Conscript | Recensione - Un vero survival horror vecchia scuola
Conscript è un horror autentico come non se ne vedevano da tempo. Non ha paura di uscire fuori dai soliti binari e proporre qualcosa di diverso. Basterà?
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a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
In sintesi
- Un vero survival horror vecchia scuola, senza compromessi.
- Atmosfera tesa e d'impatto, con un contesto diverso dal solito.
- Backtracking importante.
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Jordan Mochi, Catchweight Studio
- Produttore: Team17
- Distributore: Team17
- Testato su: PC
- Piattaforme: PC , XSX , PS5 , SWITCH
- Generi: Survival Horror
- Data di uscita: 23 luglio 2024
Conscript risponde all'esigenza di tutti coloro che si sentono orfani dei grandi survival horror che hanno dominato il mercato dalla seconda metà degli anni '90 in poi, con atmosfere uniche ed esperienze che sono rimaste scolpite nella memoria di giocatori ormai non più di primo pelo.
Se faceste lo sforzo di traslare Conscript dalla sua splendida pixel art a una modellazione poligonale completa, o perlomeno seguendo l'idea di avere un personaggio tridimensionale e gli sfondi pre-renderizzati, avreste senza dubbio davanti agli occhi uno dei grandi classici senza tempo che non hanno mai abbandonato i pensieri dei nostalgici.
Questo dovrebbe già essere sufficiente a farvi comprendere come il progetto realizzato dall'australiano Jordan Mochi sia qualcosa di davvero speciale. E lo è anche per lo stesso autore, che ci ha impiegato ben sei anni, sacrificando buona parte dei suoi vent'anni che nessuno gli ridarà più indietro.
Sentiva di doverlo fare, di dover portare a termine un'opera che reclamava la sua presenza sul mercato, che col tempo diventava più grande di lui, come un'impellente esigenza che non può essere più rimandata.
Conscript, un horror d'autore
Forse sarete sorpresi nel sentire che in Conscript non ci sono dei mostri ributtanti e terrorizzanti da combattere e sconfiggere.
D'altra parte nessuno può biasimarvi, visto che tutti i giocatori sono stati abituati a dover far fuori i frutti di esperimenti biologici fuori controllo, i mostri di una cittadina nebbiosa, i terrori della mente, dei pazzi deformi che inseguono i protagonisti e persino dei fantasmi da immortalare attraverso una speciale macchina fotografica.
Eppure, nonostante questa mancanza che i più potrebbero definire come l'ingiustificata assenza di un elemento imprescindibile, Conscript fa ancora più paura di certi survival horror che non si sono mai allontanati dai topoi del genere.
Non solo per i temi trattati e per la sua franca e realistica brutalità, ma soprattutto per l'atmosfera opprimente e di constante tensione e pericolo che si respira mentre la colonna sonora tesa e ricercata fa accrescere il senso d'ansia.
I mostri di Conscript sono i soldati tedeschi che si muovono lungo le labirintiche trincee di Verdun. Uomini dall'andamento continuo e instancabile, quasi ossessivo, che si spostano come spiritati verso un solo obiettivo, pronti a scavalcare i ripari di fortuna se non rafforzerete le difese con filo spinato.
E poi quei topi grossi come piccoli cani che sbraneranno i corpi martoriati dei commilitoni e persino voi, se non lancerete al più presto una granata lì, tra i buchi in mezzo ai sacchi e nelle brecce aperte tra i fossati. Possono infettarvi e dimezzare la vostra salute massima, costringendovi a muovervi rapidamente e ancora più guardinghi fin quando non userete un kit medico o una cura adatta allo scopo.
I gas tossici invaderanno stanze, sotterranei, aree di raccordo e persino la plumbea aria di morte che si respira appena fuori, mentre fischiano proiettili, esplodono bombe e si odono i lamenti strazianti di chi spera in un aiuto che non arriverà mai.
Tutto questo, talvolta, accadrà contemporaneamente, lasciandovi poco tempo per gestire le diverse situazioni con la dovuta lucidità. In questo, Conscript è semplicemente magistrale ed è in grado di gettare nel panico anche il giocatore più esperto, che dovrà improvvisare brevi fughe, usare tende sgualcite per occultare la sua presenza e difendersi come meglio può.
Le armi mêlée come le pale da trincea o le mazze di fortuna si consumano e talvolta non sono sufficienti per fermare con pochi colpi i nemici corazzati. Oltretutto, per fare dei danni importanti è prima necessario caricare l'attacco, lasciandovi sguarniti per qualche istante. Colpire con rapidità è dunque solo un'azione di scarso peso, quasi di disturbo, magari per evitare di essere colpiti a vostra volta.
