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Red Dead Redemption 2 Recensione | C'era una volta il West

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a cura di Matteo Bussani

Informazioni sul prodotto

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Red Dead Redemption 2
  • Sviluppatore: Rockstar Games
  • Produttore: Take Two
  • Distributore: Cidiverte
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE
  • Generi: Azione
  • Data di uscita: 26 ottobre 2018 - 5 novembre 2019 (PC)

Sui titoli di coda di Red Dead Redemption 2 ha inizio questo pezzo. La mano sulla tastiera è lenta, l’esperienza si confronta con il pensiero analitico della recensione. Lottano per cercare di avere un’idea chiara di quello che sembra essere davvero imponente per trovare luogo in un testo compiuto: 60 ore di gioco dopo, otto giorni più tardi di quando tutto ha avuto inizio, pad alla mano e testa ancora inebriata di entusiasmo. Ci proveremo. Abbiamo sorvolato su elenchi e dettagli, evitato ogni tipo di spoiler. Per ogni informazione aggiuntiva rivolgetevi ai commenti.

Red Dead Redemption 2 è un gioco che ha sempre saputo di avere una marcia in più e nel corso del tempo, soprattutto nell’ultimo periodo, non ha mai mancato di mostrarlo. Tra il sentir dire e il giocare, però, passa la sottile linea di incredulità e presa di coscienza con cui abbiamo dovuto fare i conti, metro dopo metro, missione dopo missione nell’era dei pistoleri e delle bande nel Far West, della libertà e della legge, sull’inconsistente filo etico tra giusto e sbagliato.

La Redenzione del selvaggio West

Esattamente come un romanzo storico, il capolavoro di Rockstar ricama sul passato un’avventura che rappresenta la psicologia degli uomini a contatto con la società che ha accolto i fuorilegge, li ha creati e poi li ha portati a una disfatta che ben conosciamo. Nonostante la natura di prequel del primo Red Dead Redemption, però, non ci sentiremo mai traditi dal noto futuro nell’affrontare le vicende del passato, e ogni singolo attimo di questa rincorsa alla libertà e alla redenzione nei panni di Arthur Morgan è un nuovo punto per ripartire e sperare, nonchè lasciarsi trasportare da eventi talvolta inaspettati, ma che alla fine chiudono il cerchio con estrema coerenza.

red dead redemption 2

Dutch e la sua famiglia

Nella banda di Dutch, anzi, nella sua famiglia, tutti hanno la propria parte con le loro forze e le loro debolezze. Sono causa di eventi che sono destinati ad accadere, sono motore e motivo. Tramite loro i personaggi principali, maschili e femminili, completano un’evoluzione che raramente ha avuto eguali nella storia narrativa del videogioco: ognuno destinato a un percorso unico, seppur intrecciato a doppio filo con quello degli altri. Dialoghi dannatamente ben recitati, secondo una tradizione Western sempre rispettata e animazioni puntualissime non lasciano mai spazio all’interpretazione e nei momenti più importanti si superano, rimanendo impressi indelebilmente come fotogrammi nella mente del giocatore. Arthur diventa il tramite dell’affetto o della repulsione verso gli altri membri di questa famiglia. Saremo condotti a leggere secondo i suoi filtri il nostro rapporto più o meno benevolo con ciascuno, dando anche un senso concettuale alla presenza della possibile prima persona: il punto di vista del destino comune del gruppo.

Insieme

Questo perchè Red Dead Redemption 2 fonde gameplay e narrativa oltre ogni previsione. Non c’è l’uno senza l’altra, non c’è mai la sensazione di separazione anche minima tra questi due elementi. E parallelamente essi proseguono senza soluzione di continuità per tutta la durata dell’avventura principale, che supera in sostanza quella che potremmo trovare in JRPG ben più longevi sulla carta, senza considerare tutto il resto.

