Dungeons & Dragons: Dark Alliance | Recensione - Si ritorna ad Icewind Dale
Dopo tanti anni di assenza, torna la serie Dark Alliance e questa seconda venuta coincide con un titolo veloce e frenetico, quasi del tutto convincente
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a cura di Daniele Spelta
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Tuque Games
- Produttore: Wizards of the Coast
- Distributore: Wizards of the Coast
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 22 giugno 2021
Aggiornamento 23 giugno: dopo le nostre ore di prova complete del comparto online popolato dal pubblico, in seguito al lancio, abbiamo aggiornato l'articolo con un paragrafo finale dedicato e la valutazione definitiva.
Le serate passate assieme agli amici a giocare a Dungeons & Dragons: un paio di birre - forse anche di più - carta, penna e un master pronto a rovinarci il divertimento. Un tranquillo passatempo insomma, ma non per Turque Games, che con il suo nuovo Dungeons & Dragons: Dark Alliance stravolge i classici e lenti ritmi del gioco del ruolo (date un'occhiata qui per scoprirne l'universo e rimanerne incantati).
Dopo oltre quindici anni di assenza e qualche cancellazione di troppo, ritorna in scena lo spin-off in salsa action in terza persona della licenza di Wizards of the Coast, un titolo frenetico pensato principalmente per essere giocato in cooperativa fra quattro persone, in un mix esagerato di salti, schivate e combo, ma dove emergono comunque gli elementi tipici del GDR vecchia scuola.
Più azione e meno chiacchiere
Dungeons & Dragons: Dark Alliance è ambientato nelle leggendarie terre di Icewind Dale e si inserisce nel filone narrativo raccontato da R.A. Salvatore nella sua trilogia dedicata alla gelida regione di Faerûn.
Dopo la battaglia delle Ten-Towns, il mago pazzo Kessel non è del tutto sconfitto, l’artefatto magico chiamato Crenshinibon è ancora seppellito là fuori sotto metri e metri di neve e, con la sua folle promessa di potere illimitato, sta richiamando intere schiere di goblin, cultisti e verbeeg.
Toccherà ancora una volta all’elfo oscuro Drizzt Do'Urden, al nano Bruenor, al possente barbaro Wulfgar e alla letale arciera Catti-brie impedire che la maledetta reliquia di cristallo cada nelle mani sbagliate. Forse vi abbiamo già persi in questa selva di nomi e luoghi sconosciuti a chi non mastica la lingua dei Forgotten Realms, ma non temete, perché Dark Alliance non fa della componente narrativa il suo punto di forza.
Le cinematiche realizzate con l’Unreal Engine 5 sono molto ispirate e ben dirette, nei dungeon sono sparsi tavolette e tomi dove leggere righe e righe di background “storico” ma, mentre si elimina l’ennesima ondata di duergar, non c’è molto spazio per sottili discussioni filosofiche o lunghi dialoghi in stile Baldur’s Gate.
Quattro eroi per una missione disperata
Il loop di gioco di Dark Alliance è molto semplice. Dopo aver selezionato uno dei quattro protagonisti, si viene catapultati nel Tumulo di Kelvin e si sceglie una fra le missioni che via via diventano disponibili. Una volta completato l’incarico si ritorna nel HUB centrale, si raccolgono i bottini recuperati durante la spedizione e si ridefinisce il proprio personaggio secondo i classici stilemi di RPG, con punti abilità e talento da allocare, mosse da sbloccare e nuove armature da indossare.
Il primo passo è dunque la scelta dell’eroe e, in modo abbastanza prevedibile dato lo spiccato spirito cooperativo, gli avventurieri si sono rivelati perfettamente complementari, ciascuno con i suoi punti di forza e debolezza. Drizzt è tanto veloce quanto pericoloso con le sue due lame, Catti-brie riesce a dare supporto dalla distanza con il suo arco, Bruenor è una spessa diga capace di contenere gli assalti nemici e Wulfgar è l’ideale per quei giocatori che amano tuffarsi a testa bassa in mezzo alla mischia.
Quello che realmente sorprende è però l’ampiezza dell’arsenale, una serie di mosse che distanzia Dark Alliance da un brawler spensierato e che lo avvicina più ad un action tecnico - almeno in teoria come vedremo oltre - quasi in stile Devil May Cry o Bayonetta.
Attacco rapido, attacco potente, salto, schivata, parata, un paio di abilità speciali e una ultimate da caricare e scagliare contro il boss di turno: ci sono tutti gli ingredienti per un sistema di combo decisamente interessante. Se questi elementi non fossero sufficienti, l’arsenale viene poi espanso salendo di livello e sbloccando mosse nuove di zecca, indispensabili per aver la meglio durante gli scontri più duri e che rendono il triste button mashing un’opzione poco redditizia.
