alle ore trascorse dalla sua morte. Parlando al Codec con Naomi, intanto, il soldato leggendario ricorda la sua sfida con Big Boss a Zanzibar Land, confermandoci che l’uomo gli aveva confidato di essere suo padre.
Aiutato da Otacon, infine, Snake riesce ad abbandonare la cella, raggirando un sempre poco zelante Johnny Sasaki, e quando recupera il suo equipaggiamento scopre che Ocelot gli ha portato via il disco ottico, ma non la chiave PAL datagli da Meryl.
Mentre le ore scorrono, avanza quindi in direzione della base sotterranea del REX, ma non può non fermarsi sul sangue di Meryl, quando torna nel luogo del suo ferimento. Campbell lo invita a procedere e ad ingoiare i suoi sensi di colpa, dicendogli che è ciò che sua nipote avrebbe voluto, e quando Naomi interviene cercando di capire se Snake sta cominciando a provare qualcosa per Meryl, praticamente tempestandolo di domande, Campbell scherza sul fatto che si tratti di una caratteristica che la dottoressa deve aver ereditato da suo nonno, che lavorava nell’FBI all’epoca di Edgar Hoover. La conversazione viene ascoltata anche da Master Miller, che interviene dimostrandosi particolarmente interessato alle origini di Naomi. La donna aveva in precedenza raccontato di essersi interessata alla genetica per scoprire chi erano i suoi genitori, che non ha mai incontrato, ed afferma ora di essere risalita a suo nonno in seguito a delle ricerche.
Mettendo da parte i rimorsi, Snake supera le torri di comunicazione, ma trova la strada sbarrata da Liquid, che lo fronteggia su un Hind-D e lo chiama ancora una volta “fratello”. Riesce quindi ad abbattere l’elicottero, e trova ad attenderlo al nevaio Sniper Wolf. Lo scontro con il cecchino è letale, e la voglia di Snake di vendicare Meryl lascia la donna a terra gravemente ferita. Quando si avvicina per finirla, Wolf gli racconta di essere curda, e di essere diventata un soldato dopo essere stata salvata da Big Boss, che la portò via dagli orrori che sterminarono la sua famiglia. In qualche modo, Wolf non aspettava altro che qualcuno che la liberasse, mentre osservava la stupidità degli umani che si lasciavano coinvolgere da guerre sempre nuove. Ora, mentre implora Snake di porre fine alla sua agonia, i due vengono raggiunti da un Otacon in lacrime, che svela di essersi innamorato di Wolf. Il soldato spara il colpo che uccide la donna e Hal, nonostante il dolore, giura che continuerà ad aiutarlo a fermare i terroristi.
– “Snake, per che cosa combatteva lei? Per cosa combatto io? Tu, per cosa combatti tu?”– “Se ce la faremo, te lo dirò.”– Otacon e Solid Snake
La base sotterranea è ormai vicinissima. Mentre prosegue, Snake viene contattato da Miller, che gli espone una serie di dubbi su Naomi, nati dalle contraddizioni che la donna ha esposto sulla sua famiglia. Il timore dell’istruttore è che la genetista possa in realtà essere una spia dei terroristi, ed essere coinvolta nelle inquietanti morti di Anderson e Baker. Snake si rende conto che il ragionamento fila e, avanzando, deve affrontare ancora una volta Vulcan Raven. Dopo essere stato sconfitto, il gigantesco sciamano gli rivela un particolare agghiacciante: quello visto nella cella e morto di un apparente infarto, infatti, non era Anderson, ma Decoy Octopus, un membro di FOX-HOUND maestro dei travestimenti. Quest’ultimo doveva infatti avvicinare Snake per scoprire quali erano le informazioni in suo possesso, ma venne sorpreso dall’attacco di cuore.
Miller è sul piede di guerra. Le informazioni scoperte su Naomi non gli danno pace, e contatta ancora una volta Snake. Questa volta, anche Campbell viene informato, e quest’ultimo anticipa che, se davvero la dottoressa fosse una spia, allora ci sarebbero guai serissimi. La discussione termina quando il Serpente comprende che gli sta ancora nascondendo delle informazioni, e smette quindi definitivamente di avere fiducia nel suo comandante.
