Eternal Threads | Recensione - Riavvolgere il tempo per salvare il mondo
L'avventura temporale sviluppata da Cosmonaut Studios è un interessante esperimento investigativo, purtroppo penalizzato da una storia con poco carattere
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a cura di Daniele Spelta
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Cosmonaut Studios
- Produttore: Secret Mode
- Distributore: Secret Mode
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
- Generi: Avventura , Puzzle game
- Data di uscita: 19 maggio 2022 (PC) - TBA 2022 (console)
Eternal Threads è una di quelle side quest di qualche RPG apocalittico, con il mondo sull’orlo della rovina mentre noi ci dilettiamo fra partite a carte e il recupero di qualche ovino. Sì, sto parlando proprio di te Geralt di Rivia.
In questa avventura in prima persona sviluppata da Cosmonaut Studios ci troviamo nel duemila e qualcosa, un futuro non ben precisato reso invivibile dalla smania di grandezza dell’uomo, che ha sì imparato a viaggiare nel tempo ma ad un costo decisamente elevato: il mondo è una landa radioattiva senza speranze.
Impiegati spazio-temporali
Senza troppi preamboli ci ritroviamo quindi a vestire panni dell’Agente 43, con l’incarico di eliminare la corruzione dalla linea temporale e quindi salvare il nostro presente. Un compito decisamente importante, ma di cui si fa fatica a percepirne il peso nella cittadina inglese in cui veniamo spediti.
L’anno è il 2015 e la situazione che ci si presenta davanti agli occhi è decisamente drammatica. Un incendio ha spezzato la vita a sei giovani coinquilini, personaggi che per qualche motivo giocano un ruolo fondamentale nel quadro generale della nostra spedizione e che noi dovremo salvare mutando le loro scelte e indagando fra le rovine dell’abitazione.
Non sarebbe stato più semplice far sì che non scoppiasse direttamente l’incendio? No, perché tale azione avrebbe solo aumentato la corruzione temporale. Per quale motivo? Non lo sappiamo ed è proprio questa incertezza attorno allo scopo delle nostre azioni che ha reso meno interessante tutto il viaggio, assieme ad un cast di protagonisti decisamente poco ispirati, fra stereotipi e una recitazione molto altalenante.
Ci bastano pochi strumenti per evitare la rovina
Come vi avevamo già descritto nella nostra anteprima, Eternal Threads non è un titolo che fa dell’azione il suo punto di forza e, parlando delle semplici meccaniche di gioco, gran parte del tempo lo si passa aggirandosi in modo lento fra le mura annerite della casa.
Sarebbe però un errore inserire l’opera di Cosmonaut Studios nell’elenco dei puri walking simulator (tra cui vi consigliamo questo, su Instant Gaming), perché una grande importanza viene data alle indagini e alla capacità del giocatore di mettere assieme tutti i tasselli di un puzzle, nella speranza di salvare dal fumo e dalla fiamme le sei vittime.
Gli strumenti messi a nostra disposizione non sono moltissimi, ma proprio questa immediatezza riesce a risaltare ancora di più le capacità deduttive del giocatore, che non ha a sua disposizione troppe informazioni extra-diegetiche.
L’elemento più importante nell’arsenale dell’Agente 43 è una sorta di computer che tiene attorno al polso e che proietta su una linea temporale i numerosi eventi che nella settimana precedente hanno portato all’evento tragico.
Questa “agenda” digitale può essere navigata nell’ordine che si preferisce, leggendo ogni scena in ordine cronologico dall’inizio alla fine, spaziando solo tra gli atti che coinvolgono un personaggio per capire meglio le sue scelte o, ancora, riavvolgendo il nastro dalle battute conclusive e andando a ritroso per capire tutti gli antefatti.
L'interfaccia riesce inoltre a restituire in modo efficace tutte le connessioni e tramite linee, punti interrogativi ed icone si intuiscono immediatamente gli effetti delle proprie scelte. Sta al giocatore quindi decidere come condurre le proprie indagini e fra le varie modalità non ce n’è una sbagliata o una giusta, perché tutto dipende dalla abilità di interpretazione e di lettura di ciò che prende vita sotto forma di ologramma e il modo in cui cambia aspetto anche la casa in base alle strade intraprese.
Un enigma senza voce
In un silenzio quasi spettrale, le scene che coinvolgono i vari protagonisti vengono infatti riprodotte tramite delle proiezioni, che noi possiamo ascoltare e vivere da vicino e sulle quali abbiamo anche la capacità di incidere attraverso i numerosi bivi proposti.
All’apparenza non sembra che le varie deviazioni create dalle nostre intromissioni abbiano delle reali ricadute, ma proprio in questa sottigliezza sta il bello di Eternal Threads, visto che le nostre scelte aggiungeranno – o anche bloccheranno – nuovi eventi alla linea temporale, ma soprattutto modificheranno tramite piccoli particolari anche la casa incriminata.
