The Last Faith | Recensione - Tra Bloodborne e Castlevania
The Last Faith è il matrimonio ideale tra Bloodborne e Castlevania. Mescolando il meglio di questi due titoli leggendari, riesce a essere un gioco top?
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
In sintesi
- Un metroidvania che si ispira a Bloodborne.
- Elementi soulslike implementati alla perfezione.
- Tanti segreti e parecchie ore di gioco.
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Kumi Souls Games
- Produttore: Kumi Souls Games
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH , PS5 , XSX
- Generi: Gioco di Ruolo , Metroidvania , Soulslike
- Data di uscita: 15 novembre 2023
The Last Faith è davvero uno dei pochi titoli in grado di meritare l'accostamento a Bloodborne e a Castlevania.
Non si tratta di uno di quei casi in cui un'opera ha solo in comune alcuni degli elementi presi in prestito da uno e dell'altro, ma sembra proprio incorporare al suo interno entrambe le anime, come se fosse a tutti gli effetti il figlio di una felice e insperata unione.
Lo avevamo già capito dalla presentazione del gioco nella campagna Kickstarter, che ha raggiunto i propri obiettivi con successo; ne abbiamo avuto la piena conferma provando la demo destinata ai backer, chiara nella sua essenza; lo sappiamo per certo adesso, dopo aver completato l'avventura in circa venticinque ore.
The Last Faith è un'autentica sorpresa in grado di accontentare i fan di entrambi i titoli, senza dover rinunciare alle caratteristiche di base che ne hanno di fatto decretato il successo. Ed fuori da ogni dubbio l'ennesima perla di questo magnifico 2023.
The Last Faith, dark-gothic al comando
La sensazione viscerale che proverete nel peregrinare tra le ambientazioni, e in particolare durante la scoperta delle prime zone, è quella di sentirsi immersi a una sorta di demake bidimensionale di Bloodborne.
Se a ciò aggiungiamo il tappeto sonoro con tanto colpi di tosse e bassi lamenti, e una storia che parla di una malattia che ha travolto la cittadina, è chiaro come le associazioni diventino tutte sin troppo palesi.
Eppure The Last Faith ha una sua anima ben distinta, che è solo in parte quella di un metroidvania sulla falsariga delle migliori strutture di gioco offerte dai Castlevania più popolari. Si aggiungono infatti non pochi elementi inediti che fanno comprendere come si tratti di un progetto ben più articolato dell'ovvio duplice omaggio che nelle fasi iniziali sfiora a tratti il plagio.
The Last Faith racconta del destino nefasto di Mythringal, antica città sviluppatasi nell'opulenza e nata dall'abbraccio tra magia e scienza, ma da sempre sotto il giogo di antiche credenze religiose trasformate in legge.
Il suo glorioso passato, raccontato da vecchi tomi in biblioteche ormai del tutto arse, è stato sostituito da una maligna corruzione che si è insinuata nel luogo dopo gli infausti esiti di una guerra civile e una malattia mortale che ha lasciato scampo a pochi.
In questo perpetuo terrore che non conosce fine, il nostro eroe di nome Eric si ritrova letteralmente in mezzo a una cospirazione, che farà venire a galla i segreti occulti del passato ancestrale di Mytringal e le origini di una guerra iniziata da messia e falsi profeti.
I tanti elementi narrativi tramite cui ricostruire la vicenda vengono offerti dai file di testo e dalle lettere perdute che si troveranno lungo gli scenari (e nei posti più nascosti), concorrendo ad alimentare quella che ormai in gergo viene chiamata lore. The Last Faith ha però un importante focus su ben altre caratteristiche di gioco, e va detto che in fin dei conti non cede mai il passo all'ermetismo tipico dei soulslike.
Innanzitutto, il titolo degli italiani Kumi Souls Games ha deciso di non uscire dal seminato del genere e sceglie dunque di proporre una progressione non lineare, legata alla scoperta graduale di potenziamenti del personaggio utili per accedere ad aree prima fuori portata.
