Ride 3 Recensione
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a cura di Matteo Bussani
Informazioni sul prodotto
- Produttore: Milestone
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Generi: Azione
- Data di uscita: 8 novembre 2018
Il mondo delle due ruote vive in un mondo ideale totalmente isolato rispetto ai motori in generale. L’attaccamento tra moto e uomo è un sentimento che solo chi ha provato l’ebbrezza può capire. E’ una definizione viscerale di se stessi, che porta a rendere lo spostamento viaggio, e che ti lascia in preda alla necessità di recuperare il tempo da dedicare alla propria amata (moto), per liberarsi dai pensieri di tutti i giorni. Questo legame non è infatti solo quello che unisce l’uomo al concetto di velocità o di competizione, e che vive indipendentemente dal mezzo, qua si tratta proprio di un rapporto d’amore. Non è chiaramente un sentimento popolare, la nicchia di amanti delle moto non è certo vastissima, ma è di certo molto devota.
Il ricordo di Tourist Trophy è anche per questo motivo indelebile in tutti coloro che per la prima volta trasportarono nel mondo digitale questa passione per le due ruote, 12 anni fa, ed oggi è rimasto solo un titolo a rievocarla con forza. Si chiama Ride, è della nostra italianissima Milestone ed oramai ha raggiunto la sua terza iterazione.
La serie, nel tempo ha seguito un suo proprio iter di evoluzione che ad oggi l’ha portata a diventare il punto di riferimento ludico per tutta quella fetta di appassionati che vive, o vorrebbe vivere, le due ruote esattamente come vi abbiamo descritto sopra. Questo iter però era destinato assieme a tutti gli altri prodotti a incontrare il nuovo corso tecnologico di Milestone, come ci abbiamo tenuto più volte a ribadire, quello sotto la stella di Unreal.
Unificare per tutti i giochi il motore, potendolo ottimizzare per i propri scopi mentre Epic ne porta avanti lo sviluppo principale.
Il seguente paradigma sembra perfetto per intepretare la filosofia di Milestone all’insegna dell’ottimizzazione, al fine di aumentare oltre che la produzione anche la qualità degli stessi titoli. Passo dopo passo i risultati sono sempre più evidenti e il lavoro svolto dagli sviluppatori italiani si migliora. Un migliorarsi che però deve ambire sempre più in alto, già in RIDE 3, perché a un certo punto il margine tecnico tende ad assottigliarsi, e quello su cui bisogna battere il ferro si sposta su altri lidi.
Ride 3, dal canto suo vuole perseguire entrambi, vuole dare un abbondante plus ai contenuti, partendo dalla base del nuovo motore grafico. Ci siamo così interfacciati per la prima volta con il gioco, pronti per la recensione in sella al divano e acceleratore schiacciato per affrontare le curve della carriera.
L’avventura inizia con la creazione del personaggio. No, non è l’incipit di una recensione di un gioco di ruolo. Come dicevamo prima, il legame tra pilota e moto è molto forte, e riuscire a dare un tocco personale oltre che al mezzo, anche al proprio alter ego virtuale è un buon modo per cominciare. Non ci sono tantissimi preset, ma visto che il 99% del gioco lo passeremo proprio in sella con la tuta addosso, a parte il piccolo rammarico iniziale, non ne sentirete la mancanza. E’ molto più fondamentale la selezione della guida che andrà a personalizzare lo stile di guida, di piega e di staccata. Una volta completata questa pratica, scelto il nome e la nazionalità, è il momento di scoprire che cosa dovremo fare durante la scalata alla guida delle moto più rare e potenti di sempre.
Sfruttando il pretesto della collezione dei periodici di motori in RIDE 3 siamo chiamati ad affrontare gare che raccontano la storia di una categoria, di una moto o di un brand. Potremo accedere solo avendo in possesso una moto compatibile con i requisiti e poi si aprirà a noi la scelta fra diverse attività. Gare classiche, punto a punto, time attack, drag race, mini campionati e così via. La varietà non manca anche se sottende sempre al concetto stesso di guida stradale, nonostante qualche pista da enduro e qualche tracciato più classico per le supersportive. A sorprendere è però la quantità, ci sono ben 7 riviste, ognuna con un numero variabile di “estratti” a sua volta divisi in diverse gare. Vincere una competizione porta 3 stelle e arrivare a sbloccare l’ultima delle sette sezioni ne richiede più di 500. Ci sono 30 circuiti e un parco di 230 veicoli, a cui se ne aggiungeranno altri 70 con i DLC. A livello di modalità RIDE 3 aggiunge poi tutta la serie più classica di partite e campionati, comprensivo di eventi settimanali dedicati e che saranno 52 per coprire un intero anno in compagnia del gioco. Si contano un totale di 30 circuiti, in buona parte stradali, da quelli cittadini fino alle classiche tratte extraurbane.
