Sniper Elite Resistance | Recensione - Niente nuove, buone nuove?
Sniper Elite Resistance è un nuovo capitolo della saga che poi tanto nuovo non è, tra asset riciclati e meccaniche riprese in toto dal quinto capitolo.
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
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Pro
- Invasion mode ancora in formissima.
- Dimensione e level design delle mappe.
- Gunplay di grande precisione con il fucile da cecchino...
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Contro
- ...ma estremamente goffo una volta scoperti.
- Novità col contagocce rispetto al quinto capitolo.
- La formula comincia ad accusare il peso degli anni.
Il Verdetto di SpazioGames
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Rebellion
- Produttore: Rebellion
- Distributore: PLAION
- Testato su: PS5
- Piattaforme: PS5 , PS4 , XSX , XONE , PC
- Generi: Sparatutto
- Data di uscita: 30 gennaio 2025
Dici Rebellion e dici Sniper Elite: la proprietà intellettuale dedicata al cecchino Karl Fairburne ha segnato in maniera indelebile la carriera del team di sviluppo britannico, che ci porta nuovamente dietro le linee nemiche, nella Francia occupata pre-sbarco in Normandia, ma stavolta nei panni di un nuovo protagonista.
"Nuovo" non è forse la parola migliore per descrivere il soldato Harry Hawker, apparso già in passato come personaggio non giocante, che assurge al ruolo di protagonista perché le vicende narrate si svolgono in contemporanea con quelle del quinto episodio.
Dopo la nostra prova di qualche mese fa, vediamo se le pallottole del cecchino inglese di Sniper Elite Resistance sono appuntite come la sua pronuncia, o spuntate come quelle di Leslie Nielsen.
Come sprecare un'ambientazione affascinante
Una delle poche novità che Sniper Elite Resistance porta in dote è rappresentata dal cambio di protagonista: con l'amato Karl Fairburne impegnato, come anticipato, negli eventi che abbiamo visto nel corso del quinto capitolo, che corrono paralleli a quelli di questo episodio, il timone passa nella mani di Harry Hawker, una versione più ruspante e meno pettinata del nostro ammazza-nazisti di fiducia.
Il nostro nuovo alter ego si trova in missione dietro le linee nemiche, nella Francia occupata dai nazisti nel 1944, per servire nuovamente la SOE (Special Operations Executive), che si oppone con forza alla spaventosa macchina bellica teutonica.
Se questo, insieme all'allettante prospettiva di scavare un terzo occhio in fronte a centinaia di nazisti, potrebbe aumentare la salivazione dei nostri lettori appassionati di storia e di cecchinaggio, per frenare un po' gli entusiasmi dobbiamo purtroppo segnalare un intreccio abbastanza debole, tenuto in piedi dalla possibilità che i nazisti nascondano un terrificante asso nella manica, capace di rovesciare le sorti della guerra proprio quando gli alleati si preparano allo sbarco in massa.
Se la narrativa non era mai stato il punto forte del franchise, insomma, Sniper Elite Resistance non si sforza di fare nulla per cambiare lo status quo, proponendo una storia striminzita e lineare, senza alcun guizzo a offrirle un po' di elettricità.
Gli anni passano
Le novità rispetto all'ultimo capitolo numerato della serie, uscito nel 2022, si contano sulle dita di una mano monca: non ci sono nuove tipologie di armi né di nemici, non ci sono opzioni tattiche inedite – e così, complice l'utilizzo del medesimo motore grafico e di gran parte delle stesse animazioni, la sensazione di deja-vu irrompe prepotentemente già all'alba della terza missione.
Il sistema di crescita del personaggio, l'interfaccia utente e gli stessi menu sono presi di peso dal quinto episodio, come se non fossero passati quasi tre anni dalla sua pubblicazione, ma questo, fortunatamente, significa che anche le cose che funzionavano in Sniper Elite 5, dall'ampiezza della mappe alla precisione delle fasi di cecchinaggio, tornano in grande stile, solo un po' più appesantite dal tempo.
Con l'eccezione delle spettacolari kill-cam al rallentatore, che non invecchiano a dispetto del tempo intercorso dalla pubblicazione del primo capitolo della serie, tutto inizia a sapere un po' di stantio, con il paradossale risultato che saranno i neofiti della serie, o comunque coloro che la conoscono superficialmente, ad apprezzare di più Sniper Elite Resistance, che invece era probabilmente pensato per i più accaniti tra i fan della prima ora.
Dagli obiettivi di missione visti già numerose volte per chi avesse giocato anche solo un paio dei precedenti episodi del franchise (infiltrazione in basi nemiche, recupero di documenti segreti, sabotaggio di postazioni antiaeree e missioni di assassinio, giusto per citare quelle più frequenti a cui facevamo cenno poc'anzi) alle medesime, e non sempre precise, meccaniche di stealth, passando per il ritorno dei banchi da lavoro introdotti nel quinto episodio, Sniper Elite Resistance si accontenta di riproporre tutti gli stilemi ludici dell'ultimo capitolo pubblicato, limitandosi a cambiare ambientazione e protagonista, nemmeno, come abbiamo visto poco sopra, in maniera poi così convincente.
