Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons | Recensione - Botte vecchia scuola
Dopo ora di lotte alle gang di una New York del futuro con gli storici fratelli Billy e Jimmy Lee siamo pronti alla recensione del nuovo Double Dragon.
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a cura di Silvio Mazzitelli
Redattore
In sintesi
- Un beat'em up fedele alla storia del nome che porta, con diverse nuove idee interessanti
- Il combat system è semplice, ma ben fatto, grazie anche alla possibilità di utilizzare due personaggi insieme
- Non brilla però in fatto di varietà di nemici e situazioni, alla lunga
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Secret Base
- Produttore: Modus Games
- Distributore: Modus Games
- Testato su: SWITCH
- Piattaforme: PC , PS5 , XSX , XONE , PS4 , SWITCH
- Generi: Beat'em up
- Data di uscita: 27 luglio 2023
Stiamo vivendo un periodo d’oro dei picchiaduro a scorrimento, genere che negli ultimi anni ha visto l’uscita di diversi titoli più che validi, come Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge (ecco la recensione) e River City Girls 2 (anche di questo ecco l’immancabile recensione), che hanno saputo innovare un genere da sempre considerato piuttosto ripetitivo nelle sue meccaniche.
Molti studi di sviluppo hanno infatti capito che il modo migliore di far rivivere questo genere è riuscire a innovarne la formula classica, ma senza stravolgerla. Questo approccio verso l’innovazione è stato utilizzato anche dagli sviluppatori di Secret Base per il nuovo Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons.
Double Dragon è un titolo che ha fatto la storia dei beat’em up. Non fu il primo in assoluto di questo genere, ma quando uscì il primo capitolo, nel 1987, esso introdusse degli elementi che avrebbero poi definito tutti i picchiaduro a scorrimento futuri. Questi elementi erano lo scrolling continuo del livello, la profondità bidimensionale delle mappe e la possibilità di giocare in cooperativa con un amico.
Il titolo venne sviluppato all’epoca da Technos Japan – oggi, invece, il marchio è posseduto dai maestri del picchiaduro Arc System Works che, pubblicando il gioco insieme a Modus Games, hanno concesso la licenza a Secret Base. Gli sviluppatori di base a Singapore hanno deciso di restare fedeli, nelle atmosfere e nei personaggi, agli storici primi picchiaduro della saga di Double Dragon, ma hanno anche di inserire, nella formula di gioco, alcuni interessanti elementi appartenenti ai roguelike.
Contro le bande di New York
L’incipit narrativo di Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons non è molto diverso da quello classico. Siamo nell’anno 199X, il mondo è sconvolto a seguito di una guerra nucleare e la città di New York è governata da temibili bande che fanno il bello e il cattivo tempo.
Per portare un po’ d’ordine nelle strade, il sindaco decide di chiedere aiuto al dojo Sosetsuken e qui trova gli storici fratelli Billy e Jimmy Lee, pronti a combattere per il trionfo della giustizia. Una differenza nella storia, rispetto ai vecchi giochi, è che Marian, storica donzella in pericolo, sempre rapita nei vecchi capitoli, stavolta non sarà catturata e anzi sarà un prezioso aiuto nella lotta al crimine.
Il personaggio, d’altronde, da anni considerato lo stereotipo della fanciulla da salvare, ha avuto la sua rivincita nell’ultimo anno apparendo come giocabile in ben due titoli: oltre che qui, era possibile utilizzare Marian anche in River City Girls 2.
Come nei precedenti capitoli della saga, anche in Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons (che potete trovare anche su Amazon), la storia è più che altro un pretesto per fare a mazzate con i vari nemici che ci ritroveremo ad affrontare nei quattro livelli che compongono il gioco.
Quando si inizia una partita, infatti, sarà possibile scegliere l’ordine in cui si preferisce affrontare i quattro livelli e, ogni volta che ne concluderemo uno, quelli successivi cambieranno, diventando più lunghi e difficili.
