Immagine di Synduality: Echo of Ada | Recensione - Da dimenticare
Recensione

Synduality: Echo of Ada | Recensione - Da dimenticare

Synduality: Echo of Ada, lo sparatutto con i mecha, arriva nella sua versione finale. Eppure, ci sono ancora molti punti che non riescono a convincere...

Avatar

a cura di Giulia Garassino

Redattrice

In sintesi

  • Un gioco che sbaglia tanto in molti suoi aspetti, compresa una ingiustificabile natura pay-to-win e microtransazioni da mobile game.
  • Tattica e astuzia vincono sui semplici riflessi in battaglia.
  • Deve piacervi raccogliere e craftare.
  • Pro
    • Gunplay fluido e solido.
    • Parte cooperativa interessante...
  • Contro
    • ... ma manca la possibilità di invitare degli amici.
    • Microtransazioni semplicemente inaccettabili.
    • Equipaggiamenti troppo limitati.
    • Trama e narrazione pressoché inesistenti.

Il Verdetto di SpazioGames

5
Synduality: Echo of Ada è un titolo che potrebbe avere un buon potenziale, ma non riesce a esprimersi al meglio. É uno sparatutto con un buon gunplay, ma niente di più. Le missioni sono ripetitive, gli equipaggiamenti troppo poco variegati e la mappa troppo sottotono. Anche il gameplay, alla fine, diventa monotono troppo presto, oltre che decisamente troppo punitivo. Si perdono facilmente gli item guadagnati, anche quelli legati alla deluxe edition o acquistati (!). 
Assolutamente sbagliata, inoltre, la scelta di utilizzare le microtransazioni per acquistare elementi di gioco che rendono il titolo un pay to win. Ci piace la possibilità di avviare missioni cooperative, ma non apprezziamo la limitazione di farlo solo con estranei in gioco: un semplice matchmaking con gli amici avrebbe aggiunto qualche punto in più. Altra nota negativa è purtroppo la narrazione, che viene completamente nascosta dal resto del gameplay, rendendo il titolo poco coinvolgente e aperto praticamente solo a chi ama salire sulla superficie per fare qualche strage virtuale di tanto in tanto.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Synduality: Echo of Ada
Synduality: Echo of Ada
  • Sviluppatore: Game Studio Inc.
  • Produttore: Bandai Namco Entertainment
  • Distributore: Bandai Namco Entertainment
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , XSX , PS5
  • Generi: Azione , Sparatutto
  • Data di uscita: 23 gennaio 2025

Dopo un lungo periodo di attesa, Synduality: Echo of Ada si è presentato sul mercato nella sua forma finale, sebbene ci siano ancora molti dettagli che non ci convincono del tutto e che ci facciano domandare perché non si sia preso ulteriore tempo.

Il titolo è stato lanciato su PC, Xbox Series e PlayStation 5 – piattaforma su cui lo abbiamo testato – il 24 gennaio. Parliamo, per chi non ne avesse ancora sentito nominare, di uno sparatutto che possiamo definire PvPvE in cui vestiremo i panni di un Drifter alla ricerca di importanti risorse, i cristalli di AO. Il nostro scopo è, sostanzialmente, quello di riportare l’umanità alla sua rinascita, dopo una tremenda distruzione causata da una pioggia velenosa.

La trama, che si dimostra potenzialmente intrigante, viene lasciata praticamente da subito in secondo piano, per dare maggior spazio a un gameplay che, però, non riesce a colpirci appieno.

La grafica ricorda molto quella di un classico anime giapponese, sebbene alcune scenette, soprattutto quelle in cui ci vengono spiegate azioni e dinamiche di gioco, ci siano sembrate molto vicine alle scene di animazione di Fallout.

Dopo queste brevi premesse, proviamo a scendere più nei dettagli del nuovo gioco firmato Bandai Namco, che purtroppo si è rivelato essere una cocente delusione che solo parzialmente potrà essere mitigata dagli aggiornamenti in lavorazione.

Ci si poteva impegnare un po’ di più

Synduality: Echo of Ada è un gioco con delle interessanti premesse che, però, come abbiamo anticipato nell'introduzione non si realizzano come dovrebbero.

Il titolo ha quantomeno una trama interessante: ci troviamo nell’anno 2222, in un mondo che ha subito una grossa distruzione a causa di piogge velenose – che non solo hanno devastato il territorio, ma hanno anche generato mostri sulla sua superficie.

L’umanità, che mai si lascia piegare, è riuscita a stento a sopravvivere, e ora deve necessariamente trovare un mondo per rimettere insieme i pezzi. Per farlo, ha creato i Cradlecoffin, veicoli robotici che permettono ai Drifter di tornare in superficie e raccogliere risorse e cristalli di AO.

