Horizon Zero Dawn Recensione
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Guerrilla Games
- Produttore: Sony
- Distributore: Sony Interactive Entertainment
- Piattaforme: PC , PS4
- Generi: Gioco di Ruolo , Action Adventure
- Data di uscita: 1 marzo 2017 (PS4) - 7 agosto 2020 (PC)
La civiltà umana è stata dimenticata, sepolta da una nuova natura selvaggia e vorace, dominata da creature meccaniche dall’origine ignota. Ciò che resta della nostra specie si è riorganizzata in tribù e vive sotto la minaccia di un mondo che ha alterato pericolosamente i propri equilibri, spezzando un idillio consumato da una misteriosa forza chiamata “Corruzione”. Mentre nel ventre di metallo giacciono verità nascoste e gli uomini si sono ritirati in un retrogrado isolazionismo, una giovane donna, Aloy, lotta per sopravvivere contro l’emarginazione e portare a galla la propria identità. Horizon Zero Dawn non narra solo la storia di una nuova eroina dall’incrollabile determinazione e forza, ma racconta dei grandi temi che determinano la scelleratezza dell’uomo e i suoi limiti di fronte all’imponderabile, e lo fa in chiave fantascientifica, mentre ci viene mostrata la bellezza di un mondo perduto che ha smarrito le proprie certezze e si è adattato a un cataclisma apocalittico, legatosi al volere superiore della Madre Terra.
Full Throttle Tribe
Sebbene il prologo parta un po’ in sordina, presentandoci le prime fasi di crescita di Aloy e le sue tribolazioni derivate dall’emarginazione da parte della sua tribù, dopo una manciata di ore Horizon spicca letteralmente il volo, aprendosi al giocatore e presentandogli un mondo di gioco vasto, ricco di panorami che tolgono il fiato e denso di attività da portare a termine.
Strutturato attorno a una storia principale corposa, convincente e con rari momenti di stanca, Horizon presenta anche diverse missioni secondarie e altre facoltative. Quelle secondarie riescono sempre a essere interessanti, poiché si concentrano su molti aspetti legati all’ambiente di gioco e alle tribù che lo popolano, approfondendo alcune tematiche e storie messe in scena durante l’avventura principale. Le missioni facoltative permettono invece di scoprire davvero tutto di Horizon, e sebbene siano presenti alcune quest di poco conto come le consegne o altre di scarso rilievo, troverete sempre uno stimolo per poterle al termine, a testimonianza del fatto che gli sviluppatori non hanno mai davvero ceduto a inutili riempitivi, ma hanno al contrario dato corpo e identità a un progetto di grande spessore.
Si pensi ad esempio ai Calderoni, delle profonde fonderie robotiche strutturate a mo’ di dungeon, che nascondono al loro interno un nucleo in grado di far apprendere l’override da usare su diversi tipi di macchine. Tramite questa funzione è possibile inibire gli avversari e, se possibile, cavalcarli per coprire le distanze in tempi più brevi. In alternativa, è possibile utilizzare i falò – presenti in maniera generosa lungo l’intera mappa – ma solo tramite l’uso degli appositi kit. Questi, assieme ad altri oggetti utili allo scambio coi mercanti e alla costruzione di frecce e sacche più grandi, costituiscono i bottini ottenibili dai nemici sconfitti, mentre il resto dei materiali reperibili lungo le aree di gioco (come le pelli animali, i rami o le piante medicinali) sono di fatto il cuore centrale del crafting.
A tal proposito, l’attività legata al crafting non è mai ingombrante e non diventa mai tediosa, soprattutto perché è asciutta e si limita a pochi elementi d’interesse, pertanto vi ritroverete ad accumulare materiali solo quando sarà strettamente necessario. Detto ciò, per ottenere gli equipaggiamenti migliori o delle apposite rune per potenziare armi e abiti, è d’obbligo affrontare alcune tipologie specifiche di belve robotiche, alcune delle quali necessitano di un pizzico di strategia in più del solito per poter essere abbattute senza eccessivi problemi.
In vostro soccorso verranno armi classiche come l’arco e altre meno convenzionali come un lancia trappole, che irretisce momentaneamente i nemici e limita raggio e potenza dei loro attacchi. Le munizione e le frecce, oltretutto, sono di tipo diverso e possono infliggere dei danni elementali, fondamentali per sfruttare le debolezze congenite dei nemici più coriacei. Alle bocche da fuoco per gli attacchi a distanza, che offrono un’ampia gamma di soluzioni, si alterna la lancia, che dispone di un attacco debole e uno forte. Gli scontri mêlée, sia per la lentezza con cui vengono eseguiti, sia per le scarse alternative che offrono, sono tutto sommato quelli che convincono meno e che rappresentano l’elemento più debole di un sistema di combattimento ben realizzato e molto vario.
Tongue of God
Molto riuscita è invece la commistione degli elementi RPG all’interno di una struttura di gioco action e a mondo aperto: il modo in cui essi si legano all’immediatezza dei comandi, creando una dimensione strategica che funziona e ha un peso di rilievo nell’economia degli scontri, dà a Horizon Zero Dawn una sua forma ben precisa, che fa il paio con le caratteristiche distintive di ogni creatura, caratterizzata da punti di forza, debolezze e unicità. Soprattutto durante le boss fight sarete costretti ad accanirvi su determinate parti robotiche, che possono staccarsi dal corpo delle bestie ed essere usate come armi devastanti in grado di ribaltare le sorti dello scontro; oppure tendere delle trappole o piazzarne alcune nelle immediate vicinanze, per avere dei momenti di respiro e riorganizzarsi rapidamente.