Un gameplay lento e ragionato, talvolta pesante ricco di traversate a cavallo, è frutto di una volontà precisa di prendere il giocatore per le briglie, fermarlo e farlo andare al giusto passo: dargli modo di notare gli infiniti dettagli con cui Rockstar ha deciso di trasformare un open-world in quello che chiamano openworld 2.0, ma che preferirei ribattezzare “living world”. Gli algoritmi di gioco evolvono gli NPC, i vendor, le risposte che danno e l’atteggiamento che hanno nei nostri confronti a seconda della taglia, dell’onore in una città, dei vestiti e di molto altro.

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Il dettaglio oltre il pensiero

Per non soffermarsi su tutti i singoli elementi di dettaglio che danno spessore ai momenti in-game ve elenchiamo solo alcuni il dimagrimento visibile sul nostro volto qualora dovessimo mangiare poco, barba e capelli che crescono giorno dopo giorno, il cavallo sporco di sangue che non si pulisce magicamente, giornali che sono ricchi di cronaca e di articoli di costume, cataloghi cartacei che descrivono nel dettaglio i prodotti, animazioni che contemplano il salire per le scale sincronizzando gamba e scalino e così potremmo andare avanti davvero all’infinito. Sull’onda di questa grande cura riposta, c’è un’altra miriade di dettagli che caratterizza la nostra personalizzazione, di vestiti e acconciatura, dell’equipaggiamento e del rifornimento di risorse, mediche e alimentari, di cui abbiamo bisogno per sopravvivere.

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La barriera del realismo

Raramente questa ricerca di realismo fa incappare il gioco in momenti e situazioni macchinose, ma quando succede essi si notano proprio in virtù della calma e cadenzata fluidità di ciò che vi sta attorno; rompono per un attimo la magia del momento, ma vengono eclissati nella magnificenza del resto. Soprattutto all’inizio infatti il numero smodato di controlli e la loro mappatura articolata ci faranno incappare in errori grossolani, che eviteremo solo dopo una decina di ore di gioco.

 Tutto quello che non possiamo fisicamente portarci dietro rimane sul cavallo tanto che prima di iniziare una missione, conviene fermarsi e fare il punto, per decidere cosa utilizzare in missione.

Caccia, pesca e minigiochi sono tutti necessari in Red Dead Redemption 2 perchè raccontano le diverse sfaccettature della vita del fuorilegge che, come dev’essere in grado di affrontare gli uomini, deve sapere anche soddisfare i propri bisogni e dare spazio ai propri vizi, più o meno condivisi. Così la banda è sempre una soluzione ai vari problemi, e mentre da soli possiamo galoppare alla ricerca di provviste e a riscattare taglie, possiamo anche fermarci nell’accampamento. In questo luogo potremo gestire le finanze del gruppo, recuperare le forze o semplicemente raggiungere i membri della squadra per una chiacchiera. Possiamo anche aiutare la squadra a recuperare un debito, oppure a migliorare le strutture a disposizione con i soldi guadagnati, onestamente o meno.

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Per un pugno di dollari

Fin da subito il vil denaro sarà il perno attorno a cui ruotano le nostre speranze di libertà, e sarà nostra premura sfruttare ogni occasione per recuperarne il più possibile, sia effettuando colpi a diligenze, treni in corsa o case abbandonate, sia rivendendo gli oggetti rubati, i cavalli catturati o le pelli della selvaggina. Non mancano neppure il crafting degli oggetti e una gestione meticolosa del nostro cavallo, che, pur non per forza lo stesso durante il corso dell’intera avventura, sarà un compagno di viaggio imprescindibile e con cui passeremo tanto tempo.

La nostra dedizione nei suoi confronti verrà ripagata con un miglioramento costante delle statistiche e nuove abilità.

