Vesper | Recensione - Un'avventura misteriosa e affascinante
Il team italiano Cordens Interactive ha dato vita ad un viaggio all'insegna della scoperta, magari non perfetto dal punto di vista ludico, ma dal fascino innegabile
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a cura di Daniele Spelta
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Cordens Interactive
- Produttore: Deck 13
- Distributore: Deck 13
- Piattaforme: PC
- Generi: Action Adventure , Platform
- Data di uscita: 30 luglio 2021
La fuga, un’esplosione, un laboratorio che crolla su sé stesso e poi il buio completo che cala su questo scenario scenario apocalittico. Così inizia Vesper, opera prima del team italiano Cordens Interactive e pubblicato da Deck13.
Si tratta di un platform a schermate fisse che sembra uscito dagli anni ‘90, capace comunque di distanziarsi dai suoi genitori spirituali come Oddworld: Abe's Oddysee e ancora prima Another World. Quello che però realmente colpisce non è tanto la struttura ludica, quanto l’atmosfera sospesa tra la speranza e la disperazione che avvolge ogni singolo passo, un costante gioco di luci e prospettive che catapulta il giocatore in uno degli universi più evocativi apparsi di recente su schermo.
Andiamo però con ordine a rimettere al loro posto tutti i singoli e frammentati tasselli che compongono Vesper.
Una speranza nell'oscurità
Dopo la breve e misteriosa scena iniziale, ci ritroviamo catapultati in un luogo e in un futuro lontano di cui non abbiamo alcuna informazione. Tutto ciò che sappiamo è che siamo un androide di nome Seven e che abbiamo alle nostre calcagna delle macchine spietate pronte a farci fuori. Una situazione bella ingarbugliata, insomma, e che non ci lascia altra scelta se non quella di fuggire, spinti dall’istinto di sopravvivenza e poco più.
Mano a mano che ci avventuriamo in questi spazi sconosciuti, nelle poche pause in cui abbiamo potuto riprendere fiato, alcune domande iniziano ad insinuarsi nella nostra testa piena di circuiti ed ingranaggi: dove ci troviamo? Da che cosa o da chi stiamo scappando? Cosa diavolo è quella materia che sta invadendo tutto il mondo e da cui è impossibile difendersi? E, soprattutto, quale è il passato - o addirittura i passati - che nasconde questo pianeta forse alieno?
Dal punto di vista narrativo, Vesper abbraccia a pieno quella cripticità che tante volte abbiamo ritrovato passeggiando per Anor Londo o giù di lì. La storia è infatti affidata a pochi sprazzi sparsi qua e là, sepolta in qualche riga di testo nascosta in log lasciati sparpagliati fra i livelli da chissà quanti anni e che traspare in tutta la sua decadente maestosità grazie a numerose scelte registiche che, lo diciamo senza troppa vergogna, ci hanno fatto posare il joypad sulla scrivania in silenziosa contemplazione.
A poco a poco si viene così a conoscenza dei terribili eventi che hanno sconvolto il pianeta in cui ci troviamo, un passato che parla di guerre, di protocolli definitivi, corruzioni, macchine senzienti, antiche civiltà e tutte quelle altre tematiche tanto care al filone cyberpunk.
Durante il nostro viaggio prende così forma uno scenario tutt’altro che idilliaco e, anche quando ci si ritrova faccia a faccia con i propri simili, subito si intuisce che non si tratta di una pacifica riconciliazione e che, senza fare troppi spoiler, il nostro destino pesa solo e soltanto su di noi e che saranno proprio le scelte compiute durante l’avventura – e anche oltre la prima run per completezza – a delineare chi o cosa saremo.
Qualche screenshot postato a corredo di questa analisi non è sufficiente per spiegare l'impatto estetico di Vesper e la sua capacità di far parlare gli ambienti. È un costante alternarsi di momenti lenti e contemplativi, sessioni decisamente più veloci e pericolose, il tutto condito da palette di colori studiate fin del dettaglio e in grado di suscitare forti emozioni.
L’unica nota di demerito che, con qualche forzatura, possiamo citare, è "l’effetto wow" che troppo spesso finisce con il prevaricare il racconto in sé, paesaggi in cui l’atmosfera tratteggiata da quei disperati ologrammi finisce con il ripetersi troppo di frequente e che ha l’effetto di insinuare ancora più domande senza dare molte risposte.
