WWE 2K24 | Recensione - Altro anno, stesso ring
Come ogni anno, arriva l'appuntamento con il wrestling WWE firmato da Visual Concepts e 2K. Come sono andate le cose per WWE 2K24?
Advertisement
a cura di Nicolò Bicego
Redattore
In sintesi
- Una nuova iterazione annuale, che però continua a costruire su quanto di buono fatto nell'edizione precedente.
- Questa volta, 2K sceglie di celebrare i 40 anni di Wrestlemania.
- Roster e possibilità ricchissimi, ma un'uscita annuale a prezzo pieno ha ancora senso?
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Visual Concepts
- Produttore: 2K
- Distributore: Take-Two Interactive
- Testato su: PS5
- Piattaforme: PC , PS4 , PS5 , XONE , XSX
- Generi: Sportivo
- Data di uscita: 8 marzo 2024
Come ogni anno, siamo arrivati al consueto appuntamento con il wrestling targato WWE in salsa videoludica: Visual Concepts e 2K hanno infatti appena portato sugli scaffali fisici e digitali di tutto il mondo WWE 2K24, disponibile già adesso su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One e PC.
La tagline di quest’anno è “Finish your story”, in sintonia con l’atleta prescelto per la copertina dell’edizione standard, Cody Rhodes. L’American Nightmare si appresta infatti a tentare, per la seconda volta, di chiudere la sua storia a Wrestlemania XL, sfidando nuovamente Roman Reigns per la cintura di campione indiscusso WWE.
Per quanto riguarda il gioco, invece, possiamo già dire che, piuttosto che di un "finire la storia", parliamo di una lenta evoluzione, che aggiunge piccoli tasselli in più rispetto alla proposta dello scorso anno, senza stravolgere nulla di una formula che appare sempre più solida.
Scopriamo nel dettaglio com’è andata.
Adrenaline, in my soul
Ovviamente, come per tutti i titoli sportivi, non ha senso analizzare WWE 2K24 come se fosse un gioco mai visto prima: stiamo parlando di una simulazione dedicata al wrestling, che mantiene ormai inalterata la stessa struttura da decine di anni. Ci concentreremo quindi sui cambiamenti apportati rispetto all’edizione passata, sia sotto il profilo del gameplay (come vedremo rimasto pressoché identico a se stesso) che sotto quello dei contenuti.
Partiamo quindi dal gameplay, che ripropone la stessa formula introdotta da WWE 2K22 e perfezionata da WWE 2K23 (che potete ancora trovare su Amazon): si tratta di una via di mezzo tra il gameplay simulativo adottato nei capitoli degli anni precedenti e quello più arcade dei giochi di una volta, che consente di mettere insieme profondità e accessibilità.
All’avvio del gioco, vi verrà proposto di seguire un tutorial: se è la vostra prima volta con un titolo recente del franchise, vi consigliamo vivamente di seguirlo, perché imparare a giocare, sebbene più semplice che in passato, è comunque fondamentale. Avrete davvero vita dura se sperate di vincere un match senza aver prima imparato le basi del gioco.
Pad alla mano, WWE 2K24 è estremamente simile ai suoi immediati predecessori: il gameplay si basa sempre sullo stesso alternarsi di attacchi e prese, con una grande enfasi sulle contromosse, che rendono sempre possibile uscire anche dalle situazioni più insidiose. Bisogna fare davvero attenzione per notare quei piccoli cambiamenti che pure ci sono rispetto all’edizione passata.
Sicuramente, il più importante è quello che riguarda la possibilità di utilizzare delle finisher potenziate, accumulando tre finisher senza usarle: si tratta di una tattica rischiosa, perché aspettare può significare dare all’avversario più chance di rispondere, ma al contempo queste mosse risultano effettivamente devastanti, e possono rivelarsi fondamentali per arrivare alla vittoria.
Un’altra piccola novità è un minigioco che compare casualmente di tanto in tanto, e che riflette gli scambi di colpi veloci che vediamo accadere talvolta sul ring: non abbiamo apprezzato particolarmente l’idea, che a dire il vero risulta più una fastidiosa interruzione del ritmo del match che altro, ma fortunatamente non accade molto spesso.
Tolti questi elementi – ed altre inezie davvero minori – il grosso del gameplay rimane esattamente lo stesso degli ultimi anni. Ovviamente, non potevano mancare delle nuove (vecchie) stipulazioni: i match con arbitro speciale, i casket match, gli ambulance match e i gauntlet (questi ultimi in tre tipologie).
I match con arbitro speciale funzionano incredibilmente bene, perché proprio come quando vengono proposti negli show televisivi danno all’arbitro il potere di incidere pesantemente nel match: potrete decidere di essere ligi alle regole, oppure di fare il vostro gioco e favorire un contendente. In quest’ultimo caso potreste essere squalificati e sostituiti, ma è possibile disattivare questa possibilità, in modo da essere completamente padroni di quello che succede sul quadrato.
