Suikoden I&II HD Remaster | Recensione - Il ritorno che serviva?
Una raccolta dei primi due, storici Suikoden, amatissimi ancora oggi da una moltitudine di fan. Che lavoro avrà fatto Konami?
Advertisement

a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
In sintesi
- Due rimasterizzazioni ad un passo dal remake.
- Buona quantità di extra.
- Budget ridotto.
-
Pro
- Remaster che è quasi un remake sotto certi aspetti.
- Due pietre miliari del genere in un solo pacchetto.
- Suikoden tradotto in italiano per la prima volta...
-
Contro
- ...ma in modo migliorabile.
- Autosalvataggio molto pigro.
Il Verdetto di SpazioGames
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: Konami
- Produttore: Konami
- Testato su: SWITCH
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 6 marzo 2025
Lasciata nel cassetto ormai dal lontanissimo 2006, quando, nel pieno della maturità del ciclo vitale di PS2 giunse il quinto capitolo, la serie di Suikoden rimane, nonostante la prolungata assenza dalle scene, una delle preferite dai fan di giochi di ruolo di matrice giapponese: se i primi tre capitoli, in particolare, risultano quelli preferiti dal pubblico, è l'intero franchise ad aver sempre stuzzicato chi ama il genere.
Dopo il ritorno in grande stile segnato dal successo di Silent Hill 2 e (si spera) dal venturo remake di Metal Gear Solid 3, Konami decide allora di sondare le acque con una rimasterizzazione dei primi due, storici episodi, riproposti su PC, PS4, Xbox One e Switch, la versione che abbiamo recensito per voi.
Suikoden
Pubblicato tra la fine del 1995 e l'inizio del 1996 in Giappone, ma solo nel 1997 dalle nostre parti, Genso Suikoden segnò in maniera indelebile i primi mesi di vita di PlayStation – che, pur concentrandosi maggiormente sulla grafica in 3D rispetto alla concorrente Sega, il Saturn, ospitò alcuni dei giochi di ruolo giapponesi bidimensionali migliori della recente storia videoludica.
Se all'epoca il gioco di ruolo Konami si segnalò per la possibilità, unica al tempo, di reclutare ben 108 diversi personaggi, le famose 108 Stelle del Destino, in realtà i punti di forza della produzione risiedevano perlopiù altrove, e più specificatamente nei duelli uno contro uno, nelle battaglie campali, che restituivano al giocatore la sensazione di comandare davvero un esercito, ed in un sistema di combattimento versatile e altamente personalizzabile.
Le vicende ruotano attorno al figlio di un Teo McDohl, generale di alto rango dell'Impero della Luna Scarlatta, cresciuto per arruolarsi nell'esercito ma trovatosi presto, in assenza del padre, a vedere con i suoi occhi le nefandezze di cui l'Impero si macchia a scapito dei regni confinanti e dei suoi stessi cittadini.
Di villaggio in villaggio, il giocatore sarà allora chiamato a reclutare un vero e proprio esercito di liberazione, con una base segreta come punto di riferimento, con meccaniche che negli anni sono state riprese da decine di giochi simili (dalla stessa Obsidian salita alle cronache per il recente Avowed, giusto per fare un esempio).
Sebbene non tutte le 108 Stelle del Destino siano effettivamente schierabili in battaglia, la libertà lasciata al giocatore nella composizione del suo party è immensa, e contribuì a distinguere Suikoden dalla miriade di congeneri che affollavano il mercato all'epoca della pubblicazione.
Nonostante meccaniche "old school", grafica in due dimensioni ed incontri causali, il capostipite vendette sufficientemente bene (e fu accolto entusiasticamente anche dalla critica specializzata, tanto in patria quanto all'estero) da garantire la prosecuzione della serie: bastarono meno di tre anni per vedere Suikoden II raggiungere gli scaffali.
Suikoden II
Squadra che vince non si cambia – e così, sempre con Yoshitaka Murayama al timone (autore del recente Eiyuden Chronicles), alla fine del 1998 giunse il tanto sospirato seguito di quella che doveva diventare (ed è poi effettivamente diventata, sebbene con qualche distinguo) la risposta Konami alla serie Final Fantasy di Square e a quella Dragon Quest di Enix, all'epoca non ancora fuse.
