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Dragon Ball: Sparking! Zero | Recensione - Il perfetto simulatore di Dragon Ball

Il nuovo titolo dedicato a Dragon Ball riprende l'eredità lasciata dai Budokai Tenkaichi e la evolve proprio come se fosse un Super Saiyan.

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a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

In sintesi

  • Combattimenti divertenti e che emulano quasi perfettamente la serie originale.
  • Un roster di personaggi davvero incredibile.
  • Tante buone modalità presenti.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Dragon Ball: Sparking! Zero
Dragon Ball: Sparking! Zero
  • Sviluppatore: Spike Chunsoft
  • Produttore: Bandai Namco
  • Distributore: Bandai Namco
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , PS5 , XSX
  • Generi: Picchiaduro
  • Data di uscita: 11 ottobre 2024

È bastato vedere l’epico filmato introduttivo di Dragon Ball: Sparking! Zero per sentire la scarica di nostalgia per i tanti momenti felici passati a guardare Dragon Ball in TV o a leggere il manga del compianto maestro Akira Toriyama.

In particolare, però, vedere i personaggi più iconici della serie affrontarsi in spettacolari scontri sotto le note della bellissima colonna sonora di Genkai Toppa x Survivor, tratta da Dragon Ball Super, mi ha ricordato l’intro di un altro videogioco molto importante legato a Dragon Ball, e non si tratta dei Budokai Tenkaichi, a cui sono sempre molto affezionato, ma a Dragon Ball: Final Bout per la prima PlayStation.

Per quanto oggi sia ricordato come un gioco pessimo (e lo era eccome), all’epoca ero un ragazzino e mi ricordo che lo consumai perché era stato il primo gioco di Dragon Ball in mio possesso. Ricordo che mi sembrava incredibile poter volare per lo stage e lanciare Kamehameha da qualsiasi posizione; ricordo anche i pomeriggi passati a cercare di sbloccare personaggi segreti inesistenti, frutto dei rumor di un’internet preistorica che mi portarono a buttare via ore in imprese impossibili.

Final Bout però fece nascere in me un grande desiderio: vedere un giorno un gioco che fosse indistinguibile da quanto visto nell’anime e nel manga di Dragon Ball, a livello visivo ma soprattutto nei combattimenti. Un gioco in cui avrei potuto avere la possibilità di lanciare gli avversari a miglia di distanza con un pugno, per poi lanciare bordate d’energia in grado di disintegrare delle montagne intere.

I vecchi Budokai Tenkaichi si erano avvicinati a questo sogno, ma a realizzarlo pienamente è stato Dragon Ball: Sparking! Zero.

Da Dragon Ball Z fino a Super e oltre

Avevo già avuto un assaggio delle modalità principali di Dragon Ball: Sparking! Zero nell’anteprima di poche settimane fa e, dopo averle provate per intero, posso confermare le impressioni positive, anzi, in alcuni casi sono state addirittura superate.

La modalità Episodio Battaglia, che è in pratica lo Story Mode del gioco, è molto più profonda di quanto mi aspettassi, specialmente per quanto riguarda le battaglie “What if”. Questa modalità ci consente di rivivere la storia di tutto Dragon Ball (principalmente Z e Super) tramite i punti di vista di otto personaggi, tra eroi e villain.

Di base ci ritroveremo in un percorso che alterna alcune sequenze statiche o dei filmati fatti con l’engine del gioco ai combattimenti. I filmati sono ridotti all’osso e molto brevi per dare spazio all’azione. Molto carina l'idea di permettere di vedere alcune scene d'intermezzo tramite il punto di vista del personaggio protagonista, che riesce a renderle più interessanti da seguire.

Non ci sentiamo di criticare questa scelta: come già detto in passato, di Dragon Ball esistono miriadi di giochi, e tutti hanno trattato una storia che ormai conoscono a memoria pure i sassi, figuriamoci i fan della serie. Sparking! Zero (lo trovate su Amazon) si vuole concentrare sul rendere i duelli più dinamici e interattivi, con gli eventi più importanti spesso inseriti all’interno del combattimento stesso.

Alla fine, anche se si conosce a memoria la storia di Dragon Ball, riviverla nuovamente è sempre divertente, ma c’è molto di più in realtà. Le parti What if mi hanno sorpreso sia per la quantità, molto superiore alle aspettative, che per la qualità di alcune di loro.

