Fantasian Neo Dimension | Recensione - Più Final Fantasy di Final Fantasy?
Fantasian è un JRPG che omaggia i classici e ci mette del proprio per affinare la formula, che piacerà sicuramente ai nostalgici di Final Fantasy.
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
In sintesi
- Firmato da Hironobu Sakaguchi e Nobuo Uematsu.
- Un omaggio ai classici fin troppo pedissequo.
- Il Dimengeon system che gestisce le battaglie è brillante.
- Visivamente accattivante.
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Mistwalker
- Produttore: Mistwalker
- Distributore: Square Enix
- Testato su: SWITCH
- Piattaforme: MOBILE , SWITCH , PS5 , PS4 , PC , XSX
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 13 agosto 2021 (Parte 2) - 5 dicembre 2024 (Neo Dimension)
Nel mondo dei videogiochi, come in quello della letteratura, dell'arte e del cinema, esistono personalità dotate di talento e carisma tali per cui, quando si mettono al lavoro su qualcosa di nuovo, destano sempre curiosità (quando non fiducia a scatola chiusa) negli appassionati.
Tanto Hironobu Sakaguchi quanto Nobuo Uematsu, rispettivamente ideatore e compositore principale della saga di Final Fantasy, appartengono a questa ristretta cerchia di eletti – e quindi, non avendoci personalmente giocato al debutto nel 2021 sul servizio Apple Arcade (lo fece la nostra Stefania per la prima metà, trovate qui la sua disamina), eravamo particolarmente curiosi di provare Fantasian Neo Dimension.
L'ultima fatica di Mistwalker è un JRPG nel contempo classico ed atipico, pronto a sbarcare anche su tutte le console sul mercato (ma non su PC) il prossimo 5 dicembre. Abbiamo testato a fondo la versione Nintendo Switch per voi e nella recensione vi raccontiamo cosa ci ha stregato e cosa meno.
Sakaguchi-san riprende fiato
Fantasian mette il giocatore nei panni del giovane Leo in medias res, mentre questi tenta di fuggire da una fabbrica di grosse dimensioni, braccato da mostruosità meccaniche e spalleggiato da due automi apparentemente non ostili.
Purtroppo, e lo diciamo subito a scanso di equivoci, la storia in sé rappresenta probabilmente l'aspetto che meno ci ha convinto della produzione, perché da Sakaguchi in prima persona ci aspettavamo molto di più dell'ennesimo protagonista affetto da amnesia temporanea.
Per i più smemorati, o per quanti si siano avvicinati alla nobile arte videoludica solamente da qualche anno, stiamo parlando di uno degli autori più importanti e significativi della storia del medium, acclamato autore di titoli e personaggi indimenticabili, tra cui Vagrant Story, Final Fantasy Tactics, Xenogears, The Last Story e tutti i Final Fantasy fino al decimo (ad esclusione dell'ottavo, dove fu "solo" produttore esecutivo), con particolare attenzione al quarto, sesto e settimo capitolo, a tutt'oggi portatori di alcune tra le storie più memorabili di sempre.
Fantasian ha sicuramente i suoi momenti e propone almeno un paio di personaggi che farete fatica a dimenticare, ma, nel contempo, si siede pigramente su tantissimi cliché di genere, a partire proprio dal già citato protagonista. Inoltre, a differenza di molti titoli davvero memorabili, inciampa anche sull'antagonista principale, rifugiandosi nel porto sicuro degli stereotipi piuttosto che provare ad inventarsi qualcosa di nuovo.
Non che ogni lavoro di Sakaguchi possa rivelarsi un capolavoro, insomma (Final Fantasy X-2 e SaGa Frontier 2 sono lì a ricordarcelo), ma di certo ci aspettavamo di più dal talentuoso game designer nipponico.
Sicuramente l'aggiunta del doppiaggio in lingua inglese (o giapponese, se preferite) ispessisce determinati dialoghi ed il livello di coinvolgimento del giocatore rispetto alla versione originaria per Apple Arcade, solo testuale, ma il numero di scene di intermezzo effettivamente doppiate non è clamoroso, in accordo con un budget generale che non era sicuramente dei più elevati.
