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Final Fantasy VII Rebirth | Recensione - Grandioso e controverso

Final Fantasy VII Rebirth dimostra che la direzione intrapresa è quella giusta, ma le controversie narrative difficilmente potranno essere ben accette.

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

In sintesi

  • Si respira l'aria dei vecchi Final Fantasy, ma in chiave moderna.
  • Migliorie a tutto tondo e con una direzione di gioco granitica.
  • La storia ha delle controversie difficilmente digeribili.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Final Fantasy VII: Rebirth
Final Fantasy VII: Rebirth
  • Sviluppatore: Square Enix
  • Produttore: Square Enix
  • Distributore: Koch Media
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PS5
  • Generi: Gioco di Ruolo , Azione
  • Data di uscita: 29 febbraio 2024

Al di là del gradimento e delle vendite globali che potrà avere Final Fantasy VII Rebirth, questo secondo capitolo lancia un messaggio molto chiaro: Square Enix sta iniziando di nuovo a capire quali erano le caratteristiche fondamentali che hanno decretato il successo della saga.

Dopo tanti tentativi di svecchiamento andati a vuoto, quando non addirittura a ramengo, con la rivisitazione del capitolo più iconico della serie si è trovato quel giusto compromesso che permette di guardare al passato mentre si vive nel presente e ci si proietta nel futuro.

Giocare Final Fantasy VII Rebirth ci ha ridato ciò che avevamo perduto, ci ha restituito quelle vibrazioni emanate da una magia che solo i vecchi titoli erano in grado di creare, e allo stesso tempo ci ha fatto comprendere come siano esattamente queste le modalità attraverso cui bisogna onorare e rinverdire i fasti di un buon nome dalla qualità in sbiadimento.

La struttura di gioco, i ritmi, i contenuti, il tenore della storia, il piacere nel portare a termine le diverse mansioni e quel racconto corale di un party invischiato in una faccenda più grande del mondo stesso, è parte di un progetto grandioso, che avrebbe potuto ambire a vette ancora più alte se non avesse operato scelte scellerate sul piano della narrazione.

Con Final Fantasy VII Rebirth (lo trovate su Amazon), Square Enix fa confluire nel gioco principale l'universo che ruota attorno a questo franchise dentro il franchise, compiendo delle scelte molto controverse, difficili da mandare giù. 

Final Fantasy VII Rebirth, la storia

Se da una parte sono dettate dalla volontà di arruffianarsi i vecchi fan, dall'altra dimostrano l'incapacità di lasciare andare le cose così come devono andare, aprendo le porte a congetture e confusioni che non erano affatto necessarie e che non fanno bene a questo e al capitolo che chiuderà la trilogia.

Nonostante quanto detto, e al di là delle intrusioni sbagliate che intossicano la salute della storia, Final Fantasy VII Rebirth compie un lavoro strepitoso anche sugli approfondimenti della trama, sui personaggi e sul loro background.

Tutto ciò che nel gioco originale era taciuto o lasciato nelle retrovie, tutto il potenziale sommerso fatto di sottotrame precedentemente non narrate, le storie dei luoghi non pienamente raccontate e le vicende che dal passato di ciascun membro del party emergono con forza, aumentano il valore di ciò che effettivamente è Final Fantasy 7.

Gli autori sono riusciti a fare tutto questo senza delegare tutto quanto ai filmati. Al contrario, è solo esplorando a fondo le aree che sarà possibile avere degli apprezzabili approfondimenti. Cosa c'era prima di quella zona che stiamo visitando? In che modo la ShinRa ha cambiato per sempre alcune comunità? Quali sono state le reali conseguenze dello scoppio dei reattori Mako e che impatto hanno avuto sulle persone e sul pianeta?

Square Enix ha compiuto delle scelte poco edificanti per giustificare i propri voli pindarici sul nulla, e in definitiva per offrire alternative di esistenza poco plausibili e sfacciatamente ruffiane anche quando non funzionano affatto e appaiono terribilmente fuori luogo e fuori fuoco.

Oltre a ciò, ci sono dei nuovi retroscena sui membri del party, sul loro passato, sui motivi che li hanno fatti diventare ciò che sono, e questo contribuisce innegabilmente a donar loro maggior spessore. Lo stesso vale per alcune delle aree più importanti, adesso rivisitate, accresciute nelle dimensioni e maggiormente caratterizzate.