Suikoden II migliorava sotto molti aspetti il già più che buono predecessore, ma al lancio ebbe vita più difficile perché nel frattempo il mercato si era spostato in maniera decisa verso i poligoni, con i giocatori di JRPG che non facevano eccezione.
Eppure tutto, a partire dalla narrativa, rappresentava un passo avanti rispetto al predecessore: stavolta le vicende ruotavano intorno a due amici, uno dei quali impersonabile dal giocatore, entrambi arruolati nell'esercito di Highland, nello stesso mondo di Genso Suikoden.
Ma, come per l'Impero della Luna Scarlatta del primo episodio, il potere negli universi immaginati da Murayama andava spesso a braccetto con la violenza, con l'abuso, con la coercizione: il principe Luca Blight (nomen omen), uno dei villain più memorabili della storia del genere, costringe il nostro protagonista e l'amico d'infanzia Jowy a disertare – e, per una serie di circostanze, a mettere su una milizia rivoluzionaria, che sfiderà il potere costituito in una guerra sanguinolenta e senza quartiere.
A colpire furono soprattutto i risvolti inattesi della trama, con tradimenti ed intrighi che oggi potrebbero sembrare telefonati, ma che ventisette anni fa rappresentarono uno dei punti di forza della produzione.
Se la struttura generale, anche a livello narrativo, ricalcava a grandi linee quella del primo capitolo, la maggiore libertà lasciata al giocatore, la migliore caratterizzazione di molte delle 108 Stelle del Destino ed un intreccio più elaborato e ricco di scelte (con il finale direttamente dipendente da alcune di esse) ne fecero nel complesso un titolo migliore, che, giocato oggi, risulta più moderno e godibile rispetto al primo Suikoden, per chi non conoscesse la serie.
A prescindere dai gusti personali e dagli anni intercorsi, comunque, stiamo parlando di due JRPG seminali, non privi di difetti e non sempre invecchiati bene (si passa ancora tanto, troppo tempo nei menu), che meritano di essere riscoperti da chi non li avesse giocati all'epoca ma anche rivissuti da chi ci è cresciuto e magari ne conserva solo ricordi vaghi.
Un buon lavoro con qualche sbavatura
Tra le aggiunte e le modernizzazioni segnaliamo la possibilità di aumentare la velocità delle battaglie fino a quattro volte quella originale – e, soprattutto, la possibilità di inserire il pilota automatico con l'auto-battle, utile in caso ci sia bisogno di grinding o per sbarazzarsi dei nemici minori durante l'esplorazione di un dungeon.
Aggiunte ormai standard per le operazioni di questo tipo, che però non le rendono meno utili per ottimizzare i tempi ed offrire un'esperienza il più possibile vicina agli standard moderni.
Allo stesso modo, il nuovo registro delle conversazioni consente di seguire i risvolti della trama senza problemi, anche qualora ci si sia persi un dialogo o la nostra attenzione sia stata distratta da qualcos'altro: i temi trattati non sono banali, e almeno un paio dei colpi di scena che la storia riserva (soprattutto nel secondo capitolo) sono invecchiati bene e risulteranno decisamente inaspettati per i neofiti.
Tutti i fondali del gioco sono stati rimasterizzati in alta definizione, passando per il motore Unity, con risultati alterni, che talvolta premiano la direzione artistica e la dovizia di piccoli particolari anche all'interno delle abitazioni, e talaltra evidenziano il riciclo ossessivo di sprite, geometrie ed elementi di arredo urbano.
Nel complesso, comunque, nonostante avessimo preferito una maggiore aderenza alla pixel art originaria in alcuni frangenti, possiamo dirci soddisfatti del lavoro svolto da Konami, che in alcuni campi – come l'illuminazione, il totale restyle a cui sono andate incontro le talking head di tutti i personaggi presenti nel gioco e la mappa del mondo – si spinge alle soglie del remake.
Molto bene anche a livello di extra, con gallerie di immagini e bozzetti, alcuni dei quali inediti, e il recupero di materiale di sviluppo che negli anni avrebbe altrimenti rischiato di andare perso, vista anche la strada intrapresa da Konami: speriamo questo sia di buon auspicio per il futuro del publisher giapponese.
