The Talos Principle 2 | Recensione - Filosofia ma non troppa
The Talos Principle 2 pone fin troppo la sua attenzione sulla filosofia dimenticandosi, quasi, della bellezza dei suoi puzzle
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a cura di Salvatore Pilò
Contributor
In sintesi
- Un puzzle game imperdibile per gli amanti del genere.
- La scrittura risulta fin troppo pedante e opprimente.
- Un puzzle tira l'altro e il loro design è davvero notevole.
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Croteam
- Produttore: Devolver Digital
- Distributore: Devolver Digital
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC , XSX , PS5
- Generi: Avventura , Puzzle game
- Data di uscita: 2 novembre 2023
Fare della filosofia, quella che si studia a scuola, in un videogioco è una di quelle imprese in cui in pochi si sono avventurati e da cui pochi ne sono usciti per essere ricordati. Il motivo è pressappoco questo: è molto, molto, difficile scrivere un videogioco che sia “scolastico” su certi aspetti del pensiero.
The Talos Principle, sviluppato da Croteam, si era posto circa dieci anni fa il compito di riuscire in questa singolare impresa proponendo al grande pubblico un puzzle game che non solo funzionava egregiamente sul fronte ludico, ma offriva anche un certo tipo di narrazione e di scrittura che ha contribuito, ancora più dei puzzle, a renderlo un “cult” per tutti gli appassionati del genere.
Partendo quindi dall’idea di voler offrire qualcosa “di più” alla formula già consolidata qualche anno prima da Portal 2 (titolo a cui la struttura di The Talos Principle deve molto), Croteam ha delineato una sorta di narrazione quasi silenziosa ad accompagnare i suoi puzzle, andando ad esplorare tematiche molto interessanti per la filosofia, antica e moderna, senza mai risultare eccessivamente pedante e senza mai togliere troppo a quello che, a conti fatti, doveva essere il cuore del gioco: i puzzle, appunto
A quasi dieci anni dal successo del predecessore, quindi, lo studio croato ci riprova. E questo è un secondo capitolo che porta sulle spalle anni di puzzle game a cui più o meno attinge, per confezionare un “nuovo” tipo di esperienza – che si propone di ampliare e migliorare tutto quello che la prima iterazione della serie aveva portato di buono.
Un lavoro di ampliamento, quello di The Talos Principle 2 (disponibile su PC, Xbox e PS5, che potete comprare su Amazon), che purtroppo esaspera fin troppo quello che per il primo capitolo era stato un vanto: la narrazione.
I temi di The Talos Principle 2
Pur procedendo sempre su quel binario filosofeggiante che tanto aveva colpito i giocatori, Croteam si concentra fin troppo sull’aspetto scolastico dei temi che vuole trattare, risultando eccessivamente pedante e fin troppo supponente in ogni segmento narrativo che il titolo propone.
Si parla di Prometeo, del mito di Icaro, di Pandora e di tutto quel mondo classico che abbiamo tutti quanti, bene o male, avuto il piacere di studiare sui banchi di scuola. Ma si ferma qui, non viene aggiunto nulla di nuovo a tutto quello che già conosciamo: si limita al “temino da scuola media” in cui viene esposto il racconto nudo e crudo salvo poi chiedere al giocatore un intervento “morale” sulla questione.
L’idea in sé non è nemmeno troppo malvagia – se non fosse per il fatto che tali interventi, che avrebbero lo scopo di spingere il giocatore a riflettere su quanto appena appreso, si riducono ad un continuo «e se non fosse davvero così?». E su queste domande, tutte identiche le une alle altre, che si dipanano i nodi principali del gioco e che ci permettono di proseguire nelle vicende.
Risolvere l'enigma
A fare da sfondo a questa filosofia spicciola ci sono i puzzle, per fortuna, che non sono non hanno smesso di essere molto interessanti, ma sono stati potenziati ad un punto tale da potersi considerare quasi come fra i migliori design per il genere negli ultimi dieci anni.
Pur partendo dalla base del primo capitolo – laser colorati, refrattori, ricettori, pareti da sbloccare e via discorrendo –, questo seguito la amplia in modo esponenziale, aggiungendo una quantità considerevole di contenuti e meccaniche per dare vita a qualcosa di realmente nuovo.
Ecco che otteniamo quindi la possibilità di invertire i colori, mescolarli tra di loro per ottenere raggi verdi, creare buchi nei muri e via discorrendo. Tutto diviso sapientemente dodici aree, ognuna delle quali presenta una meccanica particolare, otto puzzle principali che la esplorano in lungo e in largo, due puzzle secondari molto, molto, difficili, due puzzle ambientali e un puzzle molto complesso sbloccabile alla fine dell’avventura qualora si fossero completati tutti i secondari.
Insomma, l’offerta ludica di The Talos Principle 2 è piuttosto consistente sia nei contenuti che nella durata complessiva che supera abbondantemente le trenta ore se si cerca di completare ogni sfida offerta (e fidatevi: ne vale davvero la pena).
Questo avviene attraverso il completamento di otto “stanze” all’interno della macro-area, ognuna della quale, con difficoltà crescente, ci mette di fronte ad un nuovo modo di utilizzare e concepire la nuova meccanica.
Se la prima stanza si offre semplicemente di spiegarne il funzionamento base, le successive inizieranno a mescolarla con quanto già appreso precedentemente andando a costruire dei puzzle il cui design, spesso e volentieri, rasenta la perfezione.