La scelta delle voci e le prove recitative si sono dimostrate più che adeguate, quantomeno, e concorrono ad aumentare la drammaticità di certe scene in concomitanza con gli snodi fondamentali della trama.
A conti fatti, e soprattutto qualora non aveste avuto modo di provare in prima persona alcuno dei titoli succitati (nel qual caso vi consiglieremmo comunque di rimediare quanto prima), non rimarrete delusi dall'intreccio e dalla caratterizzazione dei personaggi di Fantasian. Ma, in questa sede, dopo essere cresciuti con le storie di Sakaguchi-san, non possiamo lodare eccessivamente uno dei suoi lavori più "normali".
Una nuova via per gli incontri casuali
Già visti nel recente remake di Dragon Quest III, gli incontri casuali rappresentano uno dei capisaldi dei JRPG vecchia scuola, e anche Fantasian, che piaccia o meno, ne fa abbondante utilizzo.
Ciò che però separa il prodotto Mistwalker da molti dei congeneri, incluso il succitato lavoro di Horii e compagnia, è la gestione degli scontri: in maniera non dissimile da Bravely Default, una delle IP più sottovalutate degli ultimi anni, qui è possibile decidere a piacimento quanti nemici combattere ed in quale momento.
Già dopo una manciata di ore di gioco, infatti, il party entra in possesso di un artefatto molto potente, chiamato Dimengeon, che cattura e conserva le battaglie casuali con nemici già incontrati, per un massimo di tre decine, consentendo al giocatore di proseguire con l'esplorazione senza essere interrotto ad intervalli di pochi secondi.
In qualsiasi momento, premendo il tasto X nella versione Switch da noi testata, è possibile richiamare il Dimengeon ed affrontare contemporaneamente tutti i nemici in esso stipati, potendo usufruire di bonus alla potenza degli attacchi e all'ordine dei turni per bilanciare, in un certo qual modo, la schiacciante inferiorità numerica del nostro party.
Per quanto semplice, questa trovata risulta geniale, e fondamentale per mantenere sempre un buon ritmo di gioco durante le fasi esplorative: pur non vedendo i nemici a schermo e non potendo quindi evitarli, il giocatore può imprimere i propri ritmi ai dungeon, ottimizzando i tempi e separando anche nettamente le fasi di esplorazione da quelle di combattimento.
Com'era successo già con Bravely Default, questa semplice trovata di gameplay è bastata a garantirci un'esperienza di gioco nel complesso migliore rispetto a tanti congeneri, senza spezzettamenti eccessivi e con la sensazione continua di essere padroni del nostro tempo e della crescita del nostro party.
I combattimenti si svolgono a turni, con una grande attenzione alla spazialità e al posizionamento dei nemici, che possono essere colpiti in gruppo tramite la maggior parte della abilità, che agiscono ad area, in linea retta o persino ad onde la cui curvatura può essere decisa direttamente dall'utente.
Altrettanto classici, e altrettanto funzionali nel grande schema delle cose, sono il sistema di crescita dei personaggi, che prende corpo nella seconda metà dell'avventura e richiama la Sferografia vista in vari capitoli di Final Fantasy, le mosse speciali disponibili dopo aver inflitto e subito un certo quantitativo di danni (qualcuno ha detto Limit Break?) e la possibilità di sostituire al volo uno dei tre membri del party attivi con uno qualsiasi dei "panchinari", senza per questo perdere un turno durante gli scontri.
Per tutta la sua durata, Fantasian rimane in bilico sulla sottile linea tra nostalgia e sensazione di già visto, tra scarsa originalità ed un accogliente senso di familiarità: starà ai nostri lettori decidere su quale punto dello spettro posizionarsi, ma è evidente che Sakaguchi, Uematsu e tutto il team abbiano fatto i compiti a casa.
Tra le critiche maggiori che il gioco attrasse all'epoca della prima pubblicazione c'era la smodata difficoltà della seconda parte, in contrasto con la prima, che invece si dimostrava piuttosto accondiscendente anche con i neofiti: se questa riedizione per console poteva essere l'occasione giusta per ribilanciare il livello di sfida, dobbiamo purtroppo dire che è andata perduta.