La modalità storia nasconde delle parti What if dalle premesse davvero interessanti.

Fondamentalmente ne esistono di due tipi: quelle minori, che apportano dei cambiamenti minimi alla storia, oppure degli esiti alternativi. Un esempio: se con Goku, su Namecc, si decide di sconfiggere prima Jeeth o Burter, in quel caso il personaggio rimanente affiancherà Genew nel capitolo successivo, oppure, semplicemente, si può uccidere Cell Perfetto con Super Vegeta facendo finire la storia prima del previsto.

In altri casi, invece, si potranno vivere delle vere e proprie saghe alternative. Ad esempio, questo accade se riusciremo a far sopravvivere Goku contro Radish, cosa che lo porterà ad allenarsi insieme a Gohan e Piccolo per prepararsi all’arrivo di Nappa e Vegeta, senza però aver appreso il Kaiohken e la sfera Genkidama.

Spesso alcune di queste saghe alternative sono discretamente lunghe, con anche 5 o 6 combattimenti da affrontare per poterle portare a termine, in alcuni casi anche più lunghe di alcune saghe classiche.

Per accedere a queste saghe alternative a volte bisognerà compiere una scelta che vi verrà mostrata a schermo, come ad esempio quella già vista anche nei trailer, ossia se accettare l’aiuto di Piccolo contro Radish o farne a meno.

In altri casi, invece, dovremo soddisfare in battaglia determinate condizioni, non sempre facili da ottenere. Queste condizioni sono consultabili nel menu di pausa di ogni combattimento – anche se spesso sono descritte in modo vago, come ad esempio quelle che chiedono di battere degli avversari in fretta, ma non si capisce mai quanto in fretta.

Fortunatamente sarà possibile acquisire dei Globi del Drago, tramite i desideri esaudibili dai vari draghi presenti (ne parleremo dopo), e questi Globi consentiranno di rendere le condizioni richieste più semplici.

La modalità Episodio Battaglia forse non racconterà per filo e per segno la storia di Dragon Ball, e anche con gli episodi What If non inventa nulla che non sia già stato fatto in altri giochi dedicati all’opera, ma grazie alla resa maggiormente interattiva degli scontri e a intere saghe re-immaginate in modi interessanti e spesso anche originali, l’ho trovata estremamente divertente e molto utile per farsi le ossa con il combat system del gioco.

Fan fiction interattive

La seconda grossa modalità presente all’interno di Dragon Ball Sparking! Zero è Battaglia Personalizzata. Come vi avevamo accennato nell’anteprima, si tratta di una modalità in cui i giocatori possono sbizzarrirsi nel creare delle battaglie completamente fai da te, il che non si limita solo alla possibilità di scegliere i personaggi che si affronteranno, ma anche a quella di realizzare delle vere e proprie scene d’intermezzo.

Esistono tre modi per iniziare a creare: Normale, Semplificato e Copia. Il primo metodo è quello più completo, che consente di personalizzare ogni nostra creazione fin nei minimi dettagli. Il secondo al contrario semplifica il tutto per snellire il processo di creazione. Copia infine, come suggerisce il nome stesso, ci permette di copiare un combattimento già pronto e poi di modificarlo.

Esistono anche una trentina di scontri già inseriti dagli sviluppatori per dimostrare il potenziale di questa modalità – e completarli ricompenserà i giocatori con diversi premi, tra cui nuovi personaggi e abilità. Una volta concluso con successo uno di questi combattimenti, sarà possibile anche vedere nel dettaglio come sono stati creati, così da poterne copiare lo schema in caso possa servire.

Questa modalità funziona; permette davvero di creare delle mini saghe con diversi scontri dove la situazione si modifica a seconda delle condizioni. Potremo ad esempio far trasformare un personaggio quando la sua salute scende sotto una certa soglia, oppure fargli dire delle frasi in risposta a un nostro attacco. Bisogna soltanto avere il tempo per sbizzarrirsi nella propria opera, ma la modalità è in grado di dare tante soddisfazioni.

L’unica pecca è legata ai dialoghi che è possibile impostare tra i personaggi. Si possono infatti inserire solo delle frasi fatte già presenti nel gioco, con alcune che al massimo consentono la modifica di una o due parole, ma questo modello limita tantissimo la fantasia, e anche nei dialoghi delle battaglie pre-costruite dagli sviluppatori si notano delle forzature, con frasi che hanno poco senso in italiano, sia per i problemi di traduzione di certi termini che per la limitata possibilità di scelta.