I casket match e gli ambulance match sono molto simili tra loro: l’obiettivo rimane quello di infilare l’avversario dentro ad un oggetto, sia esso la bara o l’ambulanza. Tra i due, abbiamo trovato l’ambulance match più intrigante, semplicemente perché l’ambulanza offre maggiori possibilità di interazione, al di là della chiusura finale dell’incontro.
Interessanti anche i gauntlet, proposti in tre varianti: sono un buon modo per testare la propria resistenza, e li abbiamo trovati più divertenti del previsto.
Tecnicamente parlando, siamo ancora di fronte ad un titolo cross-gen, e questo impedisce a WWE 2K24 di fare quel salto qualitativo che manca da anni. Sia chiaro: stiamo parlando comunque di un bel gioco da vedere, con modelli dei lottatori finalmente convincenti e animazioni perlopiù azzeccate (nonostante rimangano dei singhiozzi qua e là), ma anche qui è difficile notare ad un primo colpo d’occhio la differenza con le due edizioni precedenti, che a questo punto non vedremo fino a che non verranno definitivamente abbandonate le versioni old-gen.
Do it all to get them on their feet
Dopo aver esaminato le (poche) novità che riguardano il gameplay generale e le stipulazioni presenti all’interno del gioco, è arrivato il momento di parlare dei contenuti di WWE 2K24 (lo trovate su Amazon).
Come al solito, le novità più succose si trovano nella modalità Showcase e in MyRise; non perché ci siano chissà quali cambiamenti, sia chiaro, ma essendo due modalità incentrate sulla narrativa vale la pena spendere qualche parola in più sulla proposta di quest’anno.
Partiamo dalla modalità Showcase, quest’anno basata non sulla carriera di un singolo lottatore, bensì sulla celebrazione dei quarant’anni di Wrestlemania. Non è un’idea nuova: era già stata utilizzata proprio dieci anni or sono, in occasione del trentesimo anniversario, e questo paragone purtroppo mette in luce alcune incrinature della Showcase di quest’anno.
Preferire il focus sulla carriera di un singolo lottatore (come è stato per Rey Mysterio e John Cena nei due anni scorsi) o il focus tematico come in questo caso è soggettivo; noi abbiamo apprezzato la possibilità di rivivere molti momenti iconici di Wrestlemania, e abbiamo trovato che questo abbia dato un grande incentivo in più alla Showcase di quest’anno.
L’impianto rimane sempre lo stesso: dovremo affrontare una serie di match storici, ricreando alcuni dei momenti che hanno segnato la storia del wrestling. Un cambiamento che abbiamo apprezzato è che adesso non è più necessario eseguire certe azioni per rispetto alla fedeltà storica dell’incontro: adesso queste azioni sono opzionali, ed è possibile chiudere il match in qualsiasi modo. Magari va contro il concept stesso della modalità, ma abbiamo francamente trovato questa maggiore libertà liberatoria.
Ciò che scricchiola nella modalità Showcase sono sostanzialmente due elementi: il primo è relativo alla modalità in sé che, per quanto valida ed intrigante, non fa effettivamente dei passi avanti, e rimane soprattutto poco rigiocabile una volta completati i match a disposizione.
L’altro problema riguarda la composizione di quest’anno. Rispetto a quanto fatto dieci anni fa, dove erano stati presi dei match per rappresentare tutte le edizioni di Wrestlemania, la scelta degli incontri presenti in WWE 2K24 è piuttosto discutibile. Ci sono dei match classici ed immortali, certo, ma non mancano anche degli incontri che probabilmente nessun fan avrebbe scelto come rappresentativi della storia di questo Premium Live Event (per usare la nuova terminologia della federazione).
Al contrario, mancano invece degli incontri che il loro posto lo avrebbero meritato senz’altro: ad onor del vero, si tratta perlopiù di casi in cui la federazione non detiene i diritti sull’immagine del lottatore, ma è innegabile che faccia strano vedere una celebrazione di Wrestlemania in cui non compare neanche un incontro disputato dall’American Dragon, Bryan Danielson, giusto per fare un esempio.
Parlando di volti più o meno assenti, spendiamo qui due parole sulla questione Vince McMahon e Brock Lesnar. Entrambi sono comprensibilmente assenti dal roster di quest’anno: nel caso di Vince, la sua presenza è stata censurata per quanto possibile, mentre Brock compare unicamente proprio all’interno della Showcase.
Si tratta ovviamente di due assenze di peso considerando il ruolo che entrambi hanno giocato in tanti anni di storia della federazione, ma viste le agghiaccianti accuse che pendono sul capo di Vince (e le insinuazioni che riguardano Brock), cercare di prendere il più possibile le distanze era il minimo.
