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Immagine di NBA 2K22 | Recensione - La next-gen va finalmente a canestro
Recensione

NBA 2K22 | Recensione - La next-gen va finalmente a canestro

Dopo un’iterazione non troppo convincente, Visual Concepts piazza la bomba da tre punti

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Avatar di Lorenzo Kobe Fazio

a cura di Lorenzo Kobe Fazio

Pubblicato il 17/09/2021 alle 15:59
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  • Pro
    • Graficamente spettacolare
    • Tantissime modalità tutte estremamente longeve
    • Novità del gameplay ben implementate alla struttura di gioco
  • Contro
    • MyTeam ancora vincolato al pay to win
    • Open world dispersivo
    • Menù di gioco non sempre di facile lettura

Il Verdetto di SpazioGames

8.5
Dopo una stagione non proprio felice, NBA 2K22 riscatta il buon nome del brand. Le novità apportate al gameplay, legate per lo più al consumo della stamina, donano ulteriore spessore strategico ad ogni partita. La rinnovata grafica rende onore agli hardware di PlayStation 5 e Xbox Series. L’apertura all’open-world del MyCareer, pagando lo scotto di una maggior dispersività, rende più interessante la progressione. Il MyTeam, pur ancora dominato dalla politica del pay-to-win, ha sensibilmente cambiato registro, permettendo una competizione più equilibrata anche a chi proprio non ne vuole sapere di sborsare altri soldi. Un capitolo consigliatissimo insomma, che potrebbe riaccendere la passione in quei fan di vecchia data, scottati da qualche iterazione di troppo avara di chissà quali innovazioni.

Informazioni sul prodotto

Immagine di NBA 2K22
NBA 2K22
  • Sviluppatore: 2K
  • Produttore: 2K Games
  • Distributore: Take-Two Interactive
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS5
  • Generi: Sportivo
  • Data di uscita: 10 settembre 2021

NBA 2K22 è la stoppata in difesa, che rimedia ad una rovinosa palla persa; un secondo tempo a rimontare, dopo un inizio partita sempre ad inseguire il risultato; una poderosa schiacciata in campo aperto che ammutolisce i tifosi avversari e chiude sostanzialmente la partita.

Dopo un paio di iterazioni per forza di cose simili tra loro, dopo l’edizione dello scorso anno che ha patito scelte di design ora inspiegabili, la criticatissima meccanica di tiro, ora sfacciatamente votate al guadagno facile, che hanno finito per penalizzare il MyTeam, Visual Concepts ha deciso che i tempi erano maturi perché il brand desse il suo meglio anche sulla next-gen targata PlayStation 5 e Xbox Series.

Nonostante anche NBA 2K21 abbia avuto il piacere di esordire sui nuovi hardware di Sony e Microsoft, mai come quest’anno il salto generazione è evidente, ulteriormente sottolineato, come vedremo tra poco, da contenuti lievemente differenti a seconda dell’edizione scelta.

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Menù confusionari, gameplay intransigente

Come in passato, il primo impatto con la produzione 2K Sports può essere disorientante e non esclusivamente per i giusti motivi. Se i menù possono dirsi comunque relativamente esplicativi, avviato il software permane la sensazione di trovarsi dispersi in mare, con nessuna isola sicura in vista in cui attraccare. I più navigati, scusate il gioco di parole, forti dell’esperienza acquisita con l’IP, noteranno immediatamente il ritorno di tutte le modalità a cui sono stati abitati nel corso degli anni. Gli altri faticheranno e non poco a comprendere l’esatto significato di ogni indicatore e voce a schermo.

In momenti come questi, insomma, rimpiangerete i cari, vecchi e dimenticati libretti di istruzioni, nonostante didascalie e sezioni preposte cercheranno in tutti i modi di rendere più chiara ogni sezione dei menù. Del resto, inutile raccontarsela, NBA 2K22 fa ben poco per mettere a proprio agio la sua utenza, anche e soprattutto sul campo di gioco. L’avventato neofita che deciderà di avviare la partita, senza essere prima passato dall’utilissimo ed imprescindibile My2KU, che vi insegnerà i comandi e le basi del gioco, si troverà sballottato da un lato all’altro del campo, per nulla padrone della situazione, intento a subire una sonora imbarcata.