Durante la prima decina abbondante di ore di gioco, quelle necessarie a portare a termine la prima parte, Fantasian propone raramente una sfida decente, anche in occasione delle boss fight, certamente più impegnative degli scontri casuali ma mai veramente allenanti, e questo nonostante l'inserimento di un ulteriore livello di difficoltà selezionabile e modificabile in qualsiasi momento dal menu di gioco.
Le successive quindici ore di gioco, per un totale che si aggira quindi intorno alle venticinque complessive, rappresentano invece un festival del grinding, con gli scontri casuali capaci di creare problemi ai meno attenti e le boss fight che richiederanno quasi sempre almeno un'oretta di combattimenti aggiuntivi anche solo per sperare di sopravvivere a certi attacchi.
Il brillante e già citato sistema Dimengeon aiuta a digerire meglio la pratica altrimenti piuttosto tediosa del grinding – ma, nondimeno, qualcosa in più poteva essere fatto per avvertire meno lo stacco tra le due metà del gioco e bilanciare meglio il livello di sfida complessivo.
Living in a diorama
Nonostante, nel complesso, sia stato fatto poco a parte aumentare la risoluzione nel passaggio da Apple Arcade a console, è difficile dirsi insoddisfatti dell'aspetto di Fantasian, soprattutto grazie ad una direzione artistica notevole e all'abilità dimostrata dal team nella creazione dei diorami che fanno da sfondo al gioco.
Come avrete intuito dalle immagini a corredo di questo articolo, il mondo in tre dimensioni classico è infatti sostituito, in Fantasian, da una serie (oltre centocinquanta in totale) di diorami realizzati a mano, la cui inclusione nel gioco ha rappresentato, stando ad un'intervista concessa da Sakaguchi stesso, uno dei passaggi più delicati dello sviluppo pluriennale del titolo.
Il risultato finale, però, anche su una console che non può spingersi oltre i 1080p come Nintendo Switch, è comunque di rara bellezza: nonostante qualche incertezza legata al controllo del personaggio durante i repentini cambi di inquadratura, l'impressione che accompagna il viaggio è sempre quella di trovarsi immersi in un'opera d'arte, in un mondo fiabesco uscito direttamente dalla fervida fantasia di un bambino.
Tra veterani dell'industria tokusatsu e insospettabili appassionati amatoriali (come il compianto Akira Toriyama), tante grandi firme della comunità artistica giapponese hanno contribuito a dare forma alla cosmesi di Fantasian, e dubitiamo che ne rimarrete delusi.
Bene anche dal punto di vista delle prestazioni, nonostante la veneranda età della piattaforma ibrida Nintendo: Switch non è mai andata in difficoltà durante le ore di test né in modalità portatile né in quella televisiva, e l'unica cosa che ci ha un po' disturbato è rappresentata dalla frequenza e dalla durata dei caricamenti, sicuramente incrementata rispetto alle altre versioni console e grossomodo in linea con quella vista su dispositivi Apple oltre tre anni fa.
Un capitolo a parte lo merita la musica: Nobuo Uematsu offre qui un'altra (l'ultima in ambito videoludico, a quanto pare) grande prova, richiamando le atmosfere ed i motivi dei Final Fantasy classici senza lasciare nelle orecchie dei giocatori la spiacevole sensazione di già ascoltato.
Impossibile non farsi trascinare dal boss fight theme e non lasciarsi cullare dalle melodie più soavi che accompagnano le scene più emozionali, per un totale di oltre sessanta tracce originali che accompagnano ed impreziosiscono le avventure di Leo.
Come in altre occasioni, non possiamo che consigliare l'utilizzo di un buon paio di auricolari per goderne al meglio.
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Voto Recensione di Fantasian Neo Dimension | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Fate una statua al sistema Dimengeon.
-
Tanti diorami incantevoli.
-
Colonna sonora notevole.
-
Ripercorre le orme dei grandi classici...
Contro
-
... fin troppo fedelmente, forse.
-
Storia piuttosto anonima.
-
Livello di sfida incostante.
Commento
Rimane comunque un'opera solida e sensata per quanti amino i giochi di ruolo alla giapponese come quelli di una volta, senza troppi fronzoli, senza mondi aperti ma con tanta sostanza e tante battaglie a turni.
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