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Immagine di Daymare 1994: Sandcastle | Recensione - Orrore vecchia scuola?
Recensione

Daymare 1994: Sandcastle | Recensione - Orrore vecchia scuola?

Daymare 1994: Sandcastle fa un piccolo passo in avanti rispetto al capostipite e modernizza alcune meccaniche di gameplay, ma le ingenuità non mancano.

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Pubblicato il 30/08/2023 alle 15:01
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In sintesi

  • Più vicino ai Resident Evil moderni, che a quelli vecchi
  • Diverse ingenuità di gameplay
  • Gli scontri non convincono appieno
  • Pro
    • Tecnicamente ha fatto un evidente passo in avanti
    • L'aggiunta del Frost Grip dà varietà e arricchisce il sistema di gioco
  • Contro
    • Alcune ingenuità tecniche e di gameplay
    • Solo tre modelli di nemici (poco convincenti e ispirati) che si ripetono per tutto il gioco

Il Verdetto di SpazioGames

7.4
Daymare 1994: Sandcastle fa un passo in avanti rispetto al primo gioco, migliorando graficamente in modo evidente, snellendo ciò che rappresentava un orpello e aggiungendo diverse nuove meccaniche di gioco legate al Frost Grip. Tuttavia si notano diverse ingenuità tecniche e di gameplay che gli impediscono di spiccare il volo e di avvicinarsi ai grandi esponenti del genere. La base su cui lavorare rimane comunque poco traballante e può garantire al team di sviluppo la solidità necessaria per lasciarsi alle spalle gli errori di gioventù.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Daymare 1994 Sandcastle
Daymare 1994 Sandcastle
  • Sviluppatore: Invader Studios
  • Produttore: Invader Studios
  • Distributore: Leonardo Interactive
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
  • Generi: Survival Horror
  • Data di uscita: 30 agosto 2023

Xbox su amazon

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PS4 su amazon

€34 €34.98

Daymare 1994: Sandcastle sceglie di intraprendere una nuova direzione rispetto a quanto fatto dal primo capitolo (ecco la nostra recensione).

Con questo non si vuole asserire che la serie voglia far perdere dei punti di contatto o stravolgere quanto fatto in passato, ma che la strada verso una maggiore semplificazione sia stata inequivocabilmente imboccata.

Se Daymare: 1998 era un survival horror vecchia scuola, con puzzle più complessi e una conduzione di gioco poco indulgente, questo secondo capitolo risulta essere più asciutto e semplificato, più vicino ai moderni Resident Evil.

Daymare 1994: Sandcastle, una nuova maturità

A ben vedere, questo non è necessariamente un male, perché gran parte delle asperità sono state limate e Daymare 1994: Sandcastle ha in buona parte fatto tesoro degli errori di gioventù.

Se in passato si notavano maggiori incertezze in pressoché tutti i comparti, con questo prequel la situazione è certamente ben diversa. Tuttavia, se da una parte sono state mitigate alcune debolezze, dall'altra se ne sono aggiunte di nuove.

Immagine id 705
I miglioramenti grafici sono piuttosto evidenti.

Nuove e residue criticità gli impediscono dunque di raggiungere valutazioni più lusinghiere, e i motivi vanno principalmente ricercati nell'impostazione degli scontri, nelle ingessature del sistema di combattimento e in una serie di limitazioni ed errori di valutazione che pesano sulla piacevolezza dell'opera.

Dopo la nostra prova speravamo che la versione finale potesse in qualche modo risolvere le più conclamate problematiche, ma in fin dei conti nulla di davvero rilevante è cambiato dall'ultima volta.

Daymare: 1994 aderisce a canoni più vicini all'action-horror.
Avendo già dimostrato tutto l'amore viscerale per la saga horror di Capcom, il team di Invader Studios continua a seguire le tracce della serie e ingloba al suo interno le molte consuetudini già viste da Resident Evil 7 in poi (trovate il remake di Resident Evil 4 su Amazon). 

Dall'interfaccia mutuata dagli ultimi capitoli, alla direzione di gioco che va più dritta al punto senza badare a sperimentazioni e particolari complessità, Daymare 1994: Sandcastle aderisce a dei canoni più vicini agli action-horror, abbracciando inoltre una linearità degli ambienti di gioco dove ogni mappa sarebbe stata superflua.

Trattandosi di un prequel, Daymare 1994: Sandcastle può essere giocato anche da chi ha saltato a pie' pari il primo capitolo.

Se però si considerano i riferimenti, il colpo di scena finale e dei dettagli non da poco, qualora foste incuriositi è il caso che recuperiate anche il capostipite. 

Non che la storia e gli intrecci di trama siano particolarmente avvincenti, sia chiaro, anche perché Daymare 1994: Sandcastle non fa nulla per nascondere quello stile da B movie che sfoggia con orgoglio a più riprese.

Da cenni pseudo-scientifici a improbabili esperimenti segreti in aree remote del globo, fino ad arrivare a mostruose e impossibili metempsicosi, a Daymare 1994: Sandcastle non manca nulla per restare nel solco di Resident Evil mentre prova a trovare una propria strada.