In questo grande affresco che è frutto del miglior trattamento possibile per il settimo capitolo, si aprono però degli squarci temporali preoccupanti. Non vi racconteremo del destino dei personaggi, ma possiamo dirvi senza timore di spoiler che Square Enix ha compiuto delle scelte poco edificanti per giustificare i propri voli pindarici sul nulla, e in definitiva per offrire alternative di esistenza poco plausibili e sfacciatamente ruffiane anche quando non funzionano affatto e appaiono terribilmente fuori luogo e fuori fuoco.

C'è questa grande macchia che sporca Final Fantasy VII Rebirth che non è legata solo a certi personaggi, ma a una concezione di fondo che suona come una rilettura di scelte del passato di cui Square Enix si è un po' pentita, e che trova nuove possibilità in teorie astruse che da una parte indorano la pillola mentre dall'altra fanno solo imbestialire per la pochezza delle soluzioni definitive raggiunte.

Il gameplay del nuovo presente di Final Fantasy

Bisogna però avere grande equilibro nei giudizi, e far ben comprendere perché Final Fantasy VII Rebirth è con ogni probabilità una delle cose migliori che sia capitata alla saga negli ultimi diciotto anni.

Oltranzisti, puristi ed esaltatori del passato non se abbiano a male se il netto abbandono dei combattimenti a turni è cosa ormai acclarata. Con questo sistema di combattimento, in tutta onestà, c'è ben poco che possa offrire il fianco a oggettive lamentele.

La base di Final Fantasy VII Remake (ecco la nostra recensione) è stata impreziosita da aggiunte che donano nuova profondità alle battaglie, che ad alti livelli di difficoltà risultano essere molto tattiche, compassate e ragionate come quelle di una volta.

Gli scontri più immediati vengono vinti con grande velocità e con poche mosse efficaci messe a segno, ma se opterete per l'ottima difficoltà che si adatta al vostro livello, o se uno volta completato il gioco passerete a difficile, vi accorgerete di come nulla sia stato lasciato al caso.

Sinergie da scegliere con attenzione e nei momenti giusti, limit, evocazioni, stati alterati, il vantaggio degli elementi per mandare prima in crisi e poi stremare, assieme alle unicità dei singoli personaggi, aprono a una quantità di alternative in battaglia da far impallidire ogni altro gioco di ruolo giapponese.

Ogni membro del party, e soprattutto i due nuovi personaggi utilizzabili, ossia Red XIII e Cait Sith, hanno attacchi e abilità completamente diversi da tutti gli altri, contribuendo così a rendere ancora più varie le battaglie, che non presentano in ogni caso particolari picchi di difficoltà e sono al contrario sempre molto equilibrate.

Il profilo di ogni personaggio è personalizzabile poi attraverso una sorta di sferografia, che tramite diversi livelli e nodi vi lascia scegliere come indirizzare le caratteristiche dei membri del party. Da menù, invece, potrete organizzare l'assetto delle materie e degli accessori, assieme alle shortcut per avere sempre sottomano gli attacchi migliori senza dover aprire il menù a tendina durante le battaglie.

Final Fantasy VII Rebirth è un gioco più grande del precedente, più vivace e con una mole di contenuti davvero invidiabile, che può farvi arrivare a superare serenamente le cento ore totali. Ci sono aree che rispetto al gioco originale appaiono un po' in anticipo, e questo è dovuto in particolar modo alla volontà di ottimizzare e organizzare meglio il tutto per concludere al meglio la trilogia.

Alle cittadine da visitare si alternano delle aree aperte dove batte il cuore pulsante dell'avventura, che si smarca dalla desolazione vista in Final Fantasy XVI (ecco la nostra recensione) e dà un senso alla grandezza delle mappe, farcendole di missioni secondarie, attività satellite, mansioni da completare, battaglie e tutta una serie di mini-giochi realizzati con grandissima cura e competenza.

Addirittura, in diversi momenti si ha la netta sensazione che Final Fantasy VII Rebirth sia un enorme parco giochi inframmezzato dalla storia, anziché il contrario. Se questo sia un bene o un male sta ai vostri gusti personali deciderlo, ma in ogni caso non siamo mai oltre il troppo che stroppia.

Va però detto che da Cosmo Canyon in poi ci sono alcune sezioni non proprio al top, inserite a forza quasi per giustificare il fatto di dover farvi usare tutti gli altri personaggi di volta in volta. In generale, la coda dell'avventura subisce un vistoso calo di ritmo.