Non è raro imbattersi in puzzle, specialmente quelli secondari, la cui soluzione prevede un certo tipo di pensiero laterale volto a sconvolgere le classici leggi della fisica a cui siamo abituati, creando delle situazioni al limite del paradosso che continuano a solleticare e stuzzicare la mente del giocatore.
Soluzioni che non sempre sono facili da raggiungere – complice anche un livello di difficoltà piuttosto ballerino che, molto più spesso di quanto si voglia, alterna puzzle eccessivamente complessi ad altri eccessivamente banali.
Un problema che affliggeva anche il primo capitolo anche se, in parte, è stato mitigato sia da un senso di progressione che cerca di insegnare, più o meno bene, come affrontare il gioco sia da degli speciali gettoni (i gettoni di Prometeo) che possono essere utilizzati per saltare un puzzle.
Tali gettoni possono essere trovati (pochi) all’interno delle macro-aree – a volte nascosti da piccolissimi puzzle, a volte semplicemente celati nell’ambiente – possono essere spesi per “mettere in pausa” un puzzle. Qualora, più avanti, ci si volesse cimentare con la risoluzione, questo ci restituirà il token speso, così da poterlo utilizzare dentro altri enigmi.
È un’idea carina che consente di non fossilizzarsi sul puzzle difficile di turno, anche se, nella nostra run ne abbiamo usato soltanto uno per capire come funzionassero: per quanto ci riguarda, niente batte il sempreverde “staccare qualche ora per poi tornare sui propri passi”.
Le macro-aree che ospitano i vari livelli di gioco, oltre a fare da hub narrativo (purtroppo) e da raccoglitori di livelli, presentano anche due puzzle ambientali molto particolari al loro interno, che ricordano molto quanto ha fatto The Witness – con i suoi puzzle nascosti nell’ambientazione – anche se la realizzazione, in questo caso, è molto meno “complessa” di quanto lo fosse il titolo di Jonathan Blow.
Tali puzzle sono di tre tipi: quelli di Prometeo, quelli di Pandora e quelli della Sfinge.
I primi sono piuttosto semplici: richiedono di trovare uno “spirito” nell’area e di seguirli fino alla statua di Prometeo, mentre le altre due tipologie sono molto più interessanti e complesse.
La Sfinge ci propone un enigma da risolvere interagendo con posti particolari dell’ambiente, tutti da scoprire tramite l’enigma stesso, mentre Pandora ci richiede di farla raggiungere da un particolare laser, obiettivo realizzabile utilizzando in modo piuttosto creativo i vari puzzle che popolano l’area.
Inutile nascondere che queste ultime tipologie di puzzle sono fra le più riuscite e le più interessanti nell’offerta di The Talos Principle 2, sia per la loro fattura, sia per come stimolano la creatività dell’utente.
Tornare suoi propri passi non si può
A trovare il pelo nell’uovo, alcuni puzzle non sono chiarissimi da leggere: spesso non è facile capire le interazioni possibili con l’ambiente – il fatto che un pulsante apra una porta o che possiamo far funzionare un certo oggetto sulla mappa –, e l’assenza di una funzione di “undo”, con cui tornare indietro dopo un errore, è a volte dolorosa.
Non è raro che la soluzione del puzzle venga in mente durante un errore fatale che richiede un reset del puzzle per essere “sistemato” quando basterebbe tornare indietro di un paio di azioni per sistemare il tutto e risolvere l’enigma di turno.
Niente che rovini troppo l’esperienza di gioco, è chiaro, ma si tratta di migliorie tangibili alla quality of life che avrebbero, senza alcun dubbio, reso ancora più piacevole la risoluzione dei puzzle.
Infine, sul lato tecnico, The Talos Principle 2 si comporta egregiamente presentando degli ambienti che, seppur vuoti, sono molto piacevoli da vedere: la gestione delle luci, delle ombre e dei colori è ottima, e offre una resa visiva notevole insieme alla fluidità dell’azione che si attesta su 60 fps pressoché fissi anche con impostazioni al massimo (abbiamo giocato su PC).
Peccato ancora, insomma, per l’attenzione, fin troppo zelante, verso un comparto narrativo che avrebbe dovuto seguire l’esempio del primo capitolo per ripeterne il successo. Ma The Talos Principle 2 resta un titolo che ha tanto da dire agli amanti dei puzzle game, che troveranno pane gustoso per i loro denti soprattutto (e ripetiamo: è altamente consigliato) se punteranno al completismo.
Voto Recensione di The Talos Principle 2 | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Il design dei puzzle è fra i migliori degli ultimi anni
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La difficoltà è più bilanciata del primo capitolo
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Esteticamente è molto bello da vedere
Contro
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La filosofia che impregna la scrittura è troppo pedante e "scolastica"
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Sembra quasi che la trama sia la vera protagonista
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Assenza di una funziona di undo
Commento
Peccato, allora, per un'attenzione troppo esasperata per una scrittura che fa dello "spiegone" scolastico il suo punto di forza, che rende il titolo fin troppo altalenante sui ritmi, soprattutto pensando al fatto che il primo capitolo faceva proprio del contrario il suo punto di maggiore forza.
Tutto sommato, però, l'esperienza risultante è piacevole e il mal di testa dopo ogni sessione più che ben accetto.
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