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Child of Light Ultimate Edition Recensione | La magia arriva su Switch

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

A quattro anni di distanza dal suo debutto su tutte le altre console presenti sul mercato, Child of Light Ultimate Edition arriva finalmente anche su Switch. La console ibrida di Nintendo, nel suo percorso di recupero di ottimi giochi già sbarcati su altri lidi, non poteva di certo lasciarsi scappare quello che insieme a pochi altri sembra calzare a pennello in questa nuova veste, motivo per cui si fregia oggi di un’edizione definitiva che comprende tutti i contenuti finora usciti.

Child of Light

Creatura della Luce

Quando Child of Light uscì, seguito a ruota dallo splendido Valiant Hearts, sembrava che Ubisoft avesse inaugurato una nuova linea di videogiochi che fossero in linea coi valori produttivi degli indie, ma con una solida realtà alle spalle pronta a sostenere tutto l’impianto marketing. Nonostante i progetti nati con l’UbiArt Framework abbiano riscontrato un buon successo di critica, pare che al momento la software francese sia ritornata a concentrarsi sulle IP di maggior richiamo. In attesa di eventuali novità sul vociferato seguito, rispolveriamo dunque la fiabesca avventura della piccola Aurora.

Child of Light

La storia ha origine nell’Austria del 1895, quando la giovane fulvo-crinita Aurora, durante la vigilia di Pasqua, si ammala di una misteriosa malattia che la fa spirare. Il suo corpo, come sotto a uno strano incantesimo, rimane congelato e la giovane ragazza si spegne nel sonno; ma è in realtà l’inizio della sua avventura nel magico e misterioso mondo di Lemuria: da qui in poi, Aurora si metterà alla ricerca di suo padre, dapprima addentrandosi in un bosco, poi librandosi in volo grazie alla sue ali fatate per esplorare i dintorni, in compagnia di una sorta di lucciola chiamata Igniculus (che può essere controllata da un secondo giocatore o coi comandi touch in questa nuova versione).

Child of Light mantiene il racconto su dei toni delicati, semplici, parlando di temi universali con candore e mettendo in scena quell’atmosfera da fiaba incantata che difficilmente si assocerebbe a una casa di sviluppo impegnata su ben altri fronti. Al netto di un calo nell’ultimo terzo della storia, dove in effetti si verifica una perdita di mordente, Child of Light funziona ancora molto bene dopo quattro anni, configurandosi come una piacevole eccezione in un genere reinterpretato con successo da uno studio creativo europeo.

Child of Light

Fight for Light

Semplice è anche il sistema di gioco implementato in Child of Light, aggettivo che tuttavia non deve essere confuso con semplicistico. Sebbene si tratti a tutti gli effetti di un’opera che abbraccia pienamente i canoni del gioco di ruolo di matrice nipponica, con tanto di scontri a turni regolati dall’Active Time Battle, gli elementi platform e l’impronta esplorativa costituiscono l’altra faccia della medaglia. Si consideri inoltre che diversi elementi da jrpg sono appena abbozzati; taluni invece sono assenti. Ci riferiamo in particolar modo alle meccaniche ruolistiche di base e avanzate che in fin dei conti non possono in alcun modo eguagliare (ma nemmeno avvicinarsi) alla complessità vista in altri esponenti del genere.

Child of Light

Se da un parte ciò favorisce l’inclusione dei neofiti, di chi vuole solo godersi la storia e di chi non vuole perdersi nelle consuete lungaggini del grinding fine a se stesso, dall’altra non si può non avere un po’ di disappunto per l’idea sì buona, ma non sviluppata appieno. Child of Light è, da questo punto di vista, piuttosto rinunciatario, ed è in fin dei conti inadatto al pubblico hardcore che punta da sempre ai più classici jrpg.

Child of LightPoco male, perché la Child of Light Ultimate Edition mantiene intatta la bellezza del gioco originale, portando su Switch il delicato candore che lo contraddistingue, stavolta anche in portabilità. A proposito di portabilità, non possiamo fare a meno di segnalare qualche singhiozzo del frame rate in questa modalità: non si tratta di un dramma, ma qualche singulto di tanto in tanto può infastidire, considerando la grande fluidità delle altre versioni. Questa per Switch comprende però la missione extra Il Problema del Golem e tutti gli altri contenuti (per la verità poco rilevanti) con cui gli sviluppatori hanno arricchito il gioco nel corso del tempo.

+ La magia del gioco rimane intatta anche dopo quattro anni

+ Tutti i contenuti disponibili in questa nuova versione

- Meccaniche ruolistiche poco approfondite

- Qualche lieve balbettio al frame rate in versione portatile

8.2

Impreziosita da tutti i contenuti usciti finora, la Child of Light Ultimate Edition è l’ultima buona occasione per giocare uno dei titoli più particolari, sperimentali e interessanti del catalogo di Ubisoft. Se ve lo siete persi, o se avrete voglia di rigiocarlo, entrerete in un mondo fiabesco che resterà a lungo nei vostri ricordi. La semplicità di Child of Light, la sua colonna sonora e il suo impianto artistico vi entreranno nel cuore.

Voto Recensione di Child of Light Ultimate Edition Recensione | La magia arriva su Switch - Recensione


8.2

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • La magia del gioco rimane intatta anche dopo quattro anni

  • Tutti i contenuti disponibili in questa nuova versione

Contro

  • Meccaniche ruolistiche poco approfondite

  • Qualche lieve balbettio al frame rate in versione portatile

Commento

Impreziosita da tutti i contenuti usciti finora, la Child of Light Ultimate Edition è l'ultima buona occasione per giocare uno dei titoli più particolari, sperimentali e interessanti del catalogo di Ubisoft. Se ve lo siete persi, o se avrete voglia di rigiocarlo, entrerete in un mondo fiabesco che resterà a lungo nei vostri ricordi. La semplicità di Child of Light, la sua colonna sonora e il suo impianto artistico vi entreranno nel cuore.
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