Immagine di Yakuza Kiwami | Com'è il drago di Dojima su Nintendo Switch?
RECENSIONE SWITCH

Yakuza Kiwami | Com'è il drago di Dojima su Nintendo Switch?

Un port buono, anche se non eccezionale, per l'amato Yakuza Kiwami: adesso anche l'utenza Switch può impersonare Kazuma Kiryu.

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

In sintesi

  • Un port visivamente buono, che soffre un po' in quanto a prestazioni.
  • Cattura l'anima del franchise nonostante qualche rinuncia.
  • Rapporto qualità/prezzo imbattibile.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Yakuza Kiwami
Yakuza Kiwami
  • Sviluppatore: Ryu Ga Gotoku Studio
  • Produttore: SEGA
  • Testato su: SWITCH
  • Piattaforme: PS4 , PS3 , XONE , PC , SWITCH
  • Generi: Action Adventure
  • Data di uscita: 29 agosto 2017 - 24 ottobre 2024 (Switch)

Il 2005 ed il 2017 sono due date cardinali nel calendario di ogni fan di Yakuza che si rispetti: il primo episodio di questo amatissimo franchise ed il suo completo remake sono stati infatti pubblicati in questi anni, ed in nessuno dei due casi le piattaforme Nintendo erano tra quelle ospiti.

Ecco perché, nonostante Switch sia alla fine del suo ciclo vitale e nonostante questo port di Yakuza Kiwami non aggiunga nulla in termini contenutistici, c'era grande attesa per vedere il Drago di Dojima finalmente in azione su una macchina targata Nintendo.

Abbiamo indossato con estremo piacere la sua camicia porpora e l'iconica giacca bianca, e siamo pronti a dirvi se girare per Kamurocho su Switch è piacevole come sulle altre piattaforme.

I Soprano in salsa di soia

Dopo aver scontato dieci anni di prigione per un reato che non ha commesso, sacrificando la sua libertà per amore della famiglia criminale che lo aveva assoldato, Kazuma Kiryu viene finalmente rilasciato, ma il mondo che gira intorno a lui è diametralmente opposto rispetto a quello che aveva lasciato una decade prima.

L'organizzazione per cui aveva deciso di sacrificarsi è allo sbando, e molte delle figure chiave della sua vita, dal suo mentore e patrigno al suo più caro amico d'infanzia, sono irriconoscibili rispetto agli uomini che erano al suo ingresso in prigione.

Non ci addentreremo oltre a livello di narrativa in questa sede, perché lo scopo di questa nostra analisi è verificare la bontà del port e le sue performance sulla longeva console di casa Nintendo: in ogni caso, come anticipato in apertura, Yakuza Kiwami su Switch non aggiunge nulla né in termini narrativi né contenutistici rispetto al titolo pubblicato in Giappone otto anni fa e nel resto del mondo all'incirca dodici mesi dopo.

L'inizio della perigliosa parabola del Drago di Dojima è tanto affascinante quanto contorto e, se voleste saperne di più sulle peripezie di uno dei protagonisti più carismatici della storia videoludica, vi basterebbe recuperare la nostra recensione originale dell'epoca, ancora disponibile sul nostro sito.

A livello di controlli, gameplay, personaggi ed intreccio nulla è stato modificato, e quindi quell'articolo risulta ancora molto attuale nonostante gli anni intercorsi.

Nessuna modifica necessaria

Tornano quindi tutte le aggiunte e le modernizzazioni introdotte nel remake ai tempi della sua prima pubblicazione: un sistema di lotta raffinato, con l'inclusione di quattro differenti stili di combattimento, intercambiabili a piacimento agendo sulla croce direzionale durante le numerose risse in cui saremo coinvolti, tre livelli di difficoltà per adattare l'esperienza di gioco ad ogni tipologia di utente ed una maggiore interazione ambientale, con un numero di oggetti utilizzabili durante gli scontri aumentato rispetto al titolo originale.

Volendo per forza apporre un'etichetta a Yakuza Kiwami – e più in generale, alla fortunata serie SEGA – diremmo che si tratta di un ibrido tra un picchiaduro ed un gioco di ruolo, con elementi presi di peso anche dagli open world più classici, sebbene la mappa visitabile sia abbastanza contenuta.

Si tratta di picchiare come fabbri, esplorare le location, portare avanti la storia e posare il controller per assistere a lunghe cutscene pre-renderizzate: non la più moderna delle strutture, senza subbio, ma una che funziona ancora benone nonostante gli anni trascorsi dalla prima pubblicazione e nonostante il franchise stesso si sia evoluto da allora.

Su Switch, nello specifico, non ci sono tanti titoli similari, e quindi tuffarsi nella sanguinosa Kamurocho dipinta dal team di sviluppo risulta ancora estremamente appagante, per quanto ci riguarda.

La qualità si paga... con il frame rate

Le performance del titolo ci hanno convinti solo a metà, durante la nostra prova: ci aspettavamo una sfida notevole per il vetusto processore di Switch e non ci sbagliavamo, perché il remake aveva arricchito asset e modellazione poligonale del titolo originale ed aveva aggiunto un gran numero di NPC nelle scene all'aperto, e sono proprio questi quelli che mandano in sofferenza questa versione Switch.