Parimenti, a livello sonoro la rimasterizzazione si difende più che bene: gli effetti sonori sono stati registrati nuovamente in alta definizione, come anche quelli durante le battaglie, ed il risultato si apprezza soprattutto indossando un headset di buona qualità, laddove giocando in modalità televisiva, invece, risultano appena percepibili.
Ma la colonna sonora, frutto di un lavoro di gruppo capeggiato dalla talentuosa Miki Higashino (Contra III, Vandal Hearts, Gradius III), non solo è invecchiata benissimo, con motivi ancora estremamente orecchiabili, ma è stata trattata con il dovuto rispetto, con campionamenti di buona qualità senza eccessive compressioni audio come purtroppo sentito altrove.
Se il voto che vedete in calce alla nostra disamina, che, lo ricordiamo, si riferisce all'opera di rimasterizzazione e NON ai giochi, non è più alto, è perché ci sono comunque una serie di ingenuità e scivoloni che tradiscono non solo un budget estremamente limitato, ma anche una cura per i dettagli non sempre soddisfacente.
Prendiamo come esempio il salvataggio automatico, che, di per sè, sarebbe una manna, visto che i titoli originali consentivano di salvare i progressi solo in specifici punti, non sempre ben distribuiti: la sua inclusione è benvenuta, ma, quantomeno nella versione da noi testata (1.0.0) la scarsissima frequenza con cui entra in gioco lo rende, di fatto inutile.
Durante la nostra prova di Suikoden siamo incappati in un crash improvviso, l'unico peraltro riscontrato in tante ore di gioco, e al nostro ritorno nel gioco abbiamo notato come l'autosalvataggio, che fino a quel momento non avevamo mai chiamato in causa, fosse intervenuto per l'ultima volta poco meno di due ore prima.
Sconsolati, abbiamo ricaricato il nostro ultimo salvataggio manuale che andava indietro di circa quaranta minuti, chiedendoci il motivo di inserire una funzione di autosave che svolge il suo lavoro con la stessa frequenza con cui piove d'estate nel Sahara.
Discorso analogo per la localizzazione nella nostra lingua, graditissima non solo a chi non mastica la lingua d'Albione ma anche a chi si fosse perso risvolti della trama del capostipite, mai tradotto in italiano prima di questa raccolta.
In questa rimasterizzazione la localizzazione è completa per entrambi i titoli, ma se per il secondo il lavoro è migliorativo rispetto alla pessima traduzione che dovettero sorbirsi i giocatori dell'epoca su PlayStation, i testi di Suikoden sono pieni di errori grammaticali e refusi, con il testo peraltro non sempre centrato correttamente all'interno delle finestre di dialogo.
Nulla che una patch mirata non possa sistemare, sia chiaro, ma sarebbe bastato un correttore di bozze al lavoro per evitare qualche strafalcione e fare una migliore figura con gli acquirenti della prima ora.
In ultimo, plaudiamo alla scelta di aggiungere due Rune esclusive ed un bel gruzzoletto iniziale nelle tasche del giocatore: l'una consente di raddoppiare l'esperienza ricevuta, così da ovviare alle enormi differenze di livello nel reclutamento delle 108 Stelle del Destino, mentre la seconda raddoppia i poki (la moneta del mondo di Suikoden) ricevuti a fine battaglia.
D'altronde, le guerre costano, si sa, ed armare l'esercito di liberazione non è a buon mercato.
👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!
All'interno della collection c'è un gioco che ancora oggi è da 10, specialmente considerando le schifezze che ci sono in giro e che prendono dall'8 in su. Dare 7,5 è praticamente un insulto, visto che qualcuno sicuramente snobberà questa collection per il voto, quando invece Suikoden 2 dovrebbe essere tra i giochi "obbligatori" da giocare nella vita, prima di definirsi un minimo acculturati in materia.Convengo in assoluto. Questi due titoli sono dei classici imperdibili del genere che meriterebbero ancora oggi un 9, pur senza remaster.
Dare un 7.5 è svilente, incomprensibile, inaccettabile per certi versi.
Questo commento è stato nascosto automaticamente. Vuoi comunque leggerlo?
Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.
Advertisement
Questo commento è stato nascosto automaticamente. Vuoi comunque leggerlo?