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Pro
- Perfetta fusione di storia e gameplay.
- Enorme, sotto tutti i punti di vista.
- Ritoccato dove serviva.
- Questa Definitive Edition tende la mano ai neofiti...
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Contro
- ...ma rimane un gioco di ruolo profondo ed abbastanza esigente per i principianti.
- Incipit ancora piuttosto lento.
Il Verdetto di SpazioGames
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: Monolith Soft, Nintendo SPD
- Produttore: Nintendo
- Distributore: Nintendo
- Testato su: SWITCH
- Piattaforme: SWITCH
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 20 marzo 2025
Nella nostra anteprima di qualche settimana fa non vi avevamo nascosto una certa eccitazione per il nostro ritorno su Mira a circa dieci anni dalla prima, indimenticabile volta.
Xenoblade Chronicles X rimane un gioco di ruolo di prima classe, e, dopo averci speso altre sessanta ore per voi ("ma sì, l'ho già finito una volta, ci faccio una decina di ore solo per vedere com'è venuto il port", ipse dixit), siamo pronti a pronunciarci in maniera definitiva sull'ultimo capitolo del franchise nato dal genio di Tetsuya Takahashi e approdato su Nintendo Switch.
Scopriamo di più nella nostra recensione completa.
Il capitolo meno story-driven del franchise, eppure...
Come anticipato in sede di anteprima, nulla dell'ottimo comparto narrativo di Xenoblade Chronicles X è cambiato in questa Definitive Edition: l'umanità è stata letteralmente costretta ad abbandonare il suo pianeta natio a causa di uno scontro tra due razze aliene, che ne avevano fatto il loro campo di battaglia.
Siamo nel 2054, e già prima di questa immane catastrofe la Terra non è che se la passasse benissimo: questo spinge i vertici mondiali ad allestire il programma Exodus, votato a colonizzare diversi pianeti ritenuti compatibili con il nostro per atmosfera, forme di vita e flora, tramite una serie di arche.
Una di queste, la White Whale, dopo un biennio di crociera viene attaccata da forze non meglio identificate e costretta ad un'atterraggio di fortuna sul pianeta più vicino, Mira, teatro degli eventi raccontati in Xenoblade Chronicles X.
Per quanto incantevole e lussureggiante, Mira nasconde diverse insidie e la presenza umana, notoriamente non delle più discrete, viene apparentemente mal digerita dalle popolazioni native. Se a questo si aggiunge l'arrivo di una delle razze aliene responsabili della distruzione della Terra, tornata per finire il lavoro, ecco che la situazione passa dal tragico al disperato.
Poche software house negli anni sono riuscite a fondere con tale maestria una storia che rimanesse d'impatto ed un livello di esplorazione e di libertà lasciata al giocatore così alto.
In genere delle due l'una, e la parte centrale di Xenoblade Chronicles X sembrerebbe confermare questa regola non scritta, vista la generale mancanza di ritmo, prima che l'ultimo terzo dell'avventura riservi sorprese e colpi di scena a getto continuo fino ai titoli di coda.
Invecchiare come il buon vino
Stanti un ciclo giorno/notte completo, da cui dipende la disponibilità di certe missioni opzionali, ed un sistema di combattimento regolato da abilità dotate di tempi di recupero, solo all'apparenza passivo ed anzi tremendamente ampio e sfaccettato soprattutto durante la seconda metà dell'avventura su Mira, il team di sviluppo ha pensato alle nuove leve, migliorando sì l'esperienza per i veterani ma implementando soprattutto delle modifiche alla cosiddetta quality of life.
Proprio nell'ottica di tendere la mano ai neofiti, Monolith ha implementato un sistema di ricarica rapida delle abilità, che azzera il cooldown di un'abilità a scelta del giocatore (con qualche limitazione) e gli consente di riutilizzarla ben prima di quanto non fosse possibile nel titolo originale.
Fortunatamente, questa modifica non mortifica la difficoltà del gioco, con un livello di sfida che si mantiene sempre stimolante, sicuramente al di sopra di quello di molti congeneri, soprattutto per quanti si perdessero nell'esplorazione.
Quest'ultima apre sì a panorami magnifici, degni di un titolo sviluppato in toto nel 2025, ma anche ad incontri piuttosto pericolosi sul fronte dei nemici, con mostri colossali che spesso fanno una passeggiatina in zone in cui il livello medio degli altri mostri è notevolmente più basso.
Un assaggio di questo il giocatore lo avrà già a partire da Primordia, il primo bioma esplorabile che si estende giusto fuori dalla periferia di Nuova Los Angeles, la città che fa da hub centrale per tutta l'avventura. Siate prudenti, e non dite che non vi avevamo avvisato.
Rispetto a quanto ricordassimo, peraltro, i suggerimenti dei membri del nostro party durante gli scontri sono aumentati di numero e si sono rivelati spesso salvifici, un altro elemento che porta a pensare che Monolith Soft abbia fatto tesoro di alcune critiche ricevute in passato e abbia aperto alle nuove leve videoludiche, senza per questo snaturare la sua creazione né annacquarne la complessità.