Ci saranno infatti molti cambiamenti, come la divisione in due o tre sezioni comprensive di boss extra per ogni livello, nuovi nemici e aree da esplorare e, soprattutto, il boss finale dell’area, ossia il capo della banda che siamo chiamati a combattere, cambierà totalmente a seconda che si decida di affrontarlo per primo o per ultimo.
In questo modo ci vorranno diverse run per scoprire ogni segreto che Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons ha in serbo per i giocatori. L’altro scopo di effettuare run successive dopo la prima è quello di ottenere sempre più denaro – accumulabile sconfiggendo nemici, trovandolo nelle aree e, soprattutto, soddisfacendo le condizioni speciali di ogni area, come l’esecuzione di una combo di un certo numero di colpi o la sconfitta di gruppi di nemici in una sola volta. C’è da dire che queste condizioni ci sono parse a volte confusionarie o non funzionanti.
Ad ogni modo, il denaro accumulato servirà a ottenere gettoni che verranno poi scambiati nel menu principale per ottenere immagini e suoni dalla gallery, tips per conoscere meglio le meccaniche del gioco (un po’ inutili a un certo punto, visto che ora che le avrete sbloccate tutte conoscerete a memoria ogni livello) e soprattutto i nuovi personaggi giocabili.
Oltre ai quattro personaggi di base, ossia Billy, Jimmy, Marian e Zio Matin, è possibile sbloccare altri nove lottatori, ognuno con mosse e abilità speciali uniche. Tra questi ci saranno anche alcuni dei boss principali affrontati. Un’ottima varietà, che aggiunge ancor più valore alla rigiocabilità del titolo.
Parlavamo prima di elementi roguelike; questi, oltre al cambio delle mappe a seconda dell’ordine dei livelli intrapreso, permetteranno anche di avere, per i nostri personaggi, dei potenziamenti casuali tra cui scegliere (spendendo i soldi guadagnati con il sudore dei nostri pugni), potenziamenti che ovviamente varranno solo per quella run.
Inoltre, la possibilità di continuare una volta sconfitti costerà sempre più denaro man mano che vi si ricorre, ma in ogni momento potremo interrompere la partita per ricominciarne una nuova, conservando tutti i soldi che avevamo con noi.
Il titolo permette anche di gestire la difficoltà fin nel dettaglio, consentendoci di scegliere di continuare all’infinito o di avere il permadeath alla prima sconfitta – cosa che ci costringerà a ricominciare tutto da capo.
Potremo anche decidere il livello di difficoltà e di aggressività dei nemici. Più renderemo difficile la partita, più si abbasserà il costo dei gettoni da scambiare con del denaro alla fine: così se ne potrà ottenere di più e in questo modo velocizzare l’acquisizione di tutti i personaggi e degli altri extra.
Vi garantiamo però che Double Dragon Gaiden non è una passeggiata di salute, specialmente se sceglierete di affrontare anche un quinto livello dopo aver finito i quattro di base. Questo sarà più lineare e vi metterà contro dei boss e dei nemici davvero potenti. In caso si riuscisse a finire anche questa sfida, oltre a ottenere moltissimi soldi extra, si potrà assistere anche al finale segreto del gioco.
Lotta di strada
Passando al gameplay di Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons (tutte le versioni del gioco sono disponibili su Amazon) questo è un classico beat’em up in due dimensioni nella sua formula base, ma ha diversi elementi che riescono a renderlo unico. Innanzitutto il giocatore potrà utilizzare due personaggi alla volta, con la possibilità di scambiarli in ogni momento, a patto che la barra delle mosse speciali sia carica.
Lo scambio sarà un elemento fondamentale del combat system e avrà due utilizzi principali: in primo luogo servirà a prolungare una combo, scambiando i personaggi mentre si picchia un avversario; il secondo vantaggio sarà invece quello di poter sfuggire alle grinfie di un nemico mentre si ricevono uno o più colpi e di ammortizzare così i danni subiti. Il personaggio in stand-by, inoltre, mentre non agisce potrà recuperare parte dei danni subiti.
In combattimento, ogni personaggio avrà una sola stringa di combo, che potrà però cancellare con un salto, per poi colpire gli avversari mentre sono in aria o una volta atterrati, oppure con una mossa speciale.
