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Recensione

The Last Alchemist | Recensione - Pozioni alchemiche e funghetti

The Last Alchemist è un gioco di simulazione ambientato in un mondo fantasy: che esperienza offre? Vediamolo nella nostra recensione.

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a cura di Giulia Francolino

Redattrice

In sintesi

  • Splendida ambientazione fantasy con una grande attenzione ai dettagli.
  • Il mondo di gioco è popolato da tanti funghetti parlanti!
  • Orientarsi tra le pagine dell'enciclopedia che caratterizza il gioco è a tratti frustrante.

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Last Alchemist
The Last Alchemist
  • Sviluppatore: Vile Monarch
  • Produttore: Marvelous Europe
  • Distributore: Marvelous
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC
  • Generi: Avventura , Simulazione
  • Data di uscita: 12 luglio 2024

Abbiamo trascorso alcune calde serate estive con The Last Alchemist, l’ultima creazione di  Vile Monarch (già autori di Floodland) e Marvelous Europe. Si tratta di un gioco di simulazione con un'ambientazione fantasy che circonda il giocatore di pozioni, essenze misteriose e teneri funghetti parlanti.

Durante la nostra run su PC ci siamo lanciati nella carriera di alchimisti per cercare di guarire il colorato mondo di gioco da un male ignoto. Nel frattempo, abbiamo stretto amicizia con gli adorabili personaggi, esplorato diversi biomi e creato una quantità infinita di pozioni e macchinari degni di una saga fantasy.

Nella nostra recensione vi raccontiamo la nostra esperienza con The Last Alchemist e con le sue bizzarre dinamiche.

L’ultimo alchimista rimasto al mondo

In The Last Alchemist vestiamo i panni di un apprendista alchimista afflitto da un male ignoto, forse lo stesso male che avvolge il mondo circostante.

Il nostro eroe, sempre più debole a causa della malattia, decide di chiedere aiuto alla persona di cui si fida più al mondo: il suo vecchio mentore, nonché l’ultimo alchimista rimasto al mondo oltre a noi. Purtroppo, una volta raggiunto il maniero in evidente stato di abbandono, scopre che il povero alchimista non c’è più.

È così che decide di prendere il suo posto e di continuare i suoi studi, con l’obiettivo di guarire se stesso e il mondo circostante dal male che li affligge.

All’inizio del nostro viaggio incontreremo gli Agari, tenerissime creature a forma di funghi e zucche che abitano il vecchio laboratorio del nostro maestro, in attesa che qualcuno accorra a riportare il mondo al suo vecchio splendore.

Sebbene molti di loro siano diffidenti e spaventati dalla nostra presenza, presto o tardi si uniranno alla nostra causa e ci aiuteranno a rimettere in sesto l’Osservatorio, spiegandoci come ricostruire tutti i macchinari più importanti e dove andare a procurarci i materiali che ci servono. Il destino del mondo, a quel punto, è nelle nostre mani!

Pozioni, funghetti e attacchi di sonno improvvisi

Con l’aiuto delle creaturine che abitano il palazzo, potremo partire all’esplorazione del mondo e lanciarci nella raccolta dei materiali di cui abbiamo bisogno per iniziare.

Il primo macchinario che potremo costruire ci aiuterà a creare alcuni strumenti molto utili, tra cui una sorta di falcetto e una lente di ingrandimento magica che ci consentirà di analizzare piante, rocce e tanto altro.

In The Last Alchemist vestiamo i panni di un apprendista alchimista afflitto da un male ignoto, forse lo stesso male che avvolge il mondo circostante.

Tutto ciò che impareremo, finirà nell’enciclopedia alchemica, che potremo aprire in qualsiasi momento con la semplice pressione di un tasto.

Una volta costruiti i primi macchinari, inizierà il nostro vero viaggio alchemico e partirà un loop infinito di prove, con successi e (tanti) fallimenti per creare le giuste essenze, che a loro volta saranno fondamentali per creare altri macchinari e altri strumenti.

Il gameplay si basa principalmente su un sistema di crafting alchemico che, a prima vista, ci è sembrato incredibilmente complesso per un gioco dall’aspetto cozy come questo. 

In realtà, nonostante il loop di gioco non sia certo intuitivo e richieda un po’ di tempo per essere appreso, vi accorgerete che la difficoltà principale è data dall’assenza della lingua italiana

Infatti, pur partendo da un buon livello di inglese, ci siamo ritrovati a dover imparare un bel po’ di termini specificamente alchemici prima di poter capire appieno quali fossero i nostri obiettivi o di che tipo di materiali avessimo bisogno.

In breve, in The Last Alchemist non dovremo fare altro che costruire una lunga serie di macchinari che ci serviranno per creare essenze, raffinare materiali e dare vita a tutto ciò che ci serve per portare a termine le missioni.

Spesso e volentieri, per creare un determinato oggetto dovremo estrarre le essenze dai materiali raccolti per la mappa e combinarle seguendo le istruzioni sul nostro manuale alchemico, che si faranno sempre più complesse col procedere della trama.

Come già accennato, il gioco fornisce una vera e propria enciclopedia alchemica che, a nostro avviso, è strutturata in maniera un po’ dispersiva e potrebbe scoraggiare i giocatori alla ricerca di un’esperienza di gioco più rilassante. 

