Chivalry II | Recensione – Il simulatore di battaglia medievale definitivo?
Lame sui fianchi, mazze chiodate sulle tempie e frecce nella schiena dei fuggitivi: questo è Chivalry II.
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a cura di Marino Puntorieri
Redattore
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Torn Banner Studios
- Produttore: Tripwire Interactive
- Distributore: Tripwire Interactive
- Generi: Azione , Hack n' slash
- Data di uscita: 8 giugno 2021
Pubblicato nel lontano 2012 su PC, per poi approdare in qualche anno sulle principali console di Microsoft e Sony, Chivalry: Medieval Warfare era riuscito a coniugare la profondità dei combattimenti all’arma bianca con l’immediatezza dei comandi di gioco, attraverso una formula discretamente riuscita e in grado di rendere le partite multigiocatore tanto caotiche quanto divertenti.
Pensando proprio al discreto successo del primo lavoro del team di Torn Banner Studios – con una fetta importante di estimatori rimasti saldamente ancorati sul titolo al netto di alcuni limiti – aspettarsi un seguito maggiormente curato era più che doveroso, un sequel che fosse capace non solo di dare maggior lustro all’idea originale della software house canadese, ma di ampliarne le potenzialità agli occhi del pubblico – dimostrando come il passo falso fatto con Mirage: Arcane Warfare nel 2017 sia da considerarsi un caso isolato.
Da questo presupposto nasce Chivalry II e ci siamo tuffati sui suoi brutali campi di battaglia per menare mazzate a destra e sinistra (prendendone anche troppe, in realtà), e godendoci la vera essenza del gioco. Ma andiamo con ordine.
Combattere respawn dopo respawn
Chivalry II propone scontri PvP massivi all’arma bianca fino a 64 giocatori, schierati con la fazione dei Cavalieri di Agatha o con l’Ordine dei Massoni attraverso match in rapida successione che alternano assedi a fortezze imponenti e combattimenti in campo aperto.
Nel primo caso abbiamo una profondità maggiore per la varietà di obiettivi da difendere o attaccare man mano per arrivare alla vittoria, mentre nel secondo non abbiamo nessun target sul quale focalizzarci se non eliminare le truppe nemiche come in un più classico deathmatch.
Non manca nemmeno la possibilità di effettuare partite più circoscritte con un massimo di 40 giocatori, ma abbiamo riscontrato in entrambi i casi un matchmaking molto rapido e con un utilizzo puntuale dei bot quando necessario. Soluzione che evita problemi di bilanciamento tra gli schieramenti e di attese durature per entrare in partita, valorizzata puntualmente dal cross-play esteso a tutte le piattaforme fin dal day one.
Segnaliamo anche la possibilità di giocare in un più classico tutti contro tutti dove vince il primo che raggiunge il maggior numero di uccisioni. Modalità, questa, focalizzata sui combattimenti ravvicinati senza esclusione di colpi, dove sarà necessario guardarsi le spalle più e più volte per evitare qualche brutta sorpresa.
Il gameplay alla base di Chivalry II mette in evidenza il ventaglio di possibilità legate al combattimento corpo a corpo, dove si è migliorata la struttura del suo predecessore. A incidere (letteralmente) è la tipologia di arma equipaggiata, per danni, velocità di affondo e capacità di parata. Parliamo di una sorprendente stratificazione che risulta semplice da apprendere come meccanica base, ma necessita di tantissimo allenamento per essere appresa al meglio dai giocatori più esigenti.
Abbiamo i grilletti adibiti all’attacco semplice – da poter concatenare in più colpi – e alla parata, così come la possibilità di tirare calci utili per spezzare la guardia avversaria e lanciare oggetti (comprese le armi stesse) contro il malcapitato di turno. Unito alla possibilità di poter effettuare finte, contrattacchi se la parata avviene con il giusto tempismo, affondi e mosse che anticipano l’attacco avversario sfruttando il gioco di gambe, si capisce presto perché il sistema di combattimento di Chivalry II possa necessitare di un quantitativo considerevole di ore per essere appreso al meglio con ogni singola arma.