Immagine id 697
La gestione dell'illuminazione della torcia è da rivedere. A volte non si vede quasi nulla pur aumentando la luminosità al massimo.

Non più zombie e minacce di bioterrorismo, ma temi grossomodo diversi che vengono resi noti usando un canovaccio narrativo arcinoto, per chi è cresciuto coi survival horror a cavallo tra fine anni '90 e inizio anni 2000.

Come sottolineato in sede di anteprima – e nostro malgrado anche nella versione finale che speriamo possa ricevere delle patch correttive – Daymare 1994: Sandcastle dà sensazioni contrastanti per tutto l'arco dell'avventura, sottotitolata in italiano e completabile in poco meno di otto ore.

Un piccolo passo avanti

Sebbene il passo in avanti dal punto di vista tecnico sia piuttosto evidente, con una modellazione poligonale migliorata in modo sensibile e coi volti dei personaggi più curati e non più approssimativi come quelli di Daymare 1998, continua a non convincere il monster design.

Oltre a non eccellere dal punto di vista artistico, né da quello estetico, nel corso dell'intera avventura ci sono soltanto tre modelli che si ripeteranno di continuo. Il nemico di base, che è in sostanza una sorta di creatura scheletrica molto rapida, ha poi due varianti.

La prima, in blu, può essere sconfitta con una delle due armi da fuoco in dotazione (un fucile a pompa o una mitragliatrice); la seconda, di colore rosso, è immortale e richiede al giocatore l'obbligato utilizzo del Frost Grip per essere rallentato, congelato e mandato in frantumi.

Questo strumento multifunzione può essere migliorato tramite delle stazioni di servizio: dalla gittata, alla durata del getto, fino ad arrivare a delle vere e proprie bombe di ghiaccio che si espandono lungo l'area, il Frost Grip è con ogni probabilità la trovata migliore implementata all'interno di Daymare 1994: Sandcastle.

Oltre ad aumentare la componente tattica degli scontri, serve anche a superare dei mini puzzle ambientali in verità piuttosto semplici, ben più abbordabili rispetto a quelli visti nel primo gioco della serie.

Il suo uso continuativo, reso tale dal graduale ripristino delle sue funzionalità o da un oggetto che lo ricarica quasi all'istante, vi gioverà anche per fare economia con le munizioni.

Il Frost Grip permette di rallentare e congelare i nemici.
Va però segnalata un'anomalia: se correrete in linea retta, lasciandovi gli avversari alle spalle, è impossibile essere acciuffati da loro. Questo stratagemma potrebbe essere facilmente abusato dai giocatori per evitare di subire danni e ricaricare in tutta calma il Frost Grip, poiché i nemici tenderanno ad arrivarvi alle spalle rinunciando sempre all'attacco decisivo. 

Il problema evidenziato era già presente nella demo ed esiste purtroppo anche nella versione da noi testata, pertanto è necessario che una patch sistemi il prima possibile questa criticità non da poco, poiché apre inevitabilmente una piccola breccia nel bilanciamento globale.

Lo stesso discorso vale per la gestione dell'illuminazione della torcia, che emette una luce talmente fioca da essere quasi inutile negli ambienti totalmente bui, al punto da non farvi nemmeno vedere la strada.

All'accensione c'è come un piccolo lampo, la cui intensità equivarrebbe in realtà alla luminosità ottimale; ma subito dopo il fascio si affievolisce sin troppo, come la luce smorta di una candela in rapida consunzione. 

La gestione degli scontri e del sistema di combattimento ha invece alti e bassi. Nella fattispecie, la protagonista è piuttosto lenta e impacciata nel cambiare le armi e se non si trova a debita distanza sarà raggiunta in pochi istanti dai rapidissimi avversari.

Non sappiamo se questo sia voluto o meno, ma qualora lo fosse, per via degli ambienti in larga misura stretti e bui e con poco spazio di manovra, la scelta sarebbe dovuta essere ponderata con maggiore attenzione.

Queste balbuzie si fanno più evidenti in particolar modo quando vi troverete davanti alle fasi di sbarramento, ossia in quelle intersezioni tra un'area e all'altra gremite di avversari da sconfiggere. Va detto che quando riuscirete ad abituarvi al sistema di combattimento, e quando vi piegherete alle sue rigidità, il gioco acquista la piacevolezza di quegli horror un po' vecchia scuola, non perfetti ma tutto sommato ben equilibrati.

Ed è questo in fondo tutto il bello di Daymare 1994: Sandcastle, che pur con le sue ingenuità riesce a funzionare meglio di altri titoli dello stesso genere, sa come tenervi impegnati fino alla fine e comprende bene quale sia diventata la strada da seguire per la serie.

La base c'è ed è anche piuttosto solida e, se Invader Studios riuscirà a compiere un decisivo passo in avanti col probabile terzo capitolo, la svolta per questa IP nostrana diventerà una possibilità assai concreta.

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