The World ends with you Final Remix Recensione | Stile da vendere su Switch
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Square-Enix
- Produttore: Square-Enix
- Distributore: Halifax
- Piattaforme: SWITCH , NDS
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 18 aprile 2008 - DS <br> 27 agosto 2012 - iOS <br> 26 giugno 2014 - Android <br> 12 ottobre 2018 - Switch
All’alba del 2019, con il medium videoludico che sta seguendo la strada tracciata da quello cinematografico, che da anni si auto-fagocita e dispensa reboot, remake e vecchi classici lucidati ed ammodernati, nessuno si dovrebbe più meravigliare della riproposizione di vecchi titoli sulle nuove console.
Lo stupore, piuttosto, è insito nella scelta dei titoli: quando Nintendo ha annunciato la versione Switch di The World ends with you (per l’occasione ribattezzato Final Remix) ci ha fatto letteralmente sobbalzare sulla sedia, perché la scelta, sensata vista la qualità del prodotto, era inaspettata per tanti altri motivi, dal relativo successo commerciale ai quasi dodici anni intercorsi dalla prima pubblicazione.
Andiamo allora a verificare la qualità di questa riproposizione della grande N.
Shibuya ombelico del mondo
Shibuya. Un non meglio precisato anno di questi, un giorno come un altro, tra lavoratori che si affrettano verso i mezzi pubblici, turisti che fotografano i dettagli più impensabili e, perché no, qualche italiano in trasferta alla ricerca di negozietti dove reperire qualche videogioco d’annata.
Neku Sakuraba, adolescente problematico ed introverso, si sveglia proprio nel mezzo del famoso quartiere di Tokyo, senza avere la più pallida idea di come ci è arrivato e di per quale motivo sia lì: la passione giapponese per l’espediente narrativo dell’amnesia si manifesta ancora una volta, ma il team di sviluppo, differentemente da tante altre volte, riesce a farne buon uso.
Non passa molto che il nostro viene attaccato da strane creature, fa la conoscenza di una misteriosa ragazza, Shiki Misaki, e apprende di essere morto (?!?): dopo lo spavento iniziale, Neku sembra abituarsi all’idea, e scende a patti con la nuova realtà dei fatti, che lo vede intrappolato in una versione alternativa del mondo che ha sempre conosciuto, dalla quale esiste una singola via d’uscita, rappresentata da un bizzarro e crudele gioco.
Tra le altre regole singolari, questo prevede di potersi muovere non visti tra i differenti piani di realtà, potendo percepire chiaramente i pensieri delle persone in vita senza che queste se ne accorgano, ma anche di vedere cancellato tutto il proprio essere in caso di fallimento.
Durante le tre settimane di durata complessiva, il nostro alter ego incontrerà anche altri due personaggi che si uniranno alle sue peregrinazioni e tanti altri NPC completamente fuori di testa, figli del genio creativo di Sachie Hirano, che purtroppo non abbiamo visto all’opera in altri prodotti successivamente.
La centralità dello smartphone, della musica, dello stile riportano dritti dritti alla saga di Persona, in un sottogenere di giochi di ruolo giapponesi chiamato stylish JRPG che ha visto pochi esponenti in rapporto al grande successo di critica ottenuto negli anni: trama e personaggi di The World ends with you Final Remix (compreso lo scenario inedito post game) sono peculiari ed originali, e , come tali, potrebbero non incontrare il favore di tutta l’utenza.
Nondimeno, creare qualcosa di originale in uno dei generi videoludici più longevi ed autoreferenziali qual è quello dei giochi di ruolo (soprattutto di matrice nipponica) è opera non da poco, e oggi, due generazioni di console dopo, l’intreccio non ha perso nulla della sua brillantezza originaria.
Da smartphone a Switch
Per chi non lo avesse giocato, The World ends with you è un action rpg di stampo giapponese, che, nella sua incarnazione originaria su Nintendo DS, puntava tutto sulla possibilità di sfruttare i due schermi della console portatile Nintendo per controllare più personaggi simultaneamente, donando ritmo agli scontri e rendendoli sempre interessanti.
