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KARMA: The Dark World | Recensione - Esplorazioni mentali

KARMA: The Dark World farà la felicità degli amanti della fantascienza più oscura, ma siamo sicuri che tutto vada come dovrebbe? Ecco la nostra recensione.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

In sintesi

  • Trama molto intrigante, tra fantascienza e thriller investigativo.
  • Manca della coesione necessaria per dare piena forma alle proprie idee.
  • Sistemi di gioco piuttosto striminziti e diverse lungaggini.
  • Pro
    • Trama molto intrigante, tra fantascienza e thriller investigativo.
    • Tanti buoni spunti e un'idea di base che sa come provocare e far riflettere.
  • Contro
    • Manca della coesione necessaria per dare piena forma alle proprie idee.
    • Sistemi di gioco piuttosto striminziti e diverse lungaggini non necessarie.

Il Verdetto di SpazioGames

6.5
Le scelte stilistiche e la volontà di proporre un gioco che sfida le convenzioni del genere horror sci-fi sono encomiabili, ma la sensazione finale è quella di un’occasione mancata. Se siete appassionati del genere e cercate un’esperienza che sfida le vostre percezioni, KARMA: The Dark World è comunque un titolo che vale la pena esplorare, ma con la consapevolezza che non raggiunge mai la grandezza che potrebbe esprimere.

Informazioni sul prodotto

Immagine di KARMA: The Dark World
KARMA: The Dark World
  • Sviluppatore: POLLARD STUDIO
  • Produttore: Wired Productions, Gamera Games
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC , PS5 , XSX , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Survival Horror
  • Data di uscita: 27 marzo 2025

KARMA: The Dark World è un'opera a metà tra thriller psicologico e horror fantascientifico che sin da subito vuole distinguersi per la sua narrazione complessa e per la sua ambiguità con la percezione della realtà.

Ambientato in un futuro distopico e tormentato dalle fosche azioni di una supercorporazione, il titolo vuole spingere il giocatore a confrontarsi con dilemmi morali, scelte difficili e un’atmosfera angosciante che ricorda i grandi classici del genere. 

Pur con tutte le sue ambizioni, KARMA: The Dark World deve però fare i conti con un grande potenziale non pienamente sfruttato e con delle discrete aspettative che non sono state del tutto soddisfatte.

KARMA: The Dark World e le derive della mente

KARMA: The Dark World delinea una realtà alternativa ambientata nella Germania dell'Est dell'84, un mondo dove la tecnologia e il controllo mentale sono diventati strumenti di dominio su scala globale.

Il protagonista, Daniel McGovern, è un agente dell’organizzazione Leviathan, una società che ha il monopolio della gestione e sorveglianza di ogni aspetto della vita umana.

La storia inizia con una missione che lo porta a indagare su strani fenomeni psicologici che sembrano minare la percezione stessa della realtà. Attraverso un viaggio che si sviluppa tra incubi, visioni e distorsioni temporali, McGovern si troverà costretto a confrontarsi col proprio inconscio e con la verità nascosta tra le macchinazioni nell'ombra della corporazione.

Il punto di forza principale di KARMA: The Dark World risiede nella sua atmosfera, cupa e disturbante. Il gioco riesce a immergere il giocatore in un mondo in cui le leggi della fisica sembrano piegarsi e la mente è l'unico reale campo di battaglia.

L’ambientazione futuristica, ma decadente, si intreccia con un design minimalista ma efficace: il luogo dove si svolge la maggior parte dell’avventura è claustrofobico e opprimente, e l’uso di luci e ombre è funzionale nel creare un senso di costante inquietudine.

Il problema di KARMA: The Dark World è che talvolta osa sin troppo, rappresentando una sequela di situazioni e aree in sequenza piuttosto sconnesse tra loro, finendo per confondere il giocatore fino a lasciarlo galleggiare nel dubbio su ciò che realmente sta accadendo.