Purtroppo immaginiamo fosse difficile trovare un’altra soluzione: se vi fosse stata la possibilità di scrivere liberamente quel che si voleva,  per il team di Bandai Namco sarebbe stata un'impresa ardua moderare eventuali contenuti offensivi.

Nonostante questo limite, non vediamo l’ora di vedere cosa la community di Dragon Ball creerà una volta che il gioco sarà uscito, e immaginiamo che i fan più accaniti saranno in grado di sfruttare tutto il potenziale di questa modalità.  

Sparking! Zero però non si limita a queste due modalità: tra le altre presenti troviamo il classico Allenamento, con una parte tutorial che spiegherà nel dettaglio ogni singolo comando presente nel gioco. Utilissimo, anche perché il combat system è molto più complesso di quel che sembra, soprattutto per la gran quantità di manovre eseguibili, ma ci arriverò a breve. Ci sarà poi la classica modalità versus per affrontare la CPU e i tornei.

Questi sono davvero molti, si va dal Torneo Tenkaichi classico al Cell Game, fino al recente Torneo del Potere. Ogni torneo ha delle regole specifiche che variano molto le situazioni. Ad esempio, il Torneo Tenkaichi prevede che si perda finendo fuori dal ring ed è affrontabile da un singolo combattente; nel Torneo del Potere si combatte a squadre e non si può volare, anche se in pratica si vola comunque, solo si tende a cadere lentamente verso il basso.

Ci sarà poi la possibilità di creare il proprio torneo con regole personalizzate. Vincere i tornei servirà anche a guadagnare risorse come denaro, personaggi nuovi e abilità equipaggiabili per potenziare i nostri combattenti preferiti.

Uno, dieci, centomila Super Saiyan

Parlando dei combattenti presenti nel gioco, i trailer degli ultimi mesi hanno presentato un roster davvero incredibile, con oltre 180 personaggi. Certo, vanno considerate le tantissime trasformazioni di Goku, Vegeta e compagni, che occupano molti slot, però è innegabile che Dragon Ball: Sparking! Zero (già disponibile su Amazon) abbia al suo interno quasi tutti i personaggi più importanti presi da Z, GT e Super.

Sicuramente qualcuno tra gli utenti si lamenterà della mancanza di alcuni personaggi, come Super 17 o diversi combattenti tratti dal primo Dragon Ball, ma non dimenticate che non siamo più nell’era PS2 e infatti per iniziare sono già stati annunciati una ventina di personaggi nuovi, tratti dall’ultimo film Dragon Ball Super: Super Hero e dall’imminente nuova serie animata Dragon Ball Daima.

Sono presenti praticamente tutti i personaggi più importanti della saga.

La politica di Bandai Namco, com’è possibile vedere da altri suoi fighting game tratti da anime e manga, è quella di supportare tali giochi a lungo, con sempre nuovi personaggi, dunque è chiaro che l’intenzione sia la stessa anche con questo titolo.

Detto ciò, che amiate o meno i DLC, del roster del gioco base non ci si può assolutamente lamentare,  dato che praticamente tutti i personaggi più importanti, e anche alcuni molto secondari, sono presenti. Non venite a dire che la mancanza di personaggi come Yakon o Yamu è grave quindi, perché non sarebbe credibile.

La cosa che ho più apprezzato della massiccia presenza di personaggi è che non tutti saranno giocabili sin dall’inizio. Molti saranno sbloccabili completando le varie modalità, acquistandoli nel negozio o tramite desideri esauditi da Shenron. Il fatto di doverli sbloccare dona un senso di progressione al gioco, che mi mancava in tanti picchiaduro recenti.

Ormai, infatti, nella maggior parte di questi titoli, i personaggi sono già tutti sbloccati e non esistono personaggi segreti o da scoprire come succedeva un tempo. Ritrovare questa possibilità in Sparking! Zero è stata una bella sorpresa, che dona anche una maggior profondità al gioco, dato che invoglia a scoprire ogni segreto presente al suo interno.