In assenza del secondo schermo, Square Enix ha riproposto le soluzioni adottate per le conversioni mobile, che hanno ridotto ad uno i personaggi controllabili senza per questo svilire la profondità tattica del combat system e la sua immediatezza.
A metà tra una versione stilizzata di Diablo e il combattimento con cooldown delle abilità visto nel recente Xenoblade Chronicles 2, il combat system che ruota attorno a Neku e compagni si rivela da subito abbastanza semplice da maneggiare, pur richiedendo pratica e grande pazienza per essere padroneggiato a pieno.
Ognuna delle abilità legate alle spille indossate, infatti, non può essere richiamata dopo l’utilizzo prima di un determinato lasso di tempo, incentivando il giocatore a sfruttare appieno tutto il ventaglio di opzioni tattiche una volta sceso in battaglia contro un gruppo di Noise, la cui composizione è quasi sempre oscura al momento di ingaggiare.
L’elemento cooperativo è comunque presente nella forma di un indicatore che, una volta riempitosi per i colpi inferti e subiti, consente di richiamare in battaglia il proprio partner (che può essere impersonato anche da un secondo giocatore) per sferrare un potente attacco speciale, il più delle volte risolutivo contro i nemici comuni.
La danza di morte che si scatena a tempo di musica tiene poi conto di moltissimi altri fattori: in determinati quartieri di Tokyo un dato abbigliamento può garantire bonus (e, in qualche caso, anche dei malus) in battaglia, spingendo il giocatore a collezionare spille non solo per approfittare delle loro abilità, ma anche per poter variare il proprio look a seconda delle esigenze, così da trovarsi a controllare sempre un personaggio versatile e competitivo.
Se al livello di difficoltà di default queste accortezze potrebbero anche non essere tenute in grande considerazione, è sufficiente optare per combattimenti multipli (senza la possibilità di curarsi o ricaricare i poteri delle spille nel mezzo) o per il sacrificio di una manciata di livelli per innalzare il tasso di sfida, aumentando, a nostro parere, la godibilità del prodotto in più frangenti.
Il livello di personalizzazione dell’esperienza di gioco raggiunge vette altissime se si pensa alla possibilità di trangugiare cibi di tutti i tipi, ognuno dei quali con effetti particolari: alcuni aumentano le statistiche di attacco, altri l’elusività, altri ancora favoriscono il rilascio di spille da parte degli avversari sconfitti, e la scelta stessa di rivolgersi ad un negoziante per i propri acquisti piuttosto che ad un altro può generare sconti, sbloccare nuovi oggetti in stock e consentire di accedere a brevi missioni secondarie.
Insomma, dopo tanti anni, il titolo Square Enix torna in forma ottimale, dimostrando quanto fosse avanti rispetto alla concorrenza ai tempi dell’esordio, ma non tutto è andato per il verso giusto in questa versione per Nintendo Switch: innanzitutto, il prezzo lascia perplessi.
Non che la quantità e la qualità di contenuti siano da disprezzare, beninteso, ma il fatto che la versione mobile, che gira su smarthpone di fascia bassa senza problemi, costi un terzo di quella per Switch lascia un po’ di amaro in bocca, perché se è vero che qui i fan godranno di un capitolo post game inedito, la sua lunghezza e la sua inclusione non giustificano un tale aumento di prezzo.
Secondariamente, abbiamo trovato quantomeno cervellotica la scelta di escludere il Pro Controller dai comandi compatibili con il gioco: anche giocando in modalità televisione, Switch procederà a disconnettere automaticamente il Pro Controller già dopo lo splash screen iniziale, costringendo a utilizzare un Joy-Con per i controlli.
Non è un caso se questa sia la prima volta che ci imbattiamo in questa scelta dal lancio di Switch: il Pro Controller è uno dei pad più comodi ed ergonomici presenti sul mercato, ed è sicuramente preferibile ai Joy-Con, soprattutto per utenti con delle mani medio-grandi. Perché, allora, tagliarlo fuori?
