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Pro
- Quantitativo incredibile di contenuti.
- Gameplay profondo e visivamnte spettacolare.
- Modalità Showcase interessante...
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Contro
- ... ma non al livello di quella dello scorso anno.
- Troppa spinta sulle microtransazioni.
Il Verdetto di SpazioGames
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: Visual Concepts
- Produttore: 2K
- Distributore: Take-Two Interactive
- Testato su: PS5
- Piattaforme: PS5 , XSX , PC
- Generi: Picchiaduro , Sportivo
- Data di uscita: 14 marzo 2025
Per gli appassionati di sport entertainment, e in particolare di wrestling, è arrivato il consueto appuntamento annuale con la proposta di Visual Concepts, che ormai da diversi anni ha preso le redini della serie WWE 2K. Disponibile ormai da qualche settimana, WWE 2K25 è l’ultimo episodio di una saga che ha radici lunghissime – proprio come la Bloodline che andremo ad incontrare nella modalità Showcase di quest’anno – ed è disponibile su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One e PC.
A partire da WWE 2K22, gli episodi successivi si sono concentrati perlopiù su miglioramenti incrementali, senza andare a stravolgere la formula di gioco, né le modalità presenti, che nel bene e nel male sono rimaste sempre le stesse.
Anche quest’anno le cose non sembrano molto diverse, tranne che per l’introduzione di una modalità completamente inedita, denominata The Island.
Sarà abbastanza per convincerci a percorrere ancora una volta la rampa d’ingresso verso il ring? Scopriamolo insieme.
Il lottato sul ring
Cominciamo la nostra analisi parlando del gameplay di WWE 2K25 (che potete già acquistare su Amazon). Non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo, ma le fondamenta sono praticamente le stesse delle precedenti edizioni, con cambiamenti veramente marginali. Pertanto, se avete già familiarità con uno qualsiasi degli episodi rilasciati negli ultimi quattro anni, vi sentirete immediatamente a casa.
Se così non fosse, però, vi consigliamo caldamente di sfruttare appieno i tutorial forniti dal gioco. Il wrestling proposto da Visual Concepts è leggermente meno complesso da quello visto negli ultimi anni della gestione Yuke’s, ma è tutto fuorché arcade. Per riuscire a stare sul ring è necessario capire bene come eseguire le varie mosse a disposizione dei wrestler, così come le varie reversal.
Tuffarsi immediatamente sul ring significa semplicemente sacrificarsi come bersaglio mobile per l’avversario – dunque non sottovalutate l’importanza della modalità allenamento.
Fatta questa premessa, qualche novità rispetto alla scorsa edizione c’è. La più importante è sicuramente il ritorno del Chain Wrestling, un mini-gioco che si attiva in alcune situazioni all’interno dei match – una feature peraltro molto richiesta da alcuni fan di vecchia data.
Personalmente, non l’abbiamo apprezzata molto: il gioco è già abbastanza complesso così com’è, e la continua aggiunta di ulteriori elementi nel lottato rischia solo di renderlo sì più scenico ma anche troppo macchinoso allo stesso tempo.
Fortunatamente, il Chain Wrestling non incide molto sull’economia generale dei match, e il gameplay rimane più o meno sullo stesso livello degli ultimi anni.
Sono state anche aggiunte alcune tipologie di match, tra cui gli scontri intergender e il recente Bloodline Rules. Non si tratta di aggiunte mirabolanti, ma fa sempre piacere avere più scelte per gli incontri.
Il pacchetto al completo
Come ogni anno, WWE 2K25 si presenta con una quantità di contenuti semplicemente mastodontica. Potremmo parlare dell’impressionante quantitativo di lottatori presenti, ma sarebbe semplicemente una piccola parte di tutto ciò che il gioco ha da offrire. Preferiamo quindi concentrarci sulla modalità, che ritornano tutte quante dalle scorse edizioni, nessuna esclusa. A mancare, purtroppo, sono le novità.
Oltre alla modalità Showcase, che vedremo a breve, fa ritorno la modalità MyRise, disponibile anche quest’anno in due versioni, una dedicata alla divisione femminile e una alla divisione maschile.
Le storie raccontate non si prendono troppo sul serio e sono abbastanza cheesy da risultare divertenti, anche se la qualità del doppiaggio (disponibile solamente in inglese) è piuttosto altalenante.
Per chi non lo sapesse, si tratta sostanzialmente di una modalità carriera, dove potrete creare da zero il vostro lottatore virtuale con un editor molto approfondito, scegliendo poi la sua divisione e il suo roster.
La modalità MyGM torna senza grandi differenze rispetto al passato. Se vi ha sempre intrigati l’idea di organizzare gli incontri di Smackdown, Raw o NXT qui potrete farlo, e da quest’anno potrete anche confrontarvi con altri giocatori online, l’unica vera novità per quest’area del gioco.