Nelle scene in interni, i 30 fps sono più che soddisfacenti, ma la situazione cambia in esterni.
Durante le scene all'interno, infatti, quando si assaltano edifici nemici e a schermo gli unici personaggi sono quelli che dobbiamo combattere, la stabilità dei 30 fps è più che soddisfacente. Qualche piccolo singhiozzo permane, beninteso, ma parliamo di peccatucci veniali che si possono concedere ad un hardware che già al lancio, quasi otto anni fa, non era esattamente all'avanguardia.

La situazione precipita, invece, durante gli scontri all'aperto e, in talune circostanze, anche durante le fasi di esplorazione, quando la compresenza di decine di NPC da gestire appesantisce i calcoli e rende tutto più difficile per la CPU: in queste circostanze si assiste spesso a rallentamenti consistenti del frame rate, che scende anche sotto i 20 fps nei casi peggiori, ma anche a stutter momentanei, con l'azione che si congela per un secondo prima di proseguire.

 

Queste problematiche non rendono questo port ingiocabile, sia chiaro, ma non rendono nemmeno giustizia ad un titolo seminale che sbarca per la prima volta su una console Nintendo. Crediamo che un robusto supporto post-lancio potrebbe sicuramente migliorare questa situazione, ma al momento di redigere questo articolo i problemi ci sono, ed è giusto evidenziarli.

Non abbiamo notato significative differenze tra le due modalità, portatile e televisiva, anche se, data l'ampiezza dello schermo, la seconda tende ad evidenziare maggiormente le pecche del prodotto, con qualche sgranatura eccessiva e l'effetto rallenty amplificato in occasione dei cali di frame rate più evidenti.

Questi singhiozzi in termini di performance sono dovuti anche ad una precisa scelta del team di sviluppo, che non ha voluto sacrificare eccessivamente la qualità visiva e la risoluzione (che non ci è sembrato scenda mai sotto i 720p, nemmeno giocando in modalità portatile) per alleggerire il lavoro del processore: sta ai nostri lettori valutare se questa scelta sia vincente o meno, ma in effetti l'aspetto cinematografico della storia raccontata, l'espressività dei volti dei protagonisti ed il turismo virtuale rappresentano aspetti non secondari del fascino del franchise Yakuza.

Nel complesso, quindi, siamo a circa metà del guado: possiamo promuovere senza troppe remore risoluzione e dettaglio grafico di questo port (oltre al gioco in sè, che rimane fantastico) ma non del tutto le performance, con la stabilità del frame rate che si gioverebbe enormemente di un paio di patch mirate.

Si è scelto di preservare la qualità senza troppi compromessi (com'è evidente anche dalle dimensioni del file, ben 24 GB) anche dal punto di vista sonoro, se è vero che il doppiaggio in lingua originale rimane di altissima qualità, ed i campionamenti non hanno subito compressione in questo port, preservando la drammaticità e la spettacolarità della storia narrata: consigliamo, a tal proposito, un buon paio di cuffie anche a chi non capisse il giapponese.

Eccellente anche il rapporto qualità/prezzo al momento del lancio, e lo sottolineiamo: a meno di venti euro è possibile portarsi a casa un intero mondo, con una durata complessiva sicuramente non inferiore alla ventina di ore – valore che può essere anche triplicato qualora ci si lasci prendere dalla pletora di mini-giochi inseriti o dal gran numero di missioni opzionali (intrinsecamente giapponesi e fuori di testa!) sparse per la mappa.

Speriamo vivamente di rivedere a questo prezzo anche tutti i capitoli successivi e, magari, una versione fisica più facilmente reperibile, visto che in questo caso i diritti sono stati ceduti ad una compagnia che lavora con tirature estremamente limitate.

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Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Narrativa e scrittura ancora di alto livello

  • Eccellente rapporto qualità/prezzo

  • La concorrenza su Switch è più blanda che altrove

  • Pochi compromessi a livello visivo...

Contro

  • ...che si traducono in performance non sempre all'altezza

  • Permangono gli storici problemi di ritmo della serie

Commento

Probabilmente ha qualche problema di ritmo, dovuto al gran numero di scene di intermezzo, e risente di una struttura che è senza dubbio figlia dei suoi tempi, ma Yakuza Kiwami davvero non ci stanca mai. Questo port per Switch è stato realizzato con linee guida abbastanza differenti rispetto alla stragrande maggioranza dei suoi simili: Ryu Ga Gotoku Studio ha scelto di non scendere a patti con le limitazioni tecniche della nuova console ospite, mantenendo risoluzione, animazioni e qualità audio ai medesimi livelli visti altrove, al prezzo di performance piuttosto instabili e di fenomeni di stutter abbastanza frequenti.
Nel complesso, comunque, nonostante un paio di patch gioverebbero al prodotto, il risultato è discreto, e l'anima di Yakuza Kiwami giunge su Switch intatta, nonostante questa risulti, per ovvi motivi, la versione meno attraente del lotto. Se non avete mai vestito i panni di Kazuma Kiryu e/o possedete solo Switch come console da gioco, oseremmo dire che ci siano moltissimi modi peggiori di spendere venti euro. Speriamo di vedere anche tutti gli altri titoli della serie, a partire da Yakuza 0, da qui all'ipotetica Switch 2.
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