Ninja Gaiden 2 Black | Recensione - C'è ancora spazio per i ninja
Abbiamo giocato a Ninja Gaiden 2 Black, versione riveduta e corretta del classico uscito nel 2008: ecco la nostra recensione.
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a cura di Marcello Paolillo
Senior Staff Writer
In sintesi
- Un ritorno a fuoco e brutale.
- C'è anche una nuova difficoltà più facile (opzionale), ma toglie smalto all'esperienza.
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Pro
- Difficoltà brutale.
- Combat system perfetto.
- Soddisfazione pura.
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Contro
- La telecamera non aiuta.
- L'Easy Mode spolpa il gioco della sua essenza.
Il Verdetto di SpazioGames
In un’epoca di giochi sempre più accessibili, Ninja Gaiden 2 Black è un monumento all’abilità pura, un’esperienza feroce e indimenticabile. E per me va benissimo così.
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Team Ninja
- Produttore: Koei Tecmo
- Testato su: PS5
- Piattaforme: XSX , PC , PS5
- Generi: Azione
- Data di uscita: 23 gennaio 2025
Ninja Gaiden 2 Black non è un videogioco. È una sentenza. Una ghigliottina affilata che cala senza pietà sulla testa dei giocatori che credono di sapere cosa significhi la parola "sfida".
Non è per tutti. Anzi, non è proprio per nessuno, a meno che non abbiate il fegato di affrontare il Team Ninja nel suo momento più sadico e ispirato. Oggi il mondo dei videogiochi vive di titoli che ti prendono per mano, ti cullano, ti sussurrano all'orecchio che «va tutto bene», che «anche se perdi, in fondo hai vinto lo stesso».
E poi arriva lui, il ninja in nero, con la ferocia di un tifone e l'intransigenza di una katana ben affilata, a ricordarti che no, non sei pronto. Non lo sarai mai.
E la cosa più affascinante è che ti sfida a diventarlo.
Solo un ninja può uccidere un altro ninja
Quello che il Team Ninja ha fatto con questa riedizione – uscita a sorpresa e in grado di fare il paio con l'annuncio di Ninja Gaiden 4 – è un'operazione di chirurgia brutale.
Hanno preso il codice di Ninja Gaiden 2, ci hanno riversato dentro la potenza dell'Unreal Engine 5 e hanno rifatto ogni texture, ogni modello, ogni effetto di luce.
Il risultato è un gioco che sembra la versione iper-vitaminizzata dell'originale, con una direzione artistica che non tradisce minimamente l'essenza cruda e spietata che ha reso il titolo del 2008 un'icona dell'action puro.
Ryu Hayabusa deve fermare Elizebet, la regina dei demoni, che vuole resuscitare l'Arcidemone. Fine. La narrazione è funzionale, giusto un filo di trama per dare un contesto ai massacri. Perché di massacri si parla.
Il gameplay è il vero cuore pulsante di Ninja Gaiden 2 Black, e qui le cose si fanno serie. Non esiste il concetto di "sbagliare senza conseguenze". Ogni errore si paga con la morte, e non quella misericordiosa dei giochi moderni, dove riparti con le risorse intatte e i nemici già indeboliti.
Qui si riparte dal checkpoint, con la lezione scritta a fuoco nelle mani del giocatore. E il combat system è una sinfonia di violenza: Ryu non è un burattino che si muove su binari prestabiliti, è un'arma di distruzione di massa nelle mani giuste e un punching ball nelle mani sbagliate. Ogni colpo, ogni parata, ogni schivata deve essere pensata, ragionata, eseguita con il tempismo perfetto.
Il ritorno di Ryu
Non esistono scorciatoie, non esistono strategie "vigliacche" come nei soulslike à la Sekiro (che trovate su Amazon): esistono solo la tua bravura e la tua capacità di adattarti al ritmo infernale della battaglia.
Il sistema di combattimento è il punto più alto mai raggiunto dal Team Ninja (come lo era anche nel primo capitolo, dopotutto), una danza mortale che premia la precisione e punisce l'improvvisazione.
E poi c'è la difficoltà. Se molti souls odierni sono ritenuti "difficili", allora Ninja Gaiden 2 Black è il concetto stesso di difficoltà materializzato in videogioco. Qui non c'è la pazienza zen dei titoli From, il senso di scoperta, la possibilità di grindare per rendersi la vita più facile.
