Jagged Alliance 3 | Recensione - Promettente ritorno per i mercenari
THQ Nordic ha deciso di rispolverare una saga storica per gli amanti delle sparatorie a turni ed è riuscita a sorprenderci in larga parte.
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a cura di Marino Puntorieri
Redattore
In sintesi
- Un titolo che strizza l’occhio alla strategia a turni dei primi anni 2000 e non solo
- Tantissime possibilità per la gestione dei mercenari e rispettivi equipaggiamenti
- Calcolare meticolosamente ogni mossa sul campo di battaglia regala, quasi sempre, grandi soddisfazioni
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Haemimont Games
- Produttore: THQ Nordic
- Distributore: THQ Nordic
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC
- Generi: Strategico
- Data di uscita: 14 luglio 2023
Se l’annuncio di Jagged Alliance 3 nel 2021 aveva in egual misura suscitato tante speranze quanti timori per il futuro del brand, il suo recente test era riuscito abilmente a toglierci dalla mente numerosi dubbi: si era trattato di un’anteprima abilmente confezionata dagli sviluppatori per evidenziare gli sforzi profusi per riportare il brand ai fasti dei suoi primi e storici capitoli, cercando di accontentare sia i fan più longevi che i neofiti.
Adesso che abbiamo abbondantemente messo le mani su una versione completa e definitiva di Jagged Alliance 3, abbiamo approfondito le varie sfaccettature dell’esperienza realizzata dal team di Haemimont Games e THQ Nordic, convincendoci in larga parte della bontà del suo risultato finale.
Abbiamo affrontato un quantitativo spropositato di ore tra scontri a turni e gestione dei vari territori in un mix che, nonostante alcune incertezze, ha saputo conquistarci e rispettare le nostre aspettative.
Siamo finalmente pronti, in sostanza, per la rinascita di una saga rimasta per troppo tempo nell’ombra: una considerazione che volevamo ribadire con forza fin da queste prime righe della recensione.
Benvenuti a Grand Chien
La narrazione non è uno degli elementi portanti di Jagged Alliance 3, eppure, per quanto riprenda tanti elementi molto classici e già visti per il genere, riesce a snodarsi con una certa coerenza agli occhi dei giocatori.
Il tutto avviene mostrando su schermo numerosi personaggi – più e meno secondari – con i quali ci si interfaccia in più occasioni andando oltre le mere questioni belliche, un aspetto che denota comunque una certa abilità della software house – attraverso l’introduzione di piccoli escamotage – volta ad aumentare il coinvolgimento durante l’esplorazione.
La storia, nello specifico, permette di immergerci nell’immaginaria nazione di Grand Chien, tra coste e isole paradisiache segnate da profonde lotte intestine sfociate nell’invasione di un vero e proprio esercito paramilitare denominato “La Legione”.
In questo clima tutt’altro che sereno siamo chiamati a formare e gestire da zero una squadra di mercenari per combattere La Legione e il suo misterioso comandante, con l’obiettivo ultimo di liberare i cittadini di regione in regione e portare in salvo il presidente.
Una missione che passa dalla ricerca di alcune figure chiave che caratterizzano il precedente governo di Grand Chien, intente a resistere con quel che rimane dell’esercito del Paese, e che richiede una gestione meticolosa del team di mercenari da formare e del loro sviluppo – a cui si affianca il bisogno di consolidare la nostra presenza nei territori, arruolando nuove milizie o passando per la pianificazione di ogni mossa sulla mappa con precisione maniacale.
Durante alcuni dialoghi potremo anche prendere determinate decisioni sulla vita e le azioni di alcuni comprimari amici e non, in un sistema di cause e effetto che valorizza il fattore rigiocabilità entro una certa soglia, oltre a conferire nel breve o nel lungo periodo dei bonus e malus da non sottovalutare.
Le responsabilità di un comandante
Proprio il roster dei personaggi dai quali attingere per la nostra squadra di mercenari rappresenta il più ampio ventaglio di opzioni disponibili in un capitolo della serie. Tra nuovi e storici personaggi, suddivisibili per una moltitudine di abilità ed esperienza già maturata che ne rivelano differenti costi, gestire le squadre di Jagged Alliance 3 si rivela un’attività estremamente coinvolgente.
Ovviamente si necessita di una certa attenzione per formare un team – con al massimo sei slot – il più possibile equilibrato tra esperti di esplosivi, medici, abili combattenti dalla lunga distanza e non solo: risulta insulta fondamentale dedicarsi con tutta calma all’analisi dei vari parametri fisici e mentali che li caratterizzano.
La creazione della squadra ideale è fondamentale per affrontare i numerosi e impegnativi combattimenti di Jagged Alliance 3, soprattutto perché le sparatorie in inferiorità numerica sono all’ordine del giorno e bisogna calcolare ogni spostamento e riparo per avere la meglio sul nemico senza subire danni eccessivi.
Il layout delle varie voci legate alle sparatorie di Jagged Alliance 3, inoltre, si conferma essere di buona fattura, attraverso icone e finestre ben integrate su schermo che non appesantiscono la visione d’insieme.
