Touken Ranbu Warriors | Recensione - Samurai pronti a salvare la storia
Una formula musou abbastanza conservativa basterà a rendere il titolo appetibile per gli amanti del genere?
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a cura di Marino Puntorieri
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Omega Force
- Produttore: Koei Tecmo
- Distributore: Koch Media
- Piattaforme: PC , SWITCH
- Generi: Musou
- Data di uscita: 24 maggio 2022
Nel vasto ed eterogeneo mondo dei musou abbiamo imparato a convivere con la consapevolezza di avere tra le mani un genere mai semplice da inquadrare, e che nonostante alcuni limiti storicamente presenti in ogni progetto è riuscito a farsi apprezzare al di fuori dei confini del Sol Levante. Proprio per questo ci siamo approcciati a Touken Ranbu Warriors con genuino interesse, sperando – se non di trovare uno dei migliori esponenti del genere – almeno di riconoscerne i tipici tratti in grado di far brillare gli occhi dei videogiocatori.
Come con una doccia gelata, però, il titolo oggetto di analisi si è rivelato ben al di sotto delle sue potenzialità, dimostrandosi come un prodotto con diverse idee discrete, ma non adeguatamente sviluppate.
Svariati elementi che, come andremo presto a scoprire, sottolineano come Touken Ranbu Warriors sia una produzione con diversi problemi legati sia al ritmo sia alla ripetitività, che enfatizzano i limiti tipici del genere musou e sui quali è difficile soprassedere – anche al netto di un certo coraggio riscontrabile nel tentativo di intraprendere una strada che svecchiasse una struttura sempre più rigida per l’intero segmento.
A spasso nel tempo
Una breve premessa necessaria per Touken Ranbu Warriors sotto l’aspetto della struttura narrativa. Il progetto nasce dalla collaborazione tra l’omonimo brand e Koei Tecmo per l’adattamento di un originale gioco di carte free-to-play (allettante per i collezionisti, potete trovarlo a questo link di Amazon), che ne riprende i guerrieri e li trasporta nel mondo degli “uno contro tutti” che ben conosciamo grazie ai numerosi capitoli della serie Dynasty Warriors e non solo.
Considerando, però, l’assenza di qualsivoglia notorietà del marchio Touken Ranbu al di fuori del Giappone – dove invece è un vero e proprio fenomeno di culto, soprattutto per il mondo cosplay – le difficoltà non potevano che essere molteplici. Bisognava per forza maggiore affidarsi all’esperienza del team con sede a Yokohama per dare quel guizzo in più a narrazione e gameplay in grado di far sorvolare i videogiocatori sui vari limiti strutturali; un risultato ottenuto solo fino a un certo punto.
La storia di Touken Ranbu Warriors, in sostanza, ci permette di impersonare un gruppo di quindici guerrieri dalle sembianze apparentemente umane, ma che fin dai primi minuti vengono identificati come manifestazioni spirituali di altrettante armi appartenute ai grandi condottieri e soldati del periodo Sengoku. Questi dovranno unire le forze sotto il comando del Governo del Tempo, e un’intelligentissima volpe parlante di nome Konnosuke, per fermare i revisionisti storici.
Questi ultimi, con l’acronimo HRA, vogliono cambiare il corso della storia a proprio piacimento inviando truppe demoniache in grado di alterare l’esito dei più famosi conflitti dell’Epoca Sengoku, e ovviamente solo i nostri combattenti possono fermarli.
Una trama piuttosto bizzarra e curiosa, lo ammettiamo, comprensibile anche per chi non ha mai seguito niente delle opere originali presenti in patria su Touken Ranbu, ma che non riesce a brillare particolarmente.
Abbiamo diversi dialoghi volti a dare un minimo di personalità ai vari guerrieri, ma niente di particolarmente articolato – e alla fine dei conti durante le 8-9 ore necessarie al completamento di Touken Ranbu Warriors non abbiamo trovato particolari momenti "wow".
Uno contro tanti, di nuovo
Pad alla mano Touken Ranbu Warriors ricalca l’esperienza tipica del genere musou, in un alternarsi continuo di missioni dalla breve durata dove concatenare attacchi su attacchi per eliminare le orde nemiche e raggiungere la vittoria. Ammettiamo che le partite riescono comunque a dare quel piacevole senso di onnipotenza, soprattutto se gustate a piccole dosi, ma la fiamma dell’interesse si affievolisce in una manciata di ore.
