Road 96 Mile 0 | Recensione - A suon di musica, per la democrazia
Yoan Fanise ci riprova e ci catapulta nuovamente nell'universo narrativo di Road 96 con questo prequel che sostituisce il viaggio disperato verso la libertà con pattini a rotelle e musica a tutto volume. Riusciranno Zoe e Kaito a diventare paladini della libertà e giustizia?
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a cura di Pia Colucci
Redattrice
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: DigixArt
- Produttore: Ravenscourt
- Distributore: Plaion
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
- Generi: Avventura
- Data di uscita: 04 aprile 2023
Se la volta scorsa siamo partiti alla volta della famosa e agognata Road 96 armati solo di determinazione e zaino in spalla, stavolta cercheremo di raggiungere il confine con addosso delle cuffie plasticose e colorate.
Sì, state chiudendo gli occhi e state immaginando proprio i fantastici anni '90. Averli vissuti direttamente oppure no, questo non importa: Ci pensa Road 96 Mile 0 a riportarci indietro nel tempo a suon di musica.
Una mattina, mi son svegliato...
Partiamo dal principio: Mile 0 è il prequel di Road 96 (lo trovate ancora su Amazon), videogioco creato dalla mente di Yoan Fanise (papà anche di quel fantastico titolo che prende il nome di Valiant Hearts).
Road 96 (qui la nostra recensione) è una sorta di road movie prestato all'intrattenimento videoludico; una forte componente narrativa caratterizza quello che è il viaggio di tanti personaggi senza nome, giovani ragazzi che decidono di scappare via di casa per varcare il confine del loro paese, Petra, uno Stato immaginario a stampo dittatoriale in cui il culto della personalità del proprio leader, il presidente Tyrak, è ai suoi massimi storici.
Il sistema sociale è, inoltre, suddiviso in caste: da una parte, ferventi sostenitori del presidente e appartenenti a classi più agiate alle quali è vietato fare mansioni "umili", mentre l'altra parte è popolata dalla gente comune: manovali, operai, artigiani e così via, che popolano gli slums cittadini.
Insomma, per i ragazzi di Petra il futuro non è roseo e le strade da intraprendere sono diverse: rimanere fedeli al sistema, sperare in nuove elezioni politiche, legarsi alla resistenza e prepararsi alla rivoluzione oppure – la scelta più estrema – raggiungere il confine attraverso la Road 96, dopo un viaggio creato in maniera casuale e procedurale irto di pericoli e popolato da personaggi secondari indimenticabili.
Per questo, molti ragazzi decidono di scappare e tentare di scavalcare il muro, che un po' ricorda il famoso muro al confine con il Messico pubblicizzato in lungo e in largo, senza successo, da Donald Trump durante la sua permanenza alla Casa Bianca.
Tuttavia, come suggerisce il titolo, in questo prequel non ci sono miglia da macinare a piedi o facendo autostop. Si tratta di un punto di partenza, il Mile 0, dal quale si sviluppa la storia di due protagonisti ben distinti ma che conosciamo bene, Zoe e Kaito.
L'amicizia tra i due protagonisti di Road 96: Mile 0 va oltre la casta imposta dal sistema dittatoriale, un po' come Romeo e Giulietta in chiave moderna: decidono di mettersi da parte e scelgono di non allinearsi al sistema che li circonda. Tra i due, il personaggio che appare più risoluto è proprio il giovane Kaito.
A differenza di Zoe, personaggio secondario cardine in Road 96, Kaito fa sempre parte dell'universo creato da DigixArt.
Non a caso, è il protagonista principale del gioco musicale Lost in Harmony, uscito nel 2018. Cameo oppure no, Fanise ha così mescolato sotto un unico ombrello le sue ultime opere; chi non ha giocato a Lost in Harmony può trovare frammentari alcuni riferimenti alla sua vecchia amica e co-protagonista Aya che vengono ripetuti spesso dal protagonista e introdotti nel contesto di Petra con qualche superficialità.
Zoe, dal canto suo, appare estremamente diversa da quanto abbiamo visto in Road 96: da ragazzina spavalda e risoluta, in questo prequel appare come disillusa, distaccata dalla realtà e dalle situazioni, priva di quel carisma che l'ha portata avanti trascinando la narrazione del titolo on the road.
Ritroveremo quasi tutti i personaggi di Road 96, chi in maniera più manifesta di altri, e ci sarà qualche nuovo personaggio, come i genitori di Kaito o l'adorato e viziato figlio del presidente Tyrak.
In direzione ostinata e contraria
Road 96 Mile 0 introduce sin dai primi minuti di gioco il nuovo stile di gioco che andrà ad accompagnare la parte più esplorativa del titolo: troveremo Kaito e Zoe sfrecciare su una pista luminosa, in skateboard e pattini, come se fosse un colorato Temple Run. Saltare ostacoli e abbassarsi seguendo il ritmo, volteggiare per riuscire a prendere le gemme luminose che ci attendono: Mile 0 ci mette sul piatto questa rumorosa novità.
Finire un livello con il punteggio più alto (il massimo è S+) richiede tanto allenamento e impegno, bisogna studiare il percorso ed essere perfettamente a tempo con la colonna sonora che esce dagli altoparlanti (da brani inediti a No Brakes dei The Offsprings).
Dopodiché, abbandonate le ruote, si ritorna nella quotidianità, nei ritmi slow-paced e nei dialoghi a risposta multipla come se fossimo approdati in un titolo di Telltale. Non mancano i mini-giochi per i nostri due protagonisti: si potrà giocare a Forza Quattro con Zoe o creare un tattoo fatto con il pennarello seguendo le linee tratteggiate su un foglio.