Mondo di gioco e comparto tecnico

Le zone aperte rappresentano la grande novità di Final Fantasy VII Rebirth. Il modo in cui sono strutturate, senza inutili dispersioni e con una corretta densità di contenuti, è probabilmente stata la migliore delle scelte possibili. Certo, bisogna dire che un po' di annacquamento è ben presente, ma non siamo nemmeno vicini alle derive di quegli open world che vengono a noia già dopo una manciata di ore.

Rebirth è una delle cose migliori capitate a Final Fantasy negli ultimi diciotto anni.
Attraverso l'attivazione di alcune torri, verranno sbloccate le altre missioni ben visibili sulle diverse mappe, che concorrono insieme a stabilire cosa manca per completare le macro aree. Queste spaziano dalle missioni di ricerca alle cacce, fino ad arrivare al reperimento di dati e le zone facoltative in cui trovare i tre punti in cui risiedono i segreti legati all'Esper di zona, che può essere indebolito prima di affrontarlo in una sessione VR proposta del ciarliero e onnipresente Chadley.

Il resto delle attività è invece legato alla ricerca di forzieri in vecchie strutture, all'aiutare i mini chocobo a rimettere su le insegne accanto alle panchine su cui riposare e tutta una serie di segreti che vi lasciamo il piacere di scoprire. I mini-giochi – taluni obbligatori, altri facoltativi – viaggiano a cavallo tra spasso continuo e invadenza, soprattutto a Costa del Sol e nel meraviglioso Gold Saucer.

Il picco massimo viene raggiunto dal nuovo gioco di carte, che abbiamo trovato ancora più assuefacente dell'immortale Triple Triad di Final Fantasy VIII, ma una menzione d'onore la meritano anche il pianoforte, le corse coi chocobo e altri mini-giochi di cui non se ne ha mai abbastanza.

Il pacchetto offerto da Final Fantasy VII Rebirth è semplicemente granitico, e anche dopo essere arrivati ai titoli di coda sentirete il bisogno di averne ancora, il che è forse l'attestato di stima migliore per un gioco così lungo e articolato.

Il comparto tecnico è invece un po' vittima del gioco precedente. Sebbene si notino delle migliorie evidenti, soprattutto per quanto concerne gli splendidi modelli dei personaggi, gli ambienti e i magnifici orizzonti delineati dal mondo di gioco, è sostanzialmente impossibile chiudere un occhio su tutte quelle texture in bassa, e talvolta bassissima risoluzione che rovinano la gradevolezza estetica del gioco.

In molti casi le abbiamo trovate persino peggiori di di Final Fantasy VII Remake, e questo è dovuto a una serie di fattori concomitanti legati a compromessi tecnici, di fluidità e all'outsourcing di diversi asset che non incontrano la stessa qualità degli elementi principali, con cui stonano non poco.

Appurato quanto detto, e al netto delle patch che arriveranno, Final Fantasy VII Rebirth è tecnicamente un gioco solido, che non incespica come i Chocobo o Cloud che devono scalare le rocce, e non ha singulti e le incertezze che hanno invece certe sezioni narrative, pacchiane nella forma e inaccettabili nella sostanza.

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Voto Recensione di Final Fantasy VII Rebirth | Recensione


8.9

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Il modo migliore e più funzionale per portare la saga nell'era moderna.

  • Mole contenutistica davvero invidiabile, senza che si senta troppo il peso della ripetitività.

  • Ogni nuovo elemento rende Rebirth un gioco migliore del precedente.

Contro

  • Scelte narrative controverse e inaccettabili.

  • Davvero sin troppe texture in bassa risoluzione che stonano con tutto il resto.

Commento

Dopo numerosi tentativi di svecchiamento della saga andati in malora, Final Fantasy VII Rebirth rappresenta il modo migliore per portare questa iconica serie nell'era moderna, restituendo al grande pubblico le vecchie sensazioni di un tempo mentre si introducono nuovi sistemi di gioco che ci auguriamo possano essere la base per tutti gli altri capitoli che verranno. Nonostante il pacchetto sia granitico e la direzione di gioco sia solidissima, delle pessime scelte narrative, assieme a delle derive confusionarie e francamente inaccettabili, macchiano in maniera indelebile un quadro altrimenti di enorme valore, che avrebbe potuto ambire a vette ancora più alte.
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