Vane recensione. Falco a metà, senza catene
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Dopo oltre quattro anni di sviluppo, Vane arriva finalmente sul mercato: ad opera di Friend & Foe, composto da reduci del Team ICO e già al lavoro su grandi produzioni, il titolo punto a ricreare quelle atmosfere rarefatte che hanno fatto la fortuna di molti progetti che si inseriscono nello stesso filone di cui fanno parte ICO, Journey o il più recente INSIDE. Lo fa però in maniera diversa, puntando tutto sull’esplorazione e sul senso di scoperta, a costo di abbandonare il giocatore a se stesso, tra le lande desolate di un deserto che pare sconfinato.
Fying In Vane
Ambientato in un vasto deserto punteggiato da strane rovine e sgangherati segnavento, Vane narra la silenziosa storia di un uccello che in prossimità di strani accumuli di materiale dorato si trasforma in un bambino. Non ci sono parole, in Vane, non c’è una narrazione canonica; tutto è molto enigmatico, poco comprensibile, complicato da decifrare e difficilmente ascrivibile a significati metaforici. Si potrebbe, facendo un’evidente forzatura, parlare di temi come l’unione di un collettivo senza cui è impossibile superare le difficoltà; si potrebbe parlare di come gli altri servano a raggiungere i propri scopi, o di come l’attrazione per il potere sia una forza oscura e insondabile che può condurre l’uomo alla sua rovina.
È un’opera controversa, Vane, un progetto che volutamente vi costringe a perdervi, sia nel suo mondo, sia nelle trame di ciò che vuole comunicare. Ed è complicato, dunque, dargli una connotazione chiara, che sia intellegibile per tutti.
Vane comincia facendovi impersonare in volatile scuro dal piumaggio cangiante che vola tra canyon ed enormi distese desolate. Non capirete subito quale sia il vostro scopo, né se la strada che state intraprendendo sia quella corretta; eppure quegli stormi (e più in avanti i vostri simili), giocano un ruolo fondamentale e fungono da elemento cardine tanto a livello di gameplay, quanto per la fumosa narrativa.
Oltre a questo dato di fatto che inizierete a comprendere poco a poco, non c’è nient’altro che possa in qualche modo suggerirvi cosa fare, motivo per cui sono frequenti i momenti in cui vi ritroverete a vagare per parecchi minuti senza una meta. Si tratta di una scelta ben precisa degli sviluppatori, che hanno scelto di favorire l’esplorazione a discapito di tutto il resto. Potrebbe non piacere a tutti, è logico, perché la mancanza di punti di riferimento – e più in generale il mutismo di Vane – non sono esattamente degli ingredienti così facilmente digeribili.
Sfugge agli sguardi, sa che conviene
Vane è un’opera che ha i suoi ottimi momenti, che ha un’impronta autoriale decisa, che non ha tentennato di fronte a scelte controverse. Ha un immaginario unico, quello di un deserto dove delle tempeste di vento sembrano preludere a una catastrofe imminente; ha un discreto dualismo di gameplay che varia dalle sezioni in volo a quelle a terra ed è, in definitiva, un titolo ermetico che si presta a diverse interpretazioni. Cos’è che non funziona, in Vane?
I controlli sono goffi e la telecamera fa le bizze: volare è un’operazione macchinosa, ci sono dei ritardi negli input e la manovra non è affatto fluida come ci si aspetterebbe. In forma umana, la lentezza è davvero insopportabile, e camminare da un punto A fino a un punto B appare essere un vero supplizio, soprattutto quando vi renderete conto che vi siete spostati invano verso la strada non corretta e dovrete tentarne un’altra. Ci sono dei glitch visivi nell’ambiente circostante, ben diversi da quelli voluti dagli sviluppatori per dare l’idea di vibrazione del terreno. E ci sono dei bug in cui potreste incappare, come ad esempio quelli che potrebbero farvi cadere tra le maglie di un terreno che in alcune aree sembra un groviera.
Vane non è stato esattamente ben rifinito, e per certi versi si presenta ancora come se fosse un titolo in accesso anticipato, eppure riesce ad alternare le sue mancanze a delle sezioni in cui l’utente si sentirà attratto dal senso della scoperta, dal mistero, catapultato in un mondo che vi farà porre molte domande e vi darà poche risposte.
La grafica di Vane è una sorta di finto low-poly che aggiunge, soprattutto nell’ottima parte finale, una modellazione dell’ambiente in tempo reale come se fosse frutto di una tecnica simile allo stop-motion. Accadrà quando vi muoverete per salire in cima a una torre e attorno a voi, come un diorama che fiorisce rapido e rigoglioso, tutto si modellerà con scale, massi, ruderi e strane costruzioni. Fino al finale, che apre la strada all’idea che tutto sia ciclico e che la nostra esistenza non sia altro che una parabola insensata nell’infinito che sempre scorre.
+ Colonna sonora evocativa
+ Affascinante e criptico...
- Poco rifinito, con bug, glitch e controlli non proprio reattivi
- La totale assenza di punti di riferimento rallenta il ritmo e può far innervosire
6.3
Vane è una breve avventura completabile in appena quattro ore, ma la possibilità che vi smarriate per molto più tempo è davvero elevata. Indecifrabile, misterioso e senza nessun aiuto che possa indirizzarvi verso la giusta meta, il titolo di Friend & Foe paga lo scotto di alcune scelte di design controverse e di una rifinitura del prodotto ben lungi dall’essere accettabile.
Voto Recensione di Vane recensione. Falco a metà, senza catene - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Ha dei buoni momenti carichi di significati nascosti
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Colonna sonora evocativa
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Affascinante e criptico...
Contro
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... Forse sin troppo
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Poco rifinito, con bug, glitch e controlli non proprio reattivi
-
La totale assenza di punti di riferimento rallenta il ritmo e può far innervosire
Commento
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