I personaggi sono tutti riprodotti in maniera molto fedele, sia per il loro stile di combattimento che per le mosse utilizzate, che spesso copiano perfettamente le animazioni viste nell’anime. Ogni combattente avrà poi le sue particolarità, in linea con quanto visto nell’opera originale. Ad esempio, come già succedeva in Budokai Tenkaichi, tutti gli androidi non potranno caricare la propria aura come gli altri personaggi, ma vedranno salire la loro riserva di energia automaticamente in modo più veloce.

 

I personaggi che non sanno volare spiccheranno dei grandi salti e poi cadranno lentamente verso il basso, quasi fluttuando: una soluzione non perfetta, ma inevitabile, per renderli minimamente competitivi con il resto del roster in grado di volare.

Una grossa delusione però è data dal fatto che Mr. Satan non utilizza più un jetpack per volare, e stona molto vederlo fare balzi di centinaia di metri verso l’alto con scatti rapidissimi nonostante le sue scarse capacità di lotta.

Un’aura potentissima

Se andassimo ad analizzare i Budokai Tenkaichi senza gli occhiali della nostalgia, troveremmo dei picchiaduro sbilanciatissimi, con personaggi nettamente più forti di altri e la possibilità di fare combo infinite senza speranza di salvezza. Ovviamente a livello di bilanciamento e tecnicismi un titolo come Dragon Ball FighterZ è ancora superiore – eppure c’è un motivo se, come il titolo di questa recensione fa intuire, Sparking! Zero è il perfetto simulatore di Dragon Ball.

FighterZ è senza alcun dubbio un grandissimo picchiaduro, che se la può vedere con i grandi nomi del genere e riesce a traslare molto bene lo stile dei combattimenti di Dragon Ball in un sistema da picchiaduro 2D à la Street Fighter o Guilty Gear, per capirci, ma nel complesso resta sempre un gioco più tecnico e con le basi che si rifanno a questi grandi fighting game.

Dragon Ball: Sparking! Zero invece è un titolo che vuole emulare il più fedelmente possibile i combattimenti che tutti abbiamo visto nell’anime e nel manga dell’opera originale, e per fare questo è disposto a sacrificare tutto, anche il bilanciamento dei personaggi o di alcune meccaniche del gameplay. La parola d’ordine è spettacolarità e ogni sistema nel gioco è nato in funzione di ciò, proprio per tener fede all’eredità del lavoro di Toriyama; in questo il gioco non solo riesce benissimo, ma è anche il migliore a farlo.

Con questo non voglio dire che il combat system di Sparking! Zero sia fatto male – anzi, tutto il contrario – perché gli sviluppatori sono riusciti a renderlo molto più tecnico e ponderato rispetto ai vecchi capitoli. La chiave per eseguire gran parte delle azioni è legata all’aura, ricaricabile tramite la pressione del grilletto destro, e ai punti abilità, che si ricaricano con il tempo o subendo colpi.

Il sistema di controlli di base è semplice e intuitivo, con un tasto per gli attacchi corpo a corpo e uno per i colpi di energia a distanza, unito a un tasto per la parata e a uno per i contrattacchi. Ci sarà poi la modalità Sparking, attivabile caricando l’aura oltre il limite e spendendo un punto abilità, che consente di utilizzare nuovi attacchi, tra cui la mossa più potente di ogni personaggio.

Eppure, nonostante quest’apparente semplicità, il sistema è molto più profondo e divertente da utilizzare rispetto al passato.

Il combat system riesce a riproporre nella maniera più fedele possibile i combattimenti dell'anime e del manga.

Visto l’enorme numero dei personaggi, era impossibile pensare di differenziarli completamente l’uno dall’altro e gli attacchi di base funzionano tutti allo stesso modo; le differenze stanno principalmente in abilità e tecniche speciali. Il sistema di combattimento, nella sua semplicità, è però dotato di una tale varietà di azioni e possibilità che non mi sono mai annoiato nelle centinaia di combattimenti affrontati durante la prova.

Il combat system è infatti basato su risposte rapide, contromosse e tempismo perfetto: quando inizieremo una combo corpo a corpo, avremo diversi modi di portarla avanti, passando ad esempio a caricare un colpo più potente per sbalzare via l’avversario e poi inseguirlo con uno scatto supersonico, oppure teletrasportandoci alle sue spalle o ancora facendo una finta per prolungare la scarica di colpi leggeri.