Qui ci siete solo tu e un'orda di nemici che non aspettano altro che macellarti. I boss sono incubi frenetici, prove di forza e riflessi che mettono alla prova anche i giocatori più smaliziati. Il primo boss già ti fa capire di che pasta è fatto il gioco: niente fasi di studio, niente attacchi facili da leggere, solo una raffica di colpi da parare e schivare con una precisione chirurgica.
La varietà delle armi è un altro elemento che rende il gameplay così profondo. Ogni arma ha il suo stile, i suoi punti di forza e le sue debolezze. La Dragon Sword è l'opzione più bilanciata, perfetta per chi vuole un mix tra velocità e potenza, mentre i Falcon's Talons (ossia la coppia di artigli) sono puro spettacolo visivo, con combo rapidissime e letali.
Il Lunar Staff (il lungo bastone da combattimento) è devastante in mischia, mentre la Eclipse Scythe (la falce) è un massacro a schermo intero. Oltre ad altre chicche che non starò qui a rivelarvi.
Cambiare arma significa cambiare stile di gioco, e padroneggiare ogni strumento di morte è una sfida che richiede ore di pratica. Anche la gestione del ki e delle tecniche ultimate aggiunge un ulteriore strato di profondità: non basta spammare attacchi potenti, bisogna sapere quando usarli, come incastrarli nei combattimenti e quando conservarli per le situazioni più critiche.
Le novità introdotte da questa edizione sono poche, ma ben mirate. Per la prima volta, si possono usare le tre guerriere Ayane, Momiji e Rachel, con il loro stile di combattimento unico, che aggiunge un tocco di freschezza alle run successive (anche se solamente in manciata di missioni, e non per l'intera avventura).
Il sistema di smembramenti è stato migliorato e reso ancora più cruento, con animazioni nuove e dettagli che faranno la gioia dei fan del gore. Ma la vera chicca è il frame rate, che finalmente gira a 60fps stabili, regalando una fluidità che esalta ogni singolo duello.
Sì, la gestione della telecamera è talvolta ancora tendente alla schizofrenia, faticando a inquadrare correttamente l’azione nelle situazioni più caotiche, così come la mancanza di un sistema di lock-on non aiuta.
Assenti anche la co-op online e due boss extra, oltre alla modalità a tempo chiamata "Ninja Race", ma si tratta davvero degli unici difetti in un mare di ludogodimento.
Ma non è tutto: questa nuova versione cerca di venire incontro ai "novellini" rendendo l'esperienza meno punitiva, introducendo una nuova modalità di difficoltà pensata espressamente per chi ha meno familiarità con il genere.
Tuttavia, anche affrontando il gioco con questa impostazione più accessibile, con il numero di punti di salvataggio incrementato e il ripristino della salute meno punitivo, il gioco si dimostra comunque ostico, richiedendo strategia e sangue freddo (anche se il meglio il gioco lo dà a difficoltà normale o difficile, quindi pensateci bene prima di selezionare la modalità giusta).
Un omaggio ai ninja che furono
Ninja Gaiden 2 Black è, a conti fatti e senza troppi giri di parole, una lettera d'amore ai tempi in cui i videogiochi non avevano paura di essere difficili. In un'epoca in cui tutto deve essere "accessibile" o "per tutti", questo titolo è un meraviglioso schiaffo in faccia.
Non ti aiuta, non ti consola, non ti regala nulla. Ti mette davanti a un muro di difficoltà e ti dice: «Vuoi passare? Arrangiati». Ed è proprio per questo che funziona.
Perché quando superi un livello che sembrava impossibile, quando abbatti un boss dopo trenta tentativi, quando finalmente padroneggi una combo che prima sembrava ingestibile, la soddisfazione è vera. Perché è tua. Non te l'ha regalata il gioco, te la sei guadagnata con il sudore, la concentrazione e la perseveranza.
E in un'industria che ormai tende a trattare i giocatori come bambini da proteggere, Ninja Gaiden 2 Black è un monumento a chi vuole ancora essere messo alla prova.
Non è un gioco per tutti, e non ha alcuna intenzione di esserlo. Ma per chi accetta la sfida e decide di mettersi alla prova, il senso di soddisfazione che regala l'avventura di Ryu è qualcosa di raro e autentico, un'esperienza che rimane impressa nella memoria e che continua a brillare anche a distanza di anni, molti anni.
In attesa del quarto capitolo ufficiale, che ci auguriamo possa fare tornare il ninja Hayabusa alla notorietà che merita.
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