In primis il roster di personaggi è abbastanza limitato. I quindici spadaccini del tempo sono discretamente caratterizzati e presentano un moveset abbastanza vario, ma rimane comunque un ventaglio estremamente limitato se si pensa a qualsiasi altro musou realizzato negli ultimi anni.
Anche i nemici non brillano certo per varietà o intelligenza e tranne qualche piccola e gradita boss fight un minimo impegnativa abbiamo riscontrato una soglia della difficoltà tarata terribilmente verso il basso.
Se si pensa al livello di produzioni dello stesso genere pubblicato negli ultimi anni – andando oltre quella piccola gemma di Hyrule Warriors: L'era della calamità, e pensando anche semplicemente a One Piece Pirate Warriors 4 o Samurai Warriors V – non potevamo che aspettarci qualcosa in più.
Considerazione che si rafforza se si pensa al combat system in sé, con un singolo tasto adibito ad attacchi leggeri, così come uno per gli attacchi pesanti – e i grilletti per le abilità di spada in solitaria, o con un partner guidato dall’IA.
Gli scontri sono tutto sommato rapidi e frenetici, anche se non presentano una vera e propria presenza massiccia dei nemici su schermo, e non mancano nemmeno alcune missioni che tentano di diversificare l’esperienza tramite un approccio esplorativo (verso punti specifici indicati dalla volpe da analizzare) o stealth, anche se il risultato non è proprio dei migliori e si rivela abbastanza banale.
Ammettiamo comunque come, al netto della difficoltà così tarata verso il basso, abbiamo riscontrato un certo divertimento nel concatenare attacchi e mosse speciali, soprattutto grazie a un ottimo lavoro svolto dal team con le inquadrature della telecamera, durante gli assalti ben salda. Il tutto, senza dimenticare alcuni mini QTE durante le fasi di stallo faccia a faccia con il nemico che obbligano alla pressione spasmodica di un unico pulsante.
Eppure, al netto di ciò, dobbiamo registrare la presenza – seppur timida – di alcune feature che cercano di smorzare il tono troppo tradizionale e ripetitivo delle partite. Queste sono legate al palazzo Honmaru, il quartier generale dove tenere traccia, tra una missione e la successiva, dei progressi e dei livelli dei vari personaggi, e che permette di rafforzare il livello di affinità e sbloccare alcuni dialoghi extra.
Si tratta di una scelta curiosa e che mantiene una valenza prettamente estetica e di contorno, così come per il potenziamento dei personaggi su classiche ramificazioni per bonus di attacco o difesa, che ci ha ricordato lo stesso stratagemma utilizzato in Miitopia. Non mancano nemmeno dei rapidi mini-giochi utili giusto per smorzare un minimo l’adrenalina tra uno scontro e il successivo e sono riusciti almeno a strapparci un timido sorriso.
Tecnicamente parlando, invece, Touken Ranbu Warriors presenta un comparto altalenante. Da un lato è apprezzabile il design dei vari combattenti per volti, costumi e mosse speciali, mentre dall’alto il livello di texture per ambientazioni e nemici si avvicina a una qualità medio-bassa anche per gli standard non proprio idilliaci per il genere di riferimento.
Su Nintendo Switch, comunque, il frame rate di 30fps è rimasto costante sia in portabilità sia in modalità fissa su monitor, ed almeno su questo frangente rimaniamo abbastanza soddisfatti. Ci aspettavamo qualcosa di più anche per le ambientazioni, dove invece abbiamo dovuto fare i conti con arene piuttosto scarne e limitate sia dal punto di vista estetico sia del level design.
Versione recensita: Nintendo Switch
Voto Recensione di Touken Ranbu Warriors - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Un’esperienza musou classica che può divertire a piccole dosi…
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Qualche piacevole novità di contorno per il sistema di progressione dei guerrieri
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La storia è ben comprensibile anche per chi si avvicina a Touken Ranbu per la prima volta
Contro
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… ma anche da fan accaniti del genere sarà difficile soprassedere sulla ripetitività e sulla semplicità del gameplay
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Missioni stealth e di indagine poco incisive
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Comparto tecnico altalenante per mole poligonale e livello delle texture
Commento
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