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Metro Awakening | Recensione - Funziona anche in VR?

Abbiamo giocato il nuovo capitolo della saga di sparatutto post apocalittici Metro, che torna con un titolo pensato completamente per la VR: funzionerà?

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a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

In sintesi

  • Atmosfere che ricordano i primi capitoli della saga.
  • Il gioco è reso benissimo in realtà virtuale.
  • Troppo ripetitivo alla lunga.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Metro Awakening
Metro Awakening
  • Sviluppatore: Vertigo Games
  • Produttore: Deep Silver
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , PS5
  • Generi: Sparatutto
  • Data di uscita: 7 novembre 2024

Mancano pochi mesi ormai al secondo anniversario dall’uscita di PlayStation VR2, la periferica per la realtà virtuale di Sony lanciata con un prezzo sin troppo elevato per il mercato console.

Come se questo non fosse abbastanza, in questo lasso di tempo non si può dire che siano usciti giochi che hanno spinto gli appassionati a fiondarsi all’acquisto della periferica, dato che è evidente come il supporto di Sony e delle terze parti sia stato molto inconsistente, per usare un eufemismo.

Finalmente, però, sembra che qualcosa si stia smuovendo per quanto riguarda le uscite, con l’arrivo di titoli dedicati ad Alien, Hitman e lo sparatutto post apocalittico Metro.

In queste settimane abbiamo infatti avuto l’occasione di provare Metro Awakening, un titolo inedito nella longeva serie tratta dal romanzo Metro 2033 di Dmitrij Gluchovskij, che in questa incarnazione è totalmente pensato per essere vissuto all’interno della realtà virtuale.

Il gioco è stato realizzato dallo studio Vertigo Games, che ha già una certa esperienza con i titoli in VR, avendo lavorato già ai due Arizona Sunshine, usciti anch’essi su PS VR2.

Gli autori di Vertigo saranno dunque riusciti a replicare le lugubri atmosfere della metropolitana di Mosca in questo nuovo titolo della serie? Ve lo raccontiamo in questa recensione.

Metro in realtà virtuale

Metro Awakening fa le cose in grande: il gioco non si limita a voler essere un adattamento dei vecchi capitoli per la realtà virtuale, ma è a tutti gli effetti un nuovo episodio della longeva serie – che ha visto il coinvolgimento anche di Dmitrij Gluchovskij, l’autore dei romanzi da cui è nata la saga, alla scrittura della storia.

Il gioco è ambientato prima degli eventi di Metro 2033 e ha anche un nuovo protagonista: Serdar, un dottore di una comunità dispersa nelle gallerie della metropolitana di Mosca dopo la catastrofe nucleare che ha colpito il Paese. Un destino che i giocatori dei primi tre giochi della saga conoscono bene.

Serdar è sposato con Yara e i due sono rimasti sconvolti dalla perdita di loro figlio tempo prima. Quando un giorno Yara scompare, toccherà a Serdar avventurarsi per i pericolosi cunicoli della metropolitana, infestata da creature mutanti e altre entità sovrannaturali, per ritrovarla.

La storia riesce a catturare bene l’atmosfera dei primi capitoli della serie, essendo il gioco ambientato completamente nelle oscure gallerie della metro russa, tra zone infestate da mostri o pericoli radioattivi e le stazioni che spesso sono delle oasi felici dove rifugiarsi. Un esempio è quella di base, dove vive Serdar, ricreata in maniera molto dettagliata soprattutto nella resa dei personaggi che la abitano, tutti ben caratterizzati e in linea con le regole dell’ambientazione.

L’avventura che i giocatori vivranno in Metro Awakening non è dunque un semplice pretesto per visitare i tunnel della metropolitana russa in realtà virtuale, ma ha una narrativa solida che riguarda la storia di un personaggio ricorrente che i fan della serie riconosceranno presto.

L’unico problema – più evidente sul lato gameplay, come vedremo a breve – è legato a una narrativa che dà l’impressione di essere troppo allungata nelle tempistiche, specialmente nella parte finale.

Sicuramente l’aspetto che è reso meglio è l’atmosfera claustrofobica e desolante dei tunnel della Mosca sotterranea, che ci hanno ricordato le sensazioni provate nel giocare la prima volta Metro 2033 – ma, essendo qui in VR, in alcuni momenti ci sono sembrate anche più forti.

Sicuramente aiuta molto l’ottima UI utilizzata dal gioco, che non ha nulla di artificiale: potremo ad esempio vedere l’ora tramite l’orologio al polso di Serdar o capire quanti proiettili restano guardando nei caricatori dell’arma. Non c’è dunque nulla che spezza l’immedesimazione nel personaggio, cosa che abbiamo particolarmente gradito.

Su PlayStation VR2 il gioco fa un’ottima figura, grazie a un comparto tecnico molto curato, specialmente nei giochi di luci e ombre e nei particellari, che sono gli aspetti che contano di più per riuscire a rendere perfettamente le atmosfere lugubri di Metro (a proposito, potete trovare l'ultimo capitolo anche in versione aggiornata per PS5 su Amazon).

Anche i modelli dei nemici e dei personaggi sono ben gestiti – con alcune eccezioni lato mostri, non sempre eccellenti – mentre le animazioni fanno il loro dovere.

Vivere un'esperienza post apocalittica

Il passaggio alla realtà virtuale non ha stravolto il sistema di gioco che i fan della saga conoscono bene: Metro Awakening riesce a traslare ogni elemento dei vecchi capitoli in versione VR alla perfezione, riuscendo anche a dare un maggior senso di immersione nel gioco anche solo tramite l’utilizzo di alcuni oggetti basilari, come la torcia o le maschere antigas.

