Immagine di S.T.A.L.K.E.R. Legends of the Zone Trilogy | Recensione - Com'è su Switch?
Recensione

S.T.A.L.K.E.R. Legends of the Zone Trilogy | Recensione - Com'è su Switch?

S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy è essenziale per chiunque voglia mettersi in pari con la serie prima del 2: vediamo la recensione su Switch.

Avatar

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

In sintesi

  • Tre ottimi giochi al prezzo di uno.
  • Un bel biglietto da visita per S.T.A.L.K.E.R. 2.
  • Ottimo lavoro di porting su Switch.

Informazioni sul prodotto

Immagine di S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy
S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy
  • Sviluppatore: GSC Game World
  • Produttore: GSC Game World
  • Testato su: SWITCH
  • Piattaforme: PS4 , XSX , XONE , SWITCH
  • Generi: Sparatutto , Survival Horror
  • Data di uscita: 6 marzo 2024 (PS4, Xbox One, XSX) - 31 ottobre 2024 (Switch)

A pochi giorni dalla tanto attesa release di S.T.AL.K.E.R. 2, uno dei titoli che la community aspetta con maggiore trepidazione, ecco che GSC World riempie gli eventuali buchi di memoria dell'utenza Nintendo, che fin qui era rimasta esclusa dalle precedenti release.

S.T.A.L.K.E.R. Legends of the Zone Trilogy è una raccolta, purtroppo nel solo formato digitale, dei tre capitoli che compongono la trilogia originale, pubblicata a partire da diciassette anni fa su PC. Nonostante l'annuncio del successore di Nintendo Switch sembri ormai essere dietro l'angolo, la console ibrida della casa di Kyoto continua a sparare cartucce di sorprendente qualità.

Se avete messo nello zaino la fida mitraglietta semiautomatica, il contatore Geiger e un medikit, allora siete pronti a seguirci nella zona contaminata e nella nostra recensione.

Macchina del tempo radioattiva

Era il 2007 quando un team di sviluppo ucraino misconosciuto, GSC Game World, presentava al mondo il suo ambizioso progetto, uno sparatutto survival a mondo aperto con un'intelligenza artificiale adattiva ed un livello di difficoltà decisamente tarato verso l'alto, nonché requisiti minimi talmente elevati da costringere i giocatori più incalliti ad aggiornare le proprie schede grafiche, quando non a cambiare completamente il proprio hardware da gioco.

Stiamo parlando, ovviamente, di S.T.A.L.K.E.R. Shadow of Chernobyl, uno dei titoli la cui eredità è stata raccolta innumerevoli volte da un gran numero di differenti franchise, dagli episodi più recenti di Fallout a Metro 2033, passando per DayZ e Chernobylite.

Poter giocare la trilogia originale su una console portatile, peraltro al crepuscolo del suo ciclo vitale, come Nintendo Switch, rappresenta già di per sé una grande vittoria per noi videogiocatori, a maggior ragione con l'attesissimo S.T.A.L.K.E.R. 2 alle porte.

Il livello di personalizzazione dell'esperienza di gioco rimane ancora oggi un sacrosanto motivo di vanto.
Nonostante Clear Sky, secondo per pubblicazione, potrebbe essere scelto come titolo giusto dal quale iniziare, vista la sua natura di prequel, il nostro consiglio è di seguire l'ordine naturale con cui i titoli furono immessi sul mercato perché – se la memoria non ci inganna, il secondo capitolo contiene spoiler sulla storia del primo, che narrativamente rimane quello ricordato con più affetto dai fan.

Ciò detto, la struttura, i controlli ed il gameplay dei tre titoli differiscono solo in minima parte, con quell'inconfondibile connubio tra esplorazione, stealth, gioco di ruolo, sparatutto in prima persona e survival che ha reso immortale questa saga.

Le scelte contano, se è vero che tutti gli NPC, finanche i questgiver, possono essere uccisi, da terze parti o dal giocatore, e che tantissime missioni, primarie quanto secondarie, lasciano piena libertà decisionale al giocatore su come e quando affrontarle.