È inoltre presente un sistema di crescita del personaggio tramite esperienza e abilità, con quest’ultime racchiuse in una pagina del menù idealmente suddivisa in tre macro categorie, che determinano l’inclinazione del vostro stile di gioco. Oltre a lanciare più frecce alla volta, è ad esempio possibile rallentare il tempo per qualche secondo per prendere meglio la mira, aumentare il bottino raccolto, colpire con più potenza e ottenere man mano una serie di facilitazioni che saranno di enorme aiuto contro le bestie più pericolose, molto attente e – alle difficoltà più elevate – quasi implacabili. Discorso diverso invece per i nemici umani, che mostrano routine comportamentali poco convincenti e talvolta davvero deficitarie. Ve ne accorgerete durante le missioni all’interno dei campi dei banditi, sin troppo elementari, e quando verrete attaccati in massa dai soldati, testimoniando tutta la loro inconsistenza. Iniziare a livello difficile è dunque consigliato, ma qualora non doveste essere a vostro agio, potrete cambiare difficoltà in qualunque istante.
Superba è invece la caratterizzazione del mondo di gioco, delle tribù, delle creature e di tutto ciò che vi circonda. Persino durante i dialoghi meno rilevanti verrete rapiti dal magnetismo del racconto, dagli abiti semplici o dai paramenti regali delle personalità più di spicco, così come sarete interessati ai file di testo, a quelli vocali e a tutto ciò che gravita attorno a un mondo di gioco organico, incredibilmente coeso, ricco di sfaccettature e che non sente il peso dei tempi dilatati che sono tipici di un open world. Non mancano di certo alcuni problemi col labiale fuori sincrono e con le espressioni dei personaggi, e va segnalata anche una qualità del doppiaggio in italiano buona ma inferiore all’originale.
In The Passing Light of Day
Horizon Zero Dawn si lascia contemplare e scoprire con calma, vi nutre coi suoi segreti sepolti, vi intrattiene sempre coi giusti ritmi e vi regala magnifiche istantanee di natura selvaggia e incontaminata. Non facciamo un torto a nessuno affermando che l’opera di Guerrilla è uno dei migliori open world mai concepiti, e al contempo una prepotente dimostrazione di maestria da parte dello sviluppatore olandese, che ha raggiunto davvero una nuova maturità artistica.
Il modo in cui sono organizzate le aree, come il ciclo giorno/notte e il meteo dinamico dipingono di colori gli ambienti, l’ideale concordanza tra le creature e i loro habitat – e le differenze culturali delle tribù – contribuiscono in maniera netta a creare un mondo dove nulla è lasciato al caso.
Ancor più incredibile è come il Decima Engine riesca a far girare senza tentennamenti di sorta tutto ciò su una PS4 standard (console su cui abbiamo provato il gioco), dimostrando che i limiti tecnici sono fatti per essere superati grazie a un’ottimizzazione coi fiocchi, che non sacrifica il frame rate a dispetto della risoluzione. Non manca però qualche bug che si presenta nel raccordo tra una scena e l’altra, o qualche texture che si carica in ritardo, e non mancano nemmeno i glitch, alcuni dei quali anche significativi, come quello che si è presentato a ridosso del finale, quando dopo trentacinque ore abbondanti rischiavamo di dover ricominciare il gioco da capo. Il consiglio è dunque quello di salvare spesso e contravvenire alle sfortune del caso, in attesa che una patch sistemi alcune sviste che in un mondo così grande, in effetti, possono capitare.
Evocative anche le musiche, con un tema principale di grande impatto emotivo e una colonna sonora che alterna flauti, melodie tribali e sottolinea con efficacia i momenti più importanti dell’avventura. Avventura che vi terrà impegnati anche dopo la fine, grazie a diverse attività e missioni che vi porteranno via una quindicina di ore circa in più.
Horizon Zero Dawn si candida dunque come una delle opere più importanti di quest’anno, un progetto di grande respiro che ha saputo pescare con intelligenza da altri mostri sacri, incorporando al suo interno gli elementi più riusciti e mescolandoli ad altri inediti, dando origine a uno dei prodotti più riusciti di questa generazione.
+ Uno dei migliori open world di questa generazione
+ Ottima integrazione degli elementi RPG nella struttura di gioco
- Presenza di glitch, alcuni anche rilevanti
- IA dei nemici umani inferiore a quella delle belve robotiche
9.0
Una volta giunti alla fine e aver scoperto ogni più recondito segreto di Horizon, vi accorgerete all’istante di quanto vi mancherà e quanto vogliate ancora sospendere il vostro tempo all’interno di questo mondo affascinante e unico. Sebbene si potesse fare qualcosa in più per quanto riguarda la narrazione, il peso delle scelte, degli elementi non proprio originali e alcune mancanze che probabilmente sottolineano una comprensibile prudenza, Guerrilla ha fatto davvero centro, aprendo un nuovo ciclo per la propria carriera e presentando al pubblico un’IP di grande valore e con enormi potenzialità per il futuro.
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Voto Recensione di Horizon: Zero Dawn - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Tecnicamente e artisticamente ai massimi livelli
-
Uno dei migliori open world di questa generazione
-
Ottima integrazione degli elementi RPG nella struttura di gioco
Contro
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Poco spazio alle scelte dei giocatori; osa poco a livello narrativo
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Presenza di glitch, alcuni anche rilevanti
-
IA dei nemici umani inferiore a quella delle belve robotiche
Commento
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