Recensione

MXGP Pro, motocross da professionisti (e non)

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a cura di Matteo Bussani

L’anno scorso la trasformazione evolutiva di MXGP ha compiuto un passo in avanti molto importante. Il nuovo Engine Unreal ha contribuito a creare un titolo che ha posto basi solide per il futuro della serie e oggi, la stessa serie, con questo nuovo capitolo dal titolo MXGP Pro vuole reinterpretare con un’ulteriore chiave di lettura il mondo delle competizioni off-road. Milestone, a diretto contatto con i maggiori interpreti del campionato di motocross, ha difatti revisionato interamente la fisica di gioco per renderla sempre più realistica e per definire un sistema di guida più articolato e tecnico. Il titolo viene quindi a supporto di quella fetta di appassionati dello sport a due ruote che cercavano nella serie un guizzo in più nel gameplay per renderlo stimolante e avvincente. Non è tutto però per la casa milanese, dato che si è cercato di imprimere un miglioramento su tutti i fronti, con un Compound rinnovato, un maggior dettaglio grafico e una carriera che introduce nuovi seppur non rivoluzionari elementi. Nella pratica, però, qual è l’intero quadro della proposta di MXGP Pro? Scopriamolo con questa recensione.
Iniziamo con il cuore pulsante del gioco: il gameplay. L’evoluzione di MXGP Pro interessa principalmente questo aspetto. Pur non rivoluzionando, soprattutto sul fattore estetico, la fisica di gioco ha subito un radicale affinamento. La gestione dei pesi è più precisa e impatta in maniera totalmente diversa rispetto al passato sulla gestione del veicolo, sia in curva sia durante la fase di atterraggio dai salti. Ciò è percepibile con tutti i livelli di difficoltà, ma risulta evidente impostando la fisica di gioco sull’impostazione Pro.  In generale è di molto maggiore la tecnica richiesta per non finire a terra dopo una scodata eccessiva o dopo un colpo troppo duro contro una duna per colpa di un salto eccessivamente lungo. Troviamo poi un terreno sempre più credibile, sia per la differenza di trazione tra bagnato, umido e asciutto sia per il modo in cui i solchi vanno a crearsi al passaggio. In fase di accelerazione è facile perdere trazione, soprattutto nella categoria MXGP (quella più potente) ma anche in MXGP2 (per via dei veicoli più leggeri), e serve dosare l’acceleratore per velocizzare le uscite di curva. 
Viene da sè che con tutte queste variazioni servirà un po’ di tempo per padroneggiare il sistema di guida. Tempo che è opportuno spendere sia nell’apprendimento delle meccaniche di gioco e nella conoscenza del veicolo, sia nella comprensione delle dinamiche del tracciato. Molto più che in passato consigliamo di passare del tempo nei Gran Premi nelle fasi di qualifica, per riuscire giro dopo giro a identificare i punti in cui aprire il gas o frenare. Se non fa per voi, almeno conviene affidarsi a qualche giro di prova nel nuovo Compound. L’area di allenamento che abbiamo conosciuto con il terzo capitolo, aumenta di dimensioni e arriva a ricoprire la superficie di un bosco di 1km2. Al suo interno possiamo sia vagare indisturbati per i sentieri presenti oppure gareggiare in Time Attack e Gran Premi organizzati sui due circuiti contenuti.
E’ anche possibile affrontare dei tutorial che introducono alle tecniche di guida comuni e avanzate. La loro natura bivalente li rende perfetti sia per i novizi alla ricerca di una guida, sia per chi non è più alle prime armi, ma vuole affinare la propria tecnica al manubrio. Premiamo senza grosse riserve lo sforzo svolto in questa direzione da parte di Milestone che in MXGP Pro offre un sistema di guida da riscoprire e ricco di dettagli che si assaporano solo in pista, giro dopo giro. L’intelligenza artificiale funziona e ciò si vede soprattutto nelle gare a lunghezza integrale, con tempi sul giro realistici, cadute con una frequenza ragionevole e un’aggressività in pista concreta.
Dove invece il salto in avanti non è così evidente è nei contenuti. La modalità carriera si evolve rispetto al passato non proponendo novità degne di nota se non nella gestione degli sponsor e nell’introduzione dei rivali. Si possono scegliere due categorie di sponsor, principale e tecnico: il primo chiede i risultati in pista, mentre il secondo spera in qualche azione particolare come l’esecuzione di uno o una serie di holeshot per elargire crediti aggiuntivi. Gli sponsor più sono ambiti più richiedono la valuta fama per essere sbloccati e in cambio oltre ai crediti offrono dei pezzi per migliorare le performance del veicolo. Essere veloci richiede sponsor e gli sponsor si sbloccano gareggiando e ottenendo vittorie in un circolo vizioso che porterà il giocatore a cercare sempre il pezzo migliore. Il meccanismo in breve assume il ruolo di automatismo e non riesce a convincerci della bontà “ruolistica” che all’apparenza speravamo di trovare. Sarà per la prossima volta. A fine gara, poi, saremo interpellati per giudicare le dichiarazioni degli altri piloti in gara. Qualora non accettassimo dei commenti post-gara di un pilota potremmo ingaggiare con lui una rivalità che poi andrebbe a creare una sorta di sfida da giocare in pista. Ci è sembrata una dinamica forse troppo laterale alla gara e difficilmente saremo invogliati a inimicarci così un altro pilota. 
Sempre sulla carriera abbiamo apprezzato la scelta di introdurre una modalità Extreme con salvataggi totalmente separati da quella classica, che impone un livello di difficoltà massimo che elimina tutti gli aiuti e i rewind, rendendo gli avversari agguerritissimi. Con essa si assapora veramente l’esperienza di MXGP Pro che svela dunque le carte di un gioco estremamente tecnico e talvolta dannatamente difficile. Purtroppo l’engine, vittima della dipendenza totale dalla fisica, talvolta ha qualche strana reazione nelle collisioni con i piloti e il terreno, finendo con il rovinare un’esperienza già di per sè tiratissima. Peccato perchè la modalità sarebbe veramente appagante, ma così diventa difficilmente apprezzabile anche dai più tenaci.
Per tutto il resto niente di nuovo sotto il sole: le modalità a giocatore singolo si declinano in Gran Premio, Time Attack, Carriera (nelle due modalità sopra citate), Campionato e Compound. Esse seguono lo schema classico, beneficiando della licenza della MXGP che mette a disposizione tutti i tracciati ufficiali e tutti i piloti con relative moto e livree della competizione maggiore e di quella minore. Per il multiplayer online la situazione è simile, con Campionati e Gran Premi che vanno a definire l’offerta di gioco. Come è già capitato, purtroppo la situazione della popolazione dei server in queste modalità prima del lancio è tale da non poterne saggiare la bontà come vorremo e vi rimandiamo a future comunicazioni sul sito per eventuali problemi e disservizi. 
Passando la trattazione a questioni più tecniche, segnaliamo un arricchimento generale dell’immagine a schermo sia per quanto riguarda l’ambientazione sia per quanto riguarda il tracciato. In particolare l’illuminazione dimostra i più evidenti passi avanti, con riflessi dettagliati e contrasti di luce sempre più realistici: niente a che vedere con il salto qualitativo che c’è stato nel precedente passaggio generazionale, ma sicuramente apprezzabile. Ci sono ancora elementi critici come caricamenti delle texture un po’ lenti nei menù e in apertura di gara, sfocature poco convincenti su alcuni effetti di movimento (per esempio sulla maglietta dei piloti) ed effetti particellari del terreno migliorabili, ma nulla di realmente fastidioso. Per darvene un ulteriore esempio gli schizzi di fango sono quasi tutti sul piano verticale e non su quello orizzontale, neanche nelle pozzanghere più grandi. Come segnalavamo prima le collisioni sono talvolta problematiche, anche se in misura e in numero minore rispetto al passato.Su PS4 Pro il titolo gira fluido, solido sui 30fps, senza eccessive titubanze anche nei momenti di bagarre più sfrenati.Il sonoro ritorna con il motore REV che ripropone sostanzialmente quanto sentito in MXGP3, rendendo bene e senza sorprese anche in questo capitolo “Pro”. Ricordiamo comunque che le sonorità pungenti e costanti dei motori delle motocross non hanno mai brillato in piacevolezza, per cui ci sentiamo poco inclini a farne particolari elogi. 