Il soldato francese che impersonerete è alla ricerca del proprio fratello scomparso, con la speranza residua di riunire ciò che resta della sua famiglia. La storia, interamente narrata attraverso sottotitoli inglese, racconta della disperazione di giovani uomini mandati al macello, di ragazzi dai sogni svaniti, volontà perdute e drammi che si consumano nell'indifferenza.
Ci sono risvolti psicologici, più di un finale e la possibilità di selezionare la difficoltà che più si ritiene consona, fermo restando che già a quella di base si è discretamente impegnati.
Terrori terreni e gameplay come quello di una volta
Conscript vi mostra mappe stilizzate ma sufficientemente chiare, con porte chiuse segnate in rosso, la possibilità di vedere in modo inequivocabile se quella via è bloccata o se serve una chiave, dei disegni a mano sui punti di interesse, i punti di salvataggio segnati e tutto ciò che occorre al giocatore moderno per orientarsi.
Non tutto è esplicitato, e la gestione dell'inventario gioca un ruolo chiave per avere sempre con sé armi, cure e gli oggetti utili per aprirsi strade e vicoli. Il mercante presente nelle stanze di salvataggio può barattare con voi alcuni oggetti di importanza capitale in cambio di preziose sigarette, ma anche provvedere al miglioramento delle armi esattamente come avviene negli ultimi Resident Evil.
Un comodo baule, come da tradizione per il genere, vi aiuterà a gestire al meglio le risorse che reperirete lungo i claustrofobici campi di battaglia e negli edifici che visiterete.
Va però detto che la quantità di backtraking, oltre ad allungare non poco la durata globale del gioco (che si mantiene nella media degli altri survival horror), risulta spesso soverchiante, al punto da obbligare il giocatore a lunghe peregrinazioni da un punto all'altro, percorrendo talvolta ampie distanze.
Si tratta di uno dei pilastri del genere, è chiaro, ma una migliore gestione di questo elemento avrebbe evitato quei piccoli momenti di stanca che Conscript si porta dietro. Questo succede perché il posizionamento di oggetti chiave è studiato per essere spesso dalla parte opposta della mappa, e nonostante le scorciatoie aperte e i metodi più rapidi per abbreviare le distanze, vi troverete obbligati a un continuo andirivieni un po' indigesto.
Il protagonista può solo scattare per brevi periodi e la stamina andrà giù con grande rapidità, lasciandovi affannati e lenti per pochi istanti. Quando il campo è sgombro poco importa, ma se si dovrà sfuggire via non bisogna abusare dello scatto né tantomeno della capriola, mossa salvifica che può evitarvi colpi con oggetti contundenti e persino proiettili.
Conscript vi mette a disposizione alcune delle armi della Prima Guerra Mondiale, ma pur essendo un soldato, il protagonista ha la necessità di prendere bene la mira per mandare a segno il colpo (come ben mostrato dal mirino che si accentra sempre di più sul bersaglio in condizioni di immobilità). Questa scelta rende gli scontri non banali, ma va detto che basta poco per intercettare le movenze e per sgattaiolare via e prepararsi ad attaccare.
Quando i nemici sono in maggioranza tutto diventa più complicato, è vero, eppure le routine comportamentali, al netto di qualche animazione sorprendente che prevede calci e azioni di disturbo, rimangono facilmente leggibili.
La vera difficoltà è rappresentata dal modo in cui è stato progettato il gioco, che non perdona nulla a chi lo affronta con sufficienza ed è punitivo per chi gestisce le proprie risorse con sufficienza.
Al di là di poche sbavature, dunque, Conscript è un survival horror che merita l'attenzione degli amanti del genere e dei progetti coraggiosi (come Signalis, da non perdere). L'opera di Jordan Mochi è una vera perla non solo come horror moderno indie, ma anche come videogioco a tutto tondo.
L'intenzione di pubblicare un horror classico senza creature angoscianti, dove è proprio il contesto a essere un incubo reale e tangibile, e con gli esseri umani rappresentati realisticamente come veri mostri spietati e senza scrupoli, dimostra come ci si possa allontanare dai cliché pur presentando sul mercato un'opera che non ha davvero nulla da invidiare ai ben più blasonati e intramontabili classici. Vedendo la moria di titoli di questo spessore, Conscript è un vero barlume di speranza che deve essere alimentato con pronta vigoria.
Voto Recensione di Conscript | Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Un survival horror vecchia scuola, con la bellezza della pixel art.
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Grande atmosfera e ottimo design del suono.
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Ha tutti gli elementi classici del genere...
Contro
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... Compresi quelli che oggi andrebbero un po' limati, come l'esagerato backtracking.
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Dopo poco tempo, s'impara a gestire i nemici senza troppi patemi d'animo (risorse permettendo).
Commento
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