Infine, Snake si ritrova nell’hangar sotterraneo in cui è tenuto l’enorme Metal Gear REX. Raggiunge quindi la sala comandi, dove può origliare una conversazione tra Liquid e Ocelot: il leader e il suo vice affermano di avere ormai completato la sequenza di lancio, e l’unica cosa rimasta da fare è scegliere il bersaglio. Anziché un grosso centro abitato, Liquid vuole puntare un sito per test nucleari in Cina, scatenando la rappresaglia del paese orientale (e dell’India, in virtù del CNTBT) contro gli Stati Uniti, ed un incidente diplomatico senza precedenti. Oltretutto, una volta rese pubbliche le potenzialità del REX, ci sarebbe la fila per acquistare l’arma, e Liquid se lo volesse potrebbe venderla semplicemente al miglior offerente. L’idea, però, è quella di barricarsi a Shadow Moses e, con il supporto del colonnello Sergei Gurlukovich, patriota russo amico di Ocelot che ha anche fornito l’Hind-D ai terroristi, creare la definitiva Outer Heaven, dopo il fallimento di Big Boss. Visto il cambiamento dello scenario, Liquid vuole ora chiedere alla Casa Bianca non solo un miliardo di dollari ed il DNA dello stesso Big Boss – che sarebbe utile a risolvere alcuni problemi dei suoi Soldati Genetici, impiegati da Next-Generation e modificati propri con i geni soldato del grande mercenario – ma anche il vaccino per il virus FoxDie. A quanto pare, sarebbe questo il nome di ciò che ha ucciso Baker e Decoy Octopus, e Liquid vuole premunirsi per evitare di essere a sua volta colpito da un attacco cardiaco.
In mezzo a tutto questo, Otacon riesce a penetrare i file segreti di Baker, scoprendo che il Metal Gear REX è un’arma stealth, ossia impossibile da intercettare ai radar nemici. Si tratta, insomma, dell’arma definitiva. Per fortuna, ci sono anche buone notizie: la chiave PAL che Meryl ha dato a Snake, infatti, è composta da una lega a memoria di conformazione, e modifica la sua forma venendo esposta a differenti temperature. Il soldato deve quindi ottenere tutte e tre le forme e inserirle poi negli appositi terminali della sala comandi per bloccare il lancio.
Messosi in marcia per riuscire in quest’ultimo obiettivo, Snake viene ancora una volta contattato da Master. Questi ha scoperto che il FoxDie di cui parlava Liquid è un virus letale realizzato da Naomi e che simula un attacco cardiaco, ed i due concludono che la dottoressa deve averlo iniettato al Serpente insieme alle nanomacchine, all’inizio della missione. Quando Snake prova ad interpellare il colonnello in merito, questi gli annuncia di aver arrestato Naomi, che era stata sorpresa ad inviare messaggi diretti a qualcuno a Shadow Moses.Snake prosegue nella sua missione, quando è proprio Naomi a contattarlo in gran segreto. La dottoressa ammette di essere una spia, ma snocciola la sua parte di verità: è infatti cresciuta in Rhodesia, dove venne di fatto adottata da Frank Jaeger, ossia Gray Fox, dopo che i suoi genitori erano morti nella guerra civile. I due furono poi condotti negli Stati Uniti da Big Boss, e qui lei assunse la falsa identità di Naomi Hunter. La donna ammette di aver atteso per anni il giorno della sua vendetta contro Solid Snake – colui che ha ucciso quello che lei considera suo fratello, Frank – ma non gli ha iniettato il FoxDie di sua spontanea volontà e per questo solo scopo. Il virus attacca solo determinati individui di cui viene riconosciuto il codice genetico, ed è di fatto una vera e propria arma. Naomi svela a Snake di non odiarlo più, ora che lo ha conosciuto, ma quando fa per dirgli i reali motivi per cui ha dovuto iniettargli FoxDie, la comunicazione viene bruscamente interrotta da Campbell. Il soldato vuole conoscere la verità, ma il colonnello gli nega di continuare a parlare con Naomi, scatenando la sua ira e un’accusa secca di tradimento contro il suo vecchio comandante.