Il passaggio alla realtà virtuale non ha stravolto il sistema di gioco che i fan della saga conoscono bene.
I movimenti che saremo chiamati a compiere con i controller di PS VR2 risultano molto intuitivi e precisi e dovremo spesso mimare dei gesti che nella realtà sarebbero spontanei per utilizzare il nostro equipaggiamento.

Ad esempio, dovremo ricaricare la torcia scuotendola quando la luce diminuirà d’intensità, mentre ogni oggetto in nostro possesso sarà presente nello zaino che ci porteremo dietro e potremo prenderlo fisicamente con le nostre mani.

Anche la ricarica delle armi avverrà in maniera manuale e dovremo cambiare noi i caricatori della pistola o inserire nuovi bossoli del fucile a pompa. Un’operazione che in realtà crea dei problemi negli scontri più feroci, specie se gli avversari sono tanti, data la lentezza della ricarica, ma fortunatamente le battaglie contro molti nemici saranno rare e basterà prepararsi in anticipo per essere pronti a tutto.

Come nei precedenti Metro, anche in questo caso si affrontano sia umani che mostri di vario tipo, e non mancheranno i momenti da puro horror quando saremo dispersi nei meandri dei cunicoli oscuri del gioco. Nulla in realtà di troppo esagerato, ma i jump scare non mancano.

Sarà fondamentale mirare con precisione, visto che il gioco non aiuta più di tanto con la traiettoria dei proiettili e il rischio di consumarli inutilmente è alto. Bisogna dunque stare attenti a non sprecarne troppi, visto che le munizioni, così come anche i filtri per l’immancabile maschera antigas, sono molto più rari di quanto si possa pensare.

Il gioco è infatti avaro di risorse e in effetti avremmo gradito una maggior presenza almeno di proiettili e una maggior durata dei filtri per la maschera a gas, dato che questi durano davvero poco. Le bocche di fuoco ad ogni modo non mancano e sanno dare soddisfazioni sia per la sensazione tattile che per la potenza dei colpi, dato che il feedback dei diversi tipi di proiettili sui corpi dei nemici è ben gestito.

I combattimenti in linea generale divertono, anche se a volte ci sono dei picchi di difficoltà immotivati, che risultano tediosi anche per una gestione non sempre perfetta dei checkpoint automatici.

Esiste anche un sistema stealth, utile per eliminare di soppiatto alcuni nemici risparmiando munizioni, ma molto basilare nei suoi elementi.

Il gioco poi ci dice che per eliminare una guardia prendendola alle spalle basterà colpirla con un pugno alla testa, ma non sempre questo si rivelerà corretto, con il rischio di allarmare interi gruppi di nemici senza volerlo. Una maggior cura dell’elemento furtivo avrebbe potuto dare un maggior spessore al gioco, che invece non brilla in queste sezioni.

Il problema più grande di Metro Awakening sta soprattutto nella ripetitività e linearità delle situazioni. Il gioco è tutto ambientato nei cunicoli e nelle gallerie della metropolitana di Mosca, senza però particolari guizzi creativi o variazioni degne di nota, anche senza dover per forza cambiare ambientazione.

La linearità si farà sentire verso la metà dell’avventura e si arriverà alla fine in circa 8-10 ore; siamo convinti che un paio d’ore in meno avrebbero giovato molto ai ritmi del titolo nel suo complesso.

Per quanto riguarda l’accessibilità, è noto come i titoli di questo tipo possano dare ad alcuni utenti inconvenienti di motion sickness e Metro Awakening prova ad affrontare il problema con moltissime opzioni di movimento diverse, passando da quella più tradizionale al teletrasporto per brevi tratti – forse meno funzionale in gioco, ma sicuramente una valida alternativa se camminare normalmente risulta un problema.

Presente anche la possibilità di utilizzare la vignettatura per oscurare gli angoli, in modo da limitare un po’ il campo visivo rendendo l’esperienza meno problematica. Dal canto nostro non abbiamo avuto grossi problemi, utilizzando una combinazione di camminata normale e un po’ di vignettatura dello schermo, anche se ovviamente la fatica generale si faceva sentire dopo un’ora e mezza, massimo due ore di fila.

Come sempre, purtroppo, il problema della motion sickness è soggettivo, ma il gioco mette in campo molte opzioni per contrastarlo.

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Voto Recensione di Metro Awakening | Recensione


7.3

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Buona narrativa che si ricollega in maniera interessante agli altri capitoli.

  • I controlli sono fluidi e riescono a immergere il giocatore all'interno del mondo di Metro.

  • Ottimo a livello tecnico.

Contro

  • Troppo ripetitivo alla lunga.

  • Alcuni picchi di difficoltà ingiustificati in alcuni momenti.

Commento

L’idea di portare l’universo visto nei vecchi Metro in una versione dedicata alla realtà virtuale è molto interessante e questo Metro Awakening riesce a riproporre le sue atmosfere così cariche di angoscia e paura dell’ignoto in maniera ottima, specialmente grazie a un sistema di controlli e di UI che fanno immergere completamente il giocatore nel mondo post apocalittico del titolo. 
Una grossa pecca è però la ripetitività di situazioni e ambientazioni, enfatizzata da una durata eccessiva dell’esperienza, che, soprattutto nell’ultima parte, poteva essere snellita. Insomma, nonostante i vari problemi da cui è afflitto, il gioco è un’esperienza più che godibile, specialmente se amate il franchise e se desiderate tornare a utilizzare il vostro visore (in particolare PS VR2) dopo tanto tempo in cui è presumibilmente rimasto fermo.
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