L’aspetto più evidente, rispetto ai vecchi Budokai Tenkaichi, è l'impossibilità di rendere le combo infinite. Oltre al fatto che dopo un certo numero di colpi l’avversario verrà sbalzato via automaticamente, ci sono parecchi sistemi per bloccare una combo in corso.

Innanzitutto, il tasto contrattacco permette di avere la meglio su avversari troppo aggressivi. Oltre al contrattacco base ci saranno ulteriori versioni diverse, come uno che consuma un punto abilità per controbattere qualsiasi tipo di attacco; inoltre, se lo premeremo proprio appena prima di essere colpiti, si attiverà un altro tipo di contrattacco molto scenico, che infliggerà più danni e stordirà più a lungo gli avversari.

C’è anche un secondo tipo di contrattacco, utilizzabile mentre si è in balia di una combo, che, al costo di due punti abilità, fermerà l’offensiva nemica. Sempre con la pressione del tasto contrattacco, potremo inoltre respingere persino gli attacchi d’energia più potenti consumando due punti abilità. Queste azioni però funzionano solo se siamo di fronte all’avversario e non se si viene attaccati alle spalle.

Non disperate, perché esiste un’altra manovra universale, anche se un po’ più difficile da attuare, che potrà bloccare qualsiasi combo. Se infatti premeremo il tasto direzionale “Su” insieme al tasto dell’attacco corpo a corpo, sarà possibile bloccare una combo avversaria in qualsiasi momento e indipendentemente dalla posizione dell’avversario.

Quest'azione è un po’ più difficile da attuare per il tempismo che richiede, ma potrà salvare la salute del vostro personaggio in tante situazioni. Ovviamente ci saranno anche parate alte e basse, come nei titoli PS2, per bloccare colpi caricati della medesima direzione e la possibilità di teletrasportarsi alle spalle del nemico se si preme il tasto parata un attimo prima di essere colpiti.

Questo sistema rende quindi ogni scontro un concentrato di adrenalina, in cui si alternano scambi velocissimi di colpi e bisogna sempre avere i riflessi pronti per controbattere un contrattacco o una schivata nemica.

Ho vissuto delle sequenze incredibili che mi hanno visto bloccare l’offensiva nemica per poi essere bloccato a mia volta, teletrasportarmi alle spalle dell’avversario – che poi si è teletrasportato a sua volta dietro di me, e questo scambio è continuato per tre volte di fila prima che riuscissi a colpire il nemico e finirlo con una Kamehameha.

Ogni volta che vedevo uno scambio di colpi simili (e vi assicuro che accade molto spesso) mi sentivo davvero dentro una puntata di Dragon Ball e non c’è soddisfazione più grande per un fan della serie.

Padroneggiare questo sistema però è tutt’altro che semplice, dato che le manovre, anche solo di posizionamento, sono parecchie e bisognerà prenderci la mano per comprenderlo bene e capire quando usare una determinata tecnica. Sarà però necessario imparare a usare ogni tipo di azione offensiva e difensiva per bene, dato che gli scontri con la CPU non sono affatto una passeggiata, anzi, l’IA nemica si comporta spesso egregiamente, soprattutto nei combattimenti che di trama sono considerati complessi.

Al di fuori di questa modalità è possibile ovviamente scegliere il livello di difficoltà e, a quelli più alti, i nemici sono aggressivi e controbattono spesso le vostre tecniche, inoltre sarà persino possibile personalizzare i loro comportamenti in combattimento con dei modelli che si potranno acquistare nel negozio del gioco.

Non basterà quindi spammare Kamehameha e altri raggi di energia per vincere, perché questa volta difficilmente colpirete gli avversari, se prima non li avrete storditi con una combo o non li avrete colti di sorpresa.

Tornano poi gli spettacolari scontri tra onde di energia, a cui si aggiungono altri tre mini-giochi che si attivano quando altri tipi di azioni uguali, come gli scatti o le prese, avvengono allo stesso tempo, in modo da aggiungere altri elementi spettacolari a combattimenti che lo sono già di base.

A questo aggiungete l’enorme soddisfazione di potersi trasformare o compiere le fusion direttamente nel bel mezzo del combattimento: queste sono un elemento per me imprescindibile in un gioco fondato sull’opera di Toriyama, che basava gran parte del suo fascino proprio sulle trasformazioni sempre più epiche e potenti di Goku e compagni. È sempre una goduria, infatti, scatenare la potenza del Super Saiyan 3 o della modalità Berserker di Broly quando si sta subendo i colpi dell’avversario.