È il caso di un rampino capace di farvi agganciare a degli anelli per consentire a Eric di avere lo slancio per raggiungere aree sopraelevate, lo sprint aereo per superare agevolmente i baratri e altre abilità che preferiamo non specificare per ovvie ragioni. In questo, The Last Faith sceglie di essere molto conservativo e di non proporre grosse novità in termini di design dei livelli, che rimane classico pur mostrandosi sempre molto attento e fatto a regola d'arte.
Gameplay
Un gioco del genere non può chiaramente prescindere da un sistema di combattimento preciso, ben strutturato e il più possibile capace di far interpretare al giocatore più situazioni possibili. Ecco dunque che The Last Faith offre una vasta gamma di armi che spaziano da strumenti di offesa a corto e ampio raggio, altre possenti e lente o agili ma capaci di infliggere meno danni, e persino bocche da fuoco con caratteristiche ben differenziate.
Come in Bloodborne, il personaggio potrà accompagnarsi con un'arma bianca e con una da fuoco, ma va detto che in determinate situazioni sono le magie a essere più determinanti di pistole e fucili. Potenziare le armi bianche e aumentare i propri parametri, oltretutto, può bastare serenamente per restringere il campo degli strumenti di offesa usati dall'inizio alla fine.
Le debolezze dei nemici le scoprirete man mano, e un incantesimo non ha naturalmente lo stesso effetto su tutti gli avversari. Oltretutto, The Last Faith non vuole in alcun modo aiutarvi dopo ogni morte subita, pertanto gli oggetti da combattimento e le fiale del sangue per il ripristino della salute non si ricaricheranno, costringendovi a fare ulteriori tentativi con meno frecce nelle vostra faretra.
L'unica eccezione si verifica con le sontuose boss fight, dove accanto al checkpoint avrete le ricariche minime per affrontare i temibili nemici di sbarramento, definibili senza troppi indugi il fiore all'occhiello della produzione. In generale, rispetto al codice di anteprima provato tempo fa, The Last Faith si è più ammorbidito e non può dunque essere paragonato a quei titoli dal proibitivo livello di difficoltà.
Nella seconda metà di gioco, The Last Faith tende un po' ad abusare di questa pratica. Nella fattispecie, aumentano i momenti in cui per avanzare dovrete trovare tre chiavi, quattro oggetti specifici o spezzare un certo numero di catene per vedere un grande portone aprirsi davanti a voi.
Sono quisquilie davvero di poco conto, se si pensa a The Last Faith nel suo insieme. Pur non inventandosi nulla, la solidità di gioco e il comparto artistico sono davvero di prim'ordine. La conduzione di gioco e le modalità attraverso cui il gioco determina l'avanzamento non sono mai troppo bizzarri, e apporre dei segnalini sulla mappa (sempre molto chiara) vi faciliterà senza dubbio il compito.
The Last Faith è uno dei più riusciti metroidvania degli ultimi anni, capace di dimostrarsi tradizionale nella struttura e al contempo capace di ibridarsi ai soulslike grazie ad alcune intelligenti aggiunte che aggiungono spessore e variabili di grande importanza. In un genere così inflazionato e pieno di ottime opere non era per nulla facile svettare, ma The Last Faith dimostra di aver pienamente meritato la fiducia di chi ha supportato questo progetto sin dall'inizio.
Se volete prepararvi all'arrivo di The Last Faith, vi consigliamo di recuperare quella perla di Bloodborne, assieme ai migliori Castlevania disponibili.
Voto Recensione di The Last Faith | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Il saldo abbraccio tra un metroidvania e un soulslike.
-
Pesantemente ispirato a Bloodborne.
-
Ben bilanciato, con diversi segreti e molte ore di gioco.
Contro
-
Nella seconda metà ha delle forzature non da poco per aumentare backtracking e durata globale.
-
Molto, molto derivativo.
Commento
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