Death of the Reprobate | Recensione - Una assurda avventura grafica
Death of the Reprobate è l'ultima fatica di Joe Richardson, un punta e clicca totalmente fuori di testa ambientato in un improbabile quadro rinascimentale.
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a cura di Daniele Spelta
Redattore
In sintesi
- Ha un senso dell'umorismo tutto suo, fuori di testa e sacrilego.
- La qualità degli enigmi è altalenante e alcuni sono fin troppo assurdi.
- Ha una cifra stilistica che lo rende immediatamente riconoscibile e che calza a pennello.
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Joe Richardson
- Produttore: Joe Richardson
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC
- Generi: Avventura grafica
- Data di uscita: 7 novembre 2024
"E per fare il bene, Malcom si recò in un convento, dove parve fare cosa saggia sputare in testa a dei prelati, cosicché le loro zucche pelate illuminassero la volta del sacro luogo. Da lassù, il Figlio di Dio pensò che non fosse il momento di dilettarsi in acrobazie, le ferite dei chiodi ancor’dolevano. I suoi provvidenziali suggerimenti di giocoleria caddero nel vuoto delle orecchie di un santo, che ora penzola su una trave e il sorriso abbonda sulla croce. Lol".
Se riuscite a raffigurare questa delirante scena nella vostra mente avete già intuito che razza di opera sia Death of the Reprobate.
L’avventura grafica di Joe Richardson chiude la trilogia iniziata con Four Last Things e proseguita con The Procession to Calvary e, proprio come i suoi predecessori, dovrebbe finire nell’indice dei videogiochi proibiti per quanto è sporca e scurrile, un surreale viaggio che si prende gioco costantemente del sacro.
La sottile linea tra il bene e il male
Il sipario si alza su un moribondo Immortal John che, evidentemente, non era proprio così immortale.
Al capezzale si presenta Malcom the Shit, suo unico erede e perfetta incarnazione dell’epiteto che lo accompagna. È un tirannico boia senza scrupoli che si diverte a impartire pene sadiche e geniali a chiunque venga portato al suo cospetto, compreso il messaggero di suo padre.
Per ottenere ciò che gli spetta per diritto di sangue deve però ravvedersi e dimostrare che c'è del buono nella sua anima. I rapporti con il suo genitore non sono proprio idilliaci e, per quanto lui stesso sia stato una persona orribile, arrivato al termine del viaggio chiede come ultimo desiderio al figlio di compiere sette atti caritatevoli prima che cali il sole.
Da qui ha inizio il percorso di redenzione, un cammino che porta Malcom lungo le polverose strade di una piccola comunità di campagna, un luogo idilliaco dove il quotidiano scorre placido e dove è anche difficile trovare davvero qualche persona da aiutare.
Per fortuna c’è quello strano signore che ha un lungo bastone in mano e un cartello con una freccia che punta sulla testa di uno stanco pescatore, un totale fallito che non sa nemmeno da che parte mettere un’esca per tirare su qualcosa dallo stagno e che viene visto come una costante delusione dalla sua prole.
Il primo passo verso la nuova vita potrebbe proprio essere una mano tesa verso questo inutile individuo. Tutto ciò che divide Malcom dalla sua prima buona azione sono un verme e un modo per mettere a tacere quella coppia di lanciatori di sassi seriale.
Vecchia scuola
Chiaramente vi risparmiamo la soluzione a questo primo enigma, ma vi basti sapere che la risposta è un assurdo grattacapo che coinvolge delle scimmie con la passione per l’arte e un genio arabeggiante che non sia bene come sia finito in quella fittizia campagna nel nord Europa di metà Cinquecento.
Il mondo creato da Richardson ha una logica tutta sua e per risolvere gli stessi puzzle occorre calarsi completamente in quel modo di ragionare del tutto improbabile e al contempo perfettamente coerente.
Death of the Reprobate è un'avventura grafica in vecchio stile, di quelle basate sui verbi e sugli oggetti da raccogliere e combinare. Fidatevi, un pollo di gomma usato come carrucola è del tutto razionale rispetto alle cose che ci siamo trovati a fare con un flauto magico.
In una occasione abbiamo anche sfruttato gli aiuti dati dal genio dotato di turbante, perché era davvero impossibile per le nostre meningi capire come venire a capo di un rebus senza né capo né coda.
Gli oggetti presenti su schermo possono essere osservati, toccati e raccolti tramite un menù radiale e le interazioni con i vari personaggi danno vita a dei dialoghi a scelta multipla dove spesso si nascondono preziosi indizi e un senso dell’umorismo decisamente à la inglese.