Una mole che a tratti sembra insormontabile e che, nonostante la buona offerta di circuiti e moto, diventa a tratti ridondante per il fatto che rimane per l’intera durata uguale a se stessa. Tra l’altro è evidente un problema di bilanciamento della difficoltà delle gare che continua ad oscillare tra il difficile e il facile pur mantenendo unico il preset prima della gara. Rimane dunque un alone di frustrazione dovuto al continuo cambio di impostazioni oppure al necessario potenziamento della moto da una gara con l’altra, pur contro gli stessi avversari. E ciò sarebbe efficace se in RIDE 3 ci fosse modo di sfruttare la stessa moto in più serie di competizioni. In realtà più o meno a ogni serie di gare dovremo passare a un’altra moto e ricominciare l’iter da zero. Ciò da un lato dà sì modo di sperimentare in breve una miriade di sfaccettature di guida del mondo delle due ruote, ma dall’altro non ci consente di migliorare la conoscenza e la consapevolezza di un singolo bolide. E fa passare anche un po’ la voglia di dedicarsi alla modifica estetica di una moto che, dopo poche gare, dovremo a cambiare. Per acquistare nuove auto dovremo mettere mano al portafoglio con i crediti in-game guadagnati gara dopo gara, oppure vincendo una serie.
Drivestyle
A livello di gameplay si denota sì l’attenzione all’intelligenza artificiale totalmente riscritta da zero, più aggressiva in curva e in grado modificare la traiettoria in maniera più logica in base alla situazione in cui si ritrovano, ma essa non ci ha convinto appieno. Prima di tutto i piloti sono sì più “svegli”, ma compiono delle manovre scattose che sembrano simulare l’azione del giocatore sul pad e non quella di un pilota alla guida. Secondo, i tempi non sono sempre omogenei e capita sovente di dover rincorrere un fenomeno solitario davanti a tutti, mentre gli altri procedono a velocità bradipica nelle retrovie. Stesso discorso vale per la fisica di RIDE 3. Se da una parte abbiamo un miglioramento del sistema di guida in direzione della resa realistica, disattivando gli aiuti, dall’altra compenetrazioni poligonali e contatti sembrano sempre un po’ indietro, mostrandosi spesso con reazioni imprevedibili. Un problema che abbiamo riscontrato più volte poi, è stato quello della segnalazione di contatti inesistenti durante alcuni time attack, invalidati randomicamente durante la percorrenza di una curva nel centro della pista, soprattutto nei tracciati extraurbani.
RIDE 3 si affida alla bontà grafica del motore di gioco Unreal 4 per andare alla ricerca di una fedeltà grafica sempre maggiore. Per la prima volta in un titolo Milestone su PS4 Pro, abbiamo potuto scegliere fra due setup, l’uno votato alla resa grafica, l’altro alla fluidità. Il secondo sacrifica molto della nitidezza dell’immagine e della qualità del contorno in cambio di un framerate più godibile, ed è la scelta che abbiamo sicuramente preferito.
Come in tutti gli altri titoli Milestone, anche qui il motore dell’illuminazione di Unreal è quello che migliora maggiormente l’immagine rispetto al passato, ma avremmo voluto vederne un impatto maggiore sui riflessi delle moto che ci sono apparsi fin troppo plastificati. Molto accattivante è stata invece la resa notturna, che ha fatto per la prima volta capolino nella serie. L’audio, oramai standardizzato fra tutti i prodotti della casa milanese, è il buon risultato del middleware REV, così come la resa dei tracciati è garantita dal misto di tecnologia laser e drone scan che funziona senza problemi. Peccato per quelle due o tre cose della fisica dei contatti e delle collisioni che ancora sono da sistemare. I caricamenti sono frequenti ma non troppo fastidiosi, seppur a nostro parere potevano essere più brevi.
+ E' arrivato Unreal
+ Intelligenza artificiale più aggressiva e attenta ...
+ Bella l'idea della carriera a "periodici"...
- ... ma troppo simile al comportamento di un giocatore piuttosto che di un pilota
- ... ma con poco brio, soprattutto sul lungo periodo
7.3
RIDE 3 è l’unico titolo che tiene alta la bandiera delle due ruote stradali nell’intero paronama videoludico. Che sia un’azienda italiana a svilupparlo è merito di vanto e il fatto che il progetto dell’evoluzione della serie abbia compiuto anche il passaggio ad Unreal è un punto di partenza per un roseo futuro. Peccato che nel passaggio, i tantissimi contenuti e le necessarie novità non siano state pienamente supportate da uno sviluppo attento a ridurre le spigolosità del sistema di guida e dell’intelligenza artificiale, così come a dare brio all’infinita mole di contenuti offerta dalla modalità carriera. Se siete amanti delle due ruote, però, chiuderete sicuramente un occhio.
Voto Recensione di RIDE 3 - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Mole di contenuti importante
-
E' arrivato Unreal
-
Intelligenza artificiale più aggressiva e attenta ...
-
Bella l'idea della carriera a "periodici"...
Contro
-
Tempi dell'IA ingiustificatamente altalenanti
-
... ma troppo simile al comportamento di un giocatore piuttosto che di un pilota
-
... ma con poco brio, soprattutto sul lungo periodo
Commento
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