Se questo viene sbandierato e promesso da una pletora di titoli odierni, all'alba del 2025, il fatto che tutti e tre i titoli contenuti in questo pacchetto offrissero tre lustri fa questo livello di personalizzazione dell'esperienza di gioco rimane ancora oggi un sacrosanto motivo di vanto per il team di sviluppo ucraino.

Ogni incontro è una storia a sé

Imbattersi in qualcuno che implora per avere un medikit, in strani diari di un sopravvissuto che danno accesso da una nuova questline opzionale, in gruppi di sconosciuti armati che prima sparano e poi pongono domande sono solo alcune delle evenienze più comuni in tutti e tre i titoli – e, sebbene sia possibile salvare in ogni momento, si finisce con il muoversi in maniera sempre circospetta, sempre in preda alla paranoia, soppesando bene ogni azione, anche quelle all'apparenza più banali come entrare o meno in un casale diroccato dinanzi al quale era piazzata una mina antiuomo.

Da questo punto di vista, per peso delle scelte effettuate e livello di immersione nel mondo di gioco, questa trilogia ha risvegliato in noi potenti vibes di Skyrim, che giocato su Switch mantenne tutta l'essenza che lo rese una pietra angolare del gioco di ruolo moderno.

Il lavoro di GSC Game World è probabilmente più rozzo e le mappe dei giochi non possono rivaleggiare con quella del titolo Bethesda, che d'altronde aveva alle spalle un budget assai più cospicuo, ma ad unire idealmente i due titoli c'è tanto altro, dalla cura per i dettagli all'impressione che il mondo viva e pulsi al netto delle azioni del giocatore.

Nondimeno, e qui sta la grandezza del lavoro svolto dagli sviluppatori, il peso delle scelte del giocatore è immediatamente percepibile nel mondo di gioco, e certi elementi, come le anomalie, che garantiscono al giocatore dei poteri unici proprio come gli urli del drago di Skyrim, accomunano i due titoli nella loro eterogeneità.

Estremamente convincente, e non guasta mai, anche il rapporto qualità/prezzo del cofanetto: i giochi possono essere acquistati separatamente al prezzo di circa venti euro l'uno, con una durata media compresa, approssimativamente, tra le quindici e le trentacinque ore ciascuno, il che già li porrebbe al di sopra della media dei congeneri.

Ma è soprattutto qualora acquistati in bundle, al costo totale di meno di quaranta euro, che i giochi acquistano un valore incredibile per quantità e qualità, mettendo i giocatori che non li avessero mai provati dinanzi ad un'offerta che proprio non si può rifiutare.

Ma ci gira S.T.A.L.K.E.R.?

Come detto in apertura, i titoli originali, ed in particolare il primo, rappresentarono per anni un benchmark notevole per i PC da gaming, mossi com'erano da un motore proprietario di grande potenza, che mostrava i muscoli dal punto di vista dell'illuminazione, della conta poligonale e del livello di dettaglio complessivo, a discapito di una palette di colori quasi monocromatica e di animazioni in certi frangenti piuttosto legnose.

Siamo felici di raccontarvi che siamo rimasti stupiti dalle performance dei tre titoli su Nintendo Switch, tanto in modalità portatile quanto giocando sulla tv di casa: per tutti e tre i titoli il frame rate target è di 30 fps, che vengono mantenuti nella stragrande maggioranza dei casi nonostante non siano state impiegate tecniche di risoluzione dinamica, di modo che la risoluzione dell'immagine non scenda mai sotto alla soglia fisiologica dei 720p.

Ad aiutare le performance del gioco c'è anche il design delle mappe e l'assenza di veri e propri momenti di affollamento, con un gameplay lento e ragionato, più incline alla ricerca, all'esplorazione ed allo stealth che agli scontri a fuoco in stile John Rambo.

Questa considerazione non toglie nulla, però, alla bontà del lavoro svolto sul porting, uno dei più solidi che ci sia capitato di vedere negli ultimi anni su Switch – perché, se i titoli sono pur sempre di un'altra era videoludica, la loro pesantezza e la quantità di dettagli che portano in dote sono stati per anni protagonisti di meme e discussioni in Rete.