Si tratta di un combat system che è possibile apprezzare soprattutto negli scontri uno vs uno che permettono di ragionare meglio sulle tempistiche di ogni colpo – e speriamo che gli sviluppatori introducano il prima possibile una modalità duello apposita – mentre nel caos della battaglia lascia per ovvi motivi spazio a confusione e semplificazioni necessarie per portare a casa la pelle, visto il rischio di cadere in un ciclo di morti e respawn senza fine.
Il risultato d’insieme per gli scontri di Chivalry II regge comunque più che dignitosamente, ma bisogna mettere in conto di dover sopportare un po’ di frustrazione per le eccessive morti casuali che possono capitare durante le sessioni online, soprattutto nelle prime partite.
Scegli un’arma e ti dirò chi sei
Per quanto riguarda la selezione del nostro soldato, dopo ogni respawn abbiamo quattro classi tra le quali scegliere – suddivise a loro volta in tre sottoclassi ciascuna – con specifiche armi, raggruppate secondo diversi rapporti di forza tra velocità, salute ed energia; scelta che permette di personalizzare al massimo l’approccio alle partite, andando incontro a ogni tipo di videogiocatore.
Potremo scegliere tra un'arma principale e una secondaria, oltre ad avere qualche oggetto extra a seconda di specifiche abilità (differenti per ogni classe) come un corno che quando suonato migliora le statistiche degli alleati più vicini o alcune bombe incendiarie.
Ovviamente sarà necessario completare azioni in gioco quali uccisioni, assist o vari obiettivi di squadra per poter salire di livello e sbloccare man mano tutte le sottoclassi disponibili con annesse abilità.
Avanguardia è la classe adatta alla prima linea e dall’incredibile resistenza ai colpi, attraverso l’utilizzo di armi principalmente a due mani che con un colpo ben assestato possono risultare letali per la maggior parte dei nemici. Il Valletto invece racchiude le sottoclassi di Chivalry II dedite al supporto con armi ad asta quali lance o picche, con un affondo maggiore che impedisce al nemico di avvicinarsi eccessivamente se sfruttato con il giusto tempismo. A questo, si affianca la possibilità di utilizzare cure extra per i compagni di squadra.
Il Cavaliere risulta il più versatile per la possibilità di imbracciare una devastante ascia da guerra a due mani, così come utilizzare uno scudo con accetta o falcione, senza sacrificare eccessivamente la rapidità di schivata o la resistenza per le parate. Ultima, ma non per importanza, la classe Arciere focalizzata sulla media distanza, a discapito della salute ben più risicata, con la quale destreggiarsi per scoccare dardi tra archi e balestre per eliminare i nemici con una manciata di colpi ben assestati.
Le classi di Chivalry II risultano tutte ben variegate e bilanciate; le combinazioni tra armi e statistiche di classe e sottoclasse, come anticipato, assicurano divertimento e profondità sia per i giocatori da prima linea sia per chi preferisce approcciarsi con un minimo di tattica o cautela.
Personalmente abbiamo apprezzato soprattutto l’utilizzo del Cavaliere per gettare scompiglio tra le linee nemiche, impiegando qualche ora (tra morti più o meno stupide, lo ammettiamo) per prendere confidenza con la sottoclasse equipaggiata con scudo e spada e iniziare a uscire illesi anche dai combattimenti in inferiorità numerica, attraverso scontri adrenalinici che non potevano non lasciarci un ghigno di estrema soddisfazione.
Solo per la classe Arciere si segnala un’eccessiva pericolosità, in parte sistemata saggiamente limitandone l'utilizzo durante la partita a un numero ridotto di giocatori contemporaneamente. Infatti, se i balestrieri compensano l’eccessivo danno con una (realistica) lentezza della ricarica, che lascia il giocatore scoperto per una manciata di secondo dopo ogni colpo, gli arcieri presentano un rateo pericolosamente elevato.