Effetti di luci
Se c’è invece un elemento in cui non si può far altro che alzarsi ad applaudire, è la perfetta fusione tra le meccaniche di gioco e la storia raccontata. In Vesper, come dice il titolo stesso, un ruolo fondamentale è svolto dalla Luce - la lettera maiuscola è doverosa - l’unico vero alleato su cui contare per sfuggire da quei mech che ci danno la caccia e cardine attorno a cui ruota l’intera avventura, anche sotto l’aspetto visivo. Come scritto in apertura, l’opera di Cordens Interactive segue la scia di alcuni platoform anni ‘90, specialmente quelli più lenti e ragionati, che preferiscono l’arguzia e l’ingegno alla frenesia.
Il primo pilastro che sorregge l'impianto ludico emerge dopo pochi passi e caratterizza Vesper come uno stealth game abbastanza basilare. Ci troviamo alla completa mercé dei nostri inseguitori robotici e l’unico modo per avanzare alla schermata successiva è sfuggire al loro letale sguardo, sfruttando punti ciechi, piattaforme che oscurano la nostra presenza e, più avanti, l’erba alta dentro cui nascondersi spegnendo ogni nostra luce vitale. Il vero passaggio chiave avviene quando Seven entra in possesso della Drive Gun, una pistola capace di attrarre e trasferire la luce.
Con questa arma diventa così possibile scardinare quasi tutti i puzzle che incontriamo lungo la nostra strada, che si tratti di una porta da attivare, di un letale raggio laser da spegnere o, ancora, di un ascensore da attivare. Proprio come nel già citato Oddworld, la Drive Gun permette inoltre di comandare per qualche istante i nostri nemici, che entrano anch'essi a far parte delle variabili tramite cui risolvere gli enigmi ambientali. Per poi ovviamente farli deflagrare in mille pezzi.
Salvare il mondo non è poi un compito così difficile
Meccaniche stealth ed enigmi ambientali lavorano perfettamente all’unisono per garantire situazioni mai troppo complesse. Anche nei fallimenti si scorge sempre una possibile soluzione e non si ha mai l’impressione che sia Vesper a giocare scorretto. Ciò non significa che tutto fili liscio alla perfezione. Seven è infatti un robot che non fa dell’agilità il suo punto di forza ed è abbastanza impacciato sia nella corsa che nei salti. Questa sua lentezza complessiva si nota principalmente quando si viene scoperti e, quasi certamente, si finisce KO.
A differenza di molti altri stealth game più raffinati, le guardie non hanno infatti quel classico momento di allerta, ma partono subito in quinta appena gettano i loro occhi al neon su di noi, un androide appesantito e arrugginito che non potrà mai scappare per mettersi in salvo, anche nascondendosi fra i cespugli. L’unica via di salvezza è la Drive Gun che, carica di una fonte di luce, può evitare la morte certa possedendo il corpo di un robot, una scappatoia che in alcuni casi ci è sembrata quasi un trucco sporco.
La semplicità complessiva è anche dovuta ad una varietà di nemici esigua - complessivamente ne esistono solo di tre tipi - con pattern e routine molto facili da leggere, a cui si aggiungono poi soluzioni degli enigmi abbastanza naïf. Siamo infatti certi di aver superato alcuni passaggi attraverso meccanismi non previsti, sfruttando ad esempio luci prese in prestito da schermate precedenti o successive.
Una bellezza decadente
Questi piccoli inciampi in termini di gameplay spariscono immediatamente dai pensieri quando, con un sapiente gioco di telecamera, lo sguardo si allarga su orizzonti misteriosi e affascinanti, con echi di civiltà lontane e potenti, mentre nel cielo si stagliano corpi celesti in decadenza e una possente statua emerge dal sottosuolo: la potenza visiva di Vesper ha davvero pochi eguali.
Ma, oltre alle immagini, c’è anche il suono, con tocchi di classe di sound design e una colonna sonora che appare solo nei momenti necessari, acuti utili per dare maggior vigore agli attimi cruciali.
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Voto Recensione di Vesper - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Artisticamente di livello assoluto
-
Una storia criptica raccontata in modo sapiente
-
Meccaniche di gioco solide...
Contro
-
... Ma non stravolgenti
-
Forse non troppo vario
-
Qualche enigma meno riusciuto
Commento
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