Ci saranno tre mosse speciali per combattente, in base alle direzioni premute. Queste sono molto potenti e permetteranno di annientare interi gruppi di nemici facilmente, ma non tutte avranno la stessa efficacia. Jimmy, ad esempio, avrà una presa con cui colpire i nemici in aria, ma la si userà molto poco, dato che è molto più efficace il suo uppercut del drago.
Inoltre, personaggi in grado di colpire a distanza, come Marian, facilitano un po’ troppo le battaglie grazie alle loro abilità. Ogni personaggio avrà poi un’abilità unica, ad esempio Billy e Jimmy potranno effettuare una presa sui nemici, mentre Marian invece potrà schivare i nemici rotolando.
Non mancheranno poi attacchi in corsa e in salto e la possibilità di utilizzare mazze, coltelli e bastoni trovati in giro in pieno stile classico da beat'em up.
Come accennavamo prima, si potrà anche scegliere di potenziare i lottatori aumentandone la salute o accrescendo la potenza di alcune loro mosse; questo sarà possibile spendendo denaro ogni volta che finiremo un livello o una sua sezione.
Qualora si volesse aumentare la difficoltà del gioco, si potrà anche scegliere di tenere il denaro e di lasciare i personaggi alla potenza base. I potenziamenti saranno però molto utili per proseguire una run, specialmente se si vorrà affrontare il quinto livello.
In linea generale ci troviamo di fronte a un sistema che funziona, nonostante, per varietà di mosse, non sia profondo come un River City Girls 2 o uno Street of Rage 4, ma la possibilità di creare combinazioni sinergiche tra due personaggi aumenta la varietà offensiva in base anche ai punti di forza e alle debolezze di ciascuno di loro.
Le boss battle sono ben riuscite ed è molto interessante la meccanica che le rende diverse a seconda di quando si deciderà di affrontare un livello. Un boss affrontato al primo livello sarà più semplice e basilare; invece, se tenuto per ultimo, avrà persino diverse fasi in cui cambierà attacchi man mano che la sua salute diminuirà.
Unica pecca è la varietà di nemici normali, tutti molto simili tra loro per un totale di quattro o cinque tipologie diverse. Delusione anche per i boss minori affrontabili a ogni fine sezione di un livello, che spesso sono varianti di nemici normali leggermente più potenti.
Il titolo può essere giocato anche da due giocatori in cooperativa, dove ognuno può scegliere e alternare due personaggi, per un totale di quattro. L’unico punto negativo è che non c’è una modalità cooperativa online e se si è scelto di iniziare una run in single player non sarà possibile aggiungere un nuovo giocatore e si dovrà cominciare per forza una run alternativa.
A livello grafico Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons offre una buona pixel art, con animazioni dei personaggi davvero ben fatte e un ottimo impatto dei colpi.
Forse non a tutti piacerà lo stile super deformed, ma lo abbiamo trovato in linea con i capitoli originali e basterà poco per abituarsi e adattare gli occhi a questo stile. Buona anche la direzione artistica dei livelli, tutti molto diversi tra loro e vari, mentre il level design, soprattutto nella versione più lunga di questi, risulta un po’ troppo ripetitivo e senza grandi guizzi d’originalità.
Segnaliamo infine un problema, probabilmente solo della versione Switch, dove abbiamo testato il gioco, in cui i caricamenti tra un livello e l’altro sono parecchio lunghi, anche trenta secondi per passare dalla schermata iniziale alla selezione del livello e altri trenta circa per poi iniziare a giocare. Si spera che questo inconveniente possa essere risolto con una patch, prima o poi.
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Voto Recensione di Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
-
Combat system semplice, ma divertente grazie alla varietà e al numero di personaggi giocabili
-
La formula di selezione dei livelli con i vari elementi roguelike offre un'ottima rigiocabilità
-
Buona la pixel art dei personaggi e delle ambientazioni
Contro
-
Poca varietà di nemici e boss secondari
-
Cooperativa soltanto in locale
-
Alla lunga si sente la ripetitività di battaglie e situazioni
Commento
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