System Shock Remake - Come gira su console?
System Shock su PS5 è una versione estremamente solida dell'immersive sim di Nightdive Studios, con anche 4K e 60 fps. Ma non mancano le incertezze
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
In sintesi
- Un port di buonissima fattura
- Qualche ingenuità nel reparto controlli su console
- 4K e 60 fps costanti
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Nightdive Studios
- Produttore: Prime Matter
- Distributore: Prime Matter
- Testato su: PS5
- Piattaforme: PC , PS5 , XSX , XONE , PS4
- Generi: Gioco di Ruolo , Avventura , Action Adventure
- Data di uscita: 30 maggio 2023 (PC) - 21 maggio 2024 (console)
L'importanza degli audiolog, la libertà di esplorare a piacimento e con i propri tempi, la tensione derivata dalla carenza di munizioni, la costante inferiorità numerica, un villain estremamente carismatico: su queste basi System Shock fondò il suo successo nel lontano 1994, e su queste stesse basi il remake, pubblicato da Nightdive Studios un annetto fa (qui la recensione completa), ha costruito un titolo moderno che non tradisce però le sue origini.
Oggi vedremo come se la cava questo remake su console (e nello specifico su PS5), dopo averlo già sviscerato su PC.
Un pezzo di storia del videogioco
Come accade sempre quando ci occupiamo di un port da una console ad un'altra, o, ancora di più, da PC a console, in questa sede ci limiteremo ad analizzare la conversione PS5 dal punto di vista dei controlli e, soprattutto, da quello tecnico.
Per quanto concerne la recensione del titolo in sé, delle sue meccaniche e della straordinaria narrativa non possiamo che rimandarvi alla nostra recensione originale, firmata da Marcello Paolillo e pubblicata su queste pagine poco più di un anno fa.
A livello di contenuti, infatti, nulla è cambiato: non vi sono DLC o postille narrative in aggiunta a quanto visto su PC, e quindi tutto ciò che fu scritto per la quella versione è applicabile anche a questo port per console.
Lasciatemi solo sottolineare ancora una volta l'importanza di System Shock non solo all'epoca della sua uscita, ma anche per aver creato un vero e proprio sottogenere di avventure in prima persona, quelle che oggi chiamiamo "immersive sim", da cui hanno tratto ispirazione alcuni dei giochi più influenti pubblicati negli ultimi vent'anni, dall'eccellente Prey di Arkane Studios alla trilogia di Bioshock di Ken Levine, passando per il franchise Dishonored.
L'unica avvertenza che ci sentiamo di fare ai neofiti e ai giocatori più giovani riguarda la difficoltà generale, certamente più vicina agli standard del 1994 di quanto non sia a quelli, assai più morbidi, del 2024: questo remake, come l'originale, vi terrà sempre a dieta di munizioni, il gioco non vi segnalerà con un comodo puntatore dove andare per avanzare e se deciderete di non ascoltare gli audiolog sparsi per le stanze probabilmente avrete bisogno di una guida per proseguire lungo la campagna.
Questo, dal nostro punto di vista, non è affatto un difetto, anzi – ma è bene segnalare questo tipo di game design a chi non è abituato.
Non confondetelo con uno sparatutto in prima persona
Il passaggio da mouse e tastiera è stato più indolore di quanto pensassimo: con l'eccezione della gestione dell'inventario, legata ad uno scomodo rapporto 1:1 tra il puntatore del mouse e l'analogico sinistro, che costringe a navigare i menu come se avessimo tra le mani un mouse invece di un DualSense, le sparatorie, la gestione dei numerosi puzzle, la ricarica e i movimenti in tre dimensioni sono stati ben traslati da Nightdive Studios, che già aveva implementato un discreto supporto ai controller nella versione PC.
La navigazione della Cittadella, la risoluzione degli enigmi e le sparatorie, che rimangono comunque un aspetto secondario rispetto all'esplorazione, non hanno subito effetti negativi nel passaggio da PC a console.
La scelta del team di sviluppo statunitense di rimanere estremamente fedele all'originale di Looking Glass si traduce in un'esperienza di gioco lenta e metodica, che privilegia il backtracking e tende a premiare i giocatori più curiosi, che batteranno palmo a palmo i livelli alla ricerca di indizi, chiavi ed audiolog.
Questa è la chiave di volta di System Shock: affrontarlo come uno sparatutto puro e semplice non gli rende giustizia, infatti, se è vero che il feeling delle armi, la loro varietà e gli scontri con i nemici non sono nemmeno lontanamente vicini agli standard fissati dai migliori shooter in prima persona visti sul mercato negli ultimi anni.
