Egglia Rebirth | Recensione - Direttamente da Secret of Mana
Come sarà venuto il grande passo da mobile a Switch?
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Brownies
- Produttore: Brownies
- Piattaforme: SWITCH , MOBILE
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 10 febbraio 2022
Versione riveduta, corretta ed ampliata di un titolo mobile vecchio di qualche anno, Egglia Rebirth arriva su Nintendo Switch forte di una serie di aggiunte contenutistiche e della totale rimozione dell'obbligo di connessione alla rete che aveva decretato il fallimento commerciale dell'applicazione all'epoca della sua prima pubblicazione.
Quello che ci siamo trovati dinanzi in sede di recensione è un gioco di ruolo giapponese piuttosto canonico, dotato di una direzione artistica sognante, figlia dei medesimi artisti dietro alle versioni originali di Secret e Legend of Mana, e di un'interfaccia tutta nuova, adattata ai controlli di Switch.
Ma c'è anche molto altro: se siete curiosi, non dovete far altro che continuare a leggere.
Once upon a time...
C'era una volta un reame incantato, in cui la pace regnava sempiterna e le differenti razze vivevano gomito a gomito l'una con l'altra, mettendo da parte ogni acredine e contribuendo tutte a far fiorire la società e la vita in ogni sua forma.
Quel regno si chiamava Egglia, e, come tutte le cose che funzionano bene, aveva scatenato l'invidia e la cupidigia degli Ogre, che un infausto giorno decisero di invaderlo e di ridurlo in cenere, distruggendo tutto ciò che di buono incontrarono sul loro cammino, fino ad essere fermati, alle soglie della zona abitata, dalla disperata mossa dell'allora regnante e di Kuff, suo fidato mago di corte.
Questi ultimi, preoccupatissimi per le sorti del regno, trovarono che l'unico modo di salvarlo fosse congelarlo nel tempo, richiudendolo all'interno di uova magiche, fonte di vita venerata da tutti gli abitanti di Egglia, dove a tutt'oggi il reame rimane sospeso nello spazio e nel tempo, pronto ad essere liberato e parzialmente ricostruito.
Proprio da qui parte la storia che il giocatore sarà chiamato a vivere in prima persona in Egglia Rebirth, che narra della volontà di un ragazzino affetto da amnesia di distruggere ciò che rimane di quel regno splendente e, dall'altra parte, di quella di una giovane donna che vuole invece salvare Egglia e riportarla ai suoi antichi fasti.
Se vi sembra che il tono sia quello di una fiaba per bambini è perché, in effetti, la narrativa di Egglia Rebirth cerca di abbracciare un pubblico più ampio possibile, avvalendosi di personaggi batuffolosi e dalle buone intenzioni, di motivazioni sempre chiare ed alla luce del sole e di qualche cliché di troppo: il risultato, un po' come per tutto il resto della produzione, è inoffensivo, e sebbene non vincerà alcun premio, può essere fruito tanto dai giocatori alle prime armi (a patto di possedere una conoscenza almeno scolastica della lingua inglese), quanto dai veterani in cerca di qualcosa di leggero da intervallare tra un blockbuster ed il successivo.
Chi scrive, appartenente a quest'ultima categoria, ha comunque trovato modo di annoiarsi lungo la ventina abbondante di ore necessarie per portare a termine il titolo: poi non dite che non vi avevamo avvisati.
Un dado per domarli tutti
Le fasi di gameplay sono sostanzialmente divise in due sezioni: quella di gestione delle nuove aree scoperte, con un sapore da town builder all'acqua di rose, e quella di combattimento ed esplorazione, basata su griglie ad esagoni.
Esattamente come in Legend of Mana, chiara fonte d'ispirazione per il team di sviluppo non solo a livello estetico, è possibile piazzare le nuove aree sulla mappa a piacimento, con un numero infinito di combinazioni che possono potenzialmente dare vita ad ulteriori aree segrete, bonus di varia natura o, in qualche raro caso, persino dei malus, a dir la verità mai troppo penalizzanti.
Per fare questo, sarà necessario affrontare le varie aree esplorabili alla ricerca di uova nelle quali sono racchiusi i frammenti del regno che fu, in un loop che, purtroppo, diventa presto ripetitivo. Dall'area centrale, liberamente esplorabile e popolata di personaggi non giocanti sempre pronti ad affidare un'altra fetch quest al giocatore, è possibile accedere poi al proprio alloggio e decorarlo come meglio si crede, nonché pianificare le fasi di costruzione più nel dettaglio.
Per quanto concerne il secondo aspetto, la semplicità del sistema, evidentemente proveniente dal mondo mobile, rappresenta, nel contempo, uno dei punti di forza del prodotto, semplice da approcciare per giocatori di tutte le età, ed una delle sue più grandi debolezze, perché la scarsa profondità dell'esperienza e la limitatezza delle scelte di gameplay arriva presto a rendere il conto al giocatore, soprattutto se già temprato di decine di altri giochi di ruolo similari.
