The 400 Mini | Recensione dell'ultima mini-console
L'ultima fatica di Retro Games Limited ci porta nell'universo made in USA della serie di console Atari: facciamo questo tuffo nella nostalgia.
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
In sintesi
- Una mini console per nostalgici che vogliono recuperare la libreria di casa Atari.
- Il sistema è anche in italiano, ma il controller è più che da migliorare.
- Tanti giochi già inclusi, ma non tantissimi.
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: RetroGames Ltd
- Produttore: RetroGames Ltd
- Data di uscita: 28 marzo 2024
Già autori delle versioni miniaturizzate sia dell'Amiga 500 Mini sia del Commodore 64 Mini, Retro Games Limited, tornano in pista con una versione miniaturizzata di una console storica come l'Atari 400, meno famosa delle due succitate, soprattutto dalle nostre parti, ma comunque degna di occupare un posto nella ipotetica hall of fame delle macchine che hanno contribuito a rendere il medium videoludico ciò che è oggi.
Abbiamo speso diversi pomeriggi in compagnia di questa piccola, grande, console e siamo pronti a dirvi se vale la pena fare un tuffo nel passato.
Tutte per una
Che il nome non inganni: l'Atari 400 Mini non si limita a riprodurre la console di cui riprende l'estetica, ma l'intero range di macchine a 8 bit pubblicate da Atari nella sua storia, il che include anche l'Atari 800, le console delle serie XL ed XE e finanche l'Atari 5200, il che amplia notevolmente il range di compatibilità ed offre uno spaccato piuttosto onnicomprensivo delle produzioni della software house statunitense.
Nel pacchetto che ci è stato inviato, che è anche quello in vendita per il pubblico, sono compresi 25 giochi, che possono essere ampliati qualora connettiate alla console un joystick del modello VCS di Atari: un piccolo ma gradito extra per coloro i quali hanno scelto di supportare Retro Games Limited in questa sua crociata per riportare le lancette del tempo indietro fino ai primi anni '80.
Per ampliare il parco titoli iniziali è anche possibile caricare le rom tramite la porta USB A presente sul retro del dispositivo – ma, come anche indicato sulla confezione, è imperativo possedere legalmente le rom da installare, per non scadere nella becera pirateria.
Replicare la scomodità
Nella confezione è incluso un joystick replica di quello originale, denominato CX-40, che rappresenta, a nostro avviso, uno dei maggiori punti deboli del prodotto, quantomeno allo stato attuale delle cose.
La connessione è USB, con quattro porte frontali, e questo fortunatamente consente di collegare alla console e mappare a piacimento moltissimi controller di terze parti compatibili, ma, nonostante l'aggiunta di tre pulsanti rispetto all'originale (per un totale di sette), questa replica ci ha lasciato con l'amaro in bocca.
Abbiamo interpellato la compagnia produttrice a proposito e ci è stato consigliato di tentare un approccio meno pesante sul controller, immettendo gli input con meno forza perché lo stick analogico in dotazione è sensibile ad essa e, sebbene la situazione sia marginalmente migliorata, non abbiamo trovato che il consiglio risolva il problema.
La situazione migliora drasticamente connettendo controller cablati compatibili, come uno della 8bit do che avevamo in casa, quello di Xbox 360, ancora oggi di una comodità inaudita, e il DualShock 4 in versione cablata, tutti testati e tutti migliorativi rispetto all'esperienza offerta da quello incluso nella confezione.
Per quanto possiamo dirne, il problema non sembra intrinsecamente legato al controller in sé, che pure non è un mostro di comodità e precisione, dato che non abbiamo riscontrato problematiche particolari nella fruizione di una ventina di giochi sui venticinque totali inclusi nel pacchetto.
Nondimeno, nonostante una serie di patch mirate si possa risolvere il problema, ci sembrava nostro dovere segnalarlo per tutti i nostri lettori più entusiasti, i cosiddetti "early adopters", che spesso l'industria videoludica non tratta come meriterebbero.
La risoluzione è di 720p, con una resa discreta su televisori 4K dalla diagonale ampia e decisamente migliore su schermi gaming di dimensioni ridotte con output nativo a 1440p, con la scelta di riprodurre i giochi a 60 hz (come nelle versioni americane) o a 50, come noi poveri europei eravamo costretti a sorbirci.
Inutile dire che questa opzione è stata inserita solamente per il suo valore puramente storico, perché non vediamo altro motivo per giocare una versione più lenta e con le musiche leggermente distorte di giochi pensati per girare a 60 fps.
