Rage in peace recensione
Tutto quello che non vi aspettereste!
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
C’è stato un periodo in cui i cosiddetti endless runner spopolavano sugli smartphone di mezzo mondo, abbinando la comodità di giocare con una sola mano (anche Nintendo, con Super Mario Bros., ne sa qualcosa) e il gusto per una sfida sempre crescente. Quel periodo è finito, e sono pochi i casi in cui ancora è possibile trovare sui mezzi pubblici, o in giro, qualcuno immerso totalmente in uno delle centinaia di cloni che affollano gli store. Rage in Peace è figlio di quell’ondata, in fondo, poiché la base su cui si poggia è in effetti la medesima che ha decretato il successo di quei titoli, ma c’è di più: ve lo ricordate Cat Mario? Bene. Come voi, anche io ho ancora gl’incubi. Certe esperienze sono difficili da dimenticare: ci ossessioneranno per sempre.
Silent Night
Rest in Peace sarebbe stato un nome poco adatto per l’opera di Rolling Glory Jam, motivo per cui Rage in Peace (considerando i ripetuti scatti d’ira che avrete) è sembrato molto più identificativo e veritiero per quello che è un progetto nato inizialmente durante una Game Jam intitolata “fun to play, fun to watch“.
La storia è quanto di più semplice si possa immaginare. Timmy Malinu, un ragazzo di ventisette anni sentimentalmente instabile e facilmente emozionabile, senza alcuna pretesa dalla vita, ha solo un sogno: morire nel sonno mentre si trova in pigiama, in pace, senza drammi e nel calore della sua casa. Sebbene sia un desiderio non troppo fuori portata, durante una giornata si presenta al suo cospetto niente meno che il Mietitore, il quale gli annuncia che morirà esattamente in quella giornata con la testa tagliata di netto. Non gli specifica come, quando o chi lo farà fuori, ma darà a Timmy l’ultima chance per raggiungere il suo tanto agognato obiettivo di pace eterna. Rage in Peace ha insomma dei toni piuttosto scanzonati, che puntano a una trama molto leggera e per nulla complessa. Si tratta in fondo di un pretesto di fondo per lanciarvi all’interno di un gioco che, nonostante possa sembrare “dolce, carino e coccoloso“, è in realtà uno dei più bastardi e infingardi in circolazione, capace di farvi mettere anche contro lo stesso Timmy, augurandogli che quel sogno non si realizzi mai.
Si potrebbe pensare che Rage in Peace voglia essere in fondo solo una grande metafora sulle continue ed enormi difficoltà della vita, e su come queste mettano a repentaglio la realizzazione dei propri obiettivi, anche di quelli non troppo altisonanti; ma ci sembra in effetti di ricercare significati di fondo francamente fuori portata per un titolo del genere, che basa la sua proposta su ben altri elementi. Che risiedono tutti nel punitivo sistema di gioco.
Rage Against the Death
Qual è dunque lo scopo di Timmy in questo strampalato e assurdo titolo dal nome che è tutto un programma? È appunto riuscire a ritornare a casa e salvarsi dalle minacce della quotidianità; è proprio evitare che, nella giornata della propria morte annunciata, si finisca male nel peggiore dei modi possibili. In Rage in Peace, Timmy Malinu deve ribellarsi alla sua “Final Destination” e ingannare la morte, e per farlo, non gli resta che fare affidamento alla sua memoria. O meglio, alla nostra: sì, perché Rage in Peace è prima di tutto un gioco mnemonico, di memorizzazione degli ostacoli, presenti lungo i livelli in grandissima quantità.
Toglietevi dalla testa di rimanere calmi, in Rage in Peace, perché a ogni pie’ sospinto morirete, di continuo, con la cadenza di una morte ogni dieci secondi circa (se vi va bene). Il motivo è presto detto: bisogna imparare dai propri errori. Bisogna affrontare i livelli a scorrimento col solo ausilio del salto o del doppio salto per evitare oggetti e catastrofi che vi piomberanno letteralmente addosso da tutte le parti. E se vi diciamo tutte le parti, non lo stiamo facendo per dare alla nostra affermazioni dei toni esagerati: è davvero così.
Rage in Peace, strutturalmente, è un titolo di una semplicità unica. Non ha un design dei livelli arzigogolato, non ha particolari guizzi creativi in grado di far apprezzare l’opera oltre i suoi modesti meriti, né vuole farlo.
Mentre scoprirete la semplice storia legata alla vita, alla morte e all’accettazione, vi ritroverete immersi in degli stage che, come detto in apertura, sembrano emulare l’insensatezza di Cat Mario. Se siete dei veri masochisti, o se semplicemente vi piacciono le sfide, Rage in Peace potrebbe essere un intermezzo tra un tripla A e l’altro. La durata, com’è facile immaginare, è variabile: dipende dalla vostra abilità e da quanta pazienza avrete per scoprire se Timmy, alla fine, riuscirà a morire nella pace della sua casa o se la morte gli farà perdere la testa.
+ Una sorta di endless runner moderno, con una buona varietà di livelli
- Si muore con una cadenza impressionante di pochi secondi, senza che abbiate colpe
7.0
Non fatevi ingannare dal suo aspetto: Rage in Peace è l’esatto opposto di ciò che potrebbe sembrare a un’occhiata superficiale. Lo stile cartoonesco del titolo realizzato da Rolling Glory Jam dà valore alle disavventure di Timmy Malinu, ma avvicinatevi alla sua storia solo se amate gli endless runner e se la pazienza è il vostro forte, altrimenti preparatevi a un’ondata di frustrazione.
Voto Recensione di Rage in peace recensione - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Per gli amanti dei platform estremi
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Una sorta di endless runner moderno, con una buona varietà di livelli
Contro
-
Frustrante
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Si muore con una cadenza impressionante di pochi secondi, senza che abbiate colpe
Commento
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