Seppur il gioco sia spettacolare da giocare, il combat system non è esente da difetti. Anche se mitigati rispetto all’epoca PS2, gli sbilanciamenti tra personaggi ci sono ancora. Principalmente questi sono dovuti alle capacità speciali possedute da ciascuno, dato che alcune abilità, come quelle che con un'esplosione allontanano il nemico anche mentre ci sta colpendo con una combo, danno un ulteriore tool per difendersi, o anche quelle che fanno entrare subito in Sparking senza caricarsi sono molto utili.

Ci sono poi alcuni attacchi speciali, come raggi o sfere di energia, molto più facili da connettere alle combo di altri tipi di attacco, senza contare l’efficacia e i danni maggiori di alcuni personaggi. Insomma, si farà molta più fatica a battere un Gogeta utilizzando un Yajirobei piuttosto che il contrario.

Esiste un sistema di personalizzazione in cui è possibile migliorare le statistiche di attacchi e difesa dei personaggi; questo può aiutare un po’, ma onestamente l'ho trovato abbastanza superfluo e non così impattante – almeno negli scontri con la CPU, dove si può ignorare totalmente.

Altro punto che non mi è molto piaciuto sono i personaggi giganti, come le grandi scimmie. Qui il combattimento si appiattisce, dato che gran parte delle meccaniche che lo rendono divertente non funzionano: in corpo a corpo si rischia troppo, dunque l’unica soluzione è continuare a bersagliarli con raggi dalla distanza, il che rende lo scontro molto più monotono.

Un gioco per i fan

Immancabile nel gioco la presenza di una modalità multiplayer, online e locale. Purtroppo molti di voi sapranno che il multiplayer in locale è limitato soltanto al livello della Stanza dello Spirito e del Tempo, un po’ poco per un gioco che nell’epoca PS2, quando ancora non esisteva l’online, era tanto amato anche per la possibilità di sfidarsi tra amici fianco a fianco su un divano.

La speranza è che qualche patch futura consenta di ampliare anche il multiplayer in locale, prima o poi. Questo comunque non funziona proprio benissimo e con lo schermo diviso è a volte un po’ confusionario, ma ad ogni modo si lascia giocare.

Per quanto riguarda l’online, questa modalità è strutturata in maniera molto semplice. Sarà possibile scegliere tra le classiche partite per il giocatore o classificate, e potremo scegliere di combattere con un solo combattente, a squadre o tramite i PD. Quest’ultimo metodo classifica ogni personaggio con un punteggio diverso in base alla sua potenza, per provare a rendere gli scontri più bilanciati. In totale potremo creare un team di personaggi con un valore massimo di 15 PD. Starà dunque a noi la scelta: se avere un team con 5 personaggi deboli o 2 o 3 forti.

Purtroppo durante il mio periodo di prova non ho potuto provare quanto avrei desiderato la modalità online per mancanza di giocatori sui server; ho fatto un paio di scontri che non mi hanno dato particolari problemi a livello di netcode, ma è troppo poco per valutare la bontà della modalità online e soprattutto il bilanciamento generale del gioco contro altri giocatori umani. Sarà mia premura aggiornare questa sezione in futuro, dopo aver fatto delle prove quando i server saranno aperti a tutti.

Ci sarebbero ancora tante cose da aggiungere su Dragon Ball: Sparking! Zero. Ad esempio, è presente una Gallery in cui poter vedere tutti i personaggi del gioco nel dettaglio, anche se la cosa più divertente è sentire i commenti di Chichi, Bulma e Videl su ciascuno di loro, con la prima di questo trio che si lamenta di come Goku e Gohan sembrino dei teppisti quando trasformati in Super Saiyan.

Il negozio ci consentirà di acquistare personaggi nuovi, costumi, abilità e molto altro. Non mancheranno poi le Sfere del Drago da trovare (sia completando alcune modalità che tramite il raggiungimento di alcuni obiettivi), e questa volta di ben tre draghi: Shenron, Polunga e Super Shenron direttamente da DB Super. Ogni drago avrà desideri simili, ma con qualche differenza. Potremo chiedere soldi, di sbloccare alcuni personaggi, di veder aumentare il nostro livello e molto altro. Si potranno poi ottenere i Globi del Drago citati in precedenza.

