Firewall Zero Hour, lo sparatutto competitivo in VR
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a cura di FraFont
Firewall Zero Hour, sviluppato da First Contact Entertainment, è lo sparatutto in realtà virtuale che stavamo aspettando. Preciso, adrenalinico, rifinito e solido come una roccia. Non solo propone un gameplay ben strutturato e divertente, ma getta anche tutte le basi per essere il primo titolo VR davvero competitivo in tutto il genere.
A tutto questo aggiungiamo una predisposizione chiarissima verso un potenziale eSport e un comparto tecnico che non delude. Se avete un visore e apprezzate il genere, Firewall Zero Hour non potrà mancare alla vostra collezione. Nel caso in cui ancora non siate muniti di PSVR, questa potrebbe essere l’occasione giusta per rimediare.
Solo una modalità di gioco
Il gioco ruota attorno ad una sola effettiva modalità di gioco chiamata “Contratti”, la quale consiste in un match a squadre 4 contro 4. Firewall ci presenta anche due altre modalità Allenamento dove potremo affrontare bot a ondate, da soli o in compagnia di altri giocatori. Queste, però, oltre a non essere centrali nella progressione del gioco, non rendono assolutamente giustizia al titolo di First Contact.
La vera esperienza di gioco la troviamo nella modalità “Contratti”, tra strategie e riflessi fulminei. Sebbene questo possa essere visto come un limite, l’esperienza dei Contratti è talmente solida da giustificare la scelta del team di sviluppo. Nulla, infatti, vieta loro di rilasciare nuove modalità di gioco altrettanto rifinite con il passare dei mesi.
Meglio poche ma buone, soprattutto quando si parla di realtà virtuale, dove l’esperienza finale dell’utente è sempre un grandissimo punto interrogativo in fase progettuale.
Nella modalità Contratti vi batterete con altri giocatori: mentre una squadra dovrà rubare dei dati da un portatile, l’altra dovrà fare di tutto perchè ciò non avvenga. La squadra attaccante dovrà identificare prima il punto della mappa da cui poter entrare nel firewall, rivelando così la posizione del portatile, e poi dovrà interagire con quest’ultimo per completare la missione.
Riassumendo, due passaggi necessari per la vittoria. Solitamente, però, le partite finiscono con l’eliminazione completa di uno dei due team, rendendo questo obiettivo un semplice ma funzionale pretesto per spararsi a vicenda nella maniera più strategica possibile.
L’assenza del respawn crea un gioco estremamente coinvolgente che porta i giocatori a scegliere con cura ogni singola mossa, stando sempre all’erta per ogni minimo movimento.
Uno stile familiare
Firewall propone un’atmosfera e uno stile che ricorda in moltissimi aspetti la modalità Demolizione di Counter Stike: Global Offensive. I match sono tanto adrenalinici quanto tattici e hanno durata media di 5-6 minuti. Durante le partite la collaborazione con il team è assolutamente fondamentale per raggiungere la vittoria; fortunatamente le cuffie in dotazione con il PSVR sono dotate di microfono, usatele senza timore!
Un team disorganizzato non ha vita lunga, e, dati i numerosi cunicoli e percorsi delle mappe, è facile per una squadra sopraffare l’altra tramite una semplice azione coordinata.
Non fate i timidi e comunicate con i vostri compagni d’arme. Durante le partite, anche il minimo rumore in cuffia potrà esservi d’aiuto per scovare un nemico dietro l’angolo. Andando in giro per la mappa, infatti, i giocatori produrranno rumori in numerosi modi, dal tipo di terreno su cui camminano a piccoli oggetti sparsi per la mappa e travolti durante il movimento.
In aggiunta, si produrrà rumore anche nel caso di impatto con un muro o altri elementi che bloccano il vostro passaggio. Questa attenzione per il sonoro non fa che amplificare e perfezionare l’esperienza già profondamente tattica di questo titolo. A tutto questo aggiungiamo anche un comparto grafico tra i migliori sul PSVR, curato e dettagliato, nei limiti del possibile.