Ai posteri l’ardua sentenza, a noi non resta che sperare in una patch risolutiva.
Per questo motivo, e per la buona implementazioni dei controlli touch già visti su smartphone, ci sentiamo di consigliare la fruizione di The World ends with you Final Remix unicamente in modalità portatile, che è chiaramente quella utilizzata come principale dal team di sviluppo durante la fase di porting.
Pixel in alta definizione
Pur provenendo direttamente dal mondo degli smartphone, visto che, come già sottolineato, questa Final Remix è una versione adattata del port uscito per piattaforme mobile tra il 2012 (iOS) e il 2014 (Android), l’impatto visivo della produzione è ancora di alto livello, soprattutto se fruito sul luminoso schermo di Switch in modalità portatile.
Questo perché, nonostante punti sugli sprite invece che su modelli poligonali, la grafica beneficia enormemente non solo dell’eccellente direzione artistica, che pone il titolo su un altro livello rispetto alla grande maggioranza dei congeneri, ma anche del lavoro svolto sulle versioni mobile, con sprite in alta definizione, pixel arrotondati e frame di animazione assai meglio collegati l’uno all’altro rispetto all’originale visto su Nintendo DS, che pure rappresentava uno dei punti più alti della libreria di giochi di quella console.
L’esplosione di colori e l’inconfondibile tratto di Tetsuya Nomura (qui coadiuvato da Gen Kobayashi) rendono assai gradevole la cosmesi del gioco, oscurata solamente da un altro aspetto, peraltro fondamentale anche nelle meccaniche di gioco: la colonna sonora.
Firmata da Takeharu Hashimoto, compositore veterano di Square Enix, già autore di lavori apprezzati come Final Fantasy Dissidia e Type-0 HD (oltre al prossimo Kingdom Hearts III), essa rappresenta un incredibile e riuscitissimo miscuglio di generi, che unisce elettronica, pop, rock e funky in maniera naturale ed organica.
La colonna sonora originale, edita originariamente in contemporanea con il lancio del gioco ma poi riarrangiata e ripubblicata più volte, è a tutt’oggi una delle soundtrack videoludiche più vendute di sempre in Giappone, e ha ottenuto buon successo anche in occidente grazie alla pubblicazione su iTunes: dopo aver portato a termine il gioco e aver interiorizzato ognuno dei suoi motivetti, ne capirete il perché.
Sintetizzando, l’accoppiata tra immagini e suoni che The World ends with you Final Remix propone è capace di ammaliare tanto gli occhi quanto le orecchie degli utenti, a meno di non odiare profondamente certa cultura underground giapponese.
Nota a margine per la longevità complessiva, inferiore alla media di molti congeneri ma comunque irrobustita dalla presenza dello scenario inedito post-game: andiamo da un minimo di una trentina di ore per i giocatori più rapidi ad oltre quaranta per quelli che vorranno collezionare tutti i badge e gustarsi lentamente tutto ciò che il prodotto ha da offrire.
+ Stiloso e frenetico
+ Grandi possibilità di personalizzazione dell'eroe
+ Colonna sonora strabiliante
- Incomprensibile la mancanza di supporto al Pro Controller
8.3
La versione Switch di The World ends with you, Final Remix, è sicuramente buona, seppur non perfetta. Il prezzo è forse un po’ troppo alto e la mancanza del supporto al Pro Controller nella modalità TV è inspiegabile. Al netto di ciò, siamo di fronte a uno dei JRPG migliori dell’era Nintendo DS, che già di per sè è da considerarsi un incredibile vanto.
Voto Recensione di The World Ends With You - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Innovativo ancora oggi, a undici anni dal debutto
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Stiloso e frenetico
-
Grandi possibilità di personalizzazione dell'eroe
-
Colonna sonora strabiliante
Contro
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Un po' costoso, soprattutto considerando il prezzo delle versioni mobile
-
Incomprensibile la mancanza di supporto al Pro Controller
Commento
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