Aiuta ad aggiungere un pizzico di varietà la meccanica degli sprites, esserini magici collezionabili (in questa versione Switch il loro numero totale è stato portato a cento) che consumano punti magici ma possono essere richiamati in battaglia, fino a tre per volta, per scaricare l'elemento corrispondente, nonché tutta una serie di magie curative e di buff e debuff, sui malcapitati nemici.
D'altronde, l'unico aspetto strategicamente rilevante è rappresentato dal numero limitato di tiri di dado disponibili per completare le varie mappe, che costringe, nelle fasi più avanzate di gioco, a prendere qualche decisione univoca: evitare i nemici e limitare la crescita di livello ma arrivare sicuramente in tempo oppure rischiare di fallire l'obiettivo ma fermarsi a combattere, raggranellando oggetti nel processo?
Un altro problema del design stesso del gioco è rappresentato dal bilanciamento e dalla scelta di affidarsi primariamente ai dadi, e quindi alla mera fortuna: spesso un tiro sbagliato, come un uno o un due quando si è circondati di nemici, può causare un game over prematuro ed abbastanza immeritato, e per questo, in accordo con la natura user-friendly del prodotto, il livello di sfida è stato consistentemente abbassato rispetto alla prima versione mobile del gioco.
Nondimeno, anche contro nemici malleabili, ci è capitato di soccombere per l'eccessiva inferiorità numerica, o perché due tiri poco fortunati consecutivi hanno dimezzato la nostra mobilità, condannandoci ad essere circondati: i giocatori più avvezzi ai giochi di carte o ai roguelite scenderanno presto a patti con queste fluttuazioni legate alla fortuna, ma non tutti gradiranno questa soluzione.
Altrettanto divisiva la scelta di mantenere meccaniche a tempo anche in un gioco ormai privo di microtransazioni in-game: molti degli alleati arruolabili per seguirci durante le nostre scorrazzate nei dungeon possiedono un contatore della stanchezza, esaurito il quale non saranno disponibili per un certo periodo di tempo (che durante la nostra prova è andato dalle due alle tre ore circa).
Kawaii
La presentazione, al netto dei gusti personali nei confronti di uno stile comunque fortemente caratterizzante, rimane uno dei punti forti della produzione: la stretta parentela con il recente Legend of Mana per Switch è evidente ma non si spinge mai ai limiti del plagio, annacquando l'altrimenti spiacevole effetto "già visto" che affligge molte produzioni moderne, soprattutto in ambito JRPG.
Il design dei personaggi è semplice ma ben caratterizzato, le location non brillano per diversità ed ampiezza ma possono contare su una direzione artistica sempre ispirata e, nonostante le origini mobile del prodotto appaiano evidenti in tante piccole cose (dal comparto animazioni piuttosto striminzito alla frequenza con cui le musiche si ripetono in loop molto brevi), soprattutto in modalità portatile il gioco riesce a non sfigurare, mostrando qualche imbarazzo in più se fruito su schermi di grandi dimensioni e dalla risoluzione particolarmente alta.
Abbiamo trovato quantomeno curiosa, e di certo non lo diciamo con un'accezione positiva, la scelta di non includere alcun tipo di supporto per i controlli tattili in modalità portatile, considerate le origini mobile del prodotto, che originariamente poteva essere fruito solamente tramite questa modalità.
La lista delle modifiche apportate dal team di sviluppo per questa versione console è abbastanza lunga, a testimonianza della buona volontà dei programmatori, ma nessuna di queste impatta poi così pesantemente sull'economia di gioco, perché si tratta perlopiù di aggiunte incrementali, con la sola eccezione della nuova interfaccia di gioco.
Si va dall'aumento delle missioni secondarie disponibili, nell'ordine della cinquanta unità, all'implementazione delle espressioni facciali dei personaggi non giocanti, passando per tutta una serie di aggiustamenti al bilanciamento generale del gioco e delle battaglie.
Chiosa finale per il prezzo del prodotto: alla luce di quanto appena esposto, ed in assenza delle microtransazioni che affliggevano la prima pubblicazione, originariamente proposta come free-to-play, la ventina scarsa di euro richiesta per il download su Switch appare tutto sommato commisurata alla quantità di contenuti proposta, sebbene attendere il primo calo di prezzo possa comunque non rivelarsi un'idea poi tanto peregrina, vista la qualità generale del pacchetto.
Se volete avvicinarvi al mondo di Nintendo Switch potete approfittare del prezzo della console su Amazon.
Voto Recensione di Egglia Rebirth - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Esteticamente gradevole
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Estremamente accessibile...
Contro
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Premia più la fortuna della strategia
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... ma anche tremendamente superficiale
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Meccaniche a tempo mantenute dalla versione mobile
Commento
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