– Miglioramenti alla fisica di gioco e al sistema di guida

– Globale arricchimento della grafica

– Modalità Extreme che offre una sfida per i più esperti…

– A livello di contenuti si poteva fare qualcosa di più

– Tecnicamente ancora qualche problemino di gioventù

– … ma che è in parte rovinata dai momenti di crisi della fisica

7.5

MXGP Pro è un aggiornamento deciso di quello che fu MXGP3. I miglioramenti non mancano su quasi tutti i fronti, ma forse latita quella modalità o quella caratteristica che avrebbe potuto staccare il nuovo arrivato dalla memoria che avevamo del precedente. Il gameplay fa il passo avanti più gradito ed evidente, e non possiamo che auspicarci un continuo raffinamento di questo aspetto, perchè la strada è quella giusta. A livello di contenuti, soprattutto nella resa della carriera, sperare in qualcosa di più era lecito. Vogliamo però supportare la scelta di introdurne una modalità extreme che può risultare davvero avvincente ma che qui fatica a decollare per colpa di qualche errorino di troppo con la fisica che di certo non aiuta a conciliare l’animo del giocatore alle prese una serratissima sfida contro se stesso, la pista e gli avversari. Chi ama la guida sulle piste sterrate troverà comunque tantissime nuove sfumature di gameplay con cui mettersi alla prova, a patto che non sia in cerca di un’esperienza completamente inedita.

Voto Recensione di MXGP Pro, motocross da professionisti (e non) - Recensione


7.5

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