Asteroids è una delle star più attese dello show e non delude le aspettative, sebbene, come indicazione generale, bisogna tenere presente la scarsa potenza delle macchine dell'epoca e, per le nuove leve, la semplicità del gameplay, da non confondere con la pesantezza, però: si tratta di giochi d'epoca, alcuni più riusciti di altri, ma comunque mediamente molto immediati e divertenti.
Missile Command, BattleZone, Boulder Dash, Crystal Castles, Capture the Flag, con il suo rudimentale 3D, Seven Cities of Gold, uno dei più complessi per regole e gameplay, Centipede e Millipede, ma anche titoli più recenti aggiunti alla collezione, come Yoomp!, si difendono benone nonostante l'estrema basicità dei controlli e delle meccaniche di gioco.
Nella selezione, come spesso capita in questi casi, ci sono anche giochi meno riusciti, tra cui Encounter, Henry's House, Berzerk, Mule e Star Raiders II – in alcuni casi a causa di sistemi di controllo un po' arzigogolati e in altri, semplicemente, perché il tempo non è sempre gentiluomo con prodotti di questo tipo.
L'assenza dei manuali, di cui, onestamente, si sente la mancanza solo per un paio di titoli, è controbilanciata dall'opzione di creare dei save state in ogni momento e da quella di riavvolgere il tempo in caso di errore, con la possibilità di riavvolgere fino a circa quaranta secondi di gameplay.
Estetica, dotazione, prezzo
Le dimensioni sono comparabili a quelle di un controller per le console di attuale generazione: nonostante non sia portatile, l'Atari 400 occupa pochissimo spazio e non faticherà a trovare un pertugio nel vostro set up da gaming, che giochiate attaccati ad un televisore o ad un monitor in cima ad una scrivania.
Sono inclusi nella confezione tutti i cavi che servono per iniziare subito (a parte il blocco di alimentazione, c'è solo il cavo USB della lunghezza di circa due metri), la console stessa e il già citato controller CX-40, oltre ad un guida rapida per l'installazione, che rimanda alla versione completa del manuale sul sito ufficiale.
Le opzioni sono ridotte all'osso, ma tutte abbastanza funzionali: si può scegliere se visualizzare il gioco in 4:3 o in modalità Pixel Perfect, che zooma leggermente ed ingrandisce i pixel rispetto alle dimensioni originali, attivare o disattivare le scanline e gli effetti di distorsione collegati all'utilizzo di un tubo catodico e, in ultimo, scegliere una cornice tra le dodici disponibili per riempire lo spazio vuoto dovuto alla natura a 16:9 dei televisori odierni.
Le opzioni di sistema, invece, consentono la regolazione del volume della musica, l'aggiornamento del firmware e poco altro al momento, ma il team di sviluppo ha già dimostrato con i suoi device precedenti un buon supporto post lancio, e siamo quindi speranzosi per l'aggiunta di nuove feature e funzionalità nel prossimo futuro.
La sensazione generale, dopo aver speso un buon monte ore in compagnia del prodotto, è che il prezzo sia probabilmente un po' troppo elevato, tanto in rapporto all'effettiva qualità dei giochi inclusi quanto al loro numero, piuttosto ristretto se comparato con quello di altri prodotti similari.
A nostro avviso, non superare la soglia fisiologica del centinaio di euro avrebbe aiutato enormemente la diffusione di questa console, ma anche 110 euro sarebbe stato un prezzo più consono dei 130€ richiesti al lancio.
Il fatto che l'Atari 400 e le console supportate da questo prodotto non abbiano riscosso un grande successo nel nostro Paese all'epoca dell'uscita originaria può essere visto come un pro ma anche come un contro.
Da un lato, infatti, gli appassionati di retrogaming potrebbero sfruttare l'occasione per mettere le mani su una console "dimenticata", riempiendo un vuoto nella loro libreria; dall'altro, la scelta dell'epoca potrebbe essere stata consapevole, e quindi il pubblico a cui questo prodotto si rivolge potrebbe essere ancora più ristretto rispetto a quello a cui parlavano produzioni simili, come le già citate Amiga 500 Mini o Commodore 64 Mini – e questo nonostante la presenza della lingua italiana nei menu.
Le Migliori Offerte per The 400 Mini
Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
-
Piccola e maneggevole
-
Discreta selezione di titoli
-
Larga compatibilità via USB
Contro
-
Controller in dotazione problematico
-
Misconosciuta in Europa
-
Prezzo un po' elevato
Commento
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