Queste, infatti permettono di scegliere con cura quale parte del corpo colpire, quanti punti azioni sono necessari a seconda della maggior o minor precisione, la pulizia dell’angolo di tiro per il bersaglio e le traiettorie ipotetiche durante gli spostamenti.
Si tratta di dettagli che pongono l'accento su una realizzazione delle varie mappe di gioco meticolosa e attenta, sempre pronte a offrire numerose soluzioni su schermo per manovre evasive e accerchiamenti.
È un design ricercato ma che crea un po’ di confusione durante gli scontri al chiuso, dove la telecamera non sempre riesce ad aiutarci a distinguere in modo immediato tutti gli elementi presenti su schermo.
Discorso simile e positivo quasi in ogni aspetto anche per l’IA: i nemici sono sempre pronti a spostarsi abilmente e sfruttare una certa precisione – in realtà fin troppo letale – ed eliminare i nostri mercenari in pochi round se non posizionati in un riparo adeguato.
Per quanto riguarda gli alleati, invece, abbiamo appuntato alcune incertezze legate a spostamenti macchinosi e scelte sulle azioni di guerriglia non sempre intelligenti.
In numerose occasioni di Jagged Alliance 3, ad esempio, abbiamo aiutato le milizie amiche durante i combattimenti e questi non sempre si sono rivelati di vero supporto – ad esempio, non preoccupandosi di colpire i nostri personaggi, se nella linea di tiro di un bersaglio, o fuggendo in posizioni più sicure alla prima occasione possibile, con buona pace della collaborazione.
Conquista a tavolino
La gestione strategica dei vari insediamenti liberati in Jagged Alliance 3 passa per un'attenta pianificazione degli spostamenti delle varie squadre sulla mappa satellitare, così come la scelta degli obiettivi ai quali dare priorità a seconda del momento.
A questo si somma il bisogno di decidere, con il passare del tempo, come affrontare i costi di mantenimento dei contratti dei mercenari scelti – e bisogna anche ricordarsi di capire come ottenere nuove risorse, per finanziarsi.
La gestione strategica dei vari territori liberati rappresenta, a tutti gli effetti, l’altra faccia della medaglia (dove sarà fondamentale utilizzare un mouse come questo in offerta su Amazon), inframmezzandosi sapientemente ai vari combattimenti a turni già citati, anche se non mancano alcune riserve.
Il primo dubbio riguarda proprio la capacità di ottenere maggiori introiti, utili non solo per assoldare nuovi mercenari o sostituire quelli caduti in battaglia, ma soprattutto per gestire gli spostamenti o semplicemente aiutare la popolazione locale a difendersi con le proprie forze, attraverso specifici addestramenti militari.
Una situazione che potrebbe scoraggiare gli utenti non solo nelle prime ore di gioco, ma perfino i più navigati – se non vengono pianificate le mosse in una determinata maniera.
Nel nostro caso, abbiamo ipotizzato correttamente sulla presenza di determinati territori che se conquistati garantiscono introiti monetari abbastanza regolari – e la nostra espansione tra i territori soggiogati dalla Legione, in questo caso, è risultata abbastanza divertente e stimolante.
Nonostante ciò, è spesso necessario affidarsi un po’ al caso per ottenere risorse sparse direttamente su un campo di battaglia, come assediare le linee di rifornimento tra gli accampamenti nemici quando vicine per qualche strana coincidenza a un nostro battaglione.
Si tratta di elementi che, da un lato, permettono ancora una volta di apprezzare gli sforzi profusi dal team per rendere sfaccettate e varie anche queste fasi della partita in Jagged Alliance 3.
Dall’altro, però, si ha sempre la sensazione che manchi un minimo di coerenza nei vari elementi capaci di rendere adeguatamente godibili le partite sul lungo periodo: una sensazione che alimenta l'incombere dei rischi legati alla ripetitività.
Rispetto alle paure espresse sul medesimo aspetto durante l’anteprima, in sostanza, ci siamo sentiti un po’ più sollevati sulla godibilità delle fasi avanzate e complesse della partita, anche se non si riesce ad andare una certa – seppur buona – soglia di qualità.
Ultimo, ma non per importanza, il comparto tecnico di questa versione finale di Jagged Alliance 3 si è rivelato essere in linea con i buoni risultati evidenziati nei mesi addietro. Nessun effetto wow su schermo, sia chiaro, ma il risultato visivo d’insieme rimane fedele alla natura della produzione, dando evidenza a edifici e ad ambientazioni ricche di vegetazione – con battaglie impreziosite da effetti particellari ed esplosioni ben realizzate.
Buona anche la resa estetica dei vari mercenari disponibili, mentre per comprimari e nemici, nonostante una discreta varietà, non si sottolinea chissà quale lavoro di rifinitura delle texture.
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Voto Recensione di Jagged Alliance 3 | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Tantissima varietà nella formazione del team di mercenari e il loro sviluppo
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Design delle varie mappe che valorizza le sparatorie a turni
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La gestione dei territori regala una discreta libertà di approccio...
Contro
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… ma il controllo delle finanze in gioco poteva essere approfondito meglio
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Per quanto piacevolmente impegnativo, non mancano alcuni momenti frustranti durante gli scontri