Riders Republic è il Forza Horizon degli sport estremi | Recensione
Un videogioco sportivo semplice, onesto e divertente.
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a cura di Valentino Cinefra
Staff Writer
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Ubisoft Annecy
- Produttore: Ubisoft
- Distributore: Ubisoft
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , STADIA , PS5
- Data di uscita: 28 ottobre 2021
Nota: questo articolo è stato pubblicato originariamente il 29 ottobre come recensione in corso. Il 2 novembre è stato aggiornato con un paragrafo aggiuntivo e con il voto definitivo. La recensione è ora completa e finale.
Sarebbe facile liquidare Riders Republic nel modo in cui abbiamo fatto nel titolo di questa recensione. Il paragone con Forza Horizon è calzante oltremodo ma ad Ubisoft, pur con gli inciampi in cui ogni tanto incappa (in riferimento solo ai videogiochi, non alle vicende aziendali), va dato atto che raramente abbandona le sue idee. In un momento storico in cui un tripla A sbagliato può portare alla bancarotta, Ubisoft è tra i pochi publisher che sperimenta ad ogni costo.
Potremmo citare in passato For Honor e il suo successo altalenante, ma il riferimento del caso qui è Steep, chiaramente. L’open world a tema sport invernali è una di quelle idee che non si vede spesso, perché a parte il calcio e pochi altri i videogiochi sportivi non spopolano granché, e l’esperimento funzionò solo in parte.
Riders Republic parte inevitabilmente da quell’idea, aumentando il numero di sport e attività disponibili, e incorporando a sé il modello Forza Horizon con un pizzico della colorata sfrontataggine di un Fortnite, e in generale di tutti quei prodotti fatti di palette cromatiche che oggi catturano il pubblico.
Riders Republic, libertà e adrenalina ad ogni costo
La Repubblica è un luogo dove chiunque può diventare una superstar in sella ad una bici, con un paio di sci o snowboard, o volando con una tuta alare o uno zaino a propulsione.
In un mondo fatto di paesaggi spettacolari che supportano ovviamente le discipline – da monti innevati, passando per montagne inerpicate, strade lisce per l’alta velocità, così come canyon dove esibirsi nelle acrobazie volanti più improbabili, raccontato con alcune cutscene in stile mockumentary alla The Office – il giocatore è chiamato a diventare una celebrità assoluta.
Questo si traduce, proprio come in Forza Horizon, nel doversi cimentare in gare e sfide sempre più adrenaliniche e difficili. Alternandosi tra le varie carriere dei relativi sport, si affrontano attività varie in giro per il mondo con l’obiettivo di guadagnare stelle, ovvero i punti necessari ad avanzare di carriera.
Completare una sfida garantisce una stella, ma si possono collezionare stelle extra (fondamentali per il 100%, ovviamente) superando le sfide extra di ogni percorso – che siano vincere ad una difficoltà elevata, totalizzare un minimo di punteggio, fare un tempo record e tante altre richieste particolari. Tra queste, anche alcune davvero improbabili come vincere una gara di biciclette usando una bici per la consegna dei gelati.
Il loop di gioco è senz’altro derivativo ma, in tutta sincerità, funziona egregiamente. I diversi sport garantiscono una varietà di gioco non indifferente. Il poter scegliere se si è in vena di sciare, volare o fare acrobazia con la bicicletta, fa sì che ogni sessione di Riders Republic sia un certo senso personale.
Chiaramente bisogna completare tutto prima o poi ma, riducendo all’osso in maniera parodistica l’esperienza di Forza Horizon, non si corre sempre e solo con le automobili. Ed ogni sport ha al suo interno alcune discipline differenti, che rendono l’esperienza varia anche con lo stesso mezzo. Le biciclette hanno le gare su strada, le gare su sterrato, e le sfide di acrobazie, idem per sci e snowboard.
Tuta alare e zaino a propulsione sono leggermente meno vari e, paradossalmente vista la natura estrema dello sport, ci sono risultati quelli meno divertenti dal punto di vista prettamente soggettivo. In volo ci sono solamente gare e, esclusivamente per la tuta alare, le sfide acrobatiche.
Per quanto riguarda le attività, le sfide sono sempre molto interessanti e ben costruite, anche e soprattutto in funzione degli scenari di cui sopra. Nonostante la loro natura è davvero difficile sentire una sensazione di ripetitività e di “già fatto”, e ad aumentare il ritmo di gioco ci sono anche le gare multiple.
Come si potrebbe intuire dal nome, queste sfide avvicendano più sport in una sola gara. Durante la discesa in bici da una montagna arriva il checkpoint per la tuta alare, e finita la caduta libera si ritorna in bici, per poi scalare una nuova montagna dalla quale scendere con gli scii e concludere.
Queste sono sicuramente le sfide più emozionanti, anche perché gli sport utilizzati e la progressione degli stessi sono sempre differenti. In più sono sia gare, sia sfide di trick a volte, così che ancora di più non si senta eccessivamente il senso di ripetitiva.
