Slitterhead | Recensione - La nuova opera del creatore di Silent Hill
Dalla mente del creatore di Silent Hill arriva Slitterhead, un nuovo action-horror con tante particolarità ma sin troppe mancanze: la recensione.
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
In sintesi
- Un action con venature horror basato sui combattimenti.
- La possessione vi permette (e obbliga) di passare da un personaggio all'altro.
- Tecnicamente e strutturalmente è un gioco piuttosto vecchio.
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Bokeh Game Studio
- Produttore: Bokeh Game Studio
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC , PS5 , XSX , PS4
- Generi: Azione , Avventura
- Data di uscita: 8 novembre 2024
Slitterhead è la chiara dimostrazione di quanto sia complicato ripartire da zero, creare un proprio studio di sviluppo, dirigerlo e far arrivare sul mercato un progetto all'altezza di una leggenda della storia dei videogiochi.
Quando il creatore di Silent Hill, Forbidden Siren e Gravity Rush ha deciso di mettersi in proprio, perseguire la propria visione artistica e creare qualcosa che sentisse suo senza ricevere pressioni, probabilmente non puntava alle stelle, ma a un titolo dalla forte identità.
Già in fase promozionale, Slitterhead tradiva però una neanche troppo velata vicinanza a Kiseijū di Hitoshi Iwaaki, assieme ad alcune meccaniche come il "sightjack" che sembravano essere prese di peso dall'ottimo ma poco compreso Forbidden Siren.
Cosa c'è di vero dopo le prime impressioni preliminari? Il nuovo gioco di Keiichiro Toyama può dirsi un successo o è il suo primo vero passo falso?
Slitterhead, una storia fuori dagli schemi
Le particolarità della trama di Slitterhead sono già audaci sin dall'incipit, che vi vede impersonare "Hyoki", un'entità senza memoria né una vera e propria forma fisica, uno spirito errante in grado di poter prendere il controllo degli esseri viventi. Il suo scopo, per lo meno all'apparenza e nelle prime fasi, è quello di eradicare la minaccia rappresentata da alcuni mostri chiamati appunto Slitterhead, in grado di prendere le sembianze degli umani.
Proprio questi Slitterhead hanno un'estetica che è una via di mezzo tra gli alieni visti in Kiseijū e i Ganados di Resident Evil 4, capaci di mutare – in una seconda fase – in nuove forme vicine a degli insettoidi giganti. Lungo le strade in tumulto di Kowloon, bisognerà infiltrarsi tra le maglie di una pericolosa organizzazione e affrontare delle intense battaglie usando abilità e meccaniche di gioco piuttosto uniche, rispetto agli altri titoli dello stesso genere.
Tanto la conduzione di gioco quanto i combattimenti prevedono la continua possessione di altri umani (e non solo), sfruttati come punti nodali per poter sia superare determinati ostacoli che interromperebbero altrimenti la normale progressione, sia per non dare punti di riferimento ai pericolosi avversari.
L'entità che controllerete in Slitterhead vede infatti ogni umano come sacrificabile, pur di perseguire i propri scopi, pertanto una grata o diversi piani di un palazzo irraggiungibili non sono di certo un problema, grazie al passaggio continuo da un corpo all'altro.
Buttarsi giù da un tetto altissimo facendo morire il malcapitato di turno per poi passare in volo a un altro corpo, o sfruttare l'ultimo afflato vitale di un passante che attacca fino alla morte per poi prendere il controllo di un baldo giovane nel pieno delle sue forze, è dunque una consuetudine a cui dovrete ben presto abituarvi.
Oltre agli NPC alla vostra completa mercè, in Slitterhead prenderete anche il controllo di alcuni umani speciali che entreranno in particolare risonanza con l'evanescente protagonista. Attraverso questi personaggi che assumeranno ben presto un ruolo di rilevo nel contesto narrativo, il vostro spirito potrà anche dialogare nelle fasi di intermezzo tra una missione e l'altra, scoprendo ulteriori dettagli e sbloccando nuove mansioni.
Il racconto assume subito i connotati di un misterioso rompicapo che verrà sciolto solo nelle fasi finali, ma va ammesso come non riesca a tenere sempre alta l'attenzione del giocatore. Sebbene la campagna principale di Slitterhead sia completabile in circa quindici ore, diverse missioni extra e altre principali palesemente di riempimento infiacchiscono l'opera fino al punto di spegnere un po' le motivazioni dei giocatori, flagellati da una struttura di gioco che tende alla ripetizione di mansioni, combattimenti e persino luoghi.