È il momento di concludere la missione: Snake inserisce l’ultima chiave ma, con orrore, ascolta il sistema che gli risponde che la sequenza di lancio è stata attivata, e non bloccata. A quel punto, viene ancora contattato da un tronfio Miller, che lo ringrazia per essersi fatto usare. Il vero Donald Anderson, infatti, venne ucciso per errore da Ocelot durante un interrogatorio, a suo dire, e i terroristi non erano riusciti a scoprire il suo codice di lancio. In buona sostanza, non avevano in realtà alcuna possibilità di sferrare un attacco nucleare. Grazie all’intervento di Snake, ora, il REX è invece attivo, ed il piano di FOX-HOUND è completo.
Snake è attonito, quando il colonnello interviene e gli svela che il corpo di Master Miller è stato appena ritrovato nella sua casa in Alaska, morto da almeno tre giorni. Il falso Miller si rivela quindi come nientemeno che Liquid Snake.
Solid si lancia al suo inseguimento di fronte al Metal Gear REX, quando Liquid gli svela che è stato il Pentagono ad utilizzarlo come vettore di FoxDie per eliminare i testimoni scomodi e recuperare il REX indisturbati. Tuttavia, le modifiche finali apportate da Naomi sono ignote, e nessuno sa cosa aspettarsi dal virus. Ancora una volta, Liquid rimarca poi che lui e Snake sono gemelli, nati dal progetto Les Enfantes Terribles come cloni di Big Boss, nel tentativo di ricreare il soldato perfetto. Così come odiava suo padre, il biondo odia anche suo fratello, che avrebbe ricevuto i geni dominanti dell’originale, essendo stato concepito come copia superiore.
Quando Liquid balza all’interno del cockpit, Snake non può niente. Il REX è attivo ed è pronto ad eliminarlo. Dopo un tentativo di scontro in cui rimane quasi ucciso, ad intervenire è Gray Fox: il Ninja riesce a far guadagnare tempo al soldato, e gli svela di essere l’informatore Gola Profonda che aveva cercato di aiutarlo durante la missione. Frank coglie anche l’occasione per dare a Snake un messaggio per Naomi: sua sorellastra, infatti, non sa che fu proprio lui ad ucciderle i genitori, e che scelse di portarla con sé solo perché non ebbe il coraggio di eliminare anche lei. Fox chiede a Snake di riferirglielo, di farle sapere la verità, quando si lancia infine contro il REX, distruggendone il radome. Una volta perso questo, infatti, Liquid è costretto ad aprire il cockpit, esponendosi ai danni dall’esterno.Fox non riesce però a fare altro, quando Liquid lo intrappola e lo uccide.
“Snake, noi non siamo strumenti né del governo né di nessun altro. Combattere era l’unica cosa di cui fossi veramente capace, ma almeno io ho sempre combattuto per quello in cui credevo. Snake… addio.”– Gray Fox
Snake è una furia impastata col dolore, e in uno scontro impari riesce definitivamente a distruggere il REX. Quando l’enorme robot si accascia, con un’esplosione, lui viene sbalzato e perde i sensi.Li riprende ritrovandosi legato sulla testa dello stesso REX. Liquid, ferito, è in piedi davanti a lui, e rimarca la loro nascita mediante il progetto Les Enfantes Terribles, che li ha messi al mondo come cloni di Big Boss, piuttosto che come uomini normali.
La distruzione del REX non significa salvezza per Snake: per nascondere il segreto, e con più nessuna arma da recuperare, il Segretario alla Difesa, Jim Houseman, ordina un bombardamento nucleare su Shadow Moses, che sarà poi giustificato come incidente causato dai terroristi. Campbell prova a frapporsi agli ordini del Segretario per aiutare Snake, ma viene messo agli arresti. Houseman, in una cinica conversazione con Snake, dichiara che potrebbe essere risparmiato se avesse ancora con sé il disco ottico, che però Ocelot gli ha portato via.