Immancabile ormai la modalità Universe, che non vede grandi rivoluzioni ormai da tempo, e continua sulla medesima scia anche quest’anno. Sono stati aggiunti i promo (molto richiesti dai fan della modalità), così come un nuovo sistema di management dei gruppi di lottatori, ma niente che vada ad alterare la fisionomia del gameplay.
Si tratta sostanzialmente di una modalità sandbox, destinata a chi vuole creare la sua versione dell’universo WWE, gestendo ogni singolo dettaglio della compagnia.
Infine, non può purtroppo mancare MyFaction, l’equivalente di Ultimate Team in salsa wrestling. C’è davvero poco da dire: rimane la stessa modalità pensata per spillare altri soldi a chi ha già pagato un gioco a prezzo pieno.
Fortunatamente, è possibile semplicemente ignorarla e lasciarla lì dov’è.
Paul Heyman presenta la Bloodline
Se in WWE 2K24 (che trovate ancora su Amazon) abbiamo rivissuto la storia dei primi quattro decenni di Wrestlemania, quest’anno viviamo un’altra storia illustre. Stiamo parlando di quella della Bloodline, nome che non fa unicamente riferimento alla stable nata negli ultimi anni in WWE, ma al lascito delle famiglie Anoa’i, Fatu e Maivia, da cui provengono lottatori come The Rock, Roman Reigns, Jey Uso, Jimmy Uso, Umaga, Rosey, Rikishi, Nia Jax, Jacob Fatu, i Wild Samoans e tantissimi altri.
L’idea di narrare le gesta della Bloodline non è affatto male, ma complessivamente la modalità risulta meno incisiva rispetto alla Showcase dello scorso anno – forse anche per via dell’aura di evento storico che si percepiva nel celebrare i quarant'anni di Wrestlemania.
La modalità continua a funzionare, comunque, anche se gli obiettivi opzionali inseriti nei vari incontri possono risultare davvero fastidiosi in certe occasioni.
Ad esempio, potrebbe essere richiesto di eseguire alcune mosse in un ordine determinato, oppure entro un lasso di tempo definito, per rispecchiare quanto accaduto sul quadrato. L’idea di base ha senso, ma pad alla mano cercare di raggiungere certi obiettivi risulta più frustrante che divertente.
L’isola – ovvero l’ennesimo tentativo di strappare altri soldi
WWE 2K25 si fregia anche di una nuova modalità, denominata semplicemente “The Island”. L’idea, almeno sulla carta, non sarebbe male: sostanzialmente, dovremo compiacere Roman Reigns completando delle missioni per suo conto, con l’obiettivo di ottenere un contratto con la compagnia di Stanford.
Peccato che tutta la modalità sia palesemente un modo per spillare altri soldi ai giocatori, e niente di più. Il cuore dell’isola non sta infatti nel completamento delle missioni in sé, ma nello sbloccare cosmetici per personalizzare il proprio avatar virtuale, da mostrare agli altri giocatori.
Ovviamente è possible comprare nuovi elementi utilizzando i propri soldi – e guarda caso alcuni degli oggetti indossabili sono firmati da brand reali.
Forse non sarebbe neanche tutto da buttare in questa modalità, ma vedere un gioco venduto a prezzo pieno che spinge così tanto sulle microtransazioni (sia in MyFaction che in The Island, appunto) lascia davvero l’amaro in bocca, considerando poi che sono presenti anche i classici contenuti e pass di espansione da acquistare a parte.
Un passetto in avanti, qualcuno indietro
Tirando le somme su WWE 2K25, si tratta indubbiamente del miglior videogioco a tema wrestling in circolazione, titolo di cui si fregia prendendo il posto del suo predecessore. Eppure, ci sono alcune cose quest’anno che lo rendono un prodotto leggermente inferiore agli scorsi anni.
Innanzitutto, graficamente vediamo un altro passo avanti ma manca ancora quel qualcosa in più. Il risultato finale è molto bello da vedere e i modelli di alcuni lottatori sono davvero impressionanti – ma sarebbe finalmente ora di lasciare andare le versioni old-gen per concentrarsi davvero su PS5 e Xbox Series X|S.
Ma ciò che diventa più problematico è accettare ancora il modello annuale, soprattutto quando viene affiancato da una spinta così pesante verso le microtransazioni. Ai fan viene chiesto non solo di spendere 80€ per quello che è, di fondo, lo stesso gioco dello scorso anno, ma in più c’è anche la richiesta (ignorabile ma comunque presente) di spendere altri soldi sul nulla cosmico rappresentato da MyFaction e The Island.
WWE2K25 è figlio di queste due anime: da una parte, siamo di fronte alla migliore (nonché unica) simulazione di wrestling in circolazione, dall’altra di fronte ad un gioco che rende sempre più evidente la sua natura di prodotto.
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