Il problema più grosso, che la serie si porta dietro da decenni e che non è stato risolto né nel quinto capitolo, né (tantomeno) in questo Resistance, è rappresentato del gunplay del titolo quando lo stealth fallisce: se nell'uno contro uno la battaglia rimane goffa ma gestibile, al suono della sirena il giocatore sa che la sua ora è arrivata.
Il numero di rinforzi nemici e la legnosità delle fasi da sparatutto in terza persona puro danno vita a situazioni non solo poco divertenti dal punto di vista ludico, ma anche frustranti anche al livello di difficoltà di default, che per il resto si rivela invece finanche troppo accomodante.
Se già dal nome del franchise si può facilmente evincere quale sia il nocciolo della serie, i membri di Rebellion dovrebbero concentrarsi sul migliorare le fasi in cui non è possibile bersagliare da lontano i nemici e si è costretti a sporcarsi di più le mani.
Si potrebbe obiettare che non è da un titolo nemmeno numerato della saga che era lecito aspettarsi una rivoluzione in questo senso, eppure questo cambiamento così necessario viene rinviato di capitolo in capitolo da troppi anni, e l'appetibilità della serie comincia inevitabilmente a risentirne.
Sono invece benvenute tanto la possibilità di invadere il mondo di altri giocatori (ed essere parimenti invasi), che ci ha regalato qualche brivido inatteso durante le ore di test, e quella di affrontare l'intera campagna in cooperativa online, due feature che non tutti gli episodi regolari del franchise proponevano e che invece la fanbase richiedeva a gran voce.
In generale, e lo diciamo per bilanciare le critiche mosse al gioco, il gameplay di base funziona ancora egregiamente, e gli appassionati duri e puri delle avventure di Karl Fairburne (come anche coloro che fossero al primo capitolo) troveranno comunque un'avventura meritevole, ma la sensazione di stanchezza è sempre più evidente di capitolo in capitolo e in Rebellion non sembrano essersene accorti.
O, quantomeno, non stanno attuando delle contromisure efficaci per rallentare – o, meglio ancora, invertire – questo processo.
Nulla di nuovo sul fronte occidentale
La longevità non è un problema, in compenso: la decina di ore necessarie ad esplorare i sette scenari sandbox proposti dal titolo (e le nove missioni ad essi collegate) scorrono via abbastanza velocemente, finanche con un discreto grado di rigiocabilità dovuto alla pluralità di approcci possibili e all'onnipresente possibilità di essere beccati e dover essere costretti ad improvvisare.
Abbiamo apprezzato molto l'aggiunta delle missioni Propaganda, piccole sfide a tempo sbloccabili dai giocatori che riusciranno a collezionare i manifesti omonimi sparsi per i livelli: questa aggiunta, pur in assenza di leaderboard sulle quali postare il proprio tempo e confrontarlo con quello di altri giocatori in giro per il mondo, premia i giocatori che esplorano al meglio le mappe e valorizza, in un certo qual modo, il buon level design che da sempre caratterizza la serie.
A livello tecnico, siamo, come avrete ormai intuito se avete letto fin qui, dalle parti di Sniper Elite 5, nel bene e nel male: abbiamo giocato su PS5 e il colpo d'occhio è discreto, le mappe sono estese e poggiano su un level design raramente banale, che offre sempre almeno un'alternativa al giocatore, ma l'espressività dei volti è vicina allo zero, le animazioni dei nemici (e a volta anche del protagonista) lasciano un po' a desiderare e, soprattutto, è facile imbattersi in texture di superficie molto blande e oggetti di contorno modellati in maniera grezza.
Ci sono nemici che si faranno uccidere con disarmante semplicità, alternati ad altri che ci vedranno da un centinaio di metri e ad altri ancora che non ci scorgeranno a cinque metri di distanza nonostante ci si muova chiaramente nel loro campo visivo, seppure periferico.
Per contestualizzare l'operazione commerciale a cui si accompagna il lancio di questo gioco, va detto che un prezzo budget avrebbe probabilmente potuto annacquare i nostri dubbi ed aiutare a chiudere un occhio sulle evidenti somiglianze (eufemismo!) con Sniper Elite 5. Va invece segnalato che Resistance viene proposto al medesimo prezzo di lancio del suo predecessore (e quindi inquadrato come gioco a tutto tondo tanto quanto lui) – non fosse che il quinto capitolo rimane nel complesso un gioco migliore e che, per giunta, è reperibile a circa la metà di quel prezzo tanto in versione fisica quanto digitale.
Intelligenti pauca.
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