La sorte è insomma segnata, e tutto ciò che Liquid vuole ancora dalla vita è un ultimo scontro con suo fratello. Alle loro spalle, il biondo gli mostra il corpo immobilizzato di Meryl, con numerose ferite ed incosciente, ma impedisce a Snake di raggiungerla, ingaggiando lo scontro corpo a corpo. Ancora una volta, è Solid a vincere la battaglia, riuscendo a spingere Liquid oltre la testa del REX, in un impressionante salto nel vuoto. Subito, Snake raggiunge quindi Meryl, per scoprire che la ragazza è ancora viva, ma è stata torturata e, come dirà lei, sottoposta a “cose ancora peggiori”. I due devono affrettarsi a fuggire per salvarsi dal bombardamento nucleare e, quando Snake cerca di convincere Otacon a seguirli, questi decide di rimanere a Shadow Moses e di sfruttare le sue doti di hacker per aprire loro una via di fuga verso l’esterno. Snake e Meryl possono solo ringraziarlo, quando si danno alla fuga raggiungendo una jeep e cominciando la risalita verso la superficie.
Come un fantasma, però, alle loro spalle e a bordo di un’altra jeep compare ancora una volta Liquid, che al termine del tunnel, alla vista del cielo, decide di sbarrare la strada a suo fratello e Meryl. L’incidente è violentissimo ed inevitabile e, quando tutti riprendono i sensi, proprio l’eroe e la ragazza sono rimasti intrappolati sotto la loro jeep ribaltata. L’immortale Liquid, invece, gravemente ferito, riesce subito a rialzarsi e, Fa-Mas alla mano, fa per ucciderli.
La sorte è però crudele con lui, quando a piegarlo sulle ginocchia, spietato, è il tanto temuto virus FoxDie. Liquid si accascia a terra in un surreale silenzio, finalmente domato.
Campbell riesce a mettersi in contatto con Snake e gli confessa che l’attacco nucleare è stato annullato: Houseman stava infatti agendo senza l’autorizzazione del presidente Sears, ed è stato messo agli arresti. Lui e Meryl, insomma, sono salvi, anche se la versione ufficiale riporterà che sono morti cadendo nell’oceano dopo l’incidente. Il colonnello ringrazia poi Snake per aver salvato sua nipote, e si scusa per le bugie che ha dovuto dirgli sulla missione, alle quali è stato costretto: Meryl, infatti, venne trasferita a Shadow Moses proprio da coloro che volevano manipolare Roy, e che minacciavano di ucciderla se questi non avesse collaborato all’infiltrazione di Solid Snake. Infine, il colonnello lo lascia parlare con Naomi: Snake si fa coraggio per riferire il messaggio di Frank alla sorellastra, ma decide invece di non svelarle la verità, limitandosi a farle sapere che suo fratello ha detto che le vorrà sempre bene, e la invitava ad andare avanti con la sua vita. Naomi è in lacrime, ma quando Snake le chiede se e quando FoxDie lo ucciderà, non sa rispondergli.
Snake e Meryl si liberano della jeep e procedono verso una motoslitta. Sul nuovo mezzo di trasporto, i due si promettono una nuova vita insieme, lasciandosi alle spalle una Shadow Moses che si fa sempre più lontana, circondata da un’Alaska gelida, ma ora viva e meravigliosa, che li riempie di speranza.
“Non lasciare che il tuo destino ti incateni a sé, che i tuoi geni ti dominino. Gli esseri umani possono scegliere la vita che vogliono vivere. E allora, vivi.”– Naomi Hunter
Al termine dei titoli di coda, assistiamo ad una telefonata in cui Ocelot riferisce di aver recuperato i dati della simulazione del REX, contenuti nel disco ottico rubato a Snake. Egli afferma inoltre che la sua copertura è intatta, e che nessuno conosce la sua reale identità. L’unico sfortunato che custodiva questo segreto, Donald Anderson, è stato appositamente eliminato durante la tortura. Il russo riferisce anche che Solid Snake era in realtà il clone inferiore di Big Boss, mentre Liquid venne creato come quello superiore. Il suo interlocutore, è invece un terzo fratello di cui si ignorava l’esistenza, “Solidus”. Infine, ringrazia quest’ultimo, per il quale ha lavorato per tutta l’operazione, e che è nientemeno che il presidente degli Stati Uniti.