A livello visivo Dragon Ball: Sparking! Zero è una gioia per gli occhi. I personaggi sono ricreati perfettamente e animati in modo da replicare le scene dell’anime in maniera molto fedele, sia durante le cut-scene che in combattimento. Le mosse speciali saranno un tripudio di effetti di luce, esplosioni e auree potentissime davvero splendide. Non siamo ancora al livello di Arc System Works per quanto riguarda i modelli dei personaggi, ma poco ci manca.

Le arene saranno molto familiari ai giocatori dei vecchi Budokai Tenkaichi, tra l’arena del Torneo Tenkaichi, le isole, la zona rocciosa, la città e molto altro. La nuova aggiunta principale è l’arena del Torneo del Potere tratta da Super.

Tutte queste arene rispecchiano fedelmente l’anime e offrono spazi aperti e piuttosto vuoti, come d’altronde si vedeva nella serie originale. Buono il livello di distruttibilità, con alcune mosse che lasciano crateri e altri segni di distruzione in giro per la mappa, anche se in alcune, come la città, il modo in cui vengono fatti a pezzi gli edifici è troppo artificiale.

La fluidità dell’azione invece è ottima e rende alla perfezione i veloci scambi di colpi e raggi d’energia che si susseguono a ritmi elevati. Sono stati rarissimi i casi in cui abbiamo percepito dei cali di frame rate. Non sempre perfetta, invece, la telecamera, che in alcune situazioni, specialmente in arene con degli ostacoli, a volte diventa confusionaria non riuscendo a stare dietro ai combattenti, anche se per fortuna questo problema non si presenta molto spesso.

Buona la colonna sonora, anche se avremmo gradito ulteriori musiche tratte dalla serie animata oltre a Genkai Toppa X Survivor; il resto è comunque più che orecchiabile e in linea con lo spirito di Dragon Ball.

Nota un po’ negativa invece per le traduzioni in italiano. Oltre a esserci parecchi refusi, in una missione della campagna ci è capitato di vedere tradotto male un requisito secondario per sbloccare un episodio What if: la descrizione dell’obiettivo infatti diceva di fare esattamente il contrario di quanto dovevamo realmente fare.

In definitiva Dragon Ball: Sparking! Zero, se paragonato a tutti gli altri picchiaduro 3D ad arene tratti da anime (ad esempio i Naruto Ninja Storm), è di diverse spanne sopra a tutto il resto, non soltanto perché riesce a emulare gli scontri di Dragon Ball in maniera quasi perfetta, ma soprattutto perché è così divertente da riuscire a non annoiare mai.

Voto Recensione di Dragon Ball: Sparking! Zero | Recensione


8.6

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Il combat system riesce a rendere ogni battaglia simile a un vero scontro di Dragon Ball

  • Spettacolare da vedere e giocare

  • Ben fatti i What if della Storia

  • Oltre 180 personaggi presenti

  • La modalità Battaglia Personalizzata ha un grande potenziale

Contro

  • Non mancano gli sbilanciamenti tra personaggi

  • Gli scontri con i personaggi giganti non sono allo stesso livello degli altri

  • Qualche problema di traduzione di troppo

  • Telecamera non sempre perfetta

Commento

Dragon Ball: Sparking! Zero è senza troppi giri di parole il gioco definitivo per ogni fan di Dragon Ball. Il suo sistema di combattimento riprende e migliora esponenzialmente quello dei vecchi capitoli per PS2, rendendo ogni battaglia il più simile possibile a quelle viste negli anime e nel manga dell’opera originale. Ottime anche le varie modalità, con quella dedicata alla storia che nasconde delle belle sorprese, e la Battaglia Personalizzata che ha il potenziale per far durare il gioco molto a lungo, solo per parlare dei contenuti dedicati al single player.  A questo aggiungete un roster che definire imponente è dire poco e tante piccole chicche per i fan.
Certo, i difetti non mancano, specialmente legati al bilanciamento dei combattenti, ma se siete degli accaniti appassionati di Dragon Ball non preoccupatevi, perché percepirete da ogni singola scelta compiuta dagli sviluppatori che questo gioco è davvero fatto per voi.
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