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Ereban: Shadow Legacy | Recensione - Una lettera d'amore per gli stealth

Ereban: Shadow Legacy non cerca di nascondere la sua dimensione ridotta ma prova, con alti e bassi, ad offrire la migliore esperienza possibile.

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a cura di Salvatore Pilò

Contributor

In sintesi

  • Uno stealth nel senso più classico del termine.
  • Il gameplay, semplice ma efficace, riesce a offrire un nuovo livello di lettura dello "stare nell'ombra".
  • La storia, seppur interessante, inciampa troppo spesso in una narrazione poco efficace.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Ereban: Shadow Legacy
Ereban: Shadow Legacy
  • Sviluppatore: Baby Robot Games
  • Produttore: Baby Robot Games
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC
  • Generi: Stealth game
  • Data di uscita: 10 aprile 2024

Lo sviluppo, e la conseguente presentazione, di un titolo stealth al grande pubblico non è qualcosa di per sé molto facile per via di due motivi essenziali: una buona parte di videogiocatori sente un grandissimo bisogno di titoli stealth sul mercato e il genere non è uno di quelli che riesce a brillare per originalità ogni qualvolta viene proposto.

Quindi, proporre un videogioco del genere presenta non solo la sfida nel convincere i grandi puristi del genere ma anche quella di riuscire a dare una dimensione particolare ad una formula che, negli anni, non ha (quasi) mai saputo uscire da quella nicchia di gameplay che essa stessa ha creato.

Badate, non è un male, anzi. Un videogioco stealth lo si apprezza soprattutto per le peculiarità tipiche del genere che non hanno mai bisogno di chissà cosa per poter funzionare – ma allo stesso tempo è sempre piacevole riuscire a trovare una propria identità nel declinare un genere che probabilmente è il più complesso da riuscire a progettare efficacemente.

Proprio all’interno di questo panorama arriva Ereban: Shadow Legacy, opera prima di dello studio catalano Baby Robot Games, che chiarisce fin dai suoi primi trailer quella che è la sua identità: un videogioco stealth di quelli più puri, più classici, che punta il suo mirino proprio al cuore di tutti quei videogiocatori appassionati che cercano esattamente quel tipo di gameplay lento e ragionato – che possa portare ad un buon punteggio di fine livello, se questi vengono portati a termine nel migliore dei modi possibili.

Uno stealth puro...

Il risultato è, quindi, un titolo che urla a gran voce due cose: il suo essere una produzione estremamente piccola e il suo amore, quello "vero", per lo stealth – il che in un certo senso riesce a fargli fare breccia nel cuore di chiunque si professi appassionato del genere (e se ne siete amanti potete provare a recuperare la trilogia di Hitman per PlayStation 5 su Amazon).

E lo fa con un’idea di design piuttosto basilare ma che, nel complesso, sfrutta all’ennesima potenza quello che, a conti fatti, è il core di un gameplay di questo tipo: muoversi nell’ombra.

All’interno di Ereban, infatti, la nostra protagonista, Ayana, fa parte di una razza che sembrerebbe essere scomparsa – gli Ereban per l’appunto – la cui particolarità risiede nella loro interazione con le ombre: questi, infatti, riescono a "fondersi", letteralmente, con l’oscurità, riuscendo a celarsi agli occhi di chiunque grazie all’assenza di luce.

Ed è proprio sulla peculiarità di questa misteriosa razza che si costruisce l’interno gameplay: sono presenti otto capitoli, che non sono altro che piccole o grandi aree di gioco, in cui riuscire a completare gli obiettivi principali, assieme ad una manciata di missioni secondarie sparse qua e la.

Per farlo sfrutteremo proprio le caratteristiche uniche di Ayana cercando di nasconderci dai più classici cecchini o soldati che perlustrano l’area cercando di scovarci. Alla fine di ogni capitolo ci verrà assegnato anche un punteggio in base a quanto siamo stati bravi nel non farci scoprire, del numero di soldati fatti fuori, del tempo impiegato e via discorrendo – offrendo quindi quel classico sapore di sfida per chi ama misurarsi nell'arte del nascondersi.

Ereban: Shadow Legacy, nell’accezione più pura del genere, non offre al giocatore nessun tipo di arma offensiva, costringendo la protagonista ad agire solo ed esclusivamente muovendosi furtiva nell’ombra – il che si traduce nell’aggirare i nemici e colpirli alle spalle per neutralizzarli.