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Quella proposta da Visual Concepts è una simulazione rigorosa, puntuale, a tratti intransigente. Pretende applicazione, metodo ed una conoscenza del basket superiore alla media. Si fa canestro eseguendo gli schemi, conoscendo perfettamente il proprio roster, facendo leva sulle debolezze dell’avversario. Si vince, esattamente come nella pallacanestro reale, con la difesa, occupando le linee di passaggio, eseguendo correttamente i tagliafuori, cercando solo raramente la rubata spettacolare.

Con l’edizione di quest’anno, va detto, il discorso si fa lievemente più sfaccettato. Da una parte, grazie alle meraviglie della next-gen, gli sviluppatori hanno potuto realizzare animazioni ancora più fluide, realistiche, convincenti. Ciò non si traduce esclusivamente in un impatto scenografico senza precedenti, ma anche in un’azione di gioco quanto mai esplicita, facile da comprendere ed interpretare. Anche chi è alle prime armi potrà leggere la partita senza troppe difficoltà, apprezzando il ritmo d’azione lievemente tarato verso l’alto rispetto al passato.

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Dall’altra, invece, i più esperti apprezzeranno le due grandi novità di quest’anno per quanto concerne il gameplay. In primis, il sistema di tiro è stato rivisto, con una più semplice barra che segnala in modo chiaro ed univoco quando rilasciare il pulsante. La pressione difensiva e l’abilità del giocatore in uso renderà più o meno semplice fermare l’indicatore al momento giusto, ma molto dipenderà dai riflessi del videogiocatore di turno.

Qualcosa di simile è stato realizzato anche per le schiacciate, eseguibili tramite lo stick analogico destro. Desta qualche titubanza la scelta di Visual Concepts di rendere relativamente fallibile un gesto atletico di per sé semplice, soprattutto quando totalmente smarcati, ma prese le misure con l’icona che compare vicino all’atleta durante il salto a canestro, scoprirete quanto sia soddisfacente esibirsi in una poderosa schiacciata eseguita perfettamente.

Secondariamente, feature ancor più impattante ai fini degli equilibri in campo, oltre alla comune barra della fatica, in NBA 2K22 è stata introdotta la stamina, indicatore che si prosciugherà con una certa velocità ogniqualvolta il giocatore selezionato sarà chiamato a difendere duro o ad esibirsi in azioni offensive. Maggiore è il consumo di stamina, più facilmente l’atleta incapperà in errori, costringendo così l’utente a giocare molto più di squadra e a limitare le iniziative individuali.

Alla prova dei fatti, anche per merito degli ulteriori passi avanti compiuti dal motore fisico, l’edizione di quest’anno della produzione 2K Sports propone un gameplay quanto mai stratificato, complesso da padroneggiare a dovere, profondissimo. Non manca ancora qualche comportamento bizzarro della palla, né un paio di animazioni che continuano a convincere poco, ma si tratta pur sempre di piccoli dettagli, diluiti in una struttura che tende sempre più alla perfezione.

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I tanti modi per vincere un anello

Proprio a questo proposito, anche le modalità di gioco hanno ricevuto piccoli aggiornamenti, utili a rendere l’offerta sempre più completa ed intrigante.

MyCareer, tanto per cominciare, si propone in due differenti vesti a seconda dell’edizione scelta. Su PlayStation 4 e Xbox One curerete ogni aspetto del vostro giocatore, e il progredire della sua carriera, a bordo di una bizzarra nave da crociera. Su PlayStation 5 e Xbox Series, di contro, avrete un’intera città da esplorare, ambientazione ricchissima di sfide, missioni giornaliere e non, negozi dove comprare nuovi capi d’abbigliamento per il vostro avatar.