Ammettiamo come nelle mani dei giocatori più avvezzi ai classici FPS possa rivelarsi una classe tanto divertente quanto devastante da utilizzare, ma si necessiterebbe di qualche accorgimento ulteriore dal quale gioverebbe ulteriormente il bilanciamento del gioco in generale.
Paese che vai, assedio che trovi
Contenutisticamente parlando, Chivalry II si presenta al lancio con otto mappe, cinque delle quali decisamente stratificate per assedi e conquiste con obiettivi annessi, mentre le restanti fungono più da arene dove gli scontri campali diventano dei veri e propri bagni di sangue nel più classico deatmatch. Il team di sviluppo ha già promesso di essere al lavoro su nuovi contenuti come mappe, modalità e armi già in questi primi mesi – per variegare l’offerta mantenendo alta l’attenzione dell’utenza – e potrebbe essere la giusta strada da percorrere per fidelizzare la community: condizione necessaria per permettere al titolo di respirare anche nel medio-lungo periodo e potersi esprimere senza eccessivi vincoli.
Menzione speciale per le partite di Chivalry II che riguardano proprio la difesa, o l’attacco a seconda dello schieramento, di obiettivi in successione, e che riflettono un grande lavoro sotto l’aspetto del level design. Una partita può durare pochi minuti così come continuare per mezz’ora abbondante fino alla strenua resistenza nella fase finale, genericamente coincidente con l’eliminazione di un bersaglio specifico.
Ci siamo ritrovati a guidare macchine d’assedio davanti alle mura nemiche sotto il fuoco incessante di frecce e pietre, a difendere un passaggio a imbuto fondamentale per evitare la fuga di alcuni prigionieri, senza dimenticare imboscate e brutali assalti faccia a faccia dove armi e armatura si scontrano con disinvoltura quasi in una danza di arti amputati e sangue.
Nella nostra prova di Chivalry II effettuata tramite PC di ultima generazione il motore grafico Unreal Engine 4 mostra tutti i muscoli del progetto grazie a numerosi dettagli e poligoni per le varie ambientazioni, armi e armature. Qualche piccolo dubbio rimane per la resa del fuoco, così come per i modelli poligonali utilizzati per i volti, rigorosamente personalizzabili, per i quali avremmo preferito un lavoro maggiormente curato in linea con ciò che contraddistingue in positivo il resto della produzione.
Il coinvolgimento durante gli scontri rimane estremamente d’impatto, con anche la possibilità di passare in tempo reale con la telecamera dalla prima alla terza persona per avere una visione periferica migliore: merito di un buon lavoro sotto l’aspetto del comparto sonoro curato e variegato nel feeling con il proprio equipaggiamento. L'audio riesce a rappresentare la pesantezza durante gli spostamenti, le schivate e le parate – senza dimenticare i colpi andati a segno che emettono quel sibilio tipico del metallo che si insinua nella carne.
Versione recensita: PC
È quasi il Prime Day: per le migliori offerte sul gaming e sui videogiochi, trovate tutti i dettagli nella pagina di SpazioGames. Se volete tuffarvi nei campi di battaglia di Chivalry II potreste valutare di farlo portando a casa un PC da gaming a prezzo da competizione come questo.
Voto Recensione di Chivalry II - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Combat system stratificato sulla prontezza dei riflessi
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Armi e classi ben variegate per offrire una moltitudine di approcci alle partite
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Tutta la spettacolarità e la violenza degli scontri all’arma bianca fino a 64 giocatori…
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Il cross play integrato fin dal lancio è una boccata d’ossigeno per il matchmaking
Contro
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… ma a volte si può rivelare eccessivamente caotico
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La classe arciere necessita di un ridimensionamento
Commento
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