Purtroppo, però, la narrazione viene lasciata in secondo piano praticamente da subito e siamo in grado di ricostruire gli eventi solo tramite qualche brevissimo filmato e piccole pillole durante i vari caricamenti. Il titolo concentra tutte le sue forze sullo sviluppo del gameplay – che, in effetti, presenta alcuni pregi, ma anche diversi difetti.

Partiamo da quelli che possono essere considerati punti di forza del gioco. Sicuramente, Synduality è semplice da comprendere, non ci sono particolari azioni da intraprendere per iniziare a giocare. Dobbiamo equipaggiare il nostro robot gigante, imbracciare un fucile, portare munizioni e kit di riparazione e il gioco è fatto.

Le meccaniche di gunplay sono abbastanza fluide, non abbiamo avuto particolari problemi nel movimento durante lo shooting che, anzi, si è dimostrato abbastanza lineare e solido. Ci sono armi differenti, ideali per ogni tipo di combattimento, che si tratti di uno scontro ravvicinato o a più corto raggio.

Su PlayStation 5 è attiva la mira assistita che, però, non è così marcata come in altri titoli sparatutto: il nemico viene agganciato, ma sta a noi rimanergli incollato per tutto il tempo necessario. Oltre a fucili e mitragliette, abbiamo la possibilità di utilizzare bombe esplosive che consentono di creare un gameplay abbastanza dinamico, in questo senso.

Quello che, invece, non ho apprezzato è il movimento del nostro mecha, che risulta non così fluido, anzi abbastanza limitato e macchinoso (non in positivo) in molte situazioni. Questo ha reso in più di un’occasione frustranti gli scontri contro i nemici: sicuramente è meglio giocare d’astuzia anziché di riflessi, insomma – scelta che ci salva la vita 90 volte su 100.

Interessante la parte cooperativa del gioco. Andando avanti con le missioni, infatti, sbloccheremo la possibilità di fare squadra con degli sconosciuti, cosa che ci può aiutare a superare le missioni più facilmente. Avere un compagno ci permette di affrontare nemici più potenti – e quindi di ottenere ricompense che da soli non avremmo potuto sbloccare. Peccato, però, che non sembri esserci alcuna possibilità di invitare un amico nel party e giocare insieme.

Purtroppo, le cose oggettivamente interessanti finiscono qui, mentre da questo punto in poi, troviamo una serie di caratteristiche che non ci hanno convinto al 100%.

Uno dei punti che meno ci ha conquistato è la poca varietà di elementi che abbiamo a disposizione, quali armi, mappe e tipi di robot. Se è vero che abbiamo tipi differenti di equipaggiamento, è anche vero che la diversità degli stessi è molto limitata.

Riteniamo che, in un gioco di questo tipo, sia inaccettabile che si possano acquistare equipaggiamenti con i soldi reali.
Abbiamo passato diverse ore sul titolo e non abbiamo avuto modo di collettare, o acquistare, oggetti troppo diversi tra loro. Le parti del nostro Cradlecoffin presentano diversità quali resistenza alla pioggia o alle esplosioni ma, anche in questo caso, si hanno scelte non così vaste.

Inoltre, uno degli elementi meno convincenti in assoluto sono le microtransazioni. Riteniamo che, in un gioco di questo tipo, sia inaccettabile che si possano acquistare equipaggiamenti con i soldi reali.

Siamo favorevoli a tutti gli acquisti cosmetici, in quanto si tratta di semplici abbellimenti estetici, ma non possiamo accettare che il denaro influenzi il gameplay. Questo è ancora meno accettabile se pensiamo a quanto il gioco sia punitivo verso i giocatori. In questo caso, possiamo affermare con certezza che la moltitudine degli utenti potrebbe rimanere decisamente frustrata.

Un altro elemento che deve essere migliorato è la mappa di gioco. Sebbene questa sia abbastanza vasta, è decisamente spoglia di elementi. Sì, ci sono risorse sparse di tanto in tanto, ci sono elementi differenti, ma il tutto si ferma qui.

Abbiamo una zona nord e una sud (sbloccabile), ma non ci sono altre mappe (almeno non fino al primo update) o altre particolari caratteristiche. Sicuramente, si tratta di un elemento fondamentale per non rendere il gameplay troppo monotono, ma che, a oggi, non è sviluppato in maniera eccellente. E anche l'arrivo di eventuali altre mappe ha bisogno di una miglior profondità nel design.

Niente è per sempre

Synduality: Echo of Ada è un titolo che non lascia spazio agli errori. Una volta scesi in campo, sarà vostra completa responsabilità aver cura degli equipaggiamenti e riportarli indietro sani e salvi. Onestamente, ritengo che questa dinamica simile a Escape from Tarkov, sia molto frustrante e punitiva, in particolare se si pensa che anche gli oggetti della deluxe possono essere persi per sempre. Esatto: oggetti per cui avete pagato.