Il lascito di un gioco sul lascito
Metal Gear Solid è un enorme viaggio pieno di emozioni. Il giocatore cresce con Snake lungo il suo percorso e all’epoca, forse anche aiutati da un doppiaggio in italiano che non era all’altezza dell’opera, ma che ci fece sentire vicinissimi a quanto stavamo vivendo, tutti noi fummo Solid Snake. Abbiamo tutti sconfitto Liquid, abbiamo distrutto il REX. Siamo stati male per aver ucciso Wolf, ma abbiamo gonfiato il petto per aver salvato Meryl – o magari, più innocentemente, per averla condannata a morte per poter ricevere in regalo da Otacon la mimetica ottica per le prossime run.
Oltretutto, il game design di Hideo Kojima riusciva in delle cose straordinarie: Metal Gear Solid sfondava la quarta parete con una naturalezza incredibile, con quel Psycho Mantis che faceva vibrare il controller e leggeva la memory card, interagendo direttamente con il mondo del giocatore, in un medium dove è normale che sia invece l’opposto. Faceva qualcosa di simile anche Baker, per citare un altro esempio, chiedendoci di recuperare la frequenza Codec di Meryl sul retro della confezione del gioco, o la faceva Snake quando, davanti al REX, si provava a sparare a Fox per porre fine alle sue sofferenze prima che Liquid potesse ucciderlo, ma il protagonista si rifiutava di farlo. Non è tutto: la narrativa e il gameplay erano così fortemente legati che anche momenti che dovevano sulla carta essere frustranti – come il backtracking a caccia del PSG-1 per lottare contro Wolf – sono in realtà carichi di pathos, partecipati, in qualche modo indimenticabili. Si può dire lo stesso anche della sequenza della tortura, dove il giocatore deve solo premere un bottone ripetutamente per resistere, ma lo fa con tutto se stesso, come se fosse la cosa più importante del mondo, perché cedere significherebbe modificare la trama del gioco, e lasciar morire Meryl. In questo, Kojima mise insieme sia la sintonia tra giocare e narrare, sia la possibilità di lasciar entrare l’utente nello svolgimento diretto dei fatti raccontati, al punto da modificarne l’andamento. Il nostro cammino a Shadow Moses non durava tantissimo, ma era intenso e ricchissimo.
È per tutto questo, che Metal Gear Solid è un viaggio personale custodito gelosamente da ciascuno di noi. La sua capacità di coinvolgere, di rivolgersi all’utente sia con i suoi temi complessi e impegnati, sia con i momenti di classica ironia kojimana, ne hanno fatto un mix riuscitissimo e leggendario, capace di imporsi sul tempo e di divenire un vero e proprio modello. Se così non fosse, noi non saremmo qui a parlarne, emozionati, sedici anni dopo.
Quando si aspettava la nuova fatica di Kojima, si pensava che sarebbe stato un gran titolo, che avesse tanto da dire, che somigliasse ad un film. Ma, all’epoca, nessuno poteva sapere che Metal Gear Solid non era destinato ad essere semplicemente un gioco, ma un meraviglioso ed indelebile ricordo nel cuore del suo pubblico. E questo, è senza ombra di dubbio il traguardo più bello e più difficile di tutti.
Dopo avervi portato ad Outer Heaven, Zanzibar Land e Shadow Moses, ci prepariamo al prossimo episodio della nostra retrospettiva, dove rivivremo insieme a voi Metal Gear Solid 2: Sons Of Liberty. Vi accompagneremo con noi sul Tanker Discovery e sulla Big Shell, nell’ambiziosissimo progetto di Hideo Kojima e Konami che condusse Solid Snake su PlayStation 2, e che segnò il debutto di Raiden.