Sarà all’interno di questo scenario virtuale che indirizzerete la carriera di MP, aspirante stella dell’NBA, amministratore di un canale YouTube che fagocita visualizzazioni e follower al ritmo con cui vengono caricati i video che ritraggono le sue gesta al playground. Diluita attraverso i molteplici eventi a cui potrete prendere parte nella città, molti dei quali facoltativi, potrete gestire le scelte del giocatore sia dentro al campo, controllandolo in prima persona e decidendo in qualche modo in che squadra giocare, sia fuori, dove ne potrete curare l’immagine sui social.

Sebbene sia intrigante l’idea di una sorta di sovrastruttura alla GTA, con luoghi d’interesse da raggiungere e tante attività extra nel mezzo – complice un motore grafico chiaramente non concepito per il compito, che rende gli spostamenti inutilmente macchinosi e lenti – ci si rammarica per l’assenza di un menù opzionale che avrebbe eliminato o quantomeno limitato i tempi morti.

Pur non essendoci un corrispettivo altrettanto ricco per quanto concerne la WNBA, da quest’anno potrete dare vita e forma anche ad un’atleta che partendo dal draft, ambirà a dominare la lega per diversi anni. Mancano la maggior parte delle attività di contorno del MyCareer, non c’è alcuna città da esplorare, ma per chi mal sopporta certe lungaggini e vuole concentrarsi solo sul gioco, in questa modalità troverà tutto ciò di cui necessita.

Se la stagione singola, i play-off e la partita veloce non hanno subito alcuna modifica, per il MyTeam vale la pena citare il chiaro intento degli sviluppatori di ridurre, almeno in parte, l’efficacia del pay-to-win. Va da sé che chi è disposto a pagare entrerà subito in possesso delle carte migliori con cui imbastire la propria squadra dei sogni, ma tra missioni giornaliere, eventi stagionali e carte potenziabili completando piccoli incarichi sul campo di gioco, riuscire ad avere un roster con cui competere è sensibilmente più facile e possibile rispetto al passato.

Sebbene anche per potenziare il giocatore creato tramite il MyCareer serviranno ancora innumerevoli ore della vostra vita, ora è effettivamente molto più facile togliersi diverse soddisfazioni facendo riferimento esclusivamente alle proprie capacità.

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Per quanto riguarda l’online, che ovviamente abbraccia la quasi totalità delle modalità presenti in NBA 2K22, grazie alle numerose partite effettuate durante le nostre prove abbiamo comprovato la sostanziale solidità dell’infrastruttura di 2K Sports, nonostante qualche sporadico caso di lag abbia mandato all’aria complesse strategie offensive e concesso facili canestri all’avversario.

Da un punto di vista puramente grafico, sia su PlayStation 5 che su Xbox Series X siamo stati testimoni di uno spettacolo rasente al fotorealismo. Soprattutto nelle fasi precedenti alla partita vera e propria, l’impostazione televisiva di riprese e menù ci ha regalato l’illusione di esserci sintonizzati per sbaglio su ESPN. Durante i match si palesa ancora, di tanto in tanto, l’eccessiva pesantezza con cui alcuni atleti si trascinano sul campo, ma complice il già citato maggior ritmo d’azione, anche questo è un difetto ormai quasi completamente scomparso.

Laddove 4K e 60fps sono garantiti su entrambe le console, solo durante le fasi d’esplorazione della città, abbiamo notato qualche piccolo ed inspiegabile calo di frame-rate su Xbox Series X, condito da qualche fastidioso bug.

Sempre in ambito feature next-gen, vale la pena spendere due parole anche sul supporto al DualSense. Se il feedback tattile aiuta a “sentire” il palleggio e a comprovare l’efficacia della pressione difensiva, con vibrazioni che lasciano intendere che si è sul punto di perdere o di rubare la sfera, i trigger forniscono un differente livello di resistenza a seconda di quanta stamina viene consumata dal giocatore in fase di scatto.

Versione recensita: PlayStation 5 e Xbox Series X

Se volete immergevi completamente nel mondo di NBA 2K22, che ne dite di accaparrarvi questo bundle che vi permette di acquistare, in un colpo solo, NBA 2K22: 75th Anniversary Edition e ben 35mila VC da spendere subito nella modalità MyTeam o MyCareer?
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