A disposizione, anche se su questo aspetto il titolo mostra un po’ il suo fianco, ci sono anche alcuni gadget che dovrebbero rendere più semplice la traversata dei livelli, come ologrammi per distrarre i nemici o strumenti per l’occultamento dei cadaveri (altrimenti impossibile).

Purtroppo questi gadget sono accessibili solo attraverso alcune particolari strutture di creazione sparse per le aree di gioco, che ne permettono lo sblocco previo ritrovamento di particolari schede.

Questo si traduce, al netto della vena più o meno completista insita in ognuno di noi, nell’affrontare l’intera avventura (che richiederà non più di sette ore) con la dotazione base, che appare più che sufficiente se non si è troppo interessati ad un punteggio alto alla fine di ogni capitolo.

... seppur con qualche piccola sbavatura

Un vero peccato non aver dato più importanza a questi strumenti, che avrebbero reso il gameplay più dinamico e meno puzzle-oriented, come invece risulta nel suo complesso: ogni situazione si riduce ad un ingegnoso puzzle ambientale in cui capire come sfruttare al meglio le ombre mobili (mulini, rulli con delle casse etc) per passare dal punto A al punto B senza essere scoperti, con una buona dose di trial-and-error all’interno del processo.

Ogni situazione si riduce a un ingegnoso puzzle ambientale in cui capire come sfruttare le ombre.
Lo studio di sviluppo, conscio del "problema", ha dotato il gioco di un buon sistema di checkpoint che non rende mai eccessivamente frustrante l’impostazione dei puzzle di gioco, offrendo quindi un’esperienza tutto sommato gradevole.

Se non ci si è soffermati troppo sul comparto narrativo del titolo è perché rappresenta, subito dopo l’impostazione da "produzione piccola" del gameplay, il vero neo di Ereban: Shadow Legacy, non tanto per la storia in sé, che è piuttosto intrigante, quanto per la scrittura, che non riesce ad avere il giusto mordente.

Ayane è infatti, nelle sequenze iniziali, reclutata dalla corporazione Helios, un gruppo che promette energia gratuita e virtualmente infinita a tutto l’universo grazie al proprio Sole. Non passerà molto prima di accorgerci che è tutta una trappola e che dietro a Helios si nascondono segreti ben più temibili che starà a noi scoprire.

Al netto della premessa molto interessante, la narrazione è purtroppo incerta e non molto efficace nel riuscire a raccontare un intrigo dal potenziale ben più ampio – anche se questo non riesce a minare in modo eccessivo l’esperienza di gioco, che ne esce comunque in modo piuttosto positivo, anche e soprattutto per la forza del suo gameplay.

Concludiamo spendendo due parole sul comparto tecnico del titolo, che è senza infamia né lode: l’utilizzo del cel-shading maschera divinamente i chiari difetti di una produzione indipendente e molto piccola, con un risultato che riesce a convincere pienamente nel suo complesso.

Non siamo di fronte ad un capolavoro di stile, ma le scelte fatte per un risultato pulito ed ottimale si sono rivelate decisamente efficaci, mettendo Ereban: Shadow Legacy nella posizione complessiva dell'essere particolarmente attraente, soprattutto in un periodo in cui gli stealth sono divenuti più una contaminazione che un filone a sé stante, per chi ama questo genere.

Voto Recensione di Ereban: Shadow Legacy | Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Tecnicamente fa del suo meglio

  • Idea di gameplay originale ed intrigante...

  • Trama tutto sommato interessante...

Contro

  • ... seppur con qualche sbavatura qua e la

  • ... anche se afflitta da una scrittura con poco mordente

Commento

Ereban: Shadow Legacy è una piccola – nel vero senso del termine – lettera d'amore verso lo stealth, che non prova a fare niente di particolare per emergere all'interno del genere. Tutto quello che offre ai giocatori è un gameplay semplice, curioso nelle idee, che prova a fare breccia negli appassionati con la sua modesta purezza.
Si tratta della classica produzione indipendente che non ha particolari guizzi, ma che riesce, nel suo piccolo, a brillare all'interno di un panorama che pecca sempre di più di esponenti che sappiano fare qualcosa di veramente interessante per lo stealth.
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