Preso come punta-e-clicca, Death of the Reprobate supera tranquillamente la sufficienza, ma si spinge poco oltre questa soglia, anche a causa di una durata piuttosto breve, del numero ridotto di scenari da esplorare e dei pochi personaggi con cui parlare.
Se non altro l’orizzonte limitato e la possibilità di evidenziare gli oggetti importanti evitano i fastidiosi backtracking e il pixel hunting, cronici difetti di tutte le avventure grafiche di una volta.
Re, nobili e santi con le braghe calate
Il vero scopo di Death of the Reprobate non è mettere alla prova l’ingegno del giocatore, ma di farlo ridere. Come diceva Rabelais, il riso è proprio dell’uomo e il titolo di Richardson è a suo modo una edizione moderna delle irriverenti opere scritte dall’autore francese nel XVI secolo.
Abbiamo fra le mani l’anti-eroe per definizione, che non ha nulla in comune con i soliti personaggi senza macchia e senza paura di molti altri videogiochi. Il protagonista, assieme a tutti i suoi comprimari, sovverte di continuo quelli che sono le etichette di corte imposte da modelli sempre più spesso creati con lo stampino e che hanno paura di sporcarsi le mani.
È un perfetto poema maccheronico, di quelli usciti dalla penna di un Merlin Cocai o di un Pulci, che mette alla berlina i potenti, i preti e anche la gente comune. Se si guarda oltre al gusto per il non sense e per le battute sferzanti si scopre inoltre una critica nemmeno troppo velata alle storture moderne, come il lavorismo sfrenato e il sistema economico che ingabbia le persone in un ciclo di fatiche senza senso. O forse siamo noi che cerchiamo di dare una chiave di lettura a quello che invece è solo una cornucopia di pazzi.
Il prezzo da pagare per comprendere al meglio ogni linea di dialogo è però un inglese abbastanza complesso, fatto di modi di dire e di giochi di parole. Gli artifici rendono tagliente ogni parola ma possono sfuggire a chi fatica a masticare la lingua.
L'arte che si anima
Death of the Reprobate riesca ad infrangere questa barriera linguistica grazie alla sua capacità di comunicare attraverso la sola direzione artistica.
Ogni singolo personaggio è letteralmente un pezzo di un quadro rubato, ritagliato e animato in modo goffo ed esagerato, una esasperazione che serve a ribaltare la prospettiva con cui siamo soliti osservare un San Sebastiano o un dannato del Giudizio Universale. C'è un po' di tutto, dalle opere del tardo Medioevo a quelle del Rinascimento e anche oltre, dai pittori fiamminghi ai nostri Michelangelo o Piero di Cosimo.
È come se un quadro di Bruegel prendesse vita, come se i personaggi allegorici della Lotta tra Carnevale e Quaresima iniziassero a muoversi dentro la loro cornice, come se l’onirico Inferno dipinto da Hieronymus Bosch improvvisamente si animasse per concludere l’opera. E in effetti è un po’ così.
Se proprio volessimo trovare un difetto vero alla scrittura e alla trama, è che manca un vero sviluppo del protagonista, forse di nuovo a causa di una durata limitata a poco più di tre ore. Death of the Reprobate vive per il momento, per strappare la risata davanti ad una ennesima risposta inaspettata, ma si esaurisce anche in fretta.
Il finale è a dir poco delirante e inaspettato, un diabolico cambio di prospettiva che giunge quasi dal nulla, una danza macabra che brucia tutto ciò che tocca e che mette il punto finale all'intero universo creato da Richardson.
La vera incognita sul giudizio restano però la sensibilità del giocatore, il suo senso dell'umorismo e le sue aspettative. Se cercate puzzle intricati e un arco narrativo coerente avete sbagliato alla grande, qui ci sono solo cacciatori orbi, diavoli travestiti, fornicatori senza veli e una genuina passione per la merda.
Voto Recensione di Death of the Reprobate | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Dissacrante e blasfemo, l'antitesi di ogni viaggio dell'eroe.
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La direzione artistica vale da sola il prezzo del biglietto.
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Si potrebbero passare delle giornate a scoprire tutti i quadri "trafugati".
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Ogni dialogo è una discesa nell'assurdo...
Contro
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... ma il finale è l'assurdo più assurdo.
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Un paio di enigmi sono stati risolti quasi a caso.
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L'inglese potrebbe scoraggiare qualche giocatore.