Resident Evil L'Isola della Morte | Recensione - Come gli Avengers, più o meno
Abbiamo visto Resident Evil L'Isola della Morte, il nuovo film canonico e in CGI dedicato alla saga horror Capcom: scopriamo com'è andata!
a cura di Marcello Paolillo
Senior Staff Writer
In sintesi
- Tutti i protagonisti di Resident Evil, riuniti in un solo film.
- Ritmo fin troppo frenetico e action.
- Non ha chissà quale valenza all'interno del canone della saga.
Informazioni sul prodotto
- Produttore: TMS Entertainment
- Distributore: Stage 6 Films/Sony Pictures Home Entertainment
- Data di uscita: 7 luglio 2023 (Giappone) - 3 agosto 2023 (Italia)
La saga di Resident Evil ha più volte toccato il mondo del cinema (e, purtroppo, anche delle serie TV), con prodotti più o meno meritevoli di attenzioni. Tutta la saga live action di Paul W.S. Anderson si è a suo modo incastrata in un periodo in cui film del genere venivano digeriti bene dal pubblico, sebbene con il passare degli anni il tutto si sia risolto in modo blando e inefficace.
Anche il reboot Welcome to Raccoon City è stato ben poca cosa rispetto alle prospettive iniziali (come vi abbiamo spiegato anche nella nostra recensione), così come la serie Netflix con attori in carne e ossa è stata così disastrosa da essere cancellata dopo appena una singola – e imbarazzante – stagione.
Di convesso, nel tempo abbiamo avuto anche tutta una serie di prodotti in CGI pensati per seguire la storia canonica dei giochi, forse meno noti al grande pubblico ma sicuramente non ai fan storici del franchise, i quali non si perdono una singola virgola di tutto ciò che ruota attorno alla saga di survival horror Capcom. Il primo risale addirittura al lontanissimo 2000 ed è Resident Evil 4D Executer, uscito solo in Giappone e anche per questo abbastanza dimenticabile.
A seguire, Resident Evil Degeneration nel 2008 riuscì invece a farsi piacere dal grande pubblico, al punto che nel 2012 ne fu prodotto anche un sequel, Resident Evil Damnation. Nel 2017 è stato poi il turno di Resident Evil Vendetta, mentre nel 2021 è stata pubblicata su Netflix una miniserie animata in CGI di quattro episodi, intitolata Resident Evil Infinite Darkness.
Death Island
Disponibile solo ed esclusivamente in Home Video grazie a Eagle Pictures dal 3 agosto in Italia, Resident Evil L’Isola della Morte è solo l'ultimo di questi progetti trasversali pensati ad ampliare la lore del franchise Capcom.
Diretta da Eiichirô Hasumi e animata completamente in computer grafica (niente attori in carne ossa, almeno per questa volta), la pellicola mostra per la prima volta tutti i protagonisti della saga riuniti assieme, alla volta di una pericolosa missione sull'isola di Alcatraz.
Leon S. Kennedy (Matthew Mercer) è alla ricerca del Dr. Antonio Taylor, una missione che lo porterà a incontrare sul suo cammino agenti della B.S.A.A., inclusi i sopravvissuti al disastro di Raccoon City, Chris Redfield (Kevin Dorman) e Jill Valentine (Nicole Tompkins).
Anche la sua vecchia conoscenza Claire Redfield (Stephanie Panisello) e Rebecca Chambers (Erin Cahill) si uniranno presto al team, il quale volerà alla volta della prigione di San Francisco per impedire l’utilizzo di una nuova e pericolosissima arma bio-organica da parte di un misterioso soggetto, legato in passato alla Umbrella Corporation.
Detta così, Resident Evil L’Isola della Morte ha tutte le carte in regola per piacere e farsi piacere, non solo perché si collega al film precedente – ossia Resident Evil Vendetta – ma cerca di incastrarsi giocoforza nella storia canonica della saga grazie a una vera e propria reunion di tutti i maggiori protagonisti della serie di videogiochi Capcom.
Inutile dire che vedere Leon e Chris combattere varie mostruosità spalla a spalla, con Jill e Rebecca al seguito, non può non emozionare chi con quei personaggi ci è cresciuto (e se volete rinfrescarvi la memoria, c'è sempre Amazon).
Avengers. Uniti!
