Life is Strange 2 Episodio 3 Recensione | Wastelands è l’episodio più “caldo” della serie
Finalmente si entra nel vivo dell'avventura in Life is Strange 2, con il terzo capitolo Wastelands.
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a cura di Valentino Cinefra
Staff Writer
Il 22 agosto ed il 3 dicembre scopriremo rispettivamente il penultimo ed ultimo episodio di Life is Strange 2.
L’avventura di Dontnod in questo momento arriva invece al giro di boa con Wastelands, il terzo episodio. Come la tradizione vuole, a metà di un racconto è necessario scontrarsi con qualcosa di importante, stravolgere lo status quo dei personaggi e, in generale, dare una forte impronta di quella che sarà la seconda parte della storia stessa, quella conclusiva.
Dopo un primo episodio buono, ed un secondo che invece ci aveva convinto di meno, Wastelands è un appuntamento molto importante per Life is Strange 2. Lascia delle belle sensazioni per il futuro, ed a fronte di giusto un paio di frivolezze nella narrazione ci sono tante cose interessanti da vivere, alcune più palesi ed altre meno, dei piccoli e grandi temi che l’episodio sviscera con una certa naturalezza. C’è un cast corale, contemporaneamente alleato e “nemico” di Daniel e Sean, che rappresenta un pericolo per l’equilibrio dei due fratelli in molti casi.
Il terzo episodio di Life is Strange 2 propone una narrazione compassata ma mai noiosa, racconta in modo lieve ma efficace tanti personaggi, e arriva verso un finale sorprendente e coraggioso, ad ulteriore dimostrazione di quei toni più maturi che il team di sviluppo vuole accogliere sin dal primo episodio.
Diventare grandi ad ogni costo
L’episodio si apre a distanza di qualche tempo da dove si era concluso Rules, il secondo appuntamento di Life is Strange 2. L’idea di far passare del tempo tra una puntata e l’altra è brillante, ed ottima per mettere il giocatore subito in un nuovo status quo, accendere l’interesse e “costringerlo” ad apprendere il più in fretta possibile tutti i dettagli del caso.
Daniel e Sean riescono a rintracciare il gruppo di Cassidy, la ragazza viaggiatrice che avevano già incontrato, una piccola comune hippie moderna di ragazzi che cercano di sbarcare il lunario in ogni modo per realizzare i propri sogni e desideri. Ognuno di loro ha una storia che può essere appresa nel corso dell’episodio, rimanendo ancora un po’ davanti al fuoco prima di andare a dormire, attardandosi nelle chiacchiere mattutine davanti al caffè, ed in generale vivendo di più il contesto dell’episodio. Wastelands è infatti molto circoscritto, perché per l’intera porzione di avventura ci aggireremo nell’accampamento e dintorni.
Ancora una volta bisogna dare atto a Dontnod di aver lavorato molto sull’atmosfera. La prima volta che Sean esce dalla tenda siamo immersi in un bosco dai colori avvolgenti e caldi, e le tende di ognuno dei compagni di viaggio è curata in dettagli non maniacali, ma sufficienti a raccontare in una istantanea il proprietario. Preservativi, sigarette, una vecchia foto di famiglia, la guida ferroviaria per saltare sui treni clandestinamente, un paio di birre: ogni tenda racconta in un’occhiata un sacco di cose su chi la abita.
Inoltre, Wastelands ingrana la marcia anche per quanto i già citati temi forti. Non si vergogna di mettere a schermo la nudità femminile (pur sempre parziale), né di parlare e mostrare la droga (il gruppo lavora per il proprietario di una piantagione di marijuana) senza mai vergognarsi o cercare di attutire in qualche modo il tema. L’avevamo già intuito che Dontnod volesse raccontare qualcosa di diverso dall’originale Life is Strange, e ad ogni episodio che segue non sembra volersi mai tirare indietro.