Proprio come nelle versioni originali su PC e nelle controparti per le altre piattaforme, uscite qualche mese fa, i dialoghi risultano ingessati e le animazioni facciali sono pressoché non esistenti, ma questa non è una peculiarità della versione Switch oggetto di questo articolo, quanto, piuttosto, una caratteristica dei titoli sin dalla loro pubblicazione – che d'altronde, lo ricordiamo, è datata dai diciassette ai quindici anni or sono.

Se Shadow of Chernobyl stupisce per il level design e per quanto risulti ancora moderno a livello grafico, fatti salvi gli elementi a cui abbiamo fatto riferimento poc'anzi, Clear Sky, l'unico titolo del trittico a ravvivare la tavolozza di colori e a mettere conseguentemente in mostra ombre dinamiche, vince probabilmente il titolo immaginario di migliore del pacchetto, quantomeno da un punto di vista meramente visivo.

Il porting è uno dei più solidi che ci sia capitato di vedere negli ultimi anni su Switch.
Per quanto ci riguarda, l'aggiunta dei controlli giroscopici non ha modificato radicalmente l'approccio allo shooting, che continuiamo a trovare assai più comodo mantenendo il sistema di controllo originale, ma per gli amanti di questa tecnologia sapere che la scelta esiste sarà di certo una buona notizia.

Siamo rimasti molto colpiti anche dalla pulizia del codice, pure ricevuto a ridosso della pubblicazione: considerando la ridda di bug e piccole problematiche che affliggevano tutti e tre i titoli al lancio su PC, e il perdurare per anni di alcune di quelle problematiche, in parte risolte dal team di sviluppo anche con l'aiuto di una community appassionata ed entusiasta, il non essere incappati in alcuna problematica consistente in quasi venti ore di gioco su Switch è indice dell'impegno profuso in fase di porting e del sincero desiderio degli sviluppatori di attirare proseliti anche tra l'utenza Nintendo.

Bene anche dal punto di vista dell'audio, con una larghissima percentuale di dialoghi doppiati (la stragrande maggioranza in inglese, qualcuno in ucraino con sottotitoli) e con un sound design che strizza l'occhio in più momenti al survival horror, in linea con un gameplay che fa della scarsità di proiettili e risorse e dell'aspetto terrificante di molte delle bestie mutate che ci daranno la caccia due elementi fondanti.

L'intero pacchetto, insomma, regge il passo pur mostrando la sua età, come una vettura d'epoca con qualche optional in meno di quelle odierne ma dal fascino intramontabile per linea ed estetica.

Se solo avessimo pensato di giocarlo in metropolitana nel palmo della nostra mano solo quindici anni fa...

Voto Recensione di S.T.A.L.K.E.R. Legends of the Zone Trilogy | Recensione


8.5

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Livello di immersione ancora senza paragoni.

  • Riuscitissimo mix di generi differenti.

  • Port di grande valore.

  • Rapporto qualità/prezzo eccezionale.

Contro

  • Animazioni e dialoghi piuttosto ingessati.

Commento

S.T.A.L.K.E.R. Legends of the Zone Trilogy rappresenta un pacchetto di inestimabile valore per tutta l'utenza Switch: a meno di non odiare visceralmente uno o più dei generi ibridati in questi prodotti, che racchiudono elementi presi dai giochi di ruolo occidentali, dagli sparatutto, dai survival, finanche dagli stealth, non c'è davvero motivo per non lanciarsi in questo viaggio.
In primis perché l'esperienza di gioco offerta è ancora oggi tra le più immersive e personalizzabili sul mercato, secondariamente perché il port è di ottima qualità, con un frame rate stabile in quasi tutti i frangenti ed una qualità dell'immagine che varia dall'ottimo al discreto.
In ultimo va considerato il prezzo complessivo dell'operazione, vantaggioso in caso di acquisto singolo ma assolutamente clamoroso per la trilogia completa.
Se non siete mai stati nella zona contaminata, questo è davvero il miglior momento per visitarla, visto l'imminente arrivo del seguito, ma anche qualora aveste già confidenza con le aberrazioni che vi ci aspettano, la possibilità di (ri)giocarci in viaggio o a letto non è affatto da sottovalutare.
Leggi altri articoli