Nel corso del gioco è possibile scegliere da quale parte – nella scacchiera sociale di Petra – schierare i nostri protagonisti: andiamo verso il conformismo, il dubbio o la ribellione? Cosa ci aspettiamo da loro?
Malgrado fosse una scelta narrativa interessante, quello che ci è parso da subito è che tutto sembra un po' inutile (lo avevamo sottolineato anche nella nostra anteprima) in quanto – essendo un prequel – sappiamo già cosa succederà ad alcuni dei protagonisti e quanto cambieranno da lì in avanti. Giochiamo a questo prequel, insomma, semplicemente per conoscere meglio il contesto e quale sarà l'evento scatenante che sbloccherà le sotto-trame del sequel.
Per quanto riguarda Kaito invece, che in Road 96 non è presente, ci pare capire sin da subito quali sono le sue idee e attitudini, viziate soprattutto dalla precaria condizione sociale in cui versano lui e la sua famiglia.
Tra i due personaggi principali, quello che funziona di più è proprio quello di Zoe, già apprezzata in Road 96, che riesce con coraggio a distaccarsi dalla sua condizione agiata e privilegiata, accettando persino di lavorare, al posto di Kaito, consegnando quotidiani per la città.
Ad oggi, è raro trovare videogiochi in cui è possibile schierarsi così liberamente ed è una scelta che i game designer hanno abbracciato con coraggio.
La fantapolitica ha avuto sempre le sue basi nei videogiochi di guerra, ma non è mai stata discussa, criticata e messa in risalto: nel mondo di Road 96, invece, proprio il contesto politico ci aiuta a farci delle domande, ad immedesimarsi nelle situazioni e nelle scelte altrui.
Mile 0, dal canto suo, non riesce subito a trascinare il giocatore in questa lotta disperata al cambiamento sociale; lo fa verso le fasi finali del gioco, in cui si lega inevitabilmente al suo sequel. Il tallone d'Achille del nuovo gioco di DigixArt sta proprio, a nostro avviso, nell'abbandono del road videogame.
Quell'attaccamento viscerale agli adolescenti senza nome che decidono di andare verso una nuova realtà al di là del confine, la ponderata gestione delle scorte e l'attitudine nel fidarsi o meno di un determinato personaggio rendevano unico Road 96 in tutta la sua carica narrativa, sempre precisa e attenta.
Per questo, Mile 0 appare all'inizio molto frammentato per poi ricomporsi verso il finale, la sua storia pone l'accento non tanto sul cambiamento collettivo, quanto su quello individuale, fatto dai due protagonisti.
Smells Like Teen Spirit
La direzione artistica di Road 96 Mile 0 è come sempre ispirata e riconoscibile, come già nell'episodio precedente. Per il comparto tecnico, a parte una certa pulizia a livello di texture e movimenti più fluidi dei protagonisti, non ci sono cambiamenti radicali rispetto all'originale.
La musica e il sonoro sono ai massimi livelli, essendo il punto focale dell'intera opera narrativa creata da Fanise. Come detto in precedenza, brani noti e meno noti fanno da sfondo ai percorsi musicali che possono essere ripetuti.
In uno degli scenari musicali, tuttavia, abbiamo riscontrato un grave errore: l'input del salto (con il tasto X su Dualsense) non veniva registrato. Questo ci ha permesso di collezionare una serie di game over che hanno influito sul nostro punteggio finale e siamo riusciti ad andare avanti grazie all'opzione "salta questa sessione", per catapultarci ad un pezzo successivo del percorso. Un vero peccato che va ad inficiare negativamente l'esperienza ludica e che speriamo possa essere risolto con delle patch in arrivo.
Per quanto riguarda la longevità, abbiamo terminato l'avventura di Zoe e Kaito in poco più di dieci ore, qualcosina di meno rispetto al suo predecessore. Un paio d'ore le abbiamo spese a sfidarci per poter ottenere il punteggio più alto in alcuni scenari musicali che non sono per nulla semplici, tuttavia non siamo riusciti a completare tutto al 100%. Molto discutibile anche l'impossibilità di selezionare i capitoli all'interno della storia, perché a ora c'è solo la possibilità di ripetere i livelli musicali.
A parte queste imperfezioni, Road 96 Mile 0 è una esperienza che consigliamo caldamente a tutti coloro che hanno provato Road 96 e vogliono sapere qualcosa di più su personaggi e sulle situazioni fino a quel momento descritte.
Ottime notizie, in chiusura, per i collezionisti di trofei e obiettivi: non mancano, neanche stavolta, le musicassette da collezionare, oltre a bombolette per fare graffiti e stickers raffiguranti i personaggi secondari di Road 96 ridisegnati in pixel art. Alcuni achievement presenti sono legati alla storia, altri invece alla raccolta di collezionabili e soprattutto ai punteggi ottenuti nei vari livelli musicali, tuttavia – per i possessori di Playstation – il platino per questo titolo non è previsto.
Versione recensita: PS5
Voto Recensione di Road 96: Mile 0 - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Graditi ritorni e qualche cameo di vecchi comprimari
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La direzione artistica anche questa volta è da lodare
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Una trama che nasconde una critica sociale matura e costruttiva
Contro
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Longevità così così
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Incertezze tecniche su alcuni degli scenari ritmici
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Pesa tanto l'assenza della componente on the road