Il tema principale dell’episodio è invece il rapporto tra Daniel e Sean, incrinato dall’inclinazione del fratello maggiore a rapportarsi più con i nuovi compagni di viaggio – in particolare con Cassidy, di cui percepiamo l’attrazione fin dal primo istante – che con il suo fratellino. Daniel si sente trascurato, e quindi accoglie con piacere le attenzioni del più controverso dei membri della comune che, inizialmente, sembra essere un’influenza non estremamente positiva per il ragazzo. A questo proposito, con il senno di poi va segnalato che una delle vicende finali risulta un po’ prevedibile, alla luce di questa dinamica comportamentale.
Mentre i ragazzi continuano a lavorare per raccogliere i soldi necessari a completare il viaggio in Messico, le loro necessità si mescolano con i doveri, ed ancora una volta si indaga su ciò che Daniel potrebbe, vorrebbe, e dovrebbe fare con i suoi poteri. Capacità sovrannaturali che, nello stupore di Sean e del giocatore, sono molto più potenti di quanto avremmo potuto immaginare finora. Non vi sveliamo oltre, ma a questo proposito c’è una scena molto evocativa durante l’allenamento che Daniel fa, aiutato da Sean, in un momento dell’episodio.
I rapporti evolvono, perché come detto Sean è sempre più interessato a Cassidy, e proprio il loro intreccio è collegato alle ultime svolte della puntata, che conducono verso un finale a sorpresa ed in grado di cambiare lo status quo dell’intera serie, forse.
A questo proposito ci fa piacere segnalare una serie di elementi per cui Dontnod, episodio dopo episodio, sembra migliorare sempre di più.
I dialoghi di Wastelands ci hanno colpito parecchio. Raramente sono fuori fuoco, stereotipati o banali ma, anzi, contribuiscono a tratteggiare i personaggi secondari in maniera perfetta, e soprattutto a rendere molto credibile l’evoluzione (e l’involuzione, in alcuni casi) del rapporto di Sean e Daniel, un’impresa affatto semplice. Di pari passo la regia, sempre più eclettica e solida, con una sceneggiatura che sperimenta un interessante flashback iniziale non fine a sé stesso. In questo episodio si gioca anche di più, anche se sempre con relativa semplicità, con un paio di momenti tra cui un’inaspettata versione light di un rhythm game.
Migliora notevolmente anche la “ragnatela” della storia, anche se in alcuni momenti continua più a contare il come si arriva ad un determinato evento, rispetto all’esito dell’evento stesso. Il che non è per forza un male, visto che Wastelands inizia a mettere dei paletti molto importanti per quanto riguarda il coinvolgimento emotivo dei personaggi coinvolti. I Dontnod chiedono al giocatore di entrare nei panni di Sean e delle difficili scelte che deve fare in nome della sua Daniel, del futuro, ma anche di sé stesso. Farlo significa godersi a pieno l’esperienza, anche e soprattutto in vista del finale di questo episodio che, francamente, ci ha sorpreso molto (soprattutto vedendo gli outcome possibili nelle statistiche di fine partita).
+ Regia brillante e dialoghi mai banali
+ Si "gioca" di più, e in modi diversi
+ Le scelte del giocatore sono sempre più importanti…
- Mangerete la foglia, almeno un paio di volte
- …ma non al 100%
8.3
Legalità, determinazione di sé, ed ovviamente l’amore fraterno e carnale, queste sono alcune delle tematiche che Wastelands, terzo episodio di Life is Strange 2, si prende la briga di mettere in scena. Una puntata molto importante, probabilmente la più adulta e calda – a livello umano e di contenuti – dell’intero franchise. Ci avviamo quindi con grande fiducia verso la parte finale della serie, con l’intenzione di farci sorprendere ancora e godere di una narrazione decisamente più matura e attenta.
Voto Recensione di Life is Strange 2 Episodio 3 Recensione | Wastelands è l’episodio più “caldo” della serie - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Finale coraggioso, e con molte varianti
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Regia brillante e dialoghi mai banali
-
Si "gioca" di più, e in modi diversi
-
Le scelte del giocatore sono sempre più importanti…
Contro
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Colonna sonora sottotono rispetto al solito (ma c’è la sorpresa di un brano molto celebre)
-
Mangerete la foglia, almeno un paio di volte
-
…ma non al 100%
Commento
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