Nonostante sia decisamente bello da vedere (la qualità della computer grafica ha raggiunto livelli discretamente alti), il film scivola quando parliamo di ritmo e, soprattutto, di come la pellicola si incastra nel canone del franchise.
Come noto ai più, Resident Evil L’Isola della Morte rientra di diritto nell’universo narrativo di Biohazard, nonostante manchino quasi completamente riferimenti e "agganci" ai videogiochi, la cui assenza innervosirà parecchi appassionati.
Certo, la mole di personaggi presenti fa di tutto per non far distogliere l'attenzione, sebbene alla fine della fiera sia Jill a rubare quasi sempre la scena, quasi più di Leon (protagonista "morale" della vicenda). La coraggiosa ex-agente S.T.A.R.S. era infatti sparita dalle scene dopo gli eventi del quinto capitolo e del remake del terzo, e il suo ritorno nel film spiega il perché abbia continuato a dedicare il suo tempo a combattere il bio-terrorismo.
Se quindi il personaggio di Jill è uno di quelli che "funziona" (e sì, viene anche spiegato il perché non sia invecchiata dopo tutti questi anni di operatività), tutti gli altri non lasciano invece il segno come dovrebbero.
Il risultato finale, purtroppo, non funziona un granché: la scrittura generale è blanda, così come il ritmo dell'intera vicenda spinge fin troppo il piede sull'acceleratore, regalando al pubblico un prodotto action fino al midollo, e scollegato in larga parte dalla serie di videogiochi (nonostante sia canonico).
Seguendo la linea temporale della saga, questo ennesimo film in CGI di Resident Evil racconta gli eventi successivi al sesto capitolo (siamo di fatto nel 2015), immergendoci in un mondo che ancora affronta le B.O.W. ma con scarsi risultati.
L'incidente di Raccoon City, le motivazioni che spingono Chris e Jill a rigettarsi nell'azione, così come le ragioni che muovono Claire e Rebecca sono in apparenza cruciali nella costruzione del racconto, ma si perdono in un nulla di fatto dopo una manciata di minuti, preferendo l'azione sparacchina e i rallenty che tanto andavano di moda a inizio anni 2000.
Anche il villain della pellicola – discretamente dimenticabile – sembra mosso da motivazioni abbastanza ridicole. E se anche le trame dei videogiochi non sono di certo note per chissà quali velleità narrative o profondità psicologiche dei personaggi, in appena un ora e mezza di film si poteva comunque imbastire qualcosa di più interessante, piuttosto che una lunga cut scene con gli eroi storici del franchise.
In definitiva, Resident Evil L’Isola della Morte non è un film insufficiente, visto che si lascia guardare dall'inizio alla fine senza troppi sbadigli. Si tratta in ogni caso di una pellicola che trasuda fan service da tutti i pori, con una trama che non omaggia la serie di videogiochi quanto avrebbe dovuto (forse, questo è il suo peggior difetto più di ogni altro).
Solo per fan sfegatati
Capcom e Sony Pictures hanno infatti preferito la quantità alla qualità, visto che la scrittura dei personaggi (così come del cattivo principale) e della trama in generale sono sottili come un foglio di carta.
Fortuna vuole che la regia frenetica e nervosa di Eiichirô Hasumi e l’utilizzo della CGI, sensibilmente migliorata rispetto al passato, fanno di tutto per tenere saldo l'interesse dello spettatore, senza contare il ritorno di Jill Valentine che – da sola – riesce a tenere in piedi il tutto.
Insomma, se siete fan accaniti della saga di survival horror più famosa del mondo e sentite l'esigenza di non perdervi nulla – ma proprio nulla – della sua lore, L'Isola della Morte sarà comunque un prodotto imprescindibile, nel bene e nel male, in ogni caso migliore dei suoi predecessori.
Se invece masticate distrattamente il franchise di Biohazard, o magari vi siete avvicinati alla serie videoludica solo di recente (magari col settimo capitolo o con il ben più incisivo ottavo episodio), non sentitevi obbligati a salire a bordo dell'avventura di Leon e soci: non ne trarrete alcun godimento.
Voto Recensione di Resident Evil L'Isola della Morte
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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CGI di buon livello.
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Il ritorno di Jill.
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Tanti personaggi, tanta nostalgia...
Contro
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... ma fine a sé stessa.
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Non aggiunge nulla al canone di Biohazard.
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Troppo action per i nostri gusti.