Eyes in the Dark: The Curious Case of One Victoria Bloom | Recensione - Tra E.A. Poe e Tim Burton
Lo studio indie croato confeziona un rougelite monocromo con tanto stile e senza pretese
a cura di Fabrizia Malgieri
Contributor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Under the Stairs
- Produttore: Gearbox Publishing
- Distributore: Gearbox Publishing
- Piattaforme: PC
- Generi: Roguelite
- Data di uscita: 14 luglio 2022
Se c’è un genere che ha assistito ad una vera e propria esplosione negli ultimi anni, quello è il rougelike e il suo “compare” rougelite – praticamente identici, se non fosse che il primo vanta tra le altre cose un gameplay a turni e davvero pochi sconti quando si fallisce.
Da The Binding of Isaac a Enter the Gungeon, passando per Hades e Returnal (che trovate su Amazon), i videogiochi che afferiscono a questa categoria sono diventati sempre più diffusi e, con il tempo, anche molto amati dai giocatori che sono alla ricerca di titoli che possono metterli un po’ alla prova.
In un mondo, come quello videoludico, dove la lamentela più frequente che si legge online è quella di “videogiochi contemporanei troppo facili”, che hanno perso mordente rispetto al passato per favorire un pubblico sempre più eterogeneo, i rougelike e i rougelite rappresentano quella risposta, o più semplicemente, quel prodotto di evasione che restituisce una parte di quella complessità tanto agognata dagli utenti, soprattutto quelli old-school.
Tra le ultime novità di genere pubblicate nelle ultime settimane, c’è anche Eyes in the Dark: The Curious Case of One Victoria Bloom, sviluppato da un piccolo team indipendente croato, Under the Stairs, e approdato a metà di questo mese su Steam.
Un’avventura tenace, che vanta una protagonista con grandi occhioni tondi, capace di tenerti incollato per ore tra una run e l’altra.
Tra Allan Poe e Burton, l’inquietante avventura gotica di Victoria Bloom
Le premesse di Eyes in the Dark: The Curious Case of One Victoria Bloom sono tanto semplici quanto efficaci. Victoria Bloom è una giovane erede di una stirpe di inventori e scienziati un po’ strambi, invitata alla magione di famiglia dal nonno Victor. Raggiunta Bloom Manor, la ragazza si accorge che qualcosa non quadra: una misteriosa nube nera avvolge l’enorme villa e le sue stanze, oltre al fatto che di nonno Victor non c’è alcuna traccia.
Armata di torcia, Victoria inizia la sua esplorazione del maniero, imbattendosi in misteriose creature. Un percorso, quello nella Bloom Manor, accidentato e suddiviso in nove diverse stanze (che corrispondono anche ai livelli che compongono Eyes in the Dark) che la giovane eroina attraverserà e “ripulirà” grazie al potere della luce.
Se c’è una cosa che salta subito all’occhio del nuovo rougelite di Under the Stairs è il suo delizioso stile artistico e i rimandi ad un immaginario gotico che trasuda Edgar Allan Poe, Tim Burton e altri autori di generi. In effetti, non è un caso che i due personaggi attorno cui ruota la sinossi del gioco si chiamino Victor e Victoria, due nomi ricorrenti – insieme a Vincent (Price) – nella filmografia del regista di Burbank (i due protagonisti di La Sposa Cadavere si chiamano così, d’altronde); così come Bloom, che è un evidente rimando a quell’Edward Bloom, il meraviglioso protagonista di Big Fish.
Più dichiarato è Il Corvo di Allan Poe, che qui è il mercante (di nome Edgar) da cui Victoria può acquistare potenziamenti per la sua torcia, unica arma (insieme ad alcune secondarie) che la ragazza ha a sua disposizione per procedere nel suo viaggio lungo la Bloom Manor.
Lo stile, rigorosamente in bianco e nero per rimarcare una certa vicinanza al cinema espressionista tedesco anni Venti, crea un affascinante contrasto con la musica a 8-bit che ci accompagna lungo il nostro percorso, senza mai diventare monotona. Anzi, crea una dissonanza interessante che vivacizza l’esperienza nel suo complesso.
Un gameplay efficace
Ma Eyes in the Dark: The Curious Case of One Victoria Bloom non è solo un piacere per gli occhi; il titolo di Under the Stairs si rivela – seppur nella sua “semplicità” – un’esperienza divertente da giocare, e questo anche grazie ad un gameplay che funziona sin dai primi istanti. Il gioco, infatti, ruota attorno ad una meccanica molto intuitiva, ossia l’uso della torcia per eliminare la nebbia che avvolge la villa, così come le misteriose creature che ne hanno preso possesso.
Funziona esattamente come in Alan Wake: lanciando il fascio di luce contro i nemici, questi ultimi disperdono Scintille (la preziosa valuta in-game, di cui parliamo tra un attimo) fino a quando non ne vengono letteralmente consumati.
In caso di morte, Victoria andrà in game over, ma può “resuscitare” grazie all’orologio da taschino donatole dal nonno. Di conseguenza, una volta che Victoria torna nella stanza di partenza, tutti gli aggiornamenti sbloccati fino a quale momento andranno perduti. C’è tuttavia un aspetto che resta tra le mani di Victoria, ossia il “Sapere”: si tratta dell’altra valuta che il personaggio colleziona lungo la sua run precedente, e che permette di sbloccare oggetti e bonus permanenti. Come accade in altri titoli di genere, oltre alla perdita degli aggiornamenti, con la morte del personaggio cambia anche la disposizione del livello, rendendo tutto più interessante.
La torcia può essere aggiornata con diversi potenziamenti, che ne modificano sia il raggio di azione sia la funzione, soprattutto quando ci si addentra nelle fasi più avanzate del gioco, diventando una vera e propria arma. Oltre ai vari mostriciattoli che ostacolano l’avanzata di Victoria nella villa, ogni stanza presenta, ovviamente, un boss di fine livello (qui noto come Guardiano).
In termini di difficoltà, Eyes in the Dark: The Curious Case of One Victoria Bloom riesce ad essere piuttosto costante, senza mai realmente sopraffare il giocatore. E con questo non stiamo dicendo che sia un’esperienza facile, tutt’altro: semplicemente ha un livello di difficoltà graduale, che lascia al giocatore i suoi tempi per prendere dimestichezza.
Una volta sconfitto il boss del livello, Victoria guadagnerà un aggiornamento aggiuntivo e nel caso in cui uno degli slot degli oggetti a disposizione è pieno, il giocatore può scegliere di scambiare l'equipaggiamento, aggiornare lo slot dell'oggetto o smontare un aggiornamento. Oltre alla torcia potenziabile, la giovane Bloom può sfruttare anche altri due oggetti secondari, ossia la fionda e le scarpette, anche questi aggiornabili. Non dimenticate di fare un salto al negozio del corvo Edgar, dove acquistare oggetti e potenziamenti; ne vale davvero la pena, soprattutto perché tali aggiornamenti possono essere utili per plasmare lo stile di gioco dell’utente a propria immagine, andando avanti stanza dopo stanza.
Controller o tastiera/mouse?
Giocando su PC, abbiamo deciso di optare per mouse e tastiera per gustarci la nostra avventura; tuttavia, questo sistema di controllo si rivela sin da subito poco maneggevole e più impegnativo, visto che usare i tasti direzionali o quelli WASD risultano più impegnativi del previsto.
Seppur a malincuore, abbiamo deciso di usare il controller, che si rivela il sistema più efficace per muoversi all’interno della Bloom Manor e per affrontare le sfide che si aprono di fronte alla temeraria Victoria.
Un rougelite stiloso, ma senza eccessive pretese
Eyes in the Dark: The Curious Case of One Victoria Bloom ci ha convinto. Seppur non sia un gioco che inventi la proverbiale ruota e non aggiunga nulla di realmente nuovo al genere, resta comunque un’esperienza rougelite in 2D assolutamente positiva, con uno stile e un carattere assolutamente unici.
Un bell’esperimento, quello di Under the Stairs, che entra in punta di piedi in un genere (quello del rougelike/rougelite) che, nonostante sia oramai abbastanza saturo, ha ancora molte cose da dire, e lo studio croato ci prova giocandosi la carta dello stile artistico differente.
Sicuramente varrà la pena seguire i prossimi passi del team indie, vista anche la buona accoglienza di pubblico (basta guardare le recensioni utenti su Steam) che questo piccolo The Curious Case of One Victoria Bloom è riuscito a ottenere.
Voto Recensione di Eyes in the Dark: The Curious Case of One Victoria Bloom - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Stile artistico affascinante
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Divertente la meccanica della torcia
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Difficoltà crescente e mai avvilente, soprattutto nei boss di fine livello/Guardiani
Contro
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Qualche piccolo sporadico bug
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Nulla di particolarmente innovativo rispetto ad altri prodotti di genere