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Padroni del proprio destino

Premesso che la storia è univoca ed è classicamente divisa in missioni principali e missioni secondarie, l’aspetto più importante di tutti, però, è che non c’è mai nessuno a imporci come affrontare l’avventura o quale scelta fare, quando temporeggiare e quando avanzare, se non le contingenze narrative che naturalmente ci guidano verso il percorso più adatto a noi e quello più adatto al giusto compimento della storia. Anche una volta che la missione è iniziata non c’è una soluzione naturale per essa, visto che talvolta ci verrà chiesto di decidere come affrontarla, se mandare avanti qualcun altro al posto nostro o prendere l’iniziativa. Addirittura non è detto che ci sia dell’interesse a intraprendere una storyline e una scelta potrebbe farci chiudere interi archi narrativi, con la pressione di un tasto. Si può eventualmente riprovare a giocare le missioni per completare le sfide dedicate e sbloccare così la relativa medaglia, d’oro, argento e bronzo per una longevità che con semplicità si moltiplica ben oltre l’immaginabile.

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Un mezzogiorno di fuoco

Non c’è videogioco, film, libro Western in cui le bocche da fuoco non abbiamo un ruolo fondamentale. E anche Read Dead Redemption 2 non è da meno. Se dev’esserci una parte di gameplay “classico”, per quanto non preponderante nella percentuale di tempo che passerete con il titolo, essa dev’essere per forza fatta secondo quanto troverete in Red Dead Redemption 2. Revolver, fucili a ripetizione, a canna rigata o liscia, sono la base per affrontare la legge e le bande rivali sul vostro cammino. E’ fondante l’anima western, tra sezioni stealth ben congegnate seppur semplici, scontri a fuoco a cavallo contro molteplici avversari e duelli rallentati con il Dead Eye.  Quest’ultimo è l’unico elemento prettamente ludico della produzione, che migliora con il passare dell’esperienza, e rende in gioco il classico colpo da maestro che solo i migliori pistoleri sono in grado di effettuare, rallentando il tempo e aumentando la letalità della sventagliata di colpi.

Giochi di sguardi

Nonostante ciò il ritmo delle sparatorie è volutamente lento a causa dei tempi di ricarica non indifferenti che non consentono di sprecare colpi. La precisione diventa prioritaria e serve avanzare di copertura in copertura per evitare di esporsi al fuoco nemico, soprattutto quando ci troviamo di fronte a più nemici, anche a causa di un’intelligenza artificiale cauta, che si copre a sua volta e comunque aggressiva, sia nei nemici, ma soprattutto nei preziosi compagni. Bisogna poi stare attenti alle proprie armi, sia per potenziarle ma anche per farne manutenzione se consunte. Le atmosfere sono perfette per l’azione di gioco, che rimane ancorata con forza a un realismo che, al netto del Dead Eye, ha tempi e meccanismi credibili, ma soprattutto di grandissimo intrattenimento, qualora compresi dal giocatore, magari abituato a una frenesia che non appartiene però a Red Dead Redemption.

Il mito del Far West

Se l’immersione è così elevata, è merito anche e soprattutto di una resa dell’ambientazione che, in primis a livello artistico, poi a livello tecnico e infine nell’attenzione ai dettagli, si esalta per caratterizzazione e varietà. L’espressione verticale delle mappe è un punto centrale dell’esperienza di gioco soprattutto in alcune sezioni, e incide anche sulla stanchezza del cavallo, a seconda della sua andatura. La mappa in generale, vasta al punto giusto per l’esplorazione a cavallo, brilla per come è stata realizzata. Essa ingloba quella del precedente gioco, la estende e riesce a definire sia diverse ambientazioni naturali, sia città evolutivamente a stadi completamente diversi.

Il tenue retrogusto di una volta alle immagini è donato da un filtro che opacizza i colori e ne riduce il contrasto, in maniera non particolarmente marcata ma visibile. Non ne vengono intaccati i rossi che, invece, nel tramonto muoiono solo con il calare del sole oltre le montagne.

Le animazioni sono realizzate a regola d’arte, e sono talmente tante da farci distinguere a colpo d’occhio una camminata dall’altra. Quelle facciali fanno il paio con un doppiaggio inglese a dir poco emozionante e insieme mettono in scena una delle migliori recitazioni videoludiche di sempre. La colonna sonora è maestosa e tra pezzi scritti appositamente per determinate scene e mix dinamici per le grandi cavalcate, pronti a evolvere a seconda della situazione, verrete più di una volta completamente immersi nel gioco.

red dead redemption 2

La traduzione in italiano è ottima ma non sempre perfetta, ma con la quantità dei dialoghi qualche errore qua e là era inevitabile.

