Unravel 2, la recensione del puzzle platformer di Coldwood Interactive e EA
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a cura di Roberta Pagnotta
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Coldwood Interactive
- Produttore: EA
- Distributore: EA
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Data di uscita: Disponibile - 22 marzo 2019 Switch
A due anni di distanza dall’uscita di Unravel, Coldwood Interactive torna a raccontare la delicata fiaba di Yarny, confezionando per l’occasione un’esperienza che tenta di evolversi nella forma e nella struttura narrativa rispetto all’opera originale attraverso l’introduzione di alcune novità sostanziali, prima fra tutte l’impostazione spiccatamente cooperativa del titolo. A rendere il tutto più nuovo ed interessante, infatti, sarà proprio la presenza di un nuovo protagonista, che accompagnerà il nostro dolce pupazzetto di lana in un viaggio irto di cadute e pericoli, in un percorso sensoriale volto alla scoperta del valore della purezza dei sentimenti e della condivisione.
Morbidi intrecci
Scampato ad un terribile naufragio e catapultato sulle sponde di una riva boscosa, Yarny fa inaspettatamente la conoscenza di un altro esserino di lana. Entrambi si scrutano timidamente per una manciata di secondi. Sono identici: hanno le stesse sembianze, le stesse movenze, ma due storie e due colori diversi. Ciò che li porterà ad unire i loro destini è un legame che va oltre una flebile intesa e che si scoprirà essere ben più profondo di quanto possa sembrare.
Se in Unravel il filo di cui era composto Yarny era l’unico strumento con cui poter superare ostacoli ed enigmi, in questo secondo capitolo l’interessante aggiunta del multiplayer co-op in locale rende le fasi puzzle decisamente più frizzanti e soddisfacenti, soprattutto se si ha la possibilità di condividere il pad con un amico. La nuova formula ludica, infatti, si basa esclusivamente sulla perfetta sincronia e collaborazione tra i due personaggi, che potranno essere governati anche sfruttando l’utilizzo alternato offerto dalla modalità single player. I due avranno la possibilità di unirsi in un unico corpicino di lana, o procedere separatamente a seconda delle esigenze. Lo Yarny che si sceglierà di abbandonare, resterà nella posizione occupata lasciando, ad esempio, attivo un meccanismo azionato in precedenza o facendo da perno per permettere all’altro di dondolarsi e saltare da una zona all’altra dell’ambientazione di gioco. A rendere il tutto più concitato, però, non saranno soltanto gli ostacoli fisici posti lungo il cammino, ma anche l’apparizione di qualche sprazzo incandescente di oscurità e di antagonisti dalla forma animale. Aggiunte, però, che risultano in sostanza un po’ anonime e che contribuiscono a rendere il gameplay leggermente più dinamico, ma non ad innalzare il livello di sfida generale, complice sicuramente anche la scelta di eliminare il limite del filo che condizionava gli spostamenti di Yarny nel primo capitolo e che metteva in condizione il giocatore di effettuare accurate scelte strategiche.
Il titolo si compone di 7 capitoli e la durata complessiva dell’esperienza base si attesta intorno alle 5 ore, se si escludono le sfide a tempo e i 20 livelli bonus. Questi ultimi rappresentano uno degli elementi più interessanti di tutta la produzione per l’elevato tasso di sfida proposto e per l’opportunità di ricevere alcune ricompense per la personalizzazione dei personaggi. Una piacevole novità, infatti, riguarda proprio la possibilità di modificare i propri Yarny nell’aspetto e nel colore tramite il menù di gioco.
Oscura poesia
La produzione di Coldwood Interactive si mostra nuovamente ispirata e straordinaria sul fronte artistico. I giochi di luce sulle increspature dell’acqua, i riflessi dorati che toccano le foglie, i colori accesi dei neon stradali esplodono su schermo grazie ad magnifico sistema di illuminazione ed un dettaglio grafico estremamente pulito. La ricchezza e la varietà degli scenari si amplia notevolmente: i due Yarny saranno chiamati a scappare, saltare e dondolarsi lungo i sentieri erbosi degli sconfinati paesaggi scandinavi, tra grotte cristalline, boschi lucenti, rive acquatiche e persino foschi scenari urbani. Le atmosfere magiche e fanciullesche del primo capitolo cedono però ora il posto a toni leggermente più malinconici e tetri, emanati dall’oscuro intreccio che fa da sfondo alle vicende dei due protagonisti di lana, che in un istante si trasformano nella metafora di un’infanzia negata, oppressa e condannata ad una fuga senza arresto. Il team di sviluppo decide di optare stavolta per un approccio narrativo più diretto, ma decisamente poco convincente ed incisivo sul piano strettamente comunicativo. Nel primo Unravel le identità, le storie e i ricordi riuscivano ad acquisire una concretezza attraverso l’evocazione di scatti fugaci ed immagini sbiadite. E questa indeterminatezza che faceva da involucro alla storia era funzionale al racconto e alla dimensione poetica in cui esso si innestava.
In Unravel 2, invece, l’operazione svolta sul piano narrativo è ben lontana da quel tipo di lirica silente: la storia dei due Yarny si svolge in luoghi e dimensioni temporali differenti rispetto all’incubo dei due bambini che anima lo sfondo. Questi ultimi, proprio come i due protagonisti, sono impegnati in un’eterna fuga verso la libertà, lontani da ciò che li terrorizza e da qualsiasi identità oscura che cerca costantemente di schiacciarli. La diversità, il senso di impotenza, il valore dei legami sono soltanto alcuni dei temi affrontati nell’opera, ma esposti attraverso una struttura narrativa inconsistente e poco definita nelle sue potenzialità espressive.
Il multiplayer co-op in locale arricchisce l’offerta ludica
Artisticamente sublime
Buona varietà degli scenari
Il comparto narrativo risulta confuso e meno incisivo dal punto di vista emozionale
Perde un po’ della sua identità
Livello di sfida esiguo
7.0
Coldwood Interactive tenta di replicare la straordinaria esperienza proposta con Unravel, finendo però col perdere completamente di vista gli intenti emozionali e i valori produttivi che avevano caratterizzato in modo cosi splendido e particolare l’opera precedente. Impreziosita da una direzione artistica encomiabile e da alcune meccaniche piacevoli, Unravel Two si configura come un’esperienza certamente più ricca e divertente sul piano ludico, ma fallimentare nel tentativo di dire la sua sul versante delle esperienze sensoriali.