All'ennesima missione lungo gli stretti vicoli della cittadina, attraversando stradine, piazze e palazzi che si somigliano sin troppo, o contro dei nemici che vi si pareranno davanti solo per giustificare il completamento di un'attività per ottenere un singolo frammento di informazione, faticherete non poco a mantenere alto l'entusiasmo o desiderare con ardore di scoprire quali siano gli eventi clou di Slitterhead, indebolito da una diluizione indigesta e da una struttura di gioco davvero molto desueta e schematica.
Gameplay e comparto tecnico
Slitterhead mostre le sue migliori qualità – almeno in parte – nel suo inconsueto sistema di combattimento. Gli NPC minori che impersonerete hanno degli attacchi di base semplici e qualche abilità di poco conto, se paragonate con quelle degli umani speciali, ben più attrezzati e con una vasta gamma di possibilità d'offesa.
Il gioco vi incoraggia sin da subito a velocizzare le movenze durante i combattimenti proprio saltando da un personaggio all'altro, in modo da abituarvi a degli scontri che aumenteranno in intensità, numero e rapidità media. Dopo il primo terzo di gioco, Slitterhead inizierà a diventare più complesso, fermo restando che ogni giocatore potrà selezionare diversi livelli di difficoltà fino a trovare quello più adatto alle proprie esigenze.
Rimanendo sulla difficoltà di base, specialmente sul finire dell'avventura, verrete aggrediti da una gran quantità di nemici, ciascuno da far fuori facendo attenzione ai diversi punti di debolezza. Questo rende Slitterhead mediamente impegnativo, e solo chi avrà padroneggiato del tutto il sistema di combattimento potrà spingersi davvero ad affrontare il gioco in modalità Incubo.
Giusto per farvi comprendere meglio le dinamiche di gioco, Slitterhead prevede attacchi con la cosiddetta arma di sangue in dote a tutti quanti, schivate e la possibilità di eseguire dei parry che sbilanciano gli avversari e aprono una breccia nelle loro difese. Prima di un attacco nemico, una piccola mezzaluna vi indicherà da quale direzione sta per arrivare, e starà a voi indirizzare la levetta destra per contrastarlo.
Gli umani speciali hanno armi di sangue diverse che non vi sveliamo per amor di scoperta, la possibilità di resuscitare gli NPC caduti sul campo e altre abilità che vanno usate con attenzione. Il tutto, mentre si continua a saltare da un personaggio all'altro per evitare di esaurire la salute di tutti quanti. Se infatti tre personaggi moriranno durante i combattimenti, Slitterhead vi mostrerà la schermata del game over, pertanto bisognerà imparare anche a gestire con oculatezza tempi, efficacia degli attacchi e manovre difensive per avere sempre la meglio.
Sulla carta, questo sistema di combattimento sembra accattivante e in larga misura lo è anche; tuttavia, il tutto avviene con una certa farraginosità che pensavamo di esserci lasciati da un bel pezzo alle spalle. A malincuore dobbiamo dire che Slitterhead sembra in tutto e per tutto un gioco di quasi due generazioni fa, tanto nella struttura quanto nei suoi sistemi di gioco fondanti.
Anche tecnicamente (la nostra prova è avvenuta unicamente su PC), il gioco non riesce a restituire un buon impatto grafico e tecnico. Sebbene si intuiscano con chiarezza delle scelte stilistiche che pendono più verso la stilizzazione che non al realismo, la realizzazione dei modelli dei personaggi e le animazioni non sono esattamente al top, si notano delle incertezza nel frame rate e al di là dei bei effetti luce nelle piazze più affollate c'è ben poco che possa ambire anche solo alla lontana allo status di memorabilità.
Voto Recensione di Slitterhead | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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La meccanica della possessione vi consente di cimentarvi nelle traversate in modo diverso dal solito.
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Il sistema di combattimento prevede un continuo cambio di personaggi, con una buona dose di strategia.
Contro
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Tecnicamente e strutturalmente è un gioco piuttosto vecchio.
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Tante diluizioni e ripetizioni che fanno perdere mordente all'avventura.
Commento
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