Tecnicamente il gioco vanta un insieme di elementi che solo Rockstar era in grado di estrarre dalle console di questa generazione. L’immagine presa singolarmente non rivoluziona, soprattutto guardando in maniera isolata gli elementi che la compongono, ma sommando tutto ciò che vi abbiamo raccontato, comprensivo di una vegetazione fitta e rigogliosa, una mappa molto estesa, e l’assenza di caricamenti fra le zone, ci chiediamo ancora come tutto questo su console possa rimanere ancorato ai 30fps con giusto una manciata di glitch e qualche raro calo in 60 ore di gioco.

+ Ambientazione e resa della stessa incredibili

+ Narrativamente imponente

+ Colonna sonora da brividi

+ Vivrete alcune delle scene più emozionanti viste in un videogioco

+ Dettagli di gameplay oltre ogni immaginazione

+ Mondo di gioco ricco e vivo

- Qualche minima imprecisione qua e là

- Ha una fine

10

Red Dead Redemption 2 è la nuova Stella Polare degli open-world complementare a quello che fu The Legend of Zelda Breath of the Wild lo scorso marzo. Dopo il periodo del bigger is better e della libertà di approccio, si è arrivati all’incredibile mira del dettaglio realistico di un mondo di gioco che non si piega alle esigenze del giocatore, ma anzi che ne impone ritmi e regole, senza minare in alcun modo alla libertà di azione: compatibilmente con i limiti di un gran pistolero di fine Ottocento e dovendo aver a che fare con tutte le conseguenze delle nostre azioni. Ciò che narrativamente viene messo in gioco dal titolo di Rockstar ha una densità senza rivali ed è inserito nel tessuto stesso del gameplay, sostenuti entrambi da un lavoro grafico, ma soprattutto su doppiaggio e animazioni maniacale.

Se l’idea di Red Dead Redemption 2 non dovesse incontrare i vostri gusti, evitate di imporvi un’esperienza di questa complessità. Al contrario, dovesse piacervi, prendetevi tutto il tempo per godervi ogni singolo attimo, perchè una volta finito non si torna più indietro.

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Voto Recensione di Red Dead Redemption 2 - Recensione


stars
10

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Ambientazione e resa della stessa incredibili

  • Narrativamente imponente

  • Colonna sonora da brividi

  • Vivrete alcune delle scene più emozionanti viste in un videogioco

  • Dettagli di gameplay oltre ogni immaginazione

  • Mondo di gioco ricco e vivo

Contro

  • Qualche minima imprecisione qua e là

  • Ha una fine

Commento

Red Dead Redemption 2 è la nuova Stella Polare degli open-world complementare a quello che fu The Legend of Zelda Breath of the Wild lo scorso marzo. Dopo il periodo del bigger is better e della libertà di approccio, si è arrivati all’incredibile mira del dettaglio realistico di un mondo di gioco che non si piega alle esigenze del giocatore, ma anzi che ne impone ritmi e regole, senza minare in alcun modo alla libertà di azione: compatibilmente con i limiti di un gran pistolero di fine Ottocento e dovendo aver a che fare con tutte le conseguenze delle nostre azioni. Ciò che narrativamente viene messo in gioco dal titolo di Rockstar ha una densità senza rivali ed è inserito nel tessuto stesso del gameplay, sostenuti entrambi da un lavoro grafico, ma soprattutto su doppiaggio e animazioni maniacale. Se l’idea di Red Dead Redemption 2 non dovesse incontrare i vostri gusti, evitate di imporvi un’esperienza di questa complessità. Al contrario, dovesse piacervi, prendetevi tutto il tempo per godervi ogni singolo attimo, perchè una volta finito non si torna più indietro.
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