C’è spazio anche per della strategia, con una barra della stamina che scende in modo definitivo quando si sfruttano gli attacchi più potenti e di cui non si può quindi abusare. L’unico modo per ripristinare i punti stamina è utilizzare delle pozioni o eseguire una parata con un tempismo perfetto.
Dark Alliance riesce inoltre a sfruttare le sue origini pen & paper e nel combat system giocano un ruolo importante i numerosi effetti elementali e status. Le armi possono infatti essere infuse con fulmini e ghiaccio, l’ostacolo che più abbiamo odiato sono state quelle fetide pozze velenose e non sappiamo quante volte i comandi sono andati letteralmente a testa in giù a causa di una maledizione.
Nel furore della battaglia
Serve allenamento per padroneggiare al meglio le varie tecniche e abilità e abbiamo particolarmente apprezzato la possibilità di poter cambiare eroe tra una missione e l’altra - bottini e progressione non sono però condivisi - in modo tale da poter esplorare i differenti set di mosse senza dover iniziare una nuova campagna. L’unica nota dolente è l’assenza di un menu in cui visualizzare tutte le combo mentre ci si trova nel mezzo di un dungeon, opzione possibile solo quando si è tranquilli nella propria base.
Sulla carta tutto si inserisce alla perfezione, ma nel passaggio dalla teoria alla pratica qualcosa è andato storto. Nelle missioni sono infatti pochi gli attimi in cui emerge la profondità del combat system, perché la maggior parte dei duelli si svolgono contro una schiera di nemici che attacca da ogni dove - spesso proprio non appaiono nella visuale - e da cui è difficile difendersi in modo ordinato. Un’abbondanza che dunque genera situazioni molto caotiche, in cui è difficile inserire in modo attento le combo.
Nel bel mezzo delle zuffa abbiamo poi riscontrato una scarsa precisione dei comandi, non sempre reattivi a rispondere in modo immediato ai nostri input.
Oltre a troll e giganti, bisogna inoltre lottare contro una telecamera troppo ravvicinata - anche se la si allontana dal menu delle opzioni la situazione non cambia di molto - un sistema di lock che spesso punta gli avversari sbagliati, dei barili esplosivi o proprio il nulla, e anche contro degli indicatori visivi che spariscono in quel coacervo di luci e colori, come nel caso degli avvisi che segnalano un fendente nemico pressoché impossibili da notare.
Il caos completo ha comunque una sua stabilità tecnica, quasi inaspettata vista la mole di effetti e poligoni che appaiono su schermo nei momenti più concitati. Le maledette terre di Icewind Dale avranno tanti problemi, ma non quello del frame rate, che può essere impostato manualmente nelle opzioni e che, salvo rarissimi cali, si è mantenuto stabile su 60 sul nostro PC di prova, dotato di 16GB di Ram, Nvidia GeForce 1080 8GB e Intel i7 770k e capace di sostenere una risoluzione a 2560x1440p.
L'unico appunto che ci sentiamo di sollevare dal punto di vista grafico è una fisica alle volte esagerata, con animazioni e ragdoll di tanto in tanto al limite del comico.
Un fantasy classico che non passa mai di moda
Nonostante questi inciampi, le missioni sanno regalare parecchie soddisfazioni - chi non ama abbattere un possente wraith? - anche grazie ad un level design che invoglia all’esplorazione, che sia per la ricerca di un nuovo forziere da aprire o di un obiettivo secondario da portare a termine. Fortezze naniche diroccate, covi di goblin o templi maledetti, le location sono quelle classiche di un fantasy vecchio stile e, come da tradizione, nascondono molti segreti e materiali come oro e cristalli indispensabili per migliorare le armi e le armature.
I bottini sono inoltre stati sapientemente legati al sistema di checkpoint. Questi punti di riposo servono a recuperare i punti vita, la stamina e le varie pozioni, ma possono essere evitati per aumentare il valore finale del loot.
Le aree di gioco non sono solo dei labirinti da esplorare e scoprire, ma sembrano uscire dalla bocca di un sapiente master, intrise di un fascino estetico fatto di mastodontiche strutture che si stagliano sullo sfondo, di trappole, puzzle e dirupi in cui siamo caduti decine di volte.
Un punto esperienza alla volta
Il piacere della scoperta e dell’avventura si sciolgono però come neve al sole quando si ritorna a calcare i medesimi scenari alla ricerca di un bottino leggendario o solo per guadagnare qualche punto esperienza per migliorare la scheda giocatore. I principali difetti di Dark Alliance si chiamano ripetitività e scarsa varietà e sono strettamente collegati con una progressione che fa rima con grinding, soprattutto se si gioca in singolo.
Le arene non sono infatti moltissime ma possono essere affrontate con un livello di difficoltà crescente, in modo tale da ottenere loot via via migliori. Il gioco invoglia - per non dire proprio obbliga - quindi a ritornare sui propri passi per scoprire upgrade si spera più performanti, solo che gli scenari restano ovviamente immutati e i nemici diventano semplicemente più coriacei. Armature leggendarie, spade dotate di attacchi elementali e una maggiore quantità di oro non sono incentivi così allettanti quando già si sa l’esatta posizione di un forziere e chi sarà il prossimo nemico da abbattere.