Il problema di KARMA: The Dark World è che talvolta osa sin troppo, rappresentando una sequela di situazioni e aree in sequenza piuttosto sconnesse tra loro.

In questo contesto, la grafica è curata ma non priva di imperfezioni: l’uso di Unreal Engine 5, pur permettendo una riproduzione dettagliata degli ambienti, non sempre riesce a raggiungere la perfezione visiva che ci si potrebbe aspettare da un titolo che appariva dal materiale promozionale di tutt'altra portata. Le animazioni, inoltre, risultano a tratti legnose, e in certe situazioni questo contribuisce a spezzare il flusso immersivo che il gioco tenta di costruire.

La narrativa, che in un titolo come questo dovrebbe essere al centro dell’esperienza, presenta una struttura non lineare, in cui il giocatore è chiamato a mettere insieme i pezzi di un puzzle psicologico molto frammentato, con parti che risultano essere persino inconcludenti.

Detto ciò, la storia di KARMA: The Dark World si intreccia con una riflessione profonda sui temi del controllo mentale, della percezione e della realtà stessa, ma non sempre riesce a coinvolgere appieno il giocatore, soprattutto per via di alcune lungaggini non necessarie. 

La sceneggiatura, pur essendo ricca di potenziale, non è riuscita a sviluppare appieno i temi complessi che introduce, restando spesso ancorata a un registro troppo criptico e poco accessibile.

Le sue intuizioni si rivelano interessanti, ma vengono lasciate troppo spesso in sospeso, senza mai offrire risposte soddisfacenti, il che può risultare frustrante per chi cerca una trama più solida.

Cosa si fa, in KARMA: The Dark World?

Dal punto di vista dei sistemi di gioco, KARMA: The Dark World tenta di combinare elementi di esplorazione, risoluzione di enigmi e fasi d’azione, ma non sempre ci riesce con successo. Il sistema di esplorazione è basato su un forte approccio investigativo: Daniel deve raccogliere indizi, interagire con oggetti e svelare misteri legati al passato, alla mente e alla realtà.

Sebbene questo approccio possa risultare affascinante inizialmente, la ripetitività delle sue meccaniche tende a limitare l’esperienza, trasformando l’esplorazione in un continuo vagare senza una reale soddisfazione nel trovare soluzioni.

Vista l'impostazione di gioco, ascrivibile in larga misura a un walking simulator con una buona dose di interazione con l'ambiente, i giocatori non devono di certo aspettarsi dei reali confronti coi nemici né alcun tipo di sfida stimolante, rimanendo in ultima battuta quasi delle parentesi vuote in un gioco che si concentra maggiormente sul lato psicologico.

Le meccaniche di interazione mentale, dove il protagonista esplora i ricordi e la psiche di altri personaggi, sono una delle proposte più originali del gioco.

Queste sequenze, che si svolgono come veri e propri viaggi all'interno delle menti degli altri, offrono una dimensione interessante e unica al gameplay. Tuttavia, il sistema non sempre è chiaro e risulta talvolta poco intuitivo, creando frustrazione in chi si aspetta un'esperienza più fluida e ben calibrata.

Il comparto sonoro è uno degli aspetti che riesce a tenere alta la tensione. La colonna sonora, seppur non del tutto memorabile, svolge un ruolo cruciale nel rafforzare l’atmosfera disturbante del gioco, con brani che si adattano dinamicamente alle situazioni e amplificano le sensazioni di angoscia e incertezza.

In definitiva, KARMA: The Dark World è un'opera che vive della sua ambivalenza.

Ha di fatto tutte le caratteristiche per essere un’esperienza avvincente, ma sembra mancare di quella coesione necessaria per realizzare appieno il suo potenziale. La trama, sebbene offra buoni spunti per gli amanti della fantascienza più oscura, non riesce a concretizzarsi come un’esperienza soddisfacente e la ripetitività delle meccaniche gioca un ruolo negativo nell’impoverire un gameplay che avrebbe potuto essere più intrigante. 

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