L’unica cosa che ho trovato davvero interessante è la possibilità di assicurare alcuni oggetti cosa che, quantomeno, vi salva dal perdere completamente i vostri soldi. Un sistema leggermente differente che aiuta anche a dare un senso e un valore agli equipaggiamenti che abbiamo.

La dinamica di gioco è molto semplice: prima di salire in superficie, dovremo equipaggiare il nostro mecha, decidendo che armi portare, quante munizioni caricare e quali e quanti kit mettere nell’inventario. Avremo anche modo di decidere quali parti Cradlecoffin usare per affrontare al meglio la nostra spedizione. Un menù di richieste ci indicherà quali sono i nostri principali obiettivi e, in base a quello, potremo decidere come organizzarci.

Se, ad esempio, dobbiamo solo raccogliere cristalli di AO, potremmo usare un equipaggiamento medio, sia di armi che di munizioni, cercando di collettare quanto più possibile e scappare appena estratto il materiale. Se, invece, lo scopo fosse quello di uccidere il maggior numero di creature, potremmo pensare di utilizzare un equipaggiamento più pesante, arricchirci di armi e munizioni, oltre che di kit di riparazione e affrontare più nemici.

Ricordatevi che, se doveste morire, tutto quello che avete addosso verrebbe completamente perso. Per evitare di perdere tutti i soldi, è possibile assicurare alcuni oggetti, come le armi – e, nel caso in cui non dovessimo farcela, ci verrebbe ridata la somma di denaro dell’oggetto. Si tratta certamente di una dinamica molto punitiva, come accennavamo, e che lo diventa sempre di più man mano che le missioni si complicano e gli avversari si incattiviscono. Perché, ricordatevi, non siamo in un semplice PvE: oltre all’ambiente ostile, infatti, ci saranno altri giocatori online che potranno decidere di attaccarci in qualunque momento.

Ci sono alcuni gesti che è possibile fare per cercare di non far iniziare una battaglia, ma non tutti i giocatori sono lì per scopi pacifici. Inoltre, come già accennato, poter comprare equipaggiamento con soldi reali può rendere l’intero processo ancora più frustrante, sottolineando ulteriormente il fatto che si possono perdere anche gli oggetti pagati nell'edizione Deluxe.

Loop di gioco abbastanza ripetitivo

Inizialmente, il titolo è divertente, abbiamo sempre voglia di uscire per esplorare e, soprattutto, siamo avidi nella raccolta delle risorse che ci consentiranno di ampliare la nostra base e acquistare maggiori equipaggiamenti. Il problema, però, è che questo ciclo diventa sempre meno allettante man mano che procediamo con le uscite sulla superficie.

La mappa è sempre la stessa, i nemici sempre uguali, la possibilità di morire per una minima distrazione è sempre dietro l’angolo e l’idea di perdere tutti gli equipaggiamenti, anche quelli più particolari, non permette di godersi un’uscita in superficie come si dovrebbe, ma fa quasi da deterrente.

Oltre a questo, il sistema del pay to win diminuisce ancora di più l’interesse verso l’esplorazione. Anche il sistema di crafting e di upgrade della propria base è soggetta a questo meccanismo: infatti, una volta ottenuti i materiali per migliorare la base, possiamo decidere di fare un aggiornamento – e questo impiegherà un certo tempo reale per essere concluso. Il tempo, quasi come se fossimo dentro un mobile game, può essere ridotto, a patto che si paghi.

Anche l’assenza di una narrazione è un punto negativo importante. Avere una trama di base avrebbe sicuramente aumentato la voglia di scoprire e continuare – mentre avere piccole pillole dopo ore e ore di gameplay non aiuta per nulla il coinvolgimento degli utenti.

Per quel che concerne il sistema di personalizzazione, non sono completamente delusa, ma neppure assolutamente estasiata. Oltre al nostro Cradle, avremo di fianco un Magus, un’intelligenza artificiale con alcune caratteristiche di supporto al nostro combattimento.

Abbiamo quattro aspetti di preset e cinque differenti caratteristiche degli stessi. L'intelligenza artificiale può supportarci in combattimento, oppure nella raccolta di risorse. Una volta scelto il tipo di aiuto in battaglia, non possiamo cambiarlo per il resto del gioco – se non utilizzando un elemento di ripristino.

Il nostro Magus può infine essere personalizzato a livello estetico, andando ad apportare modifiche sui capelli, sui vestiti, ma niente concernente il suo aiuto in gioco.

 

Leggi altri articoli