Questa lenta routine si esaspera vivendo l’avventura da soli, a causa di un circolo vizioso che costringe a rifare infinite volte gli stessi dungeon ai livelli di sfida più bassi, solo per guadagnare sempre più lentamente punti esperienza e salire di così di livello, viaggi che sanno di già visto e valorizzati - si fa per dire - dall'ennesimo elmo o anello posizionati in posti che ormai conosciamo a memoria.
È difficile lamentarsi dell’abbondanza e delle numerose varianti dei loot, con set da combinare e che incidono in modo differente sulle statistiche del giocatore, ma con il passare delle ore la personalizzazione del proprio personaggio diventa un compito ripetitivo e con pochi spunti, anche a causa di un hub centrale quasi disabitato.
L’unico NPC con cui si può interagire è un mercante da cui acquistare oggetti consumabili - pozioni di varie genere o bombe incendiarie, niente di nuovo - migliorare armi e armature spendendo l’oro e i cristalli raccolti nei livelli o, ancora, cambiare skin di qualche equip.
Anche gli elementi più ruolistici sono abbastanza tradizionali. Ci sono le classiche statistiche come forza, intelligenza e costituzione dove spendere i punti abilità e i talenti da sbloccare per ottenere vari bonus passivi per la resistenza, per la difesa o per le varie tipologie di attacco. Nulla di radicalmente nuovo, ma comunque tutto ben organizzato all'interno di una comoda interfaccia che mette subito in evidenza gli effetti positivi o negativi di arma equipaggiata o la distribuzione dei punti esperienza accumulati durante la crescita di livello.
Dark Alliance è un looter game, che piaccia o no, con tanto di colori per identificare i bottini recuperati, da quelli più comuni fino ai leggendari. Bisogna comunque riconoscere il merito a Turque Games di non essersi lasciata tentare da inserire fastidiose microtransazioni, sia per le varianti estetiche o, peggio ancora, per velocizzare il processo di crescita dei propri personaggi. Inoltre, anche il numero contenuto di livelli disponibili al lancio verrà ampliato nei prossimi mesi con l’introduzione di DLC gratuiti, che andranno ad aggiungere nuove location e nemici.
Il multiplayer
Tra alti e bassi, tra momenti di estasi distruttiva e frangenti in cui regnava il caos, ci siamo lasciati alle spalle una modalità singleplayer convinti che avremmo trovato il meglio di Dark Alliance affrontando il viaggio in compagnia di altri eroi. In parte le nostre aspettative sono state rispettate ma, anche in questo frangente, non mancano scivoloni parecchio evidenti.
Un party completo amplia ancora di più le possibilità sul campo di battaglia, con attacchi di squadra davvero devastanti e anche quel sano spirito di sacrificio che ci ha lanciati in mezzo alla zuffa nel disperato tentativo di rianimare un socio appena abbattuto. La nota dolente è però la gestione della difficoltà e come questa scala nei vari livelli di sfida delle missioni. Giocando in tre o quattro viene infatti suggerito di alzare l'asticella, ma così facendo Dark Alliance si trasforma a tratti in uno di quei MMORPG di stampo coreano con tanto di nemici "spugna". I punti vita crescono a dismisura, si perdono letteralmente minuti contro un singolo troll spammando le stesse mosse - con una barra della stamina che rasenta spesso lo zero - e basta un singolo fendente per finire KO, anche se a colpire è un inutile goblin.
Ancora una volta la soluzione è il triste farming/grinding, sempre nelle stesse arene e sempre con gli stessi loot, con un combattimento sì divertente, ma quasi fine a se stesso. Abbiamo inoltre notato un ulteriore passo indietro della AI, già di per sé non brillantissima, ma che dovendo gestire più bersagli spesso preferisce fissare il vuoto, senza scegliere chi attaccare.
La seconda nota dolente è la gestione delle lobby, che praticamente non c'è. Non c'è una lista delle partite attive in cui visualizzare i livelli o le statistiche dei membri del party, né in quale missione si stanno per avventurare, ma le uniche possibilità lasciate sono un matchmaking automatico e la creazione di partite personalizzate, aperte a tutto il pubblico, private o dedicate solo agli amici, da invitare in modo scomodo e, almeno su PC, passando proprio per Steam.
Versione recensita: PC
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Voto Recensione di Dungeons & Dragons: Dark Alliance - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Combat system divertente
-
Ottimo level design
-
Ancora più frenetico ed esagerato in compagnia
Contro
-
Telecamera e comandi non precisissimi
-
Tanta ripetitività
-
Online gestito in modo troppo semplificato
-
Molti dubbi sulla gestione della difficoltà
Commento
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