Tutto qui? È un po’ questa la sensazione che abbiamo provato dopo aver terminato il secondo episodio di Minecraft: Story Mode in appena 59 minuti. Episodio che tra l’altro è arrivato su Steam (abbiamo testato la versione PC) circa due settimane dopo l’esordio della serie,
recensito su queste pagine nei giorni scorsi con una valutazione più che discreta. Tutto qui perché, oltre alla durata davvero esigua (per non dire striminzita),
Assembly Required rappresenta anche un passo indietro non da poco rispetto al simpatico predecessore.
Avventura a Boomtown
Il fatto poi che Telltale Games lo abbia rilasciato così presto (per il team americano è un record assoluto) fa sospettare una lavorazione eseguita in fretta e furia, forse per lasciare posto ad altre uscite più importanti come l’ultimo episodio di Game of Thrones. Eppure questo secondo episodio non parte nemmeno male, iniziando subito dopo la fine del primo capitolo in cui il nostro alter ego Jesse doveva scegliere se continuare l’avventura insieme alla simpatica Olivia o a fianco del meno carismatico Axel. Visto che mezzo mondo avrà scelto la prima ipotesi, noi abbiamo preferito rimanere con il tonto Axel e andare a cercare uno dei componenti dell’Order of the Stone a Boomtown, una cittadina in cui veniamo accolti da abitanti poco socievoli e in cui spadroneggia Magnus. Il nostro obiettivo è proprio lui, mentre se alla fine del primo episodio avevamo scelto di legarci a Olivia, all’inizio di questa seconda puntata dovremo recarci a Redstonia per cercare Ellegaard (altra componente dell’Ordine) e convincerla a unirsi a noi per combattere contro la minaccia di Witherstorm, che nel frattempo si sta pappando l’intero universo di Minecraft. Tutto questo discorso per far capire come in effetti la scelta finale del primo capitolo abbia un importante impatto sull’inizio di Assembly Required e ciò, per chi ha sempre criticato Telltale Games per la scarsa importanza delle scelte morali nelle sue serie avventurose, rappresenta una piacevole controindicazione. Certo, per ora l’unica decisione che pare avere conseguenze precise è solo questa, ma è già qualcosa.
Una serie nata male?
Tornando a questo secondo episodio, la prima parte a Boomtown è un susseguirsi di semplicissimi Quick Time Event e di dialoghi a scelta multipla, con uno scontro a suon di costruzioni ed esplosivi, una fuga rocambolesca e poco altro. Subito dopo, quanto ci riuniamo con il resto del gruppo e ritroviamo inaspettatamente una vecchia conoscenza, il ritmo cala vistosamente e si deve risolvere giusto un enigma di una facilità quasi disarmante. Si giunge così al finale dopo un altro duello tirato fin troppo per le lunghe e con la consapevolezza di essersi divertiti per 20 minuti su 60, ovvero solo nella prima parte. È vero che alcuni dialoghi risultano ancora spiritosi e che le poche fasi in cui si deve costruire qualcosa faranno piacere ai più piccini, ma i due nuovi personaggi aggiungono davvero poco e altri snodi narrativi avrebbero necessitato di qualche passaggio in più per essere approfonditi meglio. Si avverte inoltre la mancanza delle sequenze più elaborate del primo episodio, che tra l’altro durava quasi il doppio, e i dialoghi soporiferi non aiutano certo a migliorare le cose. Insomma, una brusca frenata per una serie nata in modo forse non eccezionale ma con certe aspettative che però, a vedere il risultato di questo secondo episodio, paiono già sfumate o comunque parecchio ridimensionate. Speriamo che la terza puntata sappia fare di meglio.
– I primi 20 minuti sono godibili
– Qualche bella battuta c’è comunque
– Trama fiacca
– Durata irrisoria
– A metà episodio ci si annoia già
Se il primo episodio della serie non era affatto male e si inseriva perfettamente nel mood e nelle atmosfera di Minecraft, questa seconda puntata della nuova creatura di Telltale delude un po’ su tutti i fronti. Longevità quasi risibile, ritmo fiacco, poche trovate davvero riuscite e fin troppi tempi morti per un gioco che dura poco meno di un’ora. Di contro i dialoghi, i Quick Time Event e le scene più movimentate ci mettono una pezza, ma da qui alla sufficienza il salto è ancora lungo. Speriamo almeno che il terzo episodio risollevi la situazione.