Ottimizzato per Aim Controller
L’utilizzo dell’Aim Controller è centrale per una corretta esperienza di gioco. Il titolo è evidentemente stato progettato per la periferica a forma di fucile e ne è influenzato decisamente nella giocabilità.
Questo è forse uno dei pochi elementi davvero limitanti del gioco: sparare con il Dualshock alla lunga non è fattibile, inutile girarci intorno.
Se si cerca un gameplay minimamente più competitivo e preciso, il Dualshock è poco intuitivo e limitante. Ci si può fare l’abitudine, forse, ma sarebbe un peccato non godersi a pieno il prodotto di First Contact. Inoltre, il nostro fedele controller tradizionale crea una posizione di gioco innaturale e scomoda, che può rendere le sessioni di gioco poco piacevoli.
Insomma, se dovete giocare a Firewall Zero Hour, comprare l’Aim Controller è assolutamente raccomandato. Indipendentemente dal controller utilizzato, tuttavia, gli sviluppatori sono riusciti a trarre il meglio dalla tecnologia a disposizione, rendendo il tracciamento molto preciso e affidabile. L’affidabilità del tracciamento è assolutamente all’altezza di un gameplay competitivo e sorprende positivamente vedere come il team di sviluppo abbia superato gli ostacoli tecnici del visore sul PS4.
Un futuro promettente tra metagame e aggiornamenti
In un titolo dove comunicazione e coordinazione sono i fattori principali per il successo, si intravede un roseo futuro nell’ambito del gioco competitivo. Al momento tuttavia, l’aspetto del bilanciamento e del metagame è ancora un punto non perfettamente trasparente.
La profondità del gioco è tale per cui ci sarà sicuramente spazio per raffinate dinamiche basate sugli oggetti più forti del momento, allo stato attuale però, lo scenario competitivo non è abbastanza definito per potersi sbilanciare e trarre conclusioni. Il gioco dispone di una varietà ottima di armi, personaggi e abilità primarie e secondarie, quest’ultime sbloccabili con l’avanzamento del livello.
Una combinazione precisa di questi elementi si trasforma in numerose possibilità per i team più competitivi e per una progressione di gioco fluida ma soddisfacente.
Firewall Zero Hour sembrerebbe in tutto e per tutto uno dei titoli più promettenti del momento, ma purtroppo non è tutto oro quel che luccica, solo buona parte. Il principale problema attuale del gioco è relativo al matchmaking. Al momento la durata dell’attesa per entrare in partita può essere superiore ai due minuti, che, pensando alla durata complessiva della partita singola, crea un ritmo pieno di caricamenti e attese non necessarie durante l’esperienza di gioco.
Dopo ogni match, inoltre, verremo rispediti nella lobby dove i giocatori potranno uscire e cambiare gruppo. Questo porta ad ulteriori attese, risolvibili con un sistema, simile ad altri giochi del genere, in cui ogni sessione include una serie di 3-5 match consecutivi. In questo modo si eviterebbero diverse interruzioni e caricamenti. Nonostante questi problemi, sicuramente risolvibili con qualche aggiornamento, il titolo rimane nel suo nucleo, solido e apprezzabile.
- Cooperazione necessaria per la vittoria
- Comparto audio e grafico ottimo
- Sistema di tracciamento preciso
- Matchmaking problematico
8.7
Firewall Zero Hour è lo sparatutto VR più promettente sul mercato. Tra un gameplay solido e strategico, e un sistema di progressione dinamico, Firewall ci ha conquistato. L’atmosfera adrenalinica porta in una nuova salsa VR un match 4 contro 4 fresco e riuscito in ogni aspetto. L’Aim Controller è assolutamente raccomandato per vivere l’esperienza di gioco a pieno, da un sonoro preciso e perfettamente mescolato al gameplay ad un comparto grafico di tutto rispetto. Se avete già in casa il visore, questo titolo non può mancare alla vostra collezione.
Voto Recensione di Firewall Zero Hour, lo sparatutto competitivo in VR - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Gameplay solido
-
Cooperazione necessaria per la vittoria
-
Comparto audio e grafico ottimo
-
Sistema di tracciamento preciso
Contro
-
Dualshock non utilizzabile alla lunga
-
Matchmaking problematico
Commento
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