Performance rassicuranti
La versione da noi testata, quella PS5, poteva vantare una qualità dell'immagine notevole, che ha 4K nativi come obiettivo ma che scala, nelle situazioni più intense per il motore di gioco, così da assicurare sempre prestazioni intorno ai 60 fps.
Durante le ore dedicate al test, quando la risoluzione ha scalato non lo ha mai fatto in maniera troppo aggressiva, sfocando eccessivamente l'immagine come talvolta accade con i port più complicati su Nintendo Switch: ci siamo appena accorti del calo, e quindi è lecito pensare che la risoluzione si attestasse comunque su valori alti, compresi tra i 1700 e i 1900p all'incirca.
In nessun caso, nemmeno quando accerchiati da quattro o cinque nemici – una delle situazioni più critiche in System Shock – ci siamo imbattuti in rallentamenti significativi, e quelli che ci sono stati abbiamo davvero fatto fatica a percepirli.
Certo, la costruzione poligonale ed il livello di dettaglio complessivo sono lontani dalle produzioni tripla A più recenti e (per rifarci ad alcuni dei titoli già citati) dal Prey del 2017, ma questa scelta è figlia dello stile grafico del gioco e dalla volontà di Nightdive Studios di rimanere il più fedeli possibile alla visione originale.
Il supporto ai 120hz per i monitor compatibili anche su console rappresenta poi una piccola chicca per coloro che giocano su schermi capaci di queste frequenze, e fa pensare che il team di sviluppo abbia lasciato una porta aperta per eventuali console mid-gen, la cui potenza potrebbe essere sfruttata tramite una semplice patch per innalzare esponenzialmente i valori del refresh rate.
Proprio come su PC, su PS5 i tempi di caricamento sono molto rapidi: non siamo ai livelli della dissolvenza in nero che porta immediatamente all'immagine successiva, come visto nei tripla A più recenti, ma più nell'ordine dei quattro o cinque secondi – un intervallo comunque sostenibile, perché l'esplorazione viene spezzata piuttosto di rado, più che altro nel passaggio da un livello all'altro dell'enorme struttura che saremo chiamati ad esplorare.
Se, a monte di tutto, si pensa che il porting per console è stato realizzato da un team di meno di cinque persone, ecco che le lodi diventano sperticate, perché il lavoro sull'ottimizzazione e sulla resa visiva finale è impeccabile sin dal lancio, con una sola patch minore rilasciata tra la pubblicazione del titolo e quella di questo articolo.
Siamo rimasti soddisfatti anche dalla qualità audio, con musiche eccezionalmente d'atmosfera che aggiungono un senso di oppressione e di angoscia all'avanzamento e dei suoni ambientali molto ben fatti, tra i grugniti di alcuni degli obbrobri che Shodan ci parerà di fronte e le routine fallate dei macchinari che non funzionano più come dovrebbero.
Come spesso facciamo per giochi che puntano forte sull'atmosfera e sull'immersione in un mondo di gioco, non possiamo che consigliare l'utilizzo di un buon paio di cuffie, scelte tra le numerose opzioni che tanto Sony quanto i produttori di terze parti hanno messo a disposizione dell'utenza PS5.
Tutto perfetto, allora? Ovviamente no.
La fisica dei nemici rimane deficitaria, visto che incassano i nostri colpi senza battere apparentemente ciglio e possiedono quasi tutti una singola animazione di morte, a prescindere da che essa sia giunta per una randellata sulle gengive o per un colpo di pistola ad una gamba.
Inoltre, come sottolineato nel paragrafo precedente, riteniamo ancora che la gestione dell'inventario abbia ampi margini di miglioramento, perché al momento risulta assai meno intuitiva rispetto alla versione per PC.
La speranza è che le prossime settimane, come già avvenuto su PC nei mesi successivi al lancio, portino consiglio in casa Nightdive Studios e vedano la pubblicazione di patch mirate a smussare questi angoli, rimasti piuttosto evidenti.
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Voto Finale
Conclusioni Finali di SpazioGames
Pro
-
Stile grafico intatto e tremendamente affascinante
-
60 fps granitici
-
4K nativo
-
Un titolo che ha fatto storia
Contro
-
Gestione dell'inventario da rivedere
-
Animazioni dei nemici piuttosto basilari
Commento
Insomma, fruire di System Shock su console è un'ottima idea, soprattutto per chi ha amato i suoi epigoni come Prey, Dishonored, Deus Ex e BioShock. Ad attendervi, troverete un mondo malato, misterioso e molto pericoloso.
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