Tornando all’azione sul quadrato, MyRise anche quest’anno propone due storie ben distinte, una per la divisione femminile e una per quella maschile. Per quanto riguarda la prima, la storia vede la nostra lottatrice passare dal mondo delle indies alle luci della ribalta della WWE, dove dovrà ricostruire da zero la sua reputazione. Una storia piuttosto classica, insomma, ma che non manca di momenti interessanti.
Più intrigante il concept utilizzato per la divisione maschile: Roman Reigns, ormai campione indiscusso da anni, decide di rendere vacante il suo titolo per lanciare la sua carriera hollywoodiana, dando così una chance anche al nostro lottatore di avanzare le sue pretese per la cintura più ambita della federazione.
Non siamo certamente davanti a dei capolavori narrativi, ma entrambe le storie narrate riescono ad intrattenere, con tanti riferimenti ai titoli del passato che strapperanno un sorriso a chi segue la serie da tempo. Al di là della storia, i cambiamenti strutturali sono praticamente inesistenti: rimane la stessa modalità carriera con una superstar creata ex novo che conosciamo da ormai tantissimi anni.
Out the curtains, lights go up, I’m home
Tolte la modalità Showcase e MyRise, c’è davvero poco altro da dire sul resto del pacchetto.
MyGM è stata arricchita con nuovi General Manager e con nuovi poteri speciali da utilizzare, ma - soprattutto - adesso le superstar presentano un livello individuale in-ring che può essere migliorato tramite gli allenamenti e un utilizzo accorto del booking, rendendo la modalità ancora più profonda, per la gioia di chi ama la componente gestionale.
MyUniverse presenta davvero pochissime novità, nessuna delle quali ha un impatto sulla sua qualità generale, in quanto si tratta di modifiche davvero minori. Chi apprezza l’idea di gestire interamente la federazione continuerà a trovare pane per i suoi denti qui, ma rimane un po’ di rammarico per l’assenza di passi in avanti, come ad esempio il ritorno dei promo chiesto a gran voce da molti fan.
Rimane poi la modalità MyFaction, che rimane sempre lo stesso invasivo tentativo di inserire micro-transazioni all’interno di un gioco venduto a prezzo pieno. La community sembra ormai provare un forte rigetto per la modalità, e non vi nascondiamo che è così anche per noi, ma il fatto che il publisher continui a proporla dovrà pur significare che il rientro economico è tale da giustificare l’impegno su quest’area del gioco. Per fortuna, è perfettamente ignorabile e non va assolutamente a minare la qualità del piatto nel suo insieme.
Arriviamo così a tirare le somme su WWE 2K24, e la conclusione è pressoché la stessa dello scorso anno: il prodotto di Visual Concepts continua a migliorare, e anzi riteniamo che i passi in avanti tra questa edizione e quella dello scorso anno siano più evidenti di quelli fatti tra il 2022 e il 2023.
Detto questo, però, rimane valido il discorso che può essere fatto per la stragrande maggioranza dei giochi sportivi annuali: nonostante il gioco sia di ottimo livello, superando tranquillamente i suoi predecessori, resta il fatto che i cambiamenti sono comunque marginali nel grande schema delle cose, e che non tutti i giocatori saranno disposti a pagare a prezzo pieno un titolo che, di fatto, è più un aggiornamento che altro.
Ci sarebbe quindi da aprire un discorso a parte su un modello, quello delle uscite annuali, che sembra sempre più fuori tempo massimo, soprattutto in un’epoca in cui è decisamente possibile sostenere un titolo per ben più di un anno dopo il lancio, ma andremmo completamente fuori tema e questa recensione diventerebbe ancora più verbosa di quanto già non sia.
Chiudiamo quindi con una nota positiva: dopo anni di stagnazione e di prodotti più o meno deludenti (con l’apice raggiunto nel 2020), il percorso di rinascita del wrestling videoludico sembra non fermarsi. Speriamo che le cose continuino in questa direzione, e di assistere presto ad un nuovo salto generazionale.
Le Migliori Offerte per WWE 2K24
Voto Recensione di WWE 2K24 | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Modalità Showcase e MyRise sempre convincenti
-
Mole di contenuti impressionante
-
Piccoli passi in avanti che lo rendono una spanna superiore ai predecessori...
Contro
-
... ma parliamo sempre di cambiamenti relativamente marginali
-
Manca ancora quel salto di categoria verso la next-gen, in tutti i sensi
Commento
La modalità Showcase rappresenta sicuramente un fiore all'occhiello per i fan di lunga data, vista la celebrazione di Wrestlemania (nonostante i limiti sottolineati nell'articolo), e le due storie di MyRise presentano spunti più interessanti del solito. Se queste e le poche altre novità presenti nel resto del pacchetto siano abbastanza per giustificare l'acquisto da parte di chi ha già una delle release più recenti rimane estremamente soggettivo, ma ciò non toglie che stiamo comunque parlando del miglior titolo di wrestling dei tempi recenti, pure con il rammarico di non aver ancora visto quel salto verso la next-gen che attendiamo ormai da anni.
Advertisement