Dovremo infatti orientarci tra le infinite pagine del libro per scoprire tutto ciò che c’è da sapere sulle risorse, sui materiali grezzi, sulle essenze, sui semi e su qualsiasi altro elemento del mondo di gioco – e la sua UI non facilita la cosa.

Sempre qui, troveremo i progetti per costruire i macchinari e gli attrezzi, insieme a tutte le informazioni del caso sulle formule alchemiche.

Sebbene si tratti di una un'idea di gioco complessa, in realtà basta prendere dimestichezza con le informazioni contenute nel libro per farsi un’idea piuttosto precisa di come funziona.

In ogni caso, una volta comprese le meccaniche principali, il giocatore deve fare attenzione a non esaurire le energie. Infatti, proprio come in Stardew Valley e in altri simulatori di vita, le nostre azioni saranno divise in giornate e scandite da una barra della stamina. Una volta esaurite le energie, al nostro alchimista verrà un attacco di sonno improvviso e si ritroverà nel suo letto!

The Last Alchemist alterna le fasi di creazione di intrugli alchemici a momenti di esplorazione e di raccolta materiali, con alcuni occasionali puzzle ambientali molto semplici e rilassanti.

Per il resto, il gioco è completamente privo di nemici o combattimenti e offre un’esperienza di gioco all’insegna della scoperta.

Un mondo di gioco delizioso ma un po’ scomodo

Al di là delle spigolosità del gameplay, The Last Alchemist offre un mondo di gioco colorato e ricco di creaturine adorabili.

Con una direzione artistica deliziosa e una colonna sonora orecchiabile e rilassante, il gioco offre, tutto sommato, un’esperienza rilassante e senza limiti di tempo: nonostante l’obiettivo sia salvare il mondo e il protagonista dal morbo ignoto che li affligge, il giocatore può prendersi tutto il tempo che gli serve per riuscirci.

Il mondo di gioco è stato realizzato con una grande cura per i dettagli, che rende l’esplorazione delle tante stanze del maniero una vera gioia per gli occhi.

Gli Agari ci faranno compagnia in ogni momento: dopo pochi minuti di gioco, li abbiamo trovati addirittura all'interno di alcuni macchinari, messi in funzione dai funghetti stessi. Un dettaglio quasi nascosto, ma molto piacevole da notare.

Inoltre le piccole creature, nonostante il loro aspetto gioioso da cartone animato, ci regaleranno alcuni dialoghi memorabili ed emozionanti.

La mappa di gioco è comodamente accessibile tramite la pressione di un tasto, ma non consente al giocatore di impostare alcun segnalino per raggiungere più facilmente le zone più lontane – una funzionalità semplice ma che contribuirebbe a rendere l'esperienza ancora più scorrevole e rilassante di quanto invece non si sia rivelata.

Non mancano le fasi di backtracking, dovute principalmente alla necessità di raccogliere materiali sempre nuovi per creare le essenze, ma anche al funzionamento non molto intuitivo di alcuni strumenti.

Segnaliamo anche che il gioco non supporta il controller DualSense, che viene ri-mappato come se fosse un controller Xbox: in questo caso, giocare può essere molto scomodo per i meno agili, poiché i comandi su schermo non corrispondono ai tasti.

La schermata di caricamento iniziale suggerisce di giocare con mouse e tastiera, una soluzione decisamente più comoda rispetto al controller. Tuttavia, il sistema di telecamere del gioco è un po’ macchinoso e rende i movimenti del protagonista poco fluidi.

Tutto sommato, The Last Alchemist ci ha comunque regalato un’esperienza piacevole e divertente, arricchita da un mondo di gioco a misura d’uomo e finemente dettagliato, arricchito da tante tenere creature e da una trama leggera ma con qualche spunto emozionante.

Sicuramente, il gioco sarebbe più godibile in presenza della localizzazione italiana, che renderebbe meno tediosa la navigazione tra le pagine dell’enciclopedia alchemica (già confusionaria di per sé nonostante la sua centralità) che, a nostro avviso, è la vera nota dolente dell’intera avventura.

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Voto Recensione di The Last Alchemist | Recensione


6.7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Splendida ambientazione fantasy

  • Gli Agari sono molto teneri ed è un piacere ascoltare ciò che hanno da dire

  • Direzione artistica incantevole

  • Colonna sonora orecchiabile e piacevole

  • Storia appena accennata, ma emozionante

Contro

  • Orientarsi tra le pagine dell'enciclopedia alchemica è a tratti frustante

  • Il menu di gioco è dispersivo

  • L'assenza delle localizzazione italiana rende l'esplorazione dell'enciclopedia alchemica ancora più frustrante

Commento

The Last Alchemist è un gioco di simulazione ambientato in uno splendido mondo fantasy, con un'incantevole direzione artistica e una colonna sonora allegra e orecchiabile. Il gioco alterna momenti di esplorazione a fasi di crafting, a tratti frustranti a causa del menu di gioco dispersivo e ad alcune meccaniche più complesse rispetto a quelle offerte da altri titoli dello stesso genere. Nel complesso, però, una volta che si impara ad orientarsi tra le infinite pagine dell'enciclopedia, il gioco offre un'esperienza rilassante e senza limiti di tempo. Sicuramente, però, l'aggiunta della localizzazione italiana avrebbero reso le fasi di crafting più semplici per il pubblico del Belpaese.
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