Gli Skell, spettacolari mech da combattimento dal design tipicamente nipponico, aiutano in questo senso, proteggendo il party e offrendo una forza d'urto notevole al giocatore, ma le enormi creature di Mira non saranno da meno e imbattersi nella schermata del game over non sarà un evento poi così raro.
Anche avendo portato a termine l'originale (sul quale spendemmo all'epoca un numero mostruoso di ore), è bastato scegliere una divisione della BLADE differente tra le otto disponibili rispetto alla prima partita per avere accesso a missioni uniche.
Certo, è impossibile non notare una frequenza forse un po' troppo alta di fetch quest rispetto alla media dei congeneri, uno dei pochi talloni d'Achille di questo franchise, ma la bontà del combat system ed il piacere dell'esplorazione riescono a controbilanciare adeguatamente questa problematica.
Tutte le migliorie di questa Definitive Edition
Il lavoro meramente tecnico, che concerne l'opera di rimasterizzazione in sé, ci è parso sin dalle prime battute piuttosto significativo: moltissimi modelli dei personaggi sono stati ricostruiti da zero, soprattutto all'interno del cast principale (il che ha accentuato le differenze con i comprimari, come effetto negativo collaterale), il sistema di illuminazione rinforzato e reso assai più realistico, il livello di dettaglio di sfondi e costruzioni poligonali è visibilmente aumentato, giusto per citare alcune delle migliorie più evidenti.
Il lavoro svolto sull'espressività facciale e sui volti dei protagonisti, piuttosto "plasticosi" ed inespressivi dieci anni fa su WiiU, è ottimo – e adesso la situazione, pur senza sforare nell'eccellenza, raggiunge livelli più che accettabili per il 2025.
Tutte le scene di intermezzo girate con il motore di gioco sono state renderizzate nuovamente ad una risoluzione nativa superiore a quella originale, passando dai 720p del titolo originale su WiiU ai 1080p di questa conversione per Switch, rendendo il gioco molto più gradevole per gli occhi tanto su un moderno schermo televisivo in 4K quanto in modalità portatile.
I caricamenti sono gli stessi della versione Wii U, ma la loro durata si è più che dimezzata, e durante le decine di ore passate su Mira non abbiamo riscontrato fluttuazioni nel framerate, ancorato a 30 fps anche nelle situazioni più concitate. E credeteci quando vi diciamo che durante i combattimenti più epici ce ne saranno parecchie.
A voler essere pignoli, ci siamo ancora imbattuti in qualche sporadico fenomeno di pop-in di elementi dello scenario a schermo, problema comunque decisamente meno impattante rispetto non solo al titolo originale su WiiU ma anche alla Definitive Edition del primo capitolo, giocata e recensita nel 2020 su queste pagine.
La lista delle novità non finisce qui: ad impreziosire questa nuova versione ci sono nuovi modelli di Skell, nuove opzioni per la personalizzazione del personaggio, una rinnovata interfaccia utente che semplifica la vita ai nuovi giocatori – e, soprattutto, un paio di importanti missioni aggiuntive che arricchiscono notevolmente la narrativa del prodotto, in particolare per quanti avessero giocato (e portato a termine) gli altri tre episodi del franchise.
Su queste ultime, comunque, non intendiamo svelare nulla: sappiate solo che Monolith è maestra nel proporre nuove domande mentre finge di offrire risposte e che l'endgame potrebbe rivelarsi foriero di novità importanti per i fan storici della serie: in questo caso è stato aggiunto un intero capitolo inedito, ad arricchire la lore e a proporre collegamenti impensabili.
Non tutti apprezzeranno la neo-introdotta possibilità di visualizzare una linea che porta al prossimo obiettivo, e che sembra premiare i più pigri, ma bisogna ricordare che da più parti (e a ragion veduta), Monolith è stata in passato accusata di dar vita a JRPG sì splendidi ma in un certo qual modo impenetrabili.
Questa feature, che siamo sicuri i veterani ignoreranno (come d'altronde abbiamo fatto noi), consente però ai più giovani e agli inesperti di godersi un titolo mastodontico, che potrebbe altrimenti intimidirli.
Poter giocare online con i personaggi di altri trentuno giocatori per dedicarsi a delle quest in stile MMORPG o collaborare in quattro per abbattere mostri gargantueschi rappresenta poi un piacevole plus, che estende ulteriormente la vita del prodotto.
Il titolo Monolith è già di per sé latore di una quantità di contenuti notevole, come da tradizione per il franchise: se per la sola campagna sono necessarie tra le settanta e le ottanta ore di gioco, dedicarsi alla cacce, alle missioni secondarie ed alla pura e semplice esplorazione può portare via anche centoventi ore.
In ultimo, ma non di certo per importanza, il lavoro di ripulitura del comparto audio, che valorizza la splendida colonna sonora originale di Hiroyuki Sawano, capace di rapirci oggi come una decade fa.