Ad aggiungere la quota locura ci sono anche le sfide degli Shackdaddy, un gruppo di scapestrati ispirati agli Harlem Globetrotters e un po’ a Jackass, che propongono sfide particolari al limite dell’assurdo. Una volta può essere una consegna delle pizze in bici con un costume, un’altra una discesa con sci d’epoca con tanto di filtro in bianco e nero, oppure un tuffo in tuta alare con un costume da giraffa, e tanto altro.
Sport estremi in modalità zen
E quando non si gareggia? Ovviamente si può girare per la Repubblica tranquillamente. Che sia per prendere confidenza con un nuovo mezzo (che hanno delle statistiche diverse, ma la cui differenza non è onestamente mai troppo preponderante), girovagare, fare pratica con le acrobazie, scattare foto con la modalità fotografica, o scovare gli immancabili collezionabili in giro per il mondo.
C’è anche la possibilità di partecipare a delle gare di massa, dove un gruppo di una trentina di giocatori si sfidano a gare su più round e con diverse discipline in tempo reale. Si tratta dell’unico modo per giocare online con degli avversari umani 1:1, perché nelle gare normali i concorrenti sono delle registrazioni di altri giocatori aggiunti a dei bot (con difficoltà aumentabile ovviamente). Si può invece giocare qualsiasi gara solo con gli elementi del proprio party, così da sfidarsi magari direttamente senza dover avere fra i piedi la CPU.
Non manca ovviamente il comparto musicale, con radio selezionabili, a fare da sottofondo alle peripezie, così come la possibilità di personalizzare il vostro rider. In quest’ultimo caso, la gestione dei cosmetici non è esattamente lodevole.
Ci sono oggetti che sono in rotazione giornaliera, altri in settimanale, acquistabili con l’ormai onnipresente doppia valuta, e alcuni possono essere comprati solamente con denaro reale. Non c’è un negozio generico dove poter scegliere cosa acquistare per il proprio avatar, ma bisogna solamente rincorrere ciò che viene proposto ogni giorno o settimana.
In un titolo del genere dove ovviamente la personalizzazione è gran parte dell’esperienza, questa ci è sembrata una limitazione troppo importante. Va bene la rotazione, perché è inevitabilmente un meccanismo utile a sviluppatori e publisher per far tornare giocatori giorno dopo giorno, ma l’assenza di un negozio generico sempre disponibile è troppo pesante, in un videogioco venduto a prezzo pieno.
Onesto e divertente, cosa chiedere di più?
Il loop di Riders Republic funziona anche perché, pad alla mano, si gioca davvero molto bene. Ci sono due settaggi pre-impostati da scegliere per il controller, dove la differenza principale sta nel controllo totale del veicolo durante le acrobazie, con tanto di atterraggio manuale.
Selezionando il preset da corsa l’atterraggio dopo ogni acrobazia è automatico, tranne se ci si ritrova troppo scomposto in aria, e al prezzo di non ottenere dei punti bonus si può giocare in totale serenità. Con il preset manuale, invece, una volta fatta la giusta pratica si possono effettuare delle acrobazie molto più complesse e, quindi, remunerative in termini di punti.
Se volete quindi giocare a Riders Republic semplicemente godendovi i momenti di adrenalina senza voler stare troppo tempo a fare vostre le dinamiche di gioco, il tutto funziona molto bene. Al contrario, aumentando la difficoltà e volendo sfidare i punteggi, ci sarà pane per i vostri denti.
Anche per gli amanti dei contenuti personalizzati c’è di che gioire. Riders Republic fornisce anche uno strumento di editing per creare le proprie sfide inedite, le quali possono essere anche condivise con la community e compaiono sulla mappa di gioco di chiunque come attività da completare.
Le considerazioni finali
Aggiornamento del 2 novembre 2021
Volendo fare un quadro finale di Riders Republic, non sarebbe intellettualmente onesto ridurre il tutto a un confronto con Forza Horizon, a fronte del divertimento genuino e il quantitativo smisurato di attività da completare che fornisce al giocatore.
Sebbene il concept sia ovviamente derivativo, non si può non dare atto a Riders Republic del fatto che funziono, diverta, e generi quel sentimento da “un’altra gara e basta”. Oltretutto, avanzando di carriera, le gare stesse diventano sempre più impegnative, e collezionare un alto numero di stelle diventa un’impresa per giocatori che devono mettersi d’impegno.
Il titolo Ubisoft racchiude un po’ di Tony Hawk Pro’s Skater, quel bizzarro Steep, una mappa gigantesca piena di gare da completare, il tutto nell’anima eccentrica, adrenalinica e caciarona del gioco di corse di Playground. Per un titolo che vuole essere la celebrazione degli sport estremi nel modo più arcade che ci sia, non si può chiedere molto di più.
Versione recensita: PC
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Voto Recensione di Riders Republic - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Loop di gioco che funziona alla grande
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Mappa piena di gare da svolgere
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Gameplay funzionale per i giocatori occasionali o più impegnati
Contro
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Concept non originalissimo
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La telecamera ogni tanto è scontrosa
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I collezionabili fini a sé stessi sulla mappa si potevano evitare
Commento
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