Oltre alle stanze principali, come la cucina o le camere dei vari personaggi, ci sono infatti porte serrate o lucchetti vari da scardinare, puzzle ambientali da risolvere ascoltando nel dettaglio i vari scambi di battute, come quando abbiamo scovato una parte dell’abitazione che il proprietario dell’appartamento teneva nascosta a tutti gli altri inquilini e che ha aperto a nuove sfaccettature sul racconto.
È dunque fondamentale esplorare attentamente armadi e cassetti per prendere nota degli ultimi messaggi ricevuti dai protagonisti e per completare le frasi non dette durante gli scambi di battute, proprio come dei veri detective.
Gli enigmi e il butterfly effect sono quindi combinati in modo sapiente ma, nonostante questi segreti, Eternal Threads soffre di un evidente problema di ritmo. Le cause principali sono una generale lentezza nel portare avanti la trama - con tanto di scene che aggiungono ben poco - e il continuo aggirarsi sempre per gli stessi ambienti, che alla lunga non fanno altro che aumentare il senso di ripetitività.
Sono attori presi dalla strada
La vera nota stonata è però la storia raccontata, una mancanza che risuona con maggior forza vista la semplicità delle meccaniche ludiche. Innanzitutto, per quasi tutta l’avventura non si percepisce l’importanza dei protagonisti coinvolti, che chissà perché ci ritroviamo a dover salvare senza alcuna spiegazione. Mentre il mondo è un cumulo di macerie radioattive, noi siamo stati spediti indietro nel tempo per ascoltare i problemi di controllo della rabbia di un ventenne o la crisi sentimentale di una giovane mamma.
Solo nel finale la vicenda ricostruita inizia a ricollegarsi con la nostra missione principale, per poi culminare nel classico colpo di scena finale che però non fa altro che aggiungere ulteriori domande, senza mettere una risposta finale.
La seconda motivazione è il cast in sé, composto da uomini e donne che parlano principalmente con frasi fatte e che potrebbero benissimo stare in una soap opera di serie B. Appena arrivati sul luogo dell’incendio e dopo aver posizionato gli strumenti per riprodurre le scene, facciamo poco alla volta la conoscenza di Tom, proprietario di casa senza soldi e con gli immancabili strozzini alle calcagna, di Linda, madre che per qualche motivo ha mollato il suo passato alla ricerca di sé stessa, di Neil, giovane universitario che si diletta fra risse e bevute al bar, di Ben e Jenny, fidanzati e rispettivamente alle prese con una carriera di dottore con gli studi, e infine di Raquel, amica della coppia e aspirante fotografa.
Attraverso i numerosi eventi che prendono vita davanti ai nostri occhi, entriamo a conoscenza dei legami che uniscono questi volti e grazie al nostro intervento possiamo modificare in modo sostanziale lo scorrere dei giorni, con la speranza di salvare le loro vite e il nostro presente andato a rotoli.
Purtroppo il racconto avanza davvero con passo claudicante, spesso le scene sono dei riempitivi che dovrebbero creare empatia tra noi e i personaggi, ma i dialoghi sono scritti con una qualità sottotono - per essere gentili - e fanno fatica a mantenere alta l’attenzione.
Inoltre, Eternal Threads scade spesso e volentieri nella dramma sentimentale con una serie di espedienti che rendono tutti i soggetti delle macchiette sulla cui testa accadono solo sfortune perché sì, a cui seguono risposte e comportamenti da robot senza personalità.
Volti piatti
Questo effetto manichino è poi aumentato da un livello grafico che fatica a restituire in modo convincente espressioni ed emozioni, sottolineate per fortuna da un doppiaggio al contrario di buon livello, chiaramente solo in inglese, allo stesso modo dei testi e dei messaggi sparsi per le stanze.
Al contrario, la realizzazione tecnica della casa è di un livello nettamente superiore e restituisce in modo efficace il senso di abbandono dopo il tragico incidente.
In conclusione, Eternal Thread è un esperimento riuscito a metà e la qualità della scrittura rende meno appassionanti delle indagini al contrario ben strutturate attorno a poche ma efficaci idee.
Versione recensita: PC
Voto Recensione di Eternal Threads - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Può essere letto in tutte le direzioni
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Mette alla prova le capacità deduttive del giocatore
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La mappa temporale è uno strumento tanto semplice quanto efficace
Contro
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Purtroppo le vicende raccontate non hanno suscitato il nostro interesse
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Il livello di dettaglio dei personaggi penalizza le emozioni e le espressioni
